Articoli marcati con tag ‘neoliberismo’

LIBRI NECESSARI  (1)

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Critico letterario francese ( 1847-1916)

 

Riprendiamo la nostra rubrica “Libri Necessari” ( vedere QUI) in cui, fin dal 2010, proponiamo libri, a nostro parere, particolarmente necessari da leggere per avere un contributo critico e di conoscenza riguardo alla situazione storica, politica, umana che stiamo ( e stavamo) vivendo. Leggi il resto di questo articolo »

GLR – CONSIDERAZIONI   (40)

ANNO III DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE

Le altre “GRL-CONSIDERAZIONI ” le trovate  QUI

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scienziato e padre fondatore degli Stati Uniti (1706-1790)

 

La domanda, vera ed inquietante, è sempre la stessa: come è potuto accadere  ( leggi QUI)?  Come è potuto accadere di credere così ciecamente a tutta la propaganda di stato ( uno stato asservito al progetto criminale globale chiamato Grande Reset, gestito dall’aristocrazia finanziaria-usuraia  attraverso il deep state globale: vedi i tanti articoli QUI)? Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Stanno collaborando a pieno regime, per quanto riguarda il nostro povero paese, con il progetto criminale globale chiamato Grande Reset ( vedi i tanti articoli QUI). Per questo hanno instaurato un duro regime sanitario il 9/3/2020  ( rileggi, rileggi QUI). Stanno distruggendo salute, corpi, economia, bambini, futuro, diritti, Costituzione, cittadinanza, democrazia, sovranità ligi, “ligissimi” all’Agenda 2030 Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Povera ex-italia, nulla di buono al tuo orizzonte. Un orizzonte coperto dalle nuvole oscure e temporalesche del progetto criminale globale chiamato Grande Reset ( leggi i tanti articoli QUI).

Un orizzonte coperto dalla fuliggine e dalla caligine pesante di milioni di esseri dediti al servilismo e al covidiotismo più osceno ( leggi QUI). Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Il progetto criminale globale chiamato Grande Reset affinchè si realizzi ha proprio bisogno di questo: “gente” che crede e che non vuole sapere. E’ stato così per ogni dittatura o totalitarismo ed è così anche per questa dittatura sanitario-digitale instaurata in italia sulla scia del Grande Reset gestito da Big Money, Big Pharma, Big Tech. Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Il ricatto è lo strumento principale di ogni dittatura, di ogni fascismo. Anche per il progetto criminale globale chiamato Grande Reset per instaurare una “nuova normalità” secondo le visioni folli di Big Money, Big Pharma e Big Tech. Naturalmente un ricatto per amore… per la nostra salute e il nostro bene, come crede il covidiota ( leggi i tanti articoli qui: https://www.gruppolaico.it/category/rassegna-stampa/emergenza-rassegna-stampa/ ).

Siamo stati ricattati, all’inizio, attraverso la paura indotta per uno pseudo virus presentato come la peste nera. Da questo ricatto iniziale ne sono derivati tutti gli altri: se non ti fai il tampone… Se non ti metti la mascherina… Se non ti distanzi… Leggi il resto di questo articolo »

 

Quanti stanno dando il permesso al nostro governucolo di farci del male: meglio essere trattati da sudditi, addomesticati in vista del “mondo nuovo” previsto dal Grande Reset ( leggete gli articoli a questo link e guardate quanto male ci stanno già facendo: https://www.gruppolaico.it/category/rassegna-stampa/emergenza-rassegna-stampa/), derubati di diritti, lavoro, salute, cittadinanza che morire di covid.

Meglio morti dentro, meglio senza dignità, mascherati, tamponati e vaccinati come cavie da laboratorio che morti fuori. Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Il virus esiste ma non come è raccontato dai media e dal governo. Esso è un grande paravento dietro cui nascondere il progetto del “Grande Reset“, il progetto di una governance mondiale del Big Money, dei grandi miliardari, a cominciare dall’Italia. Per cui ciò che sta succedendo non è “per il nostro bene” ( come afferma il povero covidiota mascherato, tamponato e, fra poco, vaccinato). Ciò che sta succedendo è invece per il “loro bene”, i loro affari, il loro potere ingordo. E noi (o ciò che rimane di noi) ne saremo schiacciati, soggiogati alla biopolitica, allo stato terapeutico e alla dittatura digitale. Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Questo è un articolo fondamentale per comprendere cosa si nasconde dietro il covid-19 e dietro i vari interventi autoritari dei governi, come il nostro. Il progetto ignobile di un New World Order realizzato attraverso una folle ingegneria sociale finalizzata ad un Great Reset: una grande risistemazione che vedrà un impoverimento tragico quasi totale ed un ulteriore arricchimento delle èlite dei miliardari del Big Money. Leggi il resto di questo articolo »

 

Prima di leggere e “vedere” questo articolo è bene rileggere questi articoli:

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (5). Ma cos'è?

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione. (4).

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione. (2)

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione. (1)

"Siamo tutti in pericolo!"

Se non siamo ripiegati nella paura ( come vogliono) occorre prendere coscienza di cosa si muove, cosa si progetta e si trama dietro lo schermo del virus e che il vero problema non sono soltanto gli ometti/donnette del nostro governetto ( anche se pericolosi nell’instaurare la dittatura sanitaria) ma chi muove le fila di un “Grande Reset” dietro le quinte a cui il nostro governetto è collegato. Leggi il resto di questo articolo »

Il progetto di regime sanitario per condurre verso la dittatura digitale e una società del controllo non riguarda solo l’Italia ma tutto il mondo. Il progetto di una “nuova normalità” all’interno di futuri “stati terapeutici” non riguarda solo l’Italia ma tutto il mondo. E in questi progetti il ruolo dei media per propagandare il pensiero unico sul virus e la conseguente paura permanente è fondamentale.  Ma c’è (e ci deve essere) “chi resiste” e non si adegua! (GLR)

 

Risveglio dei popoli europei. Proteste di piazza a Madrid contro il nuovo lockdown!

Diego Fusaro, filosofo Leggi il resto di questo articolo »

Prima premessa. Non siamo complottisti. Seconda premessa, tanto per evitare fraintendimenti. Siamo consapevoli dell’emergenza sanitaria in corso, convinti di dovere modificare le nostre abitudini. In tal senso, abbiamo deciso di sospendere eventi e concerti, di fare dunque la nostra parte per evitare di aggravare la situazione di un sistema sanitario già pesantemente provato. Inoltre stiamo mettendo in campo (in sicurezza) un’azione di aiuto della fascia più esposta in città, ovvero degli anziani. Tutto questo è ok, lo sappiamo e lo facciamo… Però.

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Gentile Augias, intervengo volentieri nella discussione destra-sinistra. Concordo con la definizione da lei data in una trasmissione tv sulla maggiore difficoltà di essere di sinistra, piuttosto che di destra. Intendiamoci, ci possono essere qualità sociali in entrambe le sensibilità, come onestà, senso del dovere, rispetto delle leggi. Leggi il resto di questo articolo »

Stiamo vivendo una stagione di grandi proteste. Da Beirut a Parigi e da Santiago a Hong Kong, milioni di persone sono scese in piazza a manifestare. Si potrebbe quasi essere indotti a credere che tutti questi movimenti di protesta siano mossi dagli stessi motivi e che puntino agli stessi obiettivi. Leggi il resto di questo articolo »

Alle origini del populismo

Molti giovani d’oggi, e non solo negli Stati Uniti, guardano alla democrazia sotto la luce delle identità. Non si considerano cittadini democratici, ma individui, ciascuno con una propria identità che li rende diversi dagli altri. Oggi molti giovani negli Stati Uniti circoscrivono il proprio impegno politico ai problemi sociali che ritengono facciano riferimento alla loro identità. Leggi il resto di questo articolo »

Il riformismo scolastico neoliberista. Da tempo si preparano i presupposti culturali per fornire al suicidio nazionale i mezzi più adatti a realizzarsi. Si pensi al bando della geografia nell’insegnamento scolastico o all’abolizione del tema di storia dagli esami della maturità, una vera mutilazione culturale decisa dal Miur.

Credo di poter dire che in nessuna fase storica, per lo meno in età contemporanea, le classi dirigenti italiane e soprattutto il suo ceto politico, abbiano manifestato una così accanita volontà di autodistruzione, un tanto esplicito “istinto di morte”, come accade da noi da alcuni anni. Leggi il resto di questo articolo »

” A cosa servono oggi i partiti, quando ogni singolo è esso stesso un partito, quando le ideologie che una volta costituivano un orizzonte politico si disgregano in un’infinità di opinioni personali? Fino a che punto la democrazia è pensabile senza discorso?”

Byang-Chul Han,  in  Nello Sciame, 2015

 

 

“Io, apocalittico contro gli integrati di internet”

Il filosofo tedesco-sud coreano sugli eccessi della Rete: “Quando tutto diventa così aperto anche la politica e la rappresentanza si riducono a chiacchiericcio”

LA folla che tante conquiste ha ottenuto in passato oggi è soltanto uno sterile sciame. Il mondo virtuale ha perso ogni distanza e quindi rispetto. L’anonimato e la trasparenza sul web sono un male assoluto. La cultura della “condivisione” è la commercializzazione radicale della nostra vita. Internet non unisce, ma divide. Genera un venefico narcisismo digitale. La sua estrema personalizzazione restringe, paradossalmente, i nostri orizzonti. E divora le fondamenta stesse della democrazia rappresentativa. Leggi il resto di questo articolo »

S come Silicolonizzazione. Parola che indica come il modello della Silicon Valley rappresenti la nuova forma del capitalismo globale neoliberista per conquistare. in modo felpato, nuovi spazi. ( dalla copertina del libro).

 

Un sensodi infinita espansione” è la frase che racchiude ciò che questo libro vuole comunicare: la Silicon Valley, come concetto e non più solo come luogo fisico, trasmette un “senso di infinita espansione” che non sembra poter essere arginato e che porta Èric Sadin, scrittore e filosofo che si occupa di temi digitali, a battezzare il termine “silicolonizzazione del mondo”.

La Silicon Valley incarna un successo industriale “insolente”, la patria di una “frenesia innovatrice” che vuole ridefinire ogni aspetto dell’esistenza per fini privati dichiarando però di voler agire per il bene dell’umanità. Leggi il resto di questo articolo »

Pesi e contrappesi – Senza “eguaglianza” e “solidarietà” la “libertà” non basta alla democrazia. Ecco perché oggi la Carta va attuata

La Costituzione ha settanta anni. E tutto quello che c’è stato di buono lo si deve a Lei. L’Italia usciva sconfitta dalla seconda guerra mondiale, che aveva distrutto tutto: case, ferrovie, ponti, fabbriche, strade e chi più ne ha più ne metta, con gli spietati bombardamenti a tappeto degli anglo americani (detti “gli alleati”, non nostri, evidentemente, ma tra loro). Ma per fortuna essa non riuscì a distruggere le possenti intelligenze dei nostri Padri costituenti, i quali compirono un vero miracolo (che gli incolti della cultura chiamano “compromesso”), ma che in realtà fu una “fusione” di tre principi che non possono vivere l’uno disgiunto dall’altro: la “libertà” (rappresentata dalle forze liberali), l’ “eguaglianza” (rappresentate dai social comunisti), la “solidarietà” (rappresentata dai democristiani). Leggi il resto di questo articolo »

«Noam Chomsky parla del suo ultimo libro e dei disastri causati dal neo-liberalismo e dal postmoderno “Gli intellettuali devono resistere contro le false realtà create dal potere”» (c.m.c)

Cinquant’anni fa, nel 1967 sulla New York Review of Books, l’allora non ancora trentanovenne Noam Chomsky, linguista geniale e innovativo (una decina di anni prima aveva cominciato a spiegare come la nostra capacità di generare frasi sia innata), pubblicava un lungo saggio sulla responsabilità degli intellettuali. Quel testo diceva, in fondo, una cosa semplice: occorre svelare le menzogne del potere e cercare di ristabilire la verità dei fatti. Era un potente manifesto che serviva alla mobilitazione della meglio gioventù d’America contro la guerra in Vietnam.

Nel frattempo, il professore, giunto all’età di ottantotto anni, è stato al centro di varie e frequenti controversie, fu più volte indicato come l’intellettuale più influente del mondo ( in genere il secondo classificato era il nostro Umberto Eco); e ora, tonico, lucido, con un eloquio difficile da interrompere concede questa intervista. Il pretesto è la pubblicazione, con Ponte alle Grazie, di un suo saggio Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano; ma poi si parla anche del ruolo appunto del pubblico intellettuale ai tempi della crisi della gerarchia del sapere, di Trump e delle fake news. Leggi il resto di questo articolo »

Il surplus – l’eccedenza – di messaggi e di energia negativa dell’evento, e il deficit di pensiero con cui è stato elaborato. L’accaduto è (non riesco a trovare altra parola) “inusitato”: una folla ferma, ordinata, fino ad allora tranquilla d’improvviso impazzisce, senza altra apparente ragione se non la folla stessa. Qui non ci sono hooligans che aggrediscono, come all’Heysell trent’anni fa. E nemmeno un attacco terroristico: di terroristi nemmeno l’ombra, solo molto terrore sottocutaneo che evidentemente attraversava come una corrente elettrica quella massa di corpi assiepati. Leggi il resto di questo articolo »

A febbraio Mark Zuckerberg ha pubblicato un manifesto che parla della necessità di costruire una comunità globale e del ruolo di Facebook in questo progetto. Lo scopo della lunga lettera, diffusa attraverso la sua pagina Facebook, non era solo quello di placare le preoccupazioni sul ruolo di Facebook nella diffusione delle notizie false. Era soprattutto un’indicazione del fatto che il social network più grande del mondo non è più semplicemente un’azienda, ma sta per diventare un movimento ideologico mondiale. Leggi il resto di questo articolo »

Se oggi accettiamo ricette che un tempo avremmo giudicato inaccettabili – dall’austerità ai muri – è perché abbiamo perso ogni spinta collettiva, siamo animati da egoismi che stanno soffocando la democrazia

Quando uomini e donne s’impegnano nell’azione politica e sociale, lo fanno guidati da passioni generose: l’amore della libertà, la compassione per i deboli, i poveri, gli oppressi, lo sdegno contro l’ingiustizia; o da passioni maligne: l’odio, il disprezzo per chi è diverso da noi per razza, cultura e religione, l’avidità di guadagno, l’ambizione sfrenata per il potere. Anche se abbondano esempi di persone che agiscono stimolate da nobili passioni, il nostro tempo è dominato dalle passioni meschine. Se non cambia il modo di sentire, non ci sarà alcun nuovo inizio, non sarà possibile alcuna iniziativa politica e sociale capace di cambiare modo di vivere. Leggi il resto di questo articolo »

Un’infinita possibilità di connessione e di informazione ci rende veramente soggetti liberi? Partendo da questo interrogativo, Han tratteggia la nuova società del controllo psicopolitico, che non si impone con divieti e non ci obbliga al silenzio: ci invita invece di continuo a comunicare, a condividere, a esprimere opinioni e desideri, a raccontare la nostra vita. Ci seduce con un volto amichevole, mappa la nostra psiche e la quantifica attraverso i big data, ci stimola all’uso di dispositivi di automonitoraggio. Leggi il resto di questo articolo »

C’è un luogo comune sull’America che è rimbalzato nei media tradizionali e sui social media in queste settimane: a fronte dei colpi bassi tra i candidati e degli scandali, svelati o annunciati addirittura da agenzie pubbliche come l’Fbi, cadono i miti sull’America delle regole e della democrazia. Un luogo comune che non coglie nel segno perché non è una novità che la politica americana superi l’immaginazione quanto a spietata durezza. Leggi il resto di questo articolo »

«L’idolo del capitalismo», un pamphlet di Carlo Freccero per Castelvecchi. L’industria culturale serve ad addomesticare le forme di vita e a neutralizzare ogni possibilità di conflitto

«Ora che lo spettacolo non occupa più solo le nostre vite ma anche i nostri sogni, le nostre aspirazioni, il ruolo simbolico che un tempo è stato della rivoluzione, possiamo dire che un ciclo si è concluso. Con una sorta di silenziosa Invasione degli ultracorpi lo spettacolo si è impadronito delle nostre vite, dei nostri corpi, riducendoli a gusci vuoti». Così scrive Carlo Freccero in chiusura del fulminante pamphlet L’idolo del capitalismo (Castelvecchi, pp. 48, euro 5).

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Teoria critica della società. Per il filosofo tedesco Habermas i processi decisionali sono stati svuotati dal prevalere dei meccanismi di mercato
Testo pubblicato dall’ultimo numero della rivista «Vita e pensiero» , tratto da un’intervista di Michaël Foessel a Jürgen Habermas.

Il capitalismo finanziario globalizzato e autonomo, da parte sua, si sottrae ampiamente all’intervento del politico nella nostra società globalizzata e sempre più interdipendente, che però resta frammentata in Stati nazionali. Dietro il paravento della democrazia, le élite politiche mettono in opera in maniera tecnocratica gli imperativi dei mercati senza offrire praticamente alcuna resistenza. Chiuse nelle loro prospettive di Stati nazionali, non hanno altra scelta. Preferiscono così sconnettere i processi politici decisionali dallo spazio pubblico moribondo le cui infrastrutture si sfaldano. Leggi il resto di questo articolo »

La tendenza culturale dominante nella società e anche nel mondo della scuola è quella di sottolineare le negatività, quello che non va e soprattutto di pensare che non possiamo fare nulla e cambiare nulla. Insomma la Speranza come atteggiamento critico verso il presente teso ad usare le potenzialità e anche le contraddizioni che viviamo per guardare il futuro e trasformare le cose nel senso del Bene, del Giusto e del Bello non sembra fare parte delle condotte umani attuali in gran parte schiacciate sul vivere narcisista e individualistico. Leggi il resto di questo articolo »

Dacci la nostra precarietà quotidiana. Le origini del vangelo neocapitalista
Tradotto in Italia il saggio del 1999 di Boltanski e Chiapello. La contestazione del ’68 come apripista della società neoliberale

Mancava ancora, nel nostro Paese (dove, peraltro, si traduce di tutto), un volume pubblicato in Francia nel 1999 con un certo successo di vendite. Un piccolo best-seller decisamente particolare, perché rappresenta una monumentale genealogia culturale dei mutamenti di quell’araba fenice che risponde al nome di capitalismo. Stiamo parlando de Il nuovo spirito del capitalismo dei sociologi Luc Boltanski ed Eve Chiapello, arrivato soltanto adesso nelle librerie italiane (per i tipi di Mimesis, pp. 728, euro 38). Albert Hirschman, Karl Polanyi ed Emile Durkheim quali numi tutelari, una tutt’altro che sottaciuta vis polemica nei confronti di Pierre Bourdieu (di cui Boltanski, direttore di ricerca onorario della parigina École des Hautes Études en Sciences Sociales, fu allievo), questa ponderosa decostruzione intellettuale del neoliberismo proponeva un esame lungimirante dell’evoluzione tardo-novecentesca dei paradigmi della cultura del business (presa molto sul serio, come andrebbe appunto fatto, e come ai francesi, quando ci si mettono di esprit de géometrie, riesce alla perfezione…). Leggi il resto di questo articolo »

La fase storica che stiamo sperimentando non può essere riassunta nella parola “crisi”, anche se si dice che è una crisi morale e di civiltà. E’ qualcosa di più radicale. Da una parte la cosiddetta “crisi” è l’esito non dico di un complotto vero e proprio, ma di un cinico progetto che si attua sulla scia di interessi og­gettivamente convergenti. Il progetto è ispira­to dal neoliberismo e punta alla sostituzione della democrazia politica orientata alla di­gnità e ai diritti umani con la megamacchina del mercato. L’oggettiva convergenza di interessi è quella che rende solidali tra loro le oligarchie finanziarie, le agenzie di rating, le banche centrali, il Fondo monetario internazionale, le oligarchie mediatiche e gli autocrati poli­tici, il ceto dei grandi managers, con il con­torno ideologico degli scribi contemporanei, rappresentato dagli economisti ortodossi di spicco, che orientano l’opinione pubblica, e dalle più illustri università private. Leggi il resto di questo articolo »

Sono trascorsi 69 anni da quella terribile mattina del 12 agosto del 1944 quando in un piccolo borgo arroccato sulle Alpi Apuane la furia nazista uccise 560 civili di cui 130 bambini. Le atrocità commesse dalle SS furono sconvolgenti. Giunsero a far partorire una donna, Evelina, e prima di ucciderla, dinanzi ai suoi occhi, spararono alla tempia del figlioletto. Furono trovati ancora uniti dal cordone ombelicale.Quella mattina di 69 anni le SS, guidate da alcuni fascisti locali, a Sant’Anna portarono l’inferno in un luogo che si riteneva fosse lontano dai venti di guerra. Ma quel giorno oltre all’eccidio delle 560 vittime, avvenne un crimine ancora maggiore che è la morte dell’uomo, della sua umanità. Un crimine, o meglio un suicidio, che la storia ci ricorda troppe volte accadere, basti pensare ai campi di concentramento, alle tante guerre che incendiano il mondo. Leggi il resto di questo articolo »

La crisi che da anni ormai ha invaso l’Occidente e minaccia addirittura di portare il nostro Paese al  tracollo impone una riflessione su tutto il sistema di vita. Perché non è solo crisi di produttività, ma  anche di valori e azzanna non solo il lavoro, ma anche la salute, l’ambiente, i rapporti sociali. L’esempio dell’Ilva di Taranto è emblematico. La fabbrica d’acciaio dà lavoro a decine di migliaia di  lavoratori, ma diffonde nell’aria sostanza cancerogene che minano la salute dei lavoratori stessi e  delle famiglie dell’intera zona. Richieste sacrosante quelle della salute, ma altrettanto lo sono quelle  del lavoro. Contraddizioni che spetta all’organizzazione del lavoro e alla politica di conciliare. Gli  esempi si moltiplicano e si accavallano anche le contraddizioni. Leggi il resto di questo articolo »

Con il mercato, contro i lavoratori. Mentre il governo si appresta a riformare l’articolo 18, Mario Monti sposa il Marchionne pensiero: “Chi gestisce la Fiat ha il diritto e il dovere di scegliere per i suoi investimenti e per le sue localizzazioni le soluzioni più convenienti”. Parole che svelano l’illusione del governo “tecnico”. Ricordandoci la grande differenza che c’è tra politiche liberiste e liberali. A proposito della trattativa sull’articolo 18 (davvero un momento sempre più epocale per la storia dell’Italia e nei prossimi secoli si distinguerà ancora tra un prima e un dopo riforma dell’articolo 18!) Mario Monti ha detto alle parti sociali che tutti dovrebbero rinunciare a qualcosa. Teoricamente una richiesta di grande buon senso, di solito in una trattativa ci si comporta così; ma questo accade davvero solo se le parti del contratto/accordo sono in posizione paritaria, con uguali diritti e uguali doveri e se cedono cose comparabili. Leggi il resto di questo articolo »

Gli italiani non hanno più alcuna fiducia nel governo, nei partiti, nelle riforme. Nemmeno più nelle istituzioni. A parte forse, come dicono alcuni sondaggi, nella figura del Presidente della Repubblica. La loro sfiducia nei confronti del futuro è altissima. Soprattutto quella dei giovani che non credono più che studiare e impegnarsi possa servire a qualcosa. E allora si indignano. E hanno ragione. Perché quando la fiducia crolla, forse non resta altro che indignarsi nella speranza che qualcuno li ascolti, li prenda sul serio, cominci a chiamare le cose col proprio nome e, smettendola di raccontare loro solo tante bugie, si rimbocchi le maniche per affrontare una volta per tutte i problemi del Paese.  Ma quale fiducia si può ancora avere in una classe dirigente che non ha fatto altro che tradire  sistematicamente le promesse, raccontare menzogne e negare la realtà? Come si può ancora chiedere la fiducia dei cittadini quando, di fronte alla crisi mondiale del neoliberalismo, il nostro presidente del consiglio è solo capace di promettere ancora una volta di fare “quella rivoluzione liberale per la quale siamo scesi in campo”? Leggi il resto di questo articolo »

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