Articoli marcati con tag ‘mafia’
Il 7 agosto 1952 muore ucciso a colpi di accetta da parte di sicari di Cosa Nostra a Caccamo (PA) FILIPPO INTILI (51 anni) contadino e militante comunista.
Il 6 agosto 1980 muore ucciso da sicari mafiosi in una via di Palermo con tre colpi di pistola GAETANO COSTA (64 anni), magistrato e Partigiano.
Gaetano Costa, procuratore capo di Palermo, fu un magistrato siciliano di assoluta dirittura morale e professionale e per questo venne visto come modello di riferimento da uomini e magistrati come GIOVANNI FALCONE e PAOLO BORSELLINO e da ROCCO CHINNICI, suo grande amico (che ne continuò l’impegno di alto valore morale e giuridico come consigliere istruttore di Palermo), tutti uccisi anch’essi da Cosa Nostra in anni seguenti.
Fu anche punto di riferimento per BORIS GIULIANO, capo della squadra mobile di Palermo e suo stretto collaboratore, ucciso da Cosa Nostra nel 1979.
Di Costa scrisse un suo sostituto che era un uomo “di cui si poteva comprare solo la morte“.
Biografia provvisoria
Il 6 agosto 1945 muore ucciso con due colpi di lupara da parte di sicari di Cosa Nostra a Casteldaccia (PA) ANDREA RAIA (38 anni) artigiano di fuochi artificiali, sindacalista e segretario della Camera del Lavoro locale.
Vedi: Il sindacalista che difendeva i poveri: ANDREA RAIA
L’ 8 luglio 1949 muore ad Alcamo (TP) ucciso da Cosa Nostra LEONARDO RENDA (43 anni) contadino, segretario della DC e assessore comunale.
Vedi: Un uomo "troppo" probo: LEONARDO RENDA
Il 2 luglio 1962 muore ucciso da Cosa Nostra con due colpi di lupara a Bagheria (PA) GIACINTO PULEO bracciante agricolo.
Vedi: Il bracciante che disse no: GIACINTO PULEO
Il 28 giugno 1946 muore ucciso da Cosa Nostra a colpi di lupara a Naro (AG) PINO CAMILLERI (27 anni) studente, politico e sindaco socialista.
Vedi: Il coraggio di un giovane sindaco: PINO CAMILLERI
Il 22 giugno 1947 vengono uccisi a Partinico (PA) da una banda criminale che assale la Camera del Lavoro locale GIUSEPPE CASARRUBEA (48 anni) e VINCENZO LO IACONO (38 anni) contadini e dirigenti sindacali.
Vedi: Il coraggio di due militanti: GIUSEPPE CASARRUBEA e VINCENZO LO IACONO
Il 16 maggio 1946 muore a Favara (AG) ucciso da un sicario di Cosa Nostra con un colpo di lupara alla nuca GAETANO GUARINO (44 anni) farmacista, sindaco e politico socialista.
Il 16 maggio 1955 muore a Sciara (PA) ucciso da Cosa Nostra con sei colpi di lupara SALVATORE CARNEVALE (32 anni) bracciante e sindacalista della CGIL socialista.
Il 9 maggio 1978 muore a Cinisi (PA) ucciso da Cosa Nostra GIUSEPPE IMPASTATO (30 anni, detto Peppino) attivista civile, giornalista, politico e poeta.
Vedi: Il giovane che non voleva abituarsi: PEPPINO IMPASTATO
L’8 maggio 1947 muore ucciso a Partinico (PA) con un colpo di fucile in bocca MICHELANGELO SALVIA (41 anni) contadino, dirigente comunista della Camera del lavoro locale.
Vedi: L'uomo a cui hanno chiuso la bocca: MICHELANGELO SALVIA
Il 1 maggio 1947 a Portella della Ginestra ( PA) avvenne una STRAGE DI LAVORATORI durante la Festa del Lavoro del 1 Maggio.
Vedi: Una strage di contadini: PORTELLA DELLA GINESTRA
Il 1 aprile del 1948 muore ucciso in un agguato mafioso a Camporeale (PA) CALOGERO CANGELOSI (42 anni) contadino, esponente socialista e segretario locale della CGIL e della Camera del Lavoro.
Il 25 marzo del 1957 muore ucciso a Camporeale (PA) in un agguato mafioso PASQUALE ALMERICO (43 anni) maestro elementare, segretario della locale sezione DC e sindaco del paese.
Vedi: Il maestro che seppe dire no: PASQUALE ALMERICO
Il 24 marzo del 1966 viene ucciso a Tusa (ME) dalla cosiddetta mafia dei pascoli CARMELO BATTAGLIA (43 anni) sindacalista socialista, assessore comunale, dirigente della Camera del lavoro di Tusa e della sezione locale del Psi.
Il 17 marzo del 1958 muore a Licata (AG) ucciso con un colpo di pistola in un agguato mafioso VINCENZO DI SALVO (32 anni) operaio edile e dirigente sindacale.
Il 10 marzo del 1948 viene ucciso a Corleone (PA) in un agguato mafioso PLACIDO RIZZOTTO (34 anni) sindacalista, politico e Partigiano .
Il 2 marzo 1948 viene ucciso a Petralia Soprana (PA) con due colpi di fucile da parte di sicari mafiosi EPIFANIO LI PUMA (55 anni) contadino, sindacalista e politico.
Il 29 febbraio del 1920 muore ucciso a Prizzi (PA) da sicari mafiosi NICOLA ALONGI (57 anni, detto Nicolò) contadino, sindacalista socialista, politico e giornalista.
Campo, nato ad Alcamo (TP), era candidato alla Camera per la DC nelle elezioni nazionali del 18 aprile 1948 ma la sua candidatura era fortemente contrastata da un’altra corrente del suo stesso partito legata agli interessi dei mafiosi locali. Venne ucciso mentre tornava, con un furgoncino e accompagnato dal figlio, da un comizio fatto Alcamo e andava a Sciacca (AG) per un altro comizio.
Al funerale ci fu una enorme partecipazione di popolo con bandiere nazionali e cittadine ma successivamente l’avvocato Campo e il suo omicidio furono archiviati e dimenticati. I resti di Vincenzo Campo riposano nel cimitero di Agrigento, città in cui viveva e lavorava da tempo.
Questo delitto rientrava nelle strategie della mafia per un pieno controllo della DC siciliana in funzione anticomunista e dirette quindi contro gli esponenti democristiani (come Campo) più aperti al dialogo e al confronto politico e sociale con altre forze politiche e sindacali.
Il 18 febbraio 1962 viene ucciso in un agguato mafioso ad Alcamo (TP) GIOVANNI MARCHESE (40 anni) bigliettaio di un’azienda di trasporti e sindacalista della CGIL.
Vedi: Il coraggio di un bigliettaio: GIOVANNI MARCHESE

Aveva anche cercato di fondare una cooperativa agricola. Inoltre con la sua attività didattica voleva riscattare le masse operaie e contadine dalla loro miseria e dall’abbiezione materiale e morale in cui esse vivevano nei latifondi. La sua intensa attività sindacale e culturale portò alla decisione di ucciderlo. Nella sua gioventù aveva tanto lottato contro la povertà, sopportando dure prove e umilianti privazioni. Egli conosceva, quindi, la triste indigenza degli ultimi. I suoi resti riposano nel cimitero di Villabate.
Il 13 febbraio 1947 muore a Partinico (PA) ucciso in un agguato mafioso davanti alla sua abitazione LEONARDO SALVIA dirigente sindacale socialista impegnato nelle lotte contadine locali e nel movimento per la riforma agraria. I suoi resti riposano nel cimitero di Partinico.
Il 1 febbraio 1893 muore sul treno tra Termini Imerese e Trabia (PA) ucciso con 27 colpi di pugnali da parte di sicari mafiosi EMANUELE NOTARBARTOLO ( 59 anni) banchiere e politico.
Vedi: Il coraggio di un banchiere: EMANUELE NOTARBARTOLO

Macchiarella era fortemente impegnato nelle lotte dei contadini per la terra come dirigente della locale Camera del Lavoro. La voce popolare e i giornali indicarono come mandante dell’omicidio il noto mafioso Francesco Paolo Niosi ma a suo carico non si riuscì ad aprire nemmeno un processo. I resti di Macchiarella riposano nel cimitero di Ficarazzi.
Il 5 gennaio 1984 muore a Catania ucciso da mafiosi con cinque colpi di pistola GIUSEPPE FAVA (59 anni) giornalista, scrittore e autore di opere teatrali.
vedi: Un giornalista in prima linea: GIUSEPPE FAVA
Il 4 gennaio 1947 muore a Sciacca (AG) ucciso da mafiosi con una raffica di mitra ACCURSIO MIRAGLIA (51 anni) industriale, politico, segretario della Camera del Lavoro locale e dirigente comunista.
Il 23 dicembre 1946 muore a Baucina (PA) ucciso con cinque colpi di pistola sparati da un gabellotto mafioso NICOLO’ AZOTI (37 anni) ebanista, sindacalista CGIL e segretario della Camera del Lavoro locale.
vedi: L'ebanista difensore dei contadini: NICOLO' AZOTI
Il 4 dicembre 1945 viene ucciso a Ventimiglia di Sicilia (PA) con colpi di lupara da parte di sicari mafiosi GIUSEPPE PUNTARELLO ( 53 anni) autista di una ditta di trasporti e segretario della sezione locale del PCI.
vedi: Un autista determinato: GIUSEPPE PUNTARELLO
Il 29 novembre 1946 muoiono uccisi a colpi di lupara sparati da sicari mafiosi su una strada tra Aragona e Comitini (AG) FILIPPO FORNO (46 anni) bracciante e sindacalista e GIUSEPPE PULLARA bracciante. Leggi il resto di questo articolo »
Il 28 novembre 1946 muore a Calabricata (Catanzaro) uccisa da un colpo di fucile GIUDITTA LEVATO ( 31 anni) contadina.
vedi: La contadina che diede tutto: GIUDITTA LEVATO
Il 25 novembre 1946 muore ucciso a Joppolo Giancaxio (AG) con colpi di lupara da parte di sicari mafiosi GIOVANNI SEVERINO contadino e segretario della Camera del Lavoro locale.
Severino era un animatore coraggioso delle lotte contadine. I responsabili dell’assassinio non furono mai trovati.
Il 25 novembre 1945 muore a Cattolica Eraclea (AG) dopo essere stato gravemente ferito con due bombe a mano lanciate da sicari mafiosi GIUSEPPE SCALIA (39 anni) contadino e sindacalista socialista.
vedi: Un contadino sindacalista: GIUSEPPE SCALIA
L’8 novembre 1947 viene ucciso dalla mafia a Marsala (TP) con colpi di fucile VITO PIPITONE (39 anni) contadino e dirigente della Confederterra locale.
vedi: Un contadino determinato: VITO PIPITONE
Il 3 novembre del 1915 muore a Corleone (PA) ucciso a colpi di rivoltella dalla mafia BERNARDINO VERRO (49 anni) sindacalista, politico e sindaco di Corleone.
Il 3 novembre 1947 viene ucciso dalla mafia a San Giuseppe Jato (PA) CALOGERO CAIOLA testimone oculare della strage di Portella della Ginestra.
Caiola era un piccolo proprietario terriero della zona e il giorno della Strage di Portella della Ginestra del 1 maggio 1947, aveva probabilmente riconosciuto dei suoi compaesani che tornavano verso casa armati di lupara e mitragliatrice. Si stava preparando a testimoniare coraggiosamente al processo per la Strage come testimone oculare, ma fu ucciso sei mesi dopo vicino a casa sua.
Gli inquirenti non collegarono l’omicidio alla sua testimonianza: infatti si cominciarono ad inventare elementi che aiutassero a dipingere Caiola come un poco di buono, una persona di dubbia moralità, addirittura con tendenze perverse. Nessuno osò parlare di omicidio di mafia.
Caiola è una di quelle tante vittime innocenti di mafia “morte due volte”. Prima col sangue, poi con l’infamia e la dimenticanza. I suoi resti riposano nel cimitero di San Giuseppe Jato.
vedi: Una strage di contadini: PORTELLA DELLA GINESTRA
Il 27 ottobre del 1972 viene ucciso a Ragusa con sei colpi di pistola dalla mafia GIOVANNI SPAMPINATO (25 anni), giornalista.
Vedi:Il giornalista che cercava la verità: GIOVANNI SPAMPINATO

Nonostante le minacce mafiose si batteva da tempo contro il latifondo e per i diritti dei contadini. Era stato, in passato, nel carcere di Porto Longone (LI) come detenuto per reati comuni e aveva conosciuto i dirigenti comunisti MAURO SCOCCIMARRO (1895- 1972) e UMBERTO TERRACINI (1895- 1983), imprigionati per attività antifascista.
Questo incontro segnò il cambiamento di Maniaci e la nascita del suo impegno politico e sindacale. Le autorità conclusero le indagini, dopo l’omicidio, dicendo che “era escluso il movente politico”. I resti di Maniaci riposano nel cimitero di Terrasini.
Il 22 ottobre del 1946 a Santa Ninfa (TP) muore ucciso a fucilate da un sicario mafioso GIUSEPPE BIONDO mezzadro.
Iscritto alla Federterra, che lottava per l’applicazione della legge Gullo del 19 ottobre 1944 sulla divisione del prodotto al 60% per il mezzadro e al 40% per il proprietario, Biondo rivendicava ( attraverso una sua forte partecipazione all’attività sindacale) la ripartizione dei prodotti agricoli per sè e per gli altri contadini della zona secondo il decreto, assolutamente non accolto da padroni e gabellotti mafiosi.
Inoltre Biondo era stato sfrattato illegalmente dal proprietario del terreno, ma era tornato a lavorarvi e il proprietario decise, allora, di far uccidere da un suo campiere il mezzadro. L’assassino non fu mai giudicato e i resti di Biondo riposano nel cimitero di Santa Ninfa.
Il 15 ottobre del 1920 muore a Palermo ucciso da un sicario della mafia GIOVANNI ORCEL (33 anni) tipografo e sindacalista socialista.
L’8 ottobre del 1998 muore a Caccamo (PA) ucciso dalla mafia con colpi di fucile DOMENICO GERACI (44 anni), politico e sindacalista.
vedi: Il coraggio di un politico: DOMENICO GERACI