Sotto il vestito niente. Ma neanche fuori del vestito. Questo è il progetto del Grande Reset.
E soprattutto non fare progetti per il futuro, tanto è inutile perchè il “futuro” è loro, della cricca dei miliardari, dei banchieri e dei finanzieri che compongono l’aristocrazia finanziario-usuraia, l’èlite, che attraverso il deep state globale, detengono il vero potere sugli stati, sui governi, sulla UE, sull’ONU e dirigono il progetto criminale e disumano del Grande Reset ( leggi QUI).
Per loro il nostro”futuro” è solo quello di essere addomesticati, sanificati, controllati, digitalizzati fino nelle budella, impoveriti, essere resi totalmente dipendenti da loro ed essere pure felici.
Con lo pseudo-virus per espropiarci del nostro corpo, con il continuo alternarsi di paure ed emergenze per espropriarci della nostra personalità ed identità, con lo pseudo allarme green del CO2 per espropriarci di ciò che possediamo, in primis la nostra casa, come dicevamo QUI: il clima come un’ulteriore catena, dopo ed insieme a quella sanitaria ( leggi QUI e QUI)).
Sotto il vestito niente ( leggi assolutamente QUI). Ma neanche fuori del vestito. Ignudi e felici alla meta, la loro, dei criminali del Grande Reset.
Questi criminali confidano sempre sullo spaventare: prima con il virus ed ora con la CO2 e conseguente deprezzamento delle case se non ci si adegua alle loro direttive. Paura, emergenza, emergenza, paura: un gorgo diabolico per toglierci la vita, l’identità di persone, ciò che possediamo, il futuro.
Tra WEF, OMS, UE, ONU, NATO troveranno sempre il modo di renderci il futuro impossibile con una successione soffocante di imposizioni, balzelli, vincoli, sopraffazioni e angherie per stremarci, abbatterci, addomesticarci e farci strisciare nella loro visione diabolica di “felicità” per noi, proprio come prevede la loro Agenda 2030 ( leggi QUI), una spada che incombe sul nostro povero capo per la nostra “felicità”. Anche se non la conosciamo..
E noi ancora facciamo i nostri “progettini” per il futuro come se niente fosse, come se il WEF ( World Economic Forum), il forum dell’aristocrazia finanziario-usuraia, non fosse riunito a Davos, in Svizzera, in questi giorni ( 16-20 gennaio 2023) proprio per decidere ancora di più come cancellare i nostri “progettini” e portare avanti il loro “progettone” ( Vedi e ascolta QUI). Che ridicoli che siamo…
Fino a quando permetteremo a dei delinquenti pieni di soldi e autoelettesi dio di distruggere la nostra vita e il nostro futuro? Altro che matteo messina denaro…
Se non disubbideremo in massa, anche con grande sofferenza, il nostro futuro tragico è già segnato ( soprattutto per i nostri figli!). Ditelo a quei covidioti, principali complici dei criminali del Grande Reset, che prima si fidavano ciecamente dello pseudo-vaccino ed ora torneranno a fidarsi ancora ciecamente della politica pseudo-green.
Ma si, prendeteci pure per “complottisti”, poi ci faremo ( anzi già adesso) due tragiche risate… (GLR)
Il grande reset sta prendendo forma da tutti i punti di vista. Ma “loro”…
Sono previste misure serie, questa volta non in nome della “pandemia”, ma in nome della malvagia CO2. In gioco c’è il bene primario della casa.
L’ultima notizia della Commissione europea è la nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, che di fatto attua una sorta di esproprio ecologico degli edifici “non a norma”.
A seconda dell’efficienza energetica degli edifici, impedirà la vendita o l’affitto di edifici che non soddisfano determinati requisiti. Entro il 2030 ci porteranno via tutto: Il World Economic Forum ce lo fa sapere, e ora vediamo i passi per raggiungerlo.
Nel frattempo, i grandi pianificatori stanno arrivando a Davos con i loro jet. Un volo di un’ora con un jet privato provoca da solo quasi un terzo delle emissioni totali di gas serra che un cittadino europeo emette in media in un anno, che corrisponde a 6,8 tonnellate di CO2 equivalente.
Lo dice Greenpeace. Alla vigilia del prossimo World Economic Forum (WEF), che si terrà dal 16 al 20 gennaio a Davos, una ricerca commissionata da Greenpeace International rivela infatti che il numero di voli effettuati con jet privati da e per gli aeroporti intorno a Davos durante la passata edizione del Forum è raddoppiato ( leggi QUI cosa sono questi marpioni sbandieratori del green, GLR). I jet privati atterrati e partiti dagli aeroporti che hanno servito la località svizzera nei giorni del WEF 2022 sono stati ben 1040.
https://www.nogeoingegneria.com/ 15/1/2023
Case green dal 2030, ecco la direttiva Ue all’esame
Tutti gli elementi principali dell’ultima bozza all’esame del Parlamento europeo
Continua la lettura QUI
L’ultima follia della UE: case green (a spese nostre) entro il 2030
Milioni di proprietari saranno obbligati a ristrutturare i loro immobili per arrivare almeno – classe energetica “E” L’integralismo ambientalista di Bruxelles rischia di bruciare il mercato immobiliare e i risparmi di una vita.
Continua la lettura QUI
L’UE ci entra in casa e prepara il piano per il 2030: “Pronta la stretta green“
Temo i Greci anche quando portano doni. Così diceva Laoconte nell’Eneide di Virgilio al cospetto del cavallo di Troia donato astutamente dagli Achei sotto la guida del multiforme ingegno di Odisseo.
E noi possiamo dire, sulla scorta di Laocoonte, che dobbiamo temere l’ Unione Europea anche quando porta apparenti doni.
Dacché abbiamo ormai appreso da tempo a conoscere la reale essenza dell’Unione europea, che meglio sarebbe intendere come l’unione delle classi dominanti d’Europa in fase di organizzazione verticistica dopo il 1989, per riorganizzare appunto il Vecchio Continente in chiave ultra capitalistica a danno delle classi lavoratrici e dei ceti medi.
Ed è senz’altro in questa prospettiva, che possiamo leggere una delle ultime notizie che abbiamo appreso e che ha per protagonista, giustappunto l’Unione europea.
Così leggo a tal riguardo su Affari italiani. “Casa, l’Unione europea prepara la stretta green, ecco chi sarà costretto a ristrutturare l’UE”, scrive ancora Affaritaliani che si “Prepara una nuova direttiva anti emissioni“.
Entro il 2030 tutti gli immobili dovranno avere almeno la classe energetica ‘G’. Ebbene sì, avete capito bene. L’obiettivo è sempre quello: unire la svolta green, la cosiddetta transizione ecologica, con un nuovo modus vivendi imposto dall’alto ai cittadini europei, fingendo che sia volto a difendere la loro salute e a difendere l’ambiente.
Diego Fusaro, filosofo
Vedi e ascolta QUI
13/1/2023
Un salasso per le famiglie
Naturalmente l’oppressione sanitaria non è abbandonata in favore dell’oppressione ecologica-green. Tutt’altro. Tutte queste oppressioni, con relative paure, s’intrecciano tra loro per prenderci tutto: corpo, anima e cose. Ecco il nostro futuro secondo l’OMS ( leggi QUI e QUI). Altro che “progettini” per noi e i nostri figli…
L’OMS prepara il nuovo Regolamento contrario alla nostra Costituzione
Leggete questa importantissima riflessione che segue, meditatela e provate il vero ed unico timore che dovremmo avere da persone con ancora un po’ di consapevolezza, non quello per lo pseudo-virus e la pseudo-CO2. L’èlite e i suoi progetti sono il virus letale, la CO2 avvelenante. Lo capissimo…
Non avrai nulla e sarai felice?
You’ll own nothing and you’ll be happy. Non possiederai nulla e sarai felice.
In inglese il verbo to own indica l’atto di possedere, essere proprietari. E’ la frase simbolo dell’Agenda 2030, del Grande Reset pensato, voluto e realizzato a tappe forzate dall’oligarchia globalista.
Klaus Schwab e i suoi compari del Forum Economico Mondiale non usano le parole a caso. Loro, l’iperclasse, resteranno padroni (owners). Di tutto, proprio di tutto; oligarchia estrattiva, nel senso che estrae, ossia ruba, espropria ciò che è nostro, se ne impadronisce e lascia le briciole. Anzi, neppure quelle. A loro la padronanza, il dominio, a noi una fugace, finta felicità fatta di sensazioni e il tuffo nel virtuale. Il Metaverso come oppio dei popoli. Il reale è tutto loro.
Il tecnocapitalismo transumano è una forma sofisticata di comunismo oligarchico. In alto i padroni universali, detentori delle nostre vite, presto dei nostri pensieri, dai quali deve essere scacciata l’idea di proprietà, di possesso. Di cose, beni, ma anche di identità, volontà, orgoglio, autonomia, pensiero, in definitiva libertà.
In basso, a una distanza enorme – una differenza non solo di mezzi – noi, la plebe fungibile, i “deplorevoli” di Hillary Clinton, da sfoltire con apposite campagne (abortismo, omosessualità, eutanasia, epidemie) e assoggettare a un dominio più pervasivo di ogni altra dittatura.
Non possiederai nulla e – dicono – sarai felice. Una vita a nolo, derubati dell’avere, espropriati dell’essere. Non avremo nulla e non saremo nulla, capi di bestiame con codice a barre e microchip contenente tutta la nostra vita, a disposizione di lorsignori, padroni e controllori.
Se tutto è proprietà altrui, noi siamo schiavi; non persone e neppure individui, solo cose, gregge a disposizione del pastore.
Distopia, pessimismo cosmico, complottismo? No, osservazione della realtà senza le lenti rosa della propaganda e i paraocchi della narrativa confezionata dall’alto, creduta per ripetizione, soprattutto perché ci hanno estirpato il pensiero critico, la capacità e la volontà di giudizio. Il più drammatico degli espropri.
Un esempio concreto è la direttiva dell’Unione Europea detta EPBD (Directive on the Energy Performance of Buildings) ossia Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, che la propaganda (pardon, la corretta informazione ufficiale) definisce “il principale strumento legislativo per promuovere il rendimento energetico degli edifici e favorire il rinnovamento all’interno dell’UE.”
L’UE è la più ubbidiente delle istituzioni di servizio del Dominio.
In alto, per mettere a nostro carico le immense ristrutturazioni di cui hanno bisogno per mascherare e superare la crisi sistemica del tecnocapitalismo, hanno inventato e rapidamente imposto la “transizione energetica”, designando il nuovo nemico: l’umanità intera e le sue attività, che producono anidride carbonica in eccesso. Di qui la guerra neocapitalista al combustibili fossili, dichiarata a partire dai gestori dei giganteschi fondi di investimento.
Uno è Black Rock, rapidamente imitato da altri colossi finanziari, il grumo di ricchezza e potere il cui pseudonimo è “mercato”. Il dominus della Rocca Nera, Larry Fink, con una semplice lettera agli investitori, ha avviato gigantesche dismissioni finanziarie nel settore energetico fossile che hanno innescato i drammatici aumenti del prezzo dell’energia di cui subiamo le conseguenze. Padroni di tutto, hanno buon gioco a far credere a masse cretinizzate che la colpa è di Putin, il Satana di turno.
Secondo il commissario europeo per l’energia, Kadri Simson, gli edifici sono il più grande consumatore di energia; utilizzano il quaranta per cento delle risorse e producono il trentasei per cento delle emissioni di gas serra. “La maggior parte degli edifici non è efficiente dal punto di vista energetico ed è ancora alimentata da combustibili fossili.” Orrore.
“Dobbiamo fare qualcosa con urgenza, poiché oltre l’ottantacinque per cento degli edifici di oggi sarà ancora in piedi nel 2050, quando l’Europa dovrà essere climaticamente neutra”. Chissà che la soluzione più rapida non sia qualche bombardamento umanitario. Gli angloamericani hanno una considerevole esperienza, in proposito.
Comunque, detto fatto: la direttiva vincolerà gli Stati membri e le nostre case perderanno gran parte del loro valore. La bozza della nuova EPBD prevede infatti che, a partire dal 2027, sia vietata la vendita e l’affitto degli immobili di classe energetica inferiore alla E, circa il novanta per cento. Un colpo mortale alla proprietà del bene più importante di tutti, la casa in cui viviamo. Tutto a norma di legge.
Carl Schimtt chiarì qual è il concetto di legalità per i dominanti: “La legalità diventa l’arma avvelenata con la quale si colpisce alle spalle l’avversario. In un romanzo di Bertolt Brecht alla fine il capo dei gangster comanda ai suoi seguaci: il lavoro deve essere legale. La legalità finisce come parola d’ordine di un gangster”. O di una banda di nemici di tutti noi, la trascurabile maggioranza.
La direttiva imporrà di alzare l’asticella alla classe energetica più elevata per escludere dal mercato gli immobili non conformi. Esproprio tra gli applausi della Montagna Incantata di Davos, di Klaus Schwab, dei miliardari “filantropi”, tutti soci, membri o dirigenti del Forum Economico Mondiale, come lo stesso Larry Fink.
Schwab, gran ciambellano di un’associazione privata, definito dalla pagina italiana di Wikipedia “filantropo tedesco”, (se la cantano e se la suonano) è invitato alle riunioni di Stato, dal cui pulpito impartisce disposizioni ai governi in nome della Cupola.
Naturalmente, è per il nostro bene, il gregge che non possiede nulla, felice per obbligo. Viva viva il direttore nostro grande educatore, cantava Alberto Sordi nel film Il maestro di Vigevano.
Poco è cambiato e la piacente signora Simson, esponente politica estone di secondo piano, può dire senza vergogna che “migliorare le nostre case è una risposta efficace agli alti prezzi dell’energia: gli edifici con le prestazioni peggiori consumano molte volte più energia di quelli nuovi o adeguatamente ristrutturati. E spesso sono i più vulnerabili coloro che vivono nelle case meno efficienti e quindi faticano a pagare le bollette. La ristrutturazione riduce sia l’impronta energetica degli edifici che i costi per le famiglie, stimolando l’attività economica e la creazione di posti di lavoro”.
Ci espropriano per le magnifiche sorti e progressive del gregge europeo.
L’abolizione della proprietà privata diffusa e popolare è il cardine del Grande Reset; per questo hanno inventato lo slogan “non avrai nulla e sarai felice”.
Ma come è possibile che un programma di questo tipo possa funzionare, attecchire nell’immaginario collettivo? Non si tratta soltanto della forza coattiva del potere. C’è di più, e attiene a un lungo processo promosso dall’alto che ci sta cambiando nel profondo, sino a modificare alcuni degli istinti più potenti della specie. Siamo arrivati a preferire il virtuale al reale, l’attimo alla durata, il bagaglio del nomade alla solida realtà del radicamento.Per questo possiamo credere – e possono farci credere – che saremo felici senza possedere nulla.
Erich Fromm, in Essere o avere, ebbe un’intuizione che i padroni universali stanno utilizzando per i loro fini: l’avere si riferisce a cose, l’essere all’esperienza. Byung-Chul Han, il pensatore tedesco coreano esploratore del presente, scopre che viviamo tra “non cose”, ossia abbiamo smesso di vivere il reale. “Non abitiamo più la terra e il cielo, bensì Google Earth e il Cloud. “
Lo spaesamento dei “nonluoghi” della modernità di cui parla Marc Augé è oltrepassato per mezzo di una perdita ulteriore. Smarrito il contatto con il reale, attratti, abbacinati dalle immagini che ci illudiamo di penetrare, nelle quali ci tuffiamo navigando nel virtuale, perdiamo il senso di ciò che siamo. Disprezziamo ciò che abbiamo, dimentichiamo ciò che siamo in nome dell’esperienza momentanea e dell’emozione.
L’errore di Han è confondere l’” essere” con il salto antropologico che intuisce. Non viviamo nel tempo in cui l’essere prevale sull’avere: i verbi che ci descrivono sono sembrare, apparire, esperire. Esperire, ossia fare esperienza di qualcosa. Oggi, in una notte del mondo in cui reale e virtuale, vero e falso, tendono a confondersi, esperienza e finzione, sogno e labirinto si intrecciano e plasmano un’umanità irriconoscibile.
Il nomade non è interessato alla proprietà, tanto meno alla stabilità; la sua identità mobile è fortissima benché “sui generis”. Egli reca con sé ogni cosa che gli appartiene fintanto che gli è utile: il gregge che lo sostenta, la tenda che lo protegge nel riposo. Ha pochi ricordi, nel senso che noi attribuiamo al termine. La sua meta è il viaggio. Così ci sta trasformando la postmodernità. Viviamo di emozioni, pulsioni, esperienze.
La necessità più viva è essere sorpresi: per questo abbiamo bisogno di continue novità. Fintanto che il sistema riuscirà a provvederci di emozioni, saremo alla sua mercé, schiavi alla ricerca di lampi di felicità. Legati, inevitabilmente, alle “non cose”. Accoglieremo con soddisfazione una vita a nolo. Automobile in affitto, case abitate a giorni: il mondo di Uber e Airbnb. Accetteremo rapporti umani strumentali, sempre più veloci per la noia che incombe.
Essenziale resterà la relazione con gli apparati artificiali, specie lo smartphone, porta dell’infinito virtuale, l’unica proprietà che difenderemo gelosamente sino all’uscita del modello successivo, più rapido, più performante, soprattutto più simbolico. I simboli sono “non cose”. Ci leghiamo ad essi, non più agli oggetti della nostra vita. Libri, suppellettili, perfino abiti e gioielli, l’automobile, la casa e la terra, quelli che chiamiamo ricordi e hanno conferito senso e continuità alle nostre vite, sono legami, dunque pesi inattuali, orpelli di cui disfarsi sull’altare delle esperienze.
La libertà a cui aspira l’uomo-cifra è quella del consumo, immediato, costante, illimitato. L’economia dell’esperienza sostituisce l’economia delle cose. Perciò accettiamo e più ancora accetteremo una vita fatta di puntini, di scoppi di adrenalina, ossia di esperienze, desideri, stimoli sempre nuovi. Un moto perpetuo che finirà per estenuare.
Jeremy Rifkin fu il primo a cogliere un salto cruciale: viviamo l’era dell’accesso, il concetto chiave della contemporaneità. Lorsignori ci obbligano alla connessione continua, all’ibridazione con gli apparati, a inseguire ogni mutamento, da abbandonare una volta “esperito”. Il cyberuomo non darà importanza al possesso e alla proprietà: il mondo fondato sull’accesso genera un’umanità del tutto diversa.
La lezione di Rifkin è stata recepita ai livelli più alti, che lavorano attivamente per espropriarci di tutto, a partire dalla nostra mente, per tenerci in pugno attraverso le “non cose”.
Identità significa innanzitutto duratura relazione con persone, cose, luoghi; il possesso è per natura stabile, si fonda sulla persistenza. Nulla di più estraneo alla dromocrazia (dominio della velocità), al “tempo reale”. La nuova identità è fluida, mutevole, a partire dagli istinti sessuali e dalla percezione di sé. Fatica a immaginare qualsiasi cosa sia “per sempre”.
Ancor meno riconosce l’idea di trasmissione, il lascito che riceviamo e consegniamo alle generazioni successive. Tutti concetti legati alla stabilità, alla categoria di creatura stanziale che l’homo sapiens ha cucito su se stesso.
L’uomo digitale non vuole storia e fa a meno della memoria. Vacilla l’idea di cultura, che è accumulo, deposito nel tempo e nello spazio di conoscenze e costumi che oltrepassano gli individui. La cultura trae origine nella comunità. Mercificata, commercializzata, munita del cartellino del prezzo, perde valore e distrugge la comunità, sostituita dalla community.
Tutto ciò inquieta, come la scarsa percezione delle modifiche antropologiche in atto, in attesa del salto ontologico, il passaggio al transumano.
La finestra di Overton si spalanca nella direzione dell’uomo – il faustiano Homunculus forgiato dalle officine globaliste – che non ha nulla, dopo aver accettato con apparente indifferenza di non essere nulla. Sarà felice per un po’, di una soddisfazione animale e provvisoria, bisognosa di continue scosse. Poi scoppierà e rivorrà la scintilla divina che si è lasciato estirpare collaborando all’esproprio.
Tornare umani, tornare al reale, rigettare il virtuale, l’illusione fabbricata, la vita a noleggio, il nomadismo interiore e materiale, passerà, temiamo, per esperienze terribili. L’uomo ritroverà la sete di infinito, riprenderà a guardare in alto, a voler essere e voler avere. Ulisse tornerà a Itaca, ma troverà qualcuno ad aspettarlo?
Roberto Pecchioli, https://www.ariannaeditrice.it/ 4/12/2022
Roberto Pecchioli, studioso di geopolitica, economia e storia, svolge un’intensa attività pubblicistica in ambito saggistico. Collabora con riviste e siti web di cultura e informazione indipendente.
Scegliamo di farci curare solo da medici no-vax: anche questo è una scelta di Resistenza!
Da La Verità, 22/11/2022
ANNO IV DELLA DITTATURA SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
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