Articoli marcati con tag ‘consumismo’

 

GLR – CONSIDERAZIONI   (59)

ANNO V DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE

Le altre “GRL-CONSIDERAZIONI ” le trovate  QUI

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Se rileggiamo questo articolo QUI o questo QUI o questo QUI o questo QUI dovremmo renderci conto che tutti noi siamo sotto attacco. C’è una guerra all’uomo/donna così come è giunto in questo XXI secolo attraverso la storia precedente ( con tutti i suoi enormi difetti e i pochi pregi Leggi il resto di questo articolo »

 

medico e psicoanalista tedesco, 1866-1934

 

“Il Natale atroce” di Pier Paolo Pasolini.

Prima di leggere l’articolo che vi proponiamo oggi v’invitiamo a riflettere profondamente Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Riflettiamo sulle cose inutili, inattuali e che quasi nessuno ascolta o cerca più. Riflettiamo sulle cose che non producono profitto, che “non servono”, che non sono necessarie per guadagnare, fare carriera e farsi gli affari propri. Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Intorno alla tragedia di Giulia un infame circo mediatico per far passare un’altro storytelling ( raccontare come strategia di comunicazione pervasiva e manipolatrice): gli articoli che oggi trovate qui Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Sotto il vestito niente. Ma neanche fuori del vestito. Questo è il progetto del Grande Reset.

E soprattutto non fare progetti per il futuro, tanto è inutile perchè il “futuro” è loro, della cricca dei miliardari, dei banchieri e dei finanzieri che compongono l’aristocrazia finanziario-usuraia, l’èlite, che attraverso il deep state globale, detengono il vero potere sugli stati, Leggi il resto di questo articolo »

 

 

 

Non c’è nulla, o quasi, di più atroce delle feste “nataline, capodanniche e befaniche” al tempo del dominio dittatoriale del progetto globale criminale chiamato Grande Reset.

Queste feste oggi sono il trionfo, ancor più che in decenni e secoli precedenti, della mefitica resilienza Leggi il resto di questo articolo »

 

GLR – CONSIDERAZIONI   (38)

ANNO III DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE

 

Le altre “GRL-CONSIDERAZIONI ” le trovate  QUI

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Filosofo britannico (1872-1970)

 

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Dobbiamo ripartire da questo articolo, QUI, perchè la presupposta emergenza climatica è il nuovo “covid” che, con l’intreccio devastante con tutte le altre presupposte emergenze, ci costringerà a subire limitazioni della nostra libertà, impoverimento forzato, controlli ossessionanti, modificazione violenta delle nostre esistenze, addomesticamento e asservimento assoluti molto più gravi di quelle della presupposta emergenza sanitaria (leggi QUI). Leggi il resto di questo articolo »

 

Come sono buoni e caritatevoli questi immondi miliardari che sono i veri registi del Grande Reset, il piano criminale d’ingegneria sociale e umana con cui vogliono addomesticarci dietro il paravento del virus e del terrore sanitario. Ad uso e consumo di milioni di covidioti e cavieidioti che sono i loro primi complici insieme a governucoli come il nostro e a politici orribili.

Come sono ecologici, “verdi”, amanti del clima questi ignobili miliardari che dopo aver danneggiato gravemente l’ambiente per i loro sozzi affari ora, sfruttando la paura dei covidioti per il virus, si ergono a paladini di un mondo pulito e vivibile. Per i loro futuri affari… Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Prendere coscienza che è in corso un progetto criminale chiamato Grande Reset e che usa il paravento del virus per potersi realizzare. Prendere coscienza che dietro questo Grande Reset operano grandi miliardari e grandi multinazionali per rimodellare (reset) la società e gli uomini in maniera autoritaria per i loro profitti e il loro potere.

Prendere coscienza che il nostro governucolo e le nostre istituzioni operano in sintonia con questo progetto criminale e che le vessazioni che vengono imposte ne sono le prime applicazioni. Leggi il resto di questo articolo »

 

Questo importantissimo articolo è strettamente collegato agli articoli:

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (7). Klaus Schwab e il suo Grande Reset fascista.

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (5). Ma cos'è?

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione. (1),

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione. (3)

Considerazioni al tempo del regime sanitario (2). Voce dal sen fuggita... e all’articolo:

Non è fantascienza, è realtà in: Siamo tutti in pericolo!.

Ve ne raccomandiamo la lettura o la ri-lettura.

Se non siamo ripiegati nella paura ( come vogliono) occorre prendere coscienza di cosa si muove, cosa si progetta e si trama dietro lo schermo del virus e che il vero problema non sono soltanto gli ometti/donnette del nostro governetto ( anche se pericolosi nell’instaurare la dittatura sanitaria) ma chi muove le fila di un “Grande Reset” dietro le quinte a cui il nostro governetto è collegato. Leggi il resto di questo articolo »

“Io non sono convinto che in questi mesi gli italiani abbiano dimostrato “responsabilità”, “disciplina”, “senso civico”. I nostri concittadini si sono fatti prendere dal panico, si sono lasciati convincere da un’informazione (soprattutto televisiva) sensazionalista, parziale, ispirata al ‘pensiero unico” del male assoluto.”

(da:  Terrore sanitario e la gente comune. )

 

 

Italia: carnevale tutto l’anno o per sempre?

Il desiderio di qualsiasi dittatura: il controllo totalitario ed autoritario della vita umana, in qualsiasi ambito. L’emergenza non è sanitaria, bensì democratica. L’unica epidemia virale è quella rappresentata dalla stupidità dilagante nelle istituzioni e nella società. Leggi il resto di questo articolo »

L’autore tedesco Marc-Uwe Kling pubblica un romanzo bestseller sulla vita dominata dall’algoritmo in due versioni: una ottimista, l’altra pessimista. Il vero paradosso è che fanno entrambe paura.

Nel futuro presente di QualityLand gli umani parlano con gli androidi, gli arredi, gli schermi, le macchine e sempre meno con altri umani. Scalano like, partecipano ai sondaggi. Ma fanno pochi figli perché non hanno tempo e se li fanno, li vogliono con dna migliorato. Assicurando loro un futuro standard, successo, salute, sicurezza, il tempo a venire impiegato a rimanere connessi, vendersi i profili, incassare attenzioni. Evviva. Leggi il resto di questo articolo »

Le vie del populismo non sono infinite, ma certo molteplici e variegate, al punto che talvolta fatichiamo a riconoscerle. Prendiamo ad esempio il movimento politico e d’opinione che si è creato su scala globale intorno alla giovane attivista svedese Greta Thunberg. La causa perorata da quest’ultima è certamente nobile e grandiosa: la salvaguardia del pianeta contro il rischio – dato come imminente – della sua distruzione causata dai cambiamenti climatici. Leggi il resto di questo articolo »

Evasione fiscale. Corruzione. Eccesso di burocrazia. Lentezza della giustizia. Crollo demografico. Divario tra Nord e Sud. Difficoltà a convivere con l’euro. Questi I sette peccati capitali dell’economia italiana (Feltrinelli) secondo la diagnosi di Carlo Cottarelli, uno dei nostri economisti più competenti e meno sospettabili di partigianeria politica. Leggi il resto di questo articolo »

Queste parole fanno parte di un’intervista rilasciata da Pasolini nel 1975 sul set del suo film Salò o le 120 giornate di Sodoma e riportate da Giuseppe Bertolucci nel suo film documentario Pasolini prossimo nostro del 2006. Leggi il resto di questo articolo »

Lo spazio pubblico è cannibalizzato dagli “eventi”, la logica dell’immediatezza prevale sull’investimento di lungo periodo

Nel 2011, alle Ogr di Torino, si tenne la mostra celebrativa per il 150° anniversario dell’unità d’Italia: una cattedrale fordista, un luogo di culto dell’organizzazione del lavoro novecentesco, fu trasformata nel palcoscenico di una rappresentazione della nostra storia dal 1861 a oggi. Alla fine la mostra fu smantellata e non ne rimase più niente, tranne la scenografia utilizzata per raccontare la mafia, ereditata dai giovani di Libera e installata in una cascina sequestrata alla criminalità organizzata. Poche settimane fa, le stesse Ogr hanno visto l’inaugurazione di un nuovo polo culturale destinato a incidere sul futuro di Torino. L’evento è stato salutato con entusiasmo dai media. Nessun accenno, neanche minimo, è però emerso ai successi del 2011, archiviati nell’indifferenza, sprofondati nell’oblio.

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Nei Paesi di partenza le migrazioni sono causate da sconvolgimenti delle attività produttive, dei rapporti sociali e delle condizioni ambientali, che impediscono alle popolazioni di continuare a ricavare da vivere nei luoghi in cui vivono. Nei Paesi d’arrivo generano tre tipi di reazioni: una di rifiuto, che si concretizza nel sostegno ai partiti xenofobi; una di accoglienza interessata per i contributi che i migranti danno alla crescita economica e alla ricchezza monetaria dei nativi; una di accoglienza disinteressata e generosa, basata sulla solidarietà nei confronti delle persone più provate dalla vita. Leggi il resto di questo articolo »

All’origine della vicenda c’è il rapporto degli americani con una materia difficilmente definibile, chiamata “denaro”. Denaro prima come mezzo che come fine, sovvertendo i principi dei progenitori emigranti. Laddove nella prudente visione di quei non-garantiti “risparmio” significava “sicurezza”, i quattrini americani di fine Novecento cambiano senso: sono lo strumento da utilizzare impetuosamente per accrescere il possesso e assicurarsi prospettive di soddisfazione.

Primi anni 2000. L’isteria da edonismo, trascina milioni di americani in un equivoco: il denaro non è più la rappresentazione del proprio grado di successo, ma diventa un passepartout accessibile a tutti. Come? Prelevandone quanto ne serve presso il deposito in servizio continuato chiamato “sistema bancario”. Dicendo “pagherò”, incoraggiati dalle stesse banche sulle main street. Che, grazie questa circolazione anti-virtuosa, prosperano. Perché a loro volta dispongono di tutto il denaro di cui hanno bisogno per elargire sconsiderati prestiti, dal momento che le banche centrali inondano il mercato di dollari a tassi d’interesse bassissimi. Leggi il resto di questo articolo »

 

Jean Jacques Rousseau 1712- 1778

Il filosofo si oppone alle Scienze, idola che oggi dominano incontrastate, in quanto asserviscono a sé gli uomini e invece di renderli liberi li fanno schiavi

“Mentre il governo e le leggi provvedono alla sicurezza e al benessere degli uomini consociati, le scienze, le lettere e le arti, meno dispotiche e forse più potenti, stendono ghirlande di fiori sulle catene di ferro ond’essi son carichi, soffocano il loro sentimento di quella libertà originaria per la quale sembravan nati, fan loro amare la loro schiavitù e ne formano i così detti ‘popoli civili’”.

“Se le nostre scienze son vane nell’oggetto che si propongono, sono ancor più pericolose per gli effetti che producono”. Leggi il resto di questo articolo »

Il testo è tratto dal libro:   Gustavo Zagrebelsky, Diritti per forza, Einaudi 2017 , € 12

Le generazioni future hanno fatto il loro ingresso nel dibattito pubblico. Ciò, perché la condizione dei viventi è oggi inedita. La Terra (intesa come ambiente fisico e sociale), per millenni, si è pacificamente considerata la base di perpetua riproducibilità nel tempo della vita degli esseri umani, quali che fossero le offese che i suoi figli potevano infliggerle. Oggi non è più così. Le odierne capacità distruttive, di gran lunga superiori alle capacità rigenerative delle risorse della natura fisica e dei legami sociali, fanno dubitare circa la sensatezza della formula di Thomas Jefferson al tempo della Rivoluzione americana: «La terra appartiene ai viventi». Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 marzo 1849  entra a Roma  passando per Porta del Popolo GIUSEPPE MAZZINI. Egli diverrà la grande guida spirituale e politica della giovane Repubblica Romana.

“Roma era il sogno de’ miei giovani anni, l’idea-madre nel concetto della mente, la religione dell’anima e v’entrai, la sera, a piedi, sui primi del marzo, trepido e quasi adorando. Per me, Roma era -ed è tuttavia malgrado le vergogne dell’oggi- il  Tempio dell’umanità; da Roma uscirà quando che sia la trasformazione religiosa che darà, per la terza volta, unità morale all’Europa… E non di meno trasalii, varcando verso Porta del Popolo, d’una scossa quasi elettrica, d’un getto di vita nuova. Io non vedrò più Roma, ma la ricorderò, morendo … e parmi che le mie ossa, … trasaliranno, com’io allora, il giorno in cui una bandiera di repubblica s’innalzerà, pegno all’unità della patria italiana, sul Campidoglio e sul Vaticano… ”

Giuseppe Mazzini, Note autobiografiche, 1864 Leggi il resto di questo articolo »

Sigmund Bauman ha segnato la fase conclusiva del secolo delle Ideologie e della fine delle «grandi narrazioni» (Jean Francois Lyotard). Un’epoca, quasi un’era, in cui la rivoluzione tecnologica, la crisi dell’industria fordista, la globalizzazione degli uomini e della merci hanno posto in crisi, fino a sbriciolarli, i fondamenti del «canone occidentale», fondato sul primato dello Stato Nazione e della Ragione ordinatrice. Con lutti i suoi corollari. A lui si deve la demarcazione tra Politica e Potere: «Il potere evapora nello spazio dei flussi, la politica nello spazio dei luoghi. Potere come possibilità di fare e politica come possibilità di potere fare». Leggi il resto di questo articolo »

Intervista a Zygmunt Bauman (1925- 2017) sociologo e filosofo polacco

«Lo stato sociale è finito, è ora di costruire il “Pianeta Sociale”». Solo così, spiega Zygmunt Baumann, si potrà uscire dalla crisi globale che il mon­do contemporaneo sta vivendo. La politica deve avere la forza di reinventarsi su scala planetaria per affrontare l’emergenza am­bientale o il divario crescente tra ricchi e poveri. Altrimenti è con­dannata alla marginalità in una dimensione locale, con stru­menti obsoleti adatti a un mon­do che non esiste più. L’invento­re della “società liquida” non crede in una capacità di auto-riforma della politica, «meglio costruire un’opinione pubblica globale e affidarsi a organizza­zioni cosmopolite, extraterrito­riali e non governative».

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In questa società comanda soprattutto chi ha la possibilità di convincere. Convincere a fare le cose: acquistare un’auto invece di un’altra, un vestito, un cibo, un profumo, fumare o non fumare, votare per un partito, comperare e leggere quei libri. Comanda soprattutto chi ha la capacita’ di convincere le persone ad avere quei tali pensieri sul mondo e quelle tali idee sulla vita. Leggi il resto di questo articolo »

Pubblichiamo un estratto di “Destra e sinistra addio” (ed. Lindau) di Maurizio Pallante, da ieri in libreria.

Anche le persone meno interessate alla politica si sono rese conto che nei Paesi democratici le differenze tra i partiti più rappresentativi della destra e della sinistra si sono progressivamente attenuate fino a scomparire quasi del tutto. E non perché ci sia stato un avvicinamento reciproco. I partiti di destra non si sono mossi dalle loro posizioni. Anzi, le hanno consolidate con una fermezza tanto più intransigente quanto più i partiti di sinistra si sono spostati, passo dopo passo, a destra, mentre lo spazio che hanno lasciato vuoto veniva immediatamente occupato da partitini che, rivendicando la loro fedeltà agli ideali della sinistra, erano convinti d’intercettare i voti di un elettorato rimasto orfano, senza peraltro riuscirci (…). Leggi il resto di questo articolo »

Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto a! rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria. Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. È assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Leggi il resto di questo articolo »

La tendenza culturale dominante nella società e anche nel mondo della scuola è quella di sottolineare le negatività, quello che non va e soprattutto di pensare che non possiamo fare nulla e cambiare nulla. Insomma la Speranza come atteggiamento critico verso il presente teso ad usare le potenzialità e anche le contraddizioni che viviamo per guardare il futuro e trasformare le cose nel senso del Bene, del Giusto e del Bello non sembra fare parte delle condotte umani attuali in gran parte schiacciate sul vivere narcisista e individualistico. Leggi il resto di questo articolo »

In vista del quarantennale della sua morte violenta, lunedì prossimo, Pier Paolo Pasolini è stato tirato fuori dai cassetti con largo anticipo in una profluvie di iniziative: si sa come avviene ormai nei media, bisogna bruciare i concorrenti sullo scatto di memoria e così tutto avviene prima. Si è detto e scritto più dell’assassinio del poeta, che di lui e delle sue opere. Normale: il primo è ancora nebuloso, le seconde sono lì a disposizione in ogni momento, non è l’anniversario che le espone. Che omicidio è stato quello dell’Idroscalo? Una “semplice” faccenda da “marchettari”? Marchettari su commissione? Ed eventualmente “politica”? E da parte dei fascisti o del potere democristiano generico e specifico attaccato nei suoi scritti da Pier Paolo? Oppure (cfr. il suo amico pittore Zigaina) un “suicidio per delega” in un contesto paleocristiano della psiche di Pasolini? Leggi il resto di questo articolo »

L’intervento a La Milanesiana torinese dello scrittore greco Petros Markaris “Viviamo in un mondo ossessionato dal denaro e dalla quantità”.

Qual è la maggiore mania del nostro tempo? Il denaro. La nostra vita ruota intorno al denaro. In Paesi come la Grecia, il denaro si identifica con il consumo. Nel Paesi dell’Europa centrale e settentrionale con l’investimento. In entrambi i casi la leva principale della società è il denaro. Il sistema che governa il mondo possiamo chiamarlo globalizzazione, neoliberismo, sudditanza dell’economia ai mercati: in ogni tutti e tre i casi il nucleo sta nella mania del denaro. Leggi il resto di questo articolo »

L’Expo 2015 di Milano è la prima esposizione universale in cui le multinazionali sono trattate alla stessa stregua dei grandi Stati. Coca-Cola e McDonald’s, per esempio, hanno enormi spazi espositivi, proprio come Cina, Usa o Russia. Questa scelta ha scatenato la protesta ai molti cittadini, che naturalmente non c’entra nulla con le violenze squadriste dei black bloc. Essere considerate come Stati è per le multinazionali un enorme successo simbolico, ma è anche una scelta gravida di potenziali, enormi conseguenze. Leggi il resto di questo articolo »

La questione del debito è sempre più di scottante attualità. “Austerità” è stata la parola d’ordine che ha prevalso nelle politiche economiche europee degli ultimi anni guidate dal “modello tedesco”, per molti promotore di una visione “colpevolizzante” dei paesi indebitati. Di qui il nesso tra “debito” e “colpa” da cui muove questo volume. L’intento principale del libro è quello di mettere a nudo i nodi teorici contenuti in questa relazione semantica, attraverso un confronto con i più recenti studi sul debito. Seguendo la scia di ricerche già note, come quella classica di Max Weber o quella più recente di Michel Foucault, e ritornando sulle profetiche parole di un frammento di Walter Benjamin sul capitalismo come “culto indebitante”, questo lavoro intende collocare il problema del debito in un contesto più articolato rispetto a quello strettamente tecnico della scienza economica, nel tentativo di condurre un’indagine in cui l’economia riacquisti il respiro più ampio che le spetta.

Il libro:   Elettra Stimilli, Debito e colpa,  ed. Ediesse 2015,  € 12,00 Leggi il resto di questo articolo »

Oggi l’usa e getta della società consumistica si è sempre più esteso agli esseri umani, ai poveri. Una conseguenza inevitabile perché l’umanità che tratta il mondo come un mondo da buttar via, tratta anche se stessa come un’umanità da buttar via.

Gunther Anders (1902- 1992), filosofo tedesco

 

vedi: Latouche: ipnotizzati dal mercato sprechiamo in nome del risparmio

Dalla Bibbia a Lacan. I nuovi idoli nascosti nei nostri desideri. Il saggio di Petrosino mette in discussione alcune analisi sulla società liquida di Bauman. Per Dostoevskij un uomo rimasto libero non ha altra cura che di cercare un essere cui inchinarsi. Il godimento compulsivo degli oggetti finisce per annientarci

IL nostro tempo ha sostituito al culto di Dio il culto degli idoli di cui il denaro è l’espressione più semplice e radicale in quanto rende possibile l’illusione che il suo possesso in grandi quantità consenta la realizzazione di una vita soddisfatta. Il Pasolini corsaro l’aveva indicata come una vera e propria “mutazione antropologica”: il monoteismo che sosteneva le società religiose e che affondava le sue radici nella potenza simbolica del Padre, ha lasciato il posto al politeismo del mercato e alle sue nuove divinitàAl verticalismo piramidale dell’ideologia patriarcale è subentrata la diffusione orizzontale dell’oggetto di godimento divenuto un idolo che ha trasformato l’uomo da “suddito” a “consumatore”. Leggi il resto di questo articolo »


Il teorico della decrescita felice contro le “follie dell’obsolescenza programmata” Così le strategie del consumismo alterano la nostra percezione del reale

Il brano che pubblichiamo in questa pagina è tratto dalla prefazione alla nuova edizione riveduta e ampliata del libro di Serge Latouche Usa e getta. per Bollati Boringhieri nella traduzione di Fabrizio Grillenzoni,  € 15

 

Come provare, nel caso di un oggetto complesso, che abbia subito l’introduzione deliberata di un pezzo difettoso allo scopo di costringere l’utilizzatore a comprare un nuovo apparecchio? Le lobby industriali, soprattutto quelle degli apparecchi elettrici ed elettronici, particolarmente nel mirino, non hanno del tutto torto quando sostengono che l’obsolescenza programmata intesa come complotto o sabotaggio non esiste. Indubbiamente, sostengono, la vita degli apparecchi è limitata, ma ciò corrisponde al desiderio dei consumatori, la maggior parte dei quali non aspetta la morte dell’oggetto per comprare un nuovo modello. Leggi il resto di questo articolo »

Presentazione del  ”Vizio oscuro dell’Occidente” e di “Sudditi” a una Casa Editrice americana interessata alla pubblicazione negli Stati Uniti

Il ‘vizio oscuro’ dell’Occidente è, nell’interpretazione di Massimo Fini (scrittore attivo in Italia dal 1985 con ‘La Ragione aveva Torto?’ in cui mette in dubbio gli esiti e le conquiste dell’Illuminismo) la pretesa totalitaria delle Democrazie di omologare a sé, alle proprie istituzioni, ai propri valori, ai propri costumi, ai propri consumi, al proprio modello di sviluppo, l’intero esistente e quindi società e comunità che hanno storie, culture, tradizioni completamente diverse. L’Occidente non è più in grado di tollerare e nemmeno concepire, concettualmente prima ancora che praticamente, ‘l’altro da sé’. Questo totalitarismo ‘democratico’ globale non può avere come risposta che un altrettante totalitarismo, nelle forme del terrorismo globale. Leggi il resto di questo articolo »

 

Recinto provvisorio nel luogo dove fu trovato il corpo di Pasolini

 

« Che cos’è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall’ansia economica di esserlo? Che cos’è che ha trasformato le “masse” dei giovani in “masse” di criminaloidi? L’ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una “seconda” rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la “prima”: il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo “reale”, trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c’è più scelta possibile tra male e bene. Donde l’ambiguità che caratterizza i criminali: e la loro ferocia, prodotta dall’assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c’è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c’è stata: la scelta dell’impietrimento, della mancanza di ogni pietà. »

Pier Paolo Pasolini     Corriere della Sera, 18 ottobre 1975

 

 

39 anni. Sono passati 39 anni da quella tragica notte tra il 1 e il 2 novembre 1975 quando Pier Paolo Pasolini venne massacrato in un prato sterrato di Ostia. 39 anni. Quanto è peggiorato il mondo in questi 39 anni? Quanto è peggiorata l’Italia? Ma, soprattutto, quanto siamo peggiorati noi, uomini/donne qualunque? Chi non vede l’imbarbarimento nel quale precipitiamo quasi ora per ora forse ( ma senza forse) è complice della barbarie, dell’idiozia, della cialtroneria che c’invade. Pasolini “vide” dove stavamo andando, lui “sapeva” con prove e senza prove e oppose a questa china malefica tutta la sua intelligenza, la sua multiforme arte, la sua passione. E oppose il suo corpo di poeta. Leggi il resto di questo articolo »

Secondo l’Istat a luglio i prezzi al consumo sono aumentati solo dello 0,1% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Ancora più significativi sono i dati del ‘carrello della spesa’: frutta e verdura costano il 10% in meno, sempre rispetto al 2013 e i prodotti per la cura delle persone e della casa registrano un   -0,6%. L’inflazione è sotto l’1%. “Siamo legati agli oggetti, non buttiamo via mai niente” dice il sociologo dei consumi Italo Piccoli e l’economista Fausto  Panunzi aggiunge: “Si è portati a risparmiare quasi compulsivamente, a comprare solo lo stretto necessario”. Leggi il resto di questo articolo »

 “POVERI non sono quelli che non hanno, sono quelli che hanno ma non gli basta mai”. Questa frase del presidente uruguaiano Pepe Mujica pecca un poco di ottimismo (poveri sono, purtroppo, anche quelli che non hanno, e si tratta di moltitudini). Ma spalanca alla nostra ragione critica intere praterie: è proprio così, niente “ci basta mai”, perché il nostro modo di vivere (pensate solo al Pil) si fonda sul concetto che non esiste qualità che possa davvero competere con la quantità. Il sospetto, per giunta, è che questa insoddisfazione incolmabile sia il motore profondo del nostro sistema sociale: fossimo soddisfatti, o non troppo insoddisfatti, saremmo portati a consumare di meno, e per giunta a farlo senza avvertire questo “meno” come una menomazione. Leggi il resto di questo articolo »

La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L’alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere.

José Mujica,  Presidente dell’Uruguay, 2013

 

vedi: Poveri

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