Articoli marcati con tag ‘mafia’

 

 

Il 1 aprile del 1948 muore ucciso in un agguato mafioso a Camporeale (PA) CALOGERO CANGELOSI (42 anni) contadino, esponente socialista e segretario locale della CGIL e della Camera del Lavoro.

 

Vedi:  Il sindacalista che dava fastidio: CALOGERO CANGELOSI

 

 

Il 25 marzo del 1957 muore ucciso a Camporeale (PA) in un agguato mafioso PASQUALE ALMERICO  (43 anni)  maestro elementare, segretario della locale sezione DC e sindaco del paese.

 

Vedi:  Il maestro che seppe dire no: PASQUALE ALMERICO

 

 

Il 17 marzo del 1958 muore a Licata (AG) ucciso con un colpo di pistola in un agguato mafioso VINCENZO DI SALVO (32 anni) operaio edile e dirigente sindacale.

 

Vedi:  Il coraggio di un operaio: VINCENZO DI SALVO

 

 

Il 10 marzo del 1948 viene ucciso a Corleone (PA) in un agguato mafioso PLACIDO RIZZOTTO (34 anni) sindacalista, politico e Partigiano .

 

Vedi:  L'uomo che guardava negli occhi: PLACIDO RIZZOTTO

 

 

Il 2 marzo 1948 viene ucciso a Petralia Soprana (PA) con due colpi di fucile da parte di sicari mafiosi EPIFANIO LI PUMA (55 anni) contadino, sindacalista e politico.

 

Vedi:  Il sindacalista che non aveva paura: EPIFANIO LI PUMA

 

 

Il 29 febbraio del 1920 muore ucciso a Prizzi (PA) da sicari mafiosi NICOLA ALONGI (57 anni, detto Nicolò) contadino, sindacalista socialista, politico e giornalista.

 

Vedi:  Un contadino sovversivo: NICOLA ALONGI

Il 22 febbraio 1948 viene ucciso a colpi di mitra dalla banda di Salvatore Giuliano sulla strada tra Alcamo e Castelvetrano nei pressi di Gibellina (TP) VINCENZO CAMPO avvocato e vicesegretario regionale della DC. Leggi il resto di questo articolo »

Alcamo (TP)

Il 18 febbraio 1962 viene ucciso in un agguato mafioso ad Alcamo (TP) GIOVANNI MARCHESE (40 anni) bigliettaio di un’azienda di trasporti e sindacalista della CGIL.

 

Vedi:  Il coraggio di un bigliettaio: GIOVANNI MARCHESE

 


Il 13 febbraio 1947 muore a Villabate (PA) ucciso a colpi di lupara da parte di sicari mafiosi VINCENZO SANSONE (37 anni, detto Nunzio) sindacalista, militante comunista e insegnante di lettere impegnato nella lotta per la riforma agraria.

Aveva anche cercato di fondare una cooperativa agricola. Inoltre con la sua attività didattica voleva riscattare le masse operaie e contadine dalla loro miseria e dall’abbiezione materiale e morale in cui esse vivevano nei latifondi. La sua intensa attività sindacale e culturale portò alla decisione di ucciderlo. Nella sua gioventù aveva tanto lottato contro la povertà, sopportando dure prove e umilianti privazioni. Egli  conosceva, quindi,  la triste indigenza degli ultimi. I suoi resti riposano nel cimitero di Villabate.

 

 

Partinico (PA)

Il 13 febbraio 1947 muore a Partinico (PA) ucciso in un agguato mafioso davanti alla sua abitazione LEONARDO SALVIA dirigente sindacale socialista impegnato nelle lotte contadine locali e nel movimento per la riforma agraria. I suoi resti riposano nel cimitero di Partinico.



 

Il 1 febbraio 1893 muore sul treno tra Termini Imerese e Trabia (PA) ucciso con 27 colpi di pugnali da parte di sicari mafiosi EMANUELE NOTARBARTOLO ( 59 anni) banchiere e politico.

 

Vedi:  Il coraggio di un banchiere: EMANUELE NOTARBARTOLO

 


Il 17 gennaio 1947 muore a Ficarazzi (PA)  ucciso dalla cosiddetta mafia dei giardini con colpi di mitra PIETRO MACCHIARELLA (41 anni) contadino e militante del partito comunista.

Macchiarella era fortemente impegnato nelle lotte dei contadini per la terra come dirigente della locale Camera del Lavoro.

La voce popolare e i giornali indicarono come mandante dell’omicidio il noto mafioso Francesco Paolo Niosi ma a suo carico non si riuscì ad aprire nemmeno un processo.

I resti di Macchiarella riposano nel cimitero di Ficarazzi.


 

Il 5 gennaio 1984 muore a Catania ucciso da mafiosi con cinque colpi di pistola GIUSEPPE FAVA (59 anni) giornalista, scrittore e autore di opere teatrali.

 

vedi:  Un giornalista in prima linea: GIUSEPPE FAVA

 

 

Il 4 gennaio 1947 muore a Sciacca (AG) ucciso da mafiosi con una raffica di mitra ACCURSIO MIRAGLIA (51 anni) industriale, politico, segretario della Camera del Lavoro locale e dirigente comunista.

 

vedi:  Un uomo "in piedi": ACCURSIO MIRAGLIA

 

 

Il 23 dicembre 1946 muore a Baucina (PA) ucciso con cinque colpi di pistola sparati da un gabellotto mafioso NICOLO’ AZOTI (37 anni) ebanista, sindacalista CGIL e segretario della Camera del Lavoro locale.

 

vedi:  L'ebanista difensore dei contadini: NICOLO' AZOTI

 

 

Il 4 dicembre 1945 viene ucciso a Ventimiglia di Sicilia (PA) con colpi di lupara da parte di sicari mafiosi GIUSEPPE PUNTARELLO ( 53 anni) autista di una ditta di trasporti e segretario della sezione locale del PCI.

 

vedi:  Un autista determinato: GIUSEPPE PUNTARELLO

Comitini (AG)

Il 29 novembre 1946 muoiono uccisi a colpi di lupara sparati da sicari mafiosi su una strada tra Aragona e Comitini (AG)   FILIPPO FORNO  (46 anni) bracciante e sindacalista e GIUSEPPE PULLARA bracciante. Leggi il resto di questo articolo »

 

Il 28 novembre 1946 muore a Calabricata (Catanzaro)  uccisa da un colpo di fucile GIUDITTA LEVATO ( 31 anni) contadina.

 

vedi: La contadina che diede tutto: GIUDITTA LEVATO


Joppolo Giancaxio (AG)

Il 25 novembre 1946 muore ucciso a Joppolo Giancaxio (AG) con colpi di lupara da parte di sicari mafiosi GIOVANNI SEVERINO contadino e segretario della Camera del Lavoro locale.

Severino era un animatore coraggioso delle lotte contadine. I responsabili dell’assassinio non furono mai trovati.


 

Il 25 novembre 1945 muore a Cattolica Eraclea (AG) dopo essere stato gravemente ferito con due bombe a mano lanciate da sicari mafiosi GIUSEPPE SCALIA (39 anni) contadino e sindacalista socialista.

 

vedi: Un contadino sindacalista: GIUSEPPE SCALIA

 


 

L’8 novembre 1947 viene ucciso dalla mafia a Marsala (TP) con colpi di fucile VITO PIPITONE  (39 anni) contadino e dirigente della Confederterra locale.

 

vedi:  Un contadino determinato: VITO PIPITONE

 

 

 

Il 3 novembre del 1915  muore a Corleone (PA) ucciso a colpi di rivoltella dalla mafia BERNARDINO VERRO (49 anni) sindacalista, politico e sindaco di Corleone.

 

vedi:  Un sindaco in lotta: BERNARDINO VERRO

San Giuseppe Jato ( PA)

Il  3 novembre 1947 viene ucciso dalla mafia a San Giuseppe Jato (PA) CALOGERO CAIOLA testimone oculare della strage di Portella della Ginestra.

Caiola era un piccolo proprietario terriero della zona e il giorno della Strage di Portella della Ginestra del 1 maggio 1947, aveva probabilmente riconosciuto dei suoi compaesani che tornavano verso casa armati di lupara e mitragliatrice. Si stava preparando a testimoniare coraggiosamente al processo per la Strage come testimone oculare, ma fu ucciso sei mesi dopo vicino a casa sua.

Gli inquirenti non collegarono l’omicidio alla sua testimonianza: infatti si cominciarono ad inventare elementi che aiutassero a dipingere Caiola come un poco di buono, una persona di dubbia moralità, addirittura con tendenze perverse. Nessuno osò parlare di omicidio di mafia.

Caiola è una di quelle tante vittime innocenti di mafia “morte due volte”. Prima col sangue, poi con l’infamia e la dimenticanza. I suoi resti riposano nel cimitero di San Giuseppe Jato.

 

vedi:  Una strage di contadini: PORTELLA DELLA GINESTRA


 

Il 27 ottobre del 1972 viene ucciso a Ragusa con sei colpi di pistola dalla mafia GIOVANNI SPAMPINATO (25 anni),  giornalista.

 

Vedi:Il giornalista che cercava la verità: GIOVANNI SPAMPINATO

Il 25 ottobre del 1947 a Terrasini (PA) muore ucciso dalla mafia con bastonate in testa e crivellato di proiettili GIUSEPPE MANIACI (38 anni) segretario della Confederterra locale e dirigente comunista.

Nonostante le minacce mafiose si batteva da tempo contro il latifondo e per i diritti dei contadini. Era stato, in passato, nel carcere di Porto Longone (LI) come detenuto per reati comuni e aveva conosciuto i dirigenti comunisti MAURO SCOCCIMARRO (1895- 1972) e UMBERTO TERRACINI (1895- 1983), imprigionati per attività antifascista.

Questo incontro segnò il cambiamento di Maniaci e la nascita del suo impegno politico e sindacale. Le autorità conclusero le indagini, dopo l’omicidio, dicendo che “era escluso il movente politico”. I resti di Maniaci riposano nel cimitero di Terrasini.


Santa Ninfa (TP)

Santa Ninfa (TP)

Il 22 ottobre del 1946 a Santa Ninfa (TP) muore ucciso a fucilate da un sicario mafioso GIUSEPPE BIONDO mezzadro.

Iscritto alla Federterra, che lottava per l’applicazione della legge Gullo del 19 ottobre 1944 sulla divisione del prodotto al 60% per il mezzadro e al 40% per il proprietario, Biondo rivendicava ( attraverso una sua forte partecipazione all’attività sindacale) la ripartizione dei prodotti agricoli per sè e per gli altri contadini della zona secondo il decreto, assolutamente non accolto da padroni e gabellotti mafiosi.

Inoltre Biondo era stato sfrattato illegalmente dal proprietario del terreno, ma era tornato a lavorarvi e il proprietario decise, allora, di far uccidere da un suo campiere il mezzadro. L’assassino non fu mai giudicato e i resti di Biondo riposano nel cimitero di Santa Ninfa.


 

Il 15 ottobre del 1920 muore a Palermo ucciso da un sicario della mafia GIOVANNI ORCEL (33 anni)  tipografo e sindacalista socialista.

 

vedi:  La lotta di un tipografo: GIOVANNI ORCEL

L’8 ottobre del 1998 muore a Caccamo (PA) ucciso dalla mafia con colpi di fucile DOMENICO GERACI (44 anni), politico e sindacalista.

 

vedi: Il coraggio di un politico: DOMENICO GERACI

 


lapide dedicata a Mirmina

Il 3 ottobre del 1920 muore a Noto (SR) ucciso dalla mafia con un colpo di pistola PAOLO MIRMINA (23 anni) sindacalista socialista molto attivo nella lotta per le terre siciliane.

Da sempre si era scontrato con i poteri forti della mafia siciliana che mal tolleravano il suo impegno a favore dei lavoratori e dei contadini locali.

Mirmina infatti era diventato giovanissimo capolega dei braccianti alla Camera del Lavoro di Noto e osò sfidare i possidenti terrieri per difendere i diritti dei contadini.

Il suo omicidio avvenne durante il comizio del parlamentare socialista Vacirca, partito non gradito al “potentato” perché era dalla parte del popolo: gli squadristi dei “baroni” – dietro specifico incarico – stavano disturbando il comizio per fa sì che Vacirca non parlasse e se ne andasse e il giovane Mirmina li raggiunse per invitarli a smetterla. La riposta fu un colpo di pistola dritto al cuore. I 4 delinquenti – che peraltro avevano già precedenti penali – furono assolti con formula piena.

I resti di Mirmina riposano nel cimitero di Noto.

Il 15 ottobre 1944, sul luogo dell’omicidio venne deposta una targa commemorativa.  L’incisione recita:

“Qui umile ed impavido difensore della sublime causa proletaria cadeva colpito da ignobile mano sicaria Paolo Mirmina il 3 ottobre 1920. Il proletariato netino nel XXVI della sua scomparsa lancia il severo monito che non invano caddero tutte le gloriose avanguardie dell’avvenire sociale”.


 

Il 27 Settembre 1960 viene ucciso a Lucca Sicula (AG) con vari colpi di lupara da parte di sicari mafiosi PAOLO BONGIORNO (38 anni) sindacalista e politico comunista.

 

vedi:  Il coraggio di un jurnataru: PAOLO BONGIORNO


 

 

Il 22 Settembre del 1919 viene ucciso a Prizzi (PA) da sicari mafiosi con due colpi di fucile GIUSEPPE RUMORE sindacalista e segretario locale del Partito Socialista.

 

vediUn socialista scomodo: GIUSEPPE RUMORE

Alia (PA)

Il 22 Settembre 1946 vengono uccisi ad Alia (PA) con una bomba a mano GIROLAMO SCACCIA e GIOVANNI CASTIGLIONE contadini.

Mentre era in corso una riunione di contadini, nella casa del segretario della Camera del Lavoro ad Alia, per discutere delle possibilità di assegnare i feudi “Raciura” e “Vacco” alle cooperative di contadini, in seguito ai decreti “Gullo” (ottobre 1944),  ignoti lanciarono bombe a mano all’interno della casa e poi spararono numarosi colpi di lupara. I contadini Scaccia e Castiglione morirono sul colpo, mentre altri 13 rimasero feriti. Nessuno venne condannato per l’attentato e i resti di Scaccia e Castiglione riposano nel cimitero di Alia.


Ficarazzi (PA)

 

L’11 settembre 1945 viene ucciso a Ficarazzi (PA) a colpi di lupara da parte di sicari mafiosi AGOSTINO D’ALESSANDRO guardiano di pozzi e segretario della locale Camera del Lavoro.

 

vedi: Il coraggio di un guardiano: AGOSTINO D'ALESSANDRO


 

 

Il 5 settembre del 2010 viene ucciso a Pollica (SA) con 9 colpi di pistola in un agguato camorristico ANGELO VASSALLO (57 anni) imprenditore ittico, politico e sindaco.

 

Vedi:  Il sindaco che difese il suo paese: ANGELO VASSALLO

 

 

Il 13 agosto 1955 muore ucciso a Cattolica Eraclea (AG)  con sette colpi di lupara da parte di sicari mafiosi GIUSEPPE SPAGNOLO (55 anni) contadino, sindaco e attivista sindacale comunista.

 

Vedi:  La determinazione di un contadino: GIUSEPPE SPAGNOLO

 

 

Il 7 agosto 1952 muore ucciso a colpi di accetta da parte di sicari di Cosa Nostra a Caccamo (PA) FILIPPO INTILI (51 anni) contadino e militante comunista.

 

Vedi:  La passione di un contadino: FILIPPO INTILI

 

 

Il 6 agosto 1945 muore ucciso con due colpi di lupara da parte di sicari di Cosa Nostra a Casteldaccia (PA) ANDREA RAIA (38 anni) artigiano di fuochi artificiali, sindacalista e segretario della Camera del Lavoro locale.

 

Vedi:  Il sindacalista che difendeva i poveri: ANDREA RAIA

 


 

 

L’ 8 luglio 1949 muore ad Alcamo (TP) ucciso da Cosa Nostra LEONARDO RENDA (43 anni) contadino, segretario della DC e assessore comunale.

 

Vedi:  Un uomo "troppo" probo: LEONARDO RENDA

 

 


Bagheria (PA

 

Il 2 luglio 1962 muore ucciso da Cosa Nostra con due colpi di lupara a Bagheria (PA) GIACINTO PULEO bracciante agricolo.

 

Vedi:  Il bracciante che disse no: GIACINTO PULEO

 

 


 

Il 28 giugno 1946 muore ucciso da Cosa Nostra a colpi di lupara  a Naro (AG) PINO CAMILLERI (27 anni) studente, politico e sindaco socialista.

 

Vedi:  Il coraggio di un giovane sindaco: PINO CAMILLERI

 

 


 

Il 22 giugno 1947 vengono uccisi a Partinico (PA) da una banda criminale che assale la Camera del Lavoro locale GIUSEPPE CASARRUBEA (48 anni) e VINCENZO LO IACONO (38 anni) contadini e  dirigenti sindacali.

 

 

 

 

Vedi:  Il coraggio di due militanti: GIUSEPPE CASARRUBEA e VINCENZO LO IACONO


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