Articoli marcati con tag ‘memoria’
Il 27 settembre del 1956 muore a Firenze PIERO CALAMANDREI (67 anni) Padre della Costituzione Italiana, “Cantore” della Resistenza, Padre costituente e Combattente per la giustizia come giurista, come uomo politico, come uomo di cultura.
Ogni dittatura, specialmente questa sanitario-ecologico-digitale voluta dal progetto criminale globale chiamato Grande Reset e iniziata in italia il 9 marzo del 2020 ( leggi QUI ), è squallore immane e suscitatrice di miserabilità e desolazione morale nella gente. Leggi il resto di questo articolo »
GLR – CONSIDERAZIONI (66)
ANNO V DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
Le altre “GRL-CONSIDERAZIONI ” le trovate QUI
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Sarebbe necessario ampliare il titolo di questo film horror diretto nel 1968 dal regista americano George Romero ( ormai divenuto un cult e che ha dato l’abrivio ad una lunga serie di film più che mediocri). Leggi il resto di questo articolo »
E’ il 6 maggio 1945, pieno giorno. Siamo in una qualsiasi parte d’Italia e accendiamo la radio per ascoltare una trasmissione in diretta della RAI, appena nata. Dalla radio esce una voce molto conosciuta da tutti gli sportivi, quella di Nicolò Carosio, il grande commentatore radiofonico delle partite di calcio nazionali ed internazionali.
Ma oggi, 6 maggio 1945, Carosio non commenta con passione una partita Bologna-Juventus o un’ incontro Italia-Francia. Oggi “Nick” ( come veniva chiamato affettuosamente) deve fare Leggi il resto di questo articolo »
Qualche giorno fa abbiamo pubblicato questo importante articolo: Ma ti ricordi Gaza? Ripetiamo, rinnoviamo, ribadiamo tutto ciò che vi è scritto. Leggi il resto di questo articolo »
175 anni fa, il 9 febbraio del 1849, questa scena sul Campidoglio a Roma (rappresentata in una stampa dell’epoca) dava inizio all’esperienza più alta del Risorgimento Italiano: la Repubblica Romana.
Tra mezzogiorno e le tre del pomeriggio del 9 febbraio 1849 il presidente dell’Assemblea Costituente della Repubblica Romana, Giuseppe Galletti, diede l’annuncio ufficiale della nascita della Repubblica nella ex città del papa.
Lo fece leggendo il Decreto Fondamentale approvato nella notte tra l’8 e il 9 febbraio, dopo giorni di lavoro entusiasmante, presso il Palazzo della Cancelleria dove l’Assemblea Costituente si riuniva. Leggi il resto di questo articolo »
La Giornata della Memoria del 27 gennaio è ormai da tempo diventata una giornata della “memoria corta”, anzi cortissima, anzi inesistente. Come, d’altra parte, accade nel resto dell’anno dove memoria storica, ricordo, studio, approfondimento e comprensione dell’attualità sono diventati reperti archeologici. Leggi il resto di questo articolo »
Il caso dello smemorato di Collegno fu un famoso caso giudiziario e mediatico che si svolse in Italia tra il 1927 e il 1931, riguardante un individuo affetto da amnesia totale sulle sue origini e ricoverato presso il manicomio di Collegno (TO).
Pur se fu identificato da varie famiglie come un proprio congiunto, non si arrivò mai ad una definizione precisa. Leggi il resto di questo articolo »
Il 2023 non è un anno “nuovo” ma è iniziato già “stravecchio”, come abbiamo detto abbondantemente QUI e QUI. E cosa possa rendere il 2023, durante i mesi che verranno, un anno meno “vecchio” con alcune venature di “nuovo” lo abbiamo detto QUI. Leggi il resto di questo articolo »
Il “nuovo” anno 2023…
Questo articolo complessivo è la continuazione dell’articolo precedente a cui vi rimandiamo assolutamente: QUI. La nostra introduzione è la stessa. Leggi il resto di questo articolo »
Si, Gobetti, aveva ragione quando scrisse così in un articolo:
“Il fascismo in Italia è un’indicazione di infanzia perché segna il trionfo della facilità, della fiducia, dell’entusiasmo. Si può ragionare del ministero Mussolini come di un fatto d’ordinaria amministrazione. Ma il fascismo è stato qualcosa di più; è stato l’autobiografia della nazione… In Italia non ci sono proletari e borghesi: ci sono soltanto classi medie… Mussolini non è dunque nulla di nuovo: ma con Mussolini ci si offre la prova sperimentale dell’unanimità, ci si attesta l’inesistenza di minoranze eroiche, la fine provvisoria delle eresie…. Né Mussolini né Vittorio Emanuele hanno virtù di padroni, ma gli Italiani hanno bene animo di schiavi.“
(PIERO GOBETTI, da “RIVOLUZIONE LIBERALE” del 23 novembre 1922 ) Leggi il resto di questo articolo »
“Seguir virtute e canoscenza”, per questo siamo fatti dice Dante. “Viver come bruti” è invece il futuro prospettato dal piano criminale chiamato Grande Reset ( vi raccomandiamo di leggere gli articoli a questo link: https://www.gruppolaico.it/category/rassegna-stampa/emergenza-rassegna-stampa/ ).
Esseri “bruti” che vivono di “nuda vita”, come afferma con grande chiarezza Agamben nell’articolo che segue e in tutti i suoi scritti presenti sul nostro sito ( clicca sul “tag” agamben in fondo alla pagina). “Bruti” che vediamo già realizzati nei covidioti che ci circondano tamponati, mascherati, distanziati, vaccinati, terrorizzati e maniacali.
“Bruti” brutalizzati da un regime sanitario feroce, da una biopolitica cinica Leggi il resto di questo articolo »
Ultimamente sono sempre più convinto che la memoria non sia poi così utile. Ti costringe a ricordare errori commessi da te o da altri, su cui incaponirsi e incistarsi. Stai lì a riflettere in ogni istante su quella parola detta da una tua amica che proprio non ti va giù, che no, non puoi perdonare. Ripensi a quello sguardo o a quel tocco in cui hai sentito distintamente che entrambi eravate lì, insieme, per davvero. E ci pensi e ripensi perché lei pare invece se ne sia dimenticata. Leggi il resto di questo articolo »
Gentile dottor Augias, in questi giorni dovremmo ricordare la figura di Ferruccio Parri, politico di limpida moralità nato il 19 gennaio 1890, 130 anni fa, a Pinerolo. Leggi il resto di questo articolo »
Gattalico, località Campi Rossi, provincia di Reggio Emilia. Era il 25 luglio 1943 quando la famiglia Cervi, a seguito della caduta del regime fascista e il conseguente arresto di Mussolini, decise di organizzare una grande festa offrendo pastasciutta a tutti i residenti della zona. Il podere nel quale si svolsero i festeggiamenti era stato acquistato dalla famiglia e le sue terre erano state rese coltivabili grazie a moderne tecniche di agricoltura, mentre parte dei 20 ettari di terreno che lo componevano erano stati dedicati all’allevamento di mucche e api. Leggi il resto di questo articolo »
Voi, tombe che camminano
insulti viventi alla vita
assassini del vostro stesso pensiero
manichini antropomorfi Leggi il resto di questo articolo »
Il viaggio della memoria come cammino di conoscenze che attraversa l’anno scolastico: inizia tra i banchi di scuola per muoversi tra letture, documenti, corsi di formazione, coinvolgendo docenti e studenti ormai da anni in tanti angoli della penisola. Leggi il resto di questo articolo »
Il sonno della ragione genera mostri, scriveva Goya (1746- 1828) sotto una bellissima acquaforte in cui si vede un uomo appoggiato a un tavolo con la testa nascosta fra le braccia e dietro di lui si sollevano uccellacci scuri dalle ali minacciosamente aperte e dietro ancora, contro un cielo plumbeo, una torma di pipistrelli giganti planano sinistri e intimidatori. Leggi il resto di questo articolo »
Una mozione improvvisamente comparsa fra le carte del Parlamento europeo e messa subito in discussione, come l’inizio di una nuova vita, riduce la responsabilità del nazismo (che non è peggio del comunismo). Anzi, chiama il comunismo (a volte definito “stalinismo”) sul banco dei grandi colpevoli, come un’unica, delittuosa organizzazione, dimenticando (salvo due citazioni senza commenti) il fascismo italiano, le sue deportazioni, le sue stragi. Leggi il resto di questo articolo »
La risoluzione del Parlamento Europeo sull’“ Importanza della memoria per il futuro dell’Europa”, votata il 19 settembre a Strasburgo, ha sollevato immediate polemiche in Italia – ben più che in altri Paesi europei. A indignare una parte dell’opinione pubblica sono stati principalmente due aspetti: da una parte, le valutazioni storiche contenute nel testo, e in particolare gli articoli che indicano nel patto nazi-sovietico del 1939 la causa diretta dello scoppio della Seconda guerra mondiale; dall’altra, una sostanziale equiparazione fra i regimi nazista e comunista rispetto al segno totalitario e alle sofferenze causate a milioni di vittime in tutto il continente europeo. Leggi il resto di questo articolo »
Proprio nel giorno e nell’ora in cui lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua stava dicendo alla folla italiana e internazionale del Festival della letteratura di Mantova che “l’Olocausto sta diventando un’ossessione, noi ebrei dobbiamo perdere i ricordi dell’Olocausto”, una folla di italiani diversi riempiva la piazza intorno al Parlamento per invocare odio per gli stranieri, porti chiusi per gli immigrati e il tricolore come simbolo di superiorità esclusiva della razza italiana. In quel momento è apparsa, chiara e paurosa, l’immagine di un grave incidente della storia. Leggi il resto di questo articolo »
Applausi per le parole con cui la senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz, vota la fiducia a Conte. “Basta dileggiare gli avversari”. E chiede una commissione parlamentare sull’hate speech.
“Chi salva una vita salva il mondo intero”, dice la sopravvissuta Liliana Segre. Gliel’hanno insegnato da piccola, l’ha appreso dal Talmud. E chissà quante volte questa massima gli è esplosa nella coscienza, da bambina perseguitata dai nazifascisti, da adolescente rinchiusa ad Auschwitz, da adulta che assiste alle ingiustizie del mondo. Leggi il resto di questo articolo »
“Se l’Italia avesse compiuto il suo lavoro della memoria, oggi ci sarebbero così tanti cittadini pronti a giustificare e a relativizzare il fascismo? (…) Forse, in fondo, se in Italia il potere politico finora ha preferito evitare di illuminare la popolazione sul passato è per timore di forgiare uno spirito democratico che rischierebbe di metterlo in difficoltà”. Leggi il resto di questo articolo »
L’intervista. Lo studioso Pierluigi Valsecchi: “Il razzismo che torna è figlio dell’ignoranza e della rimozione dei nostri crimini”. Intanto supera le 25 mila firme il Manifesto in difesa della storia di Giardina, Segre e Camilleri.
Quanta Africa c’è nella coscienza degli italiani? E che relazione esiste tra la recrudescenza razzista verso l’uomo nero e i vuoti di memoria sui nostri crimini coloniali? Il Manifesto perla Storia ci obbliga a porre una domanda cruciale in un’Italia che dà prova di intolleranza e xenofobia. «In realtà nella cultura italiana la decolonizzazione non è mai cominciata», dice Pierluigi Valsecchi, storico dell’Africa con cattedra all’Università di Pavia. Ora sta per ridare vita alla rivista Africa per l’editore Viella, ma i suoi studi sull’area occidentale africana sono prevalentemente in lingua inglese ed è già questa una spia del problema: «Agli italiani non interessa l’Africa come soggetto storico autonomo, ma solo in relazione al l’Italia o all’Europa». Leggi il resto di questo articolo »
Memoria. Lo studioso porta alla luce per Donzelli esempi eroici di educatori perseguitati e uccisi dal regime di Mussolini. Le storie di dodici insegnanti che si opposero alla dittatura nel libro di Massimo Castoldi. Quanto pesano la dignità, il coraggio di un maestro per far sì che i bambini a lui affidati crescano nel rispetto delle regole dei rapporti umani cancellati dal fascismo. Leggi il resto di questo articolo »
L’Italia è un paese ammorbato da molteplici retoriche, da un tasso patologico di falsa coscienza e per converso da un livello bassissimo di onestà intellettuale e di senso della memoria. Per questo è estremamente impervio affrontare il tema delle foibe senza intossicazioni ideologiche strumentali. Personalmente non ho la pretesa di farlo in modo obiettivo, ma spero di mantenere un ragionevole equilibrio.
Io considero ogni violenza perpetrata deliberatamente contro un essere umano innocente un crimine ingiustificabile. Anche in tempo di guerra. Ritengo che un colpevole e persino un grande criminale non possano essere puniti senza un giusto processo, sono contrario alla pena di morte, che nessun tribunale dovrebbe avere il diritto di comminare neppure al più feroce dei carnefici. Leggi il resto di questo articolo »
Il quarantesimo anniversario dell’assassinio di Guido Rossa, ucciso dalle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979, è stato accompagnato da un profluvio di retorica che, anche non volendo, annulla il significato della storia. Come se una morte infame fosse il suo unico merito. Bisogna allora ricordare l’esempio che Guido Rossa ha dato da vivo. Leggi il resto di questo articolo »
Il giorno della memoria è diventato con il procedere degli anni sempre di più un topos della cultura celebrativa del mondo occidentale e, a misura che i testimoni diretti dello sterminio ci lasciano per ragioni anagrafiche, la responsabilità delle nuove generazioni si configura come una sfida a tenere fermo e adamantino il senso autentico di quella memoria. Il rischio che incombe sul futuro si presenta con molteplici aspetti fra i quali: la retorica, la falsa coscienza, il negazionismo, la banalizzazione, la ridondanza, l’uso strumentale, la sacralizzazione. Primo Levi, pose al più celebre e diffuso volume della sua opera di testimonianza e di riflessione sul genocidio e sul sistema concentrazionario della morte, il titolo «Se questo è un uomo».
La Shoah, persecuzione e tentativo di sterminio di tutti i cittadini ebrei di Italia, Germania e di tutta Europa, si può celebrare con un bellissimo discorso alla Scala di Liliana Segre, con un ritrovarsi intorno al presidente della Repubblica, con un convegno nella “Sala dei Gruppi” a Montecitorio con la Comunità ebrea romana. Oppure con il riunirsi dei giornalisti sotto minaccia fascista alla Casa della Cultura ebraica, nel Ghetto di Roma. Ma non tutti sono all’altezza. Per esempio il Governo. Leggi il resto di questo articolo »
E gli italiani si ripresero la sovranità. La tesi dello storico Giuseppe Filippetta: la Costituzione «dei fucili» anticipò quella dei partiti
Alla base della nostra Costituzione ci sono i lavori dell’Assemblea Costituente che recepirono le indicazioni dei partiti politici, ricostituitosi dopo venti anni dittatura; prima della verifica elettorale del 2 giugno 1946, i partiti trovarono la loro legittimazione nella Resistenza e nella lotta armata contro i nazisti e i fascisti; la ottennero grazie all’efficacia del rapporto che furono in grado di instaurare con le bande partigiane e con le istanze di sovranità dal basso che furono da esse avanzate; queste istanze furono il frutto della scelta di impugnare le armi che – nello sfacelo dello Stato seguito all’8 settembre 1943 e nell’assenza di una sovranità statuale accettata e riconosciuta – portò decine di migliaia di italiani a riappropriarsi della propria sovranità individuale, così da attribuire alla loro esperienza armata un immediato e spontaneo «potere costituente» Leggi il resto di questo articolo »
A Casarsa, il paese di Pasolini, paese tutto nuovo, la cosa più vecchia sono le vigne intorno al paese. Il Friuli è antico solo nelle ossa dei suoi contadini, il resto è villetta, capannone, traffico di gente che lavora, ragazzi davanti a un bar col bicchiere in mano. Qui c’è tutta l’Italia com’è adesso, solo un poco più silenziosa, triste come un silenzio domenicale. Pasolini è nella sua tomba a fianco alla madre. Leggi il resto di questo articolo »
Ci muoviamo a tentoni, in una nebbia fitta di memorie sbagliate. E quando urtiamo chi, come noi, ha sbagliato strada, siamo pronti alla polemica ma non a rivedere il percorso. Quasi ogni notizia è notizia di un errore che si scontra con un errore opposto e simmetrico. Lungo il percorso, entrambi si rafforzano. Errori di ricordi, eventi, valori, cose in cui crede, cose da negare si moltiplicano e si negano a vicenda. Leggi il resto di questo articolo »
Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.
“Oggi è oggi, domani è un altro giorno, e io la responsabilità ce l’ho oggi, non domani, se sarò cieca. Responsabilità di cosa? La responsabilità di avere gli occhi quando gli altri li hanno perduti. Non puoi guidare o dare da mangiare a tutti i ciechi del mondo. Dovrei, ma non puoi. Aiuterò per quanto sarà nelle mie possibilità.” ( da Cecità, 1995)
Josè Saramago (1922- 2010), scrittore, giornalista. premio Nobel portoghese
Vedi: La memoria non è un optional
Il mancato lavoro della memoria
La peste della memoria inutile
Guido Rossa, un “eroe borghese” come Ambrosoli
Occorre sostituire la forza emotiva con la consapevolezza. Che cosa ha trasformato un popolo di oltre 40 milioni di cittadini liberali in un popolo di fascisti?
Antifascimo..? E che cos’è…? Può dispiacere a quanti sono cresciuti nei valori della Resistenza, ma è indubbio che nella cultura delle nuove generazioni antifascismo è una categoria marginale, scarsamente utilizzata nel dibattito politico e pressoché assente nel linguaggio comune. D’altra parte, la stessa eclisse riguarda la categoria opposta, fascismo: durante l’ultima campagna elettorale i termini sono stati talvolta rispolverati ma i risultati elettorali di Leu e di Casa Pound sono eloquenti. Non è sulla dicotomia fascismo-antifascismo che si costruisce oggi un’identità politica. Leggi il resto di questo articolo »
Ritorna dopo undici anni “Patrie smarrite – Racconto di un italiano” di Corrado Stajano, riproposto dal Saggiatore. Si legge d’un fiato, si legge sentendo che ogni parola è una trivella impegnata a cercare in profondità il carattere di un popolo che non sia solo quell’amalgama di opportunismo, servilismo, immobilismo, familismo con cui la maggioranza è traghettata dal fascismo alla Repubblica. Cambiando soltanto il colore della casacca. Leggi il resto di questo articolo »
Corrado Stajano torna nei luoghi delle radici (il padre siciliano, la madre lombarda) e i fantasmi dell’infanzia si mescolano al tempo presente.
«Non voglio ricordare e sembra invece una condanna la memoria che si appiccica ovunque». confessa Corrado Stajano nel suo diario di fine secolo. Un corpo a corpo con le proprie divaricate radici (il padre siciliano, la madre lombarda), «patrie smarrite» difficilmente ricomponibili anche in questo suggestivo nostos. Ritornato nei luoghi aviti per liquidarvi le residue proprietà di famiglia, lo scrittore si ritrova risucchiato in una spirale straniante, nella quale i fantasmi dell’infanzia e della prima giovinezza si sovrappongono all’Italia del tempo presente. Leggi il resto di questo articolo »
Quello che è successo a Macerata era nell’aria da tempo. Ma nessuno avrebbe potuto immaginarne una portata simbolica così dirompente. Il saluto romano, il tatuaggio nazista, il monumento ai caduti, il tricolore: una scenografia studiata per rileggere tutta la nostra storia nazionale all’insegna del fascismo mussoliniano e indicare nel razzismo e nella violenza i valori di fondo della nostra comunità. Quel tricolore indossato come un mantello a coprire i risvolti più tremendi di un gesto disgustoso suona come una chiamata alle armi, quasi che su quella bandiera ci fosse ancora lo stemma sabaudo o il fascio di Salò. Leggi il resto di questo articolo »
Victor Hugo, davanti all’Assemblea costituente francese del 1848, spiegò: “Io dico, signori, che le riduzioni proposte sul bilancio delle scienze, delle lettere e delle arti, sono negative per due motivi. Sono insignificanti dal punto di vista finanziario e dannose da tutti gli altri punti di vista”. Questa solenne affermazione – da cui ci seperano, inutilmente, 170 anni – ci è venuta in mente ieri leggendo un bel pezzo di Nicola Lagioia su Repubblica.
Siamo in campagna elettorale – scrive il direttore del Salone del libro di Torino – e tra le mille promesse non ce n’è una che riguardi il rilancio di quella che lui chiama “battaglia per la lettura”. E dire – prosegue – che molto si potrebbe fare per il libro, a cominciare dalle biblioteche (comprese quelle scolastiche per cui s’invoca l’introduzione di un bibliotecario in ogni istituto, come accade in diversi Paesi europei). Leggi il resto di questo articolo »
Con la sua dichiarazione che Pietro Grasso è di sinistra ed è un patriota (Repubblica 30 dicembre 2017), Pier Luigi Bersani ha pronunciato un bell’elogio che merita di essere approfondito. Sinistra e patriottismo sono tradizioni politiche e ideali che, nella nostra storia, in pochi casi hanno camminato insieme; spesso si sono guardate con reciproca diffidenza o apertamente combattute. La sinistra di ispirazione marxista e internazionalista ha sempre considerato il patriottismo una delle tante maschere che la borghesia ha indossato per ingannare il popolo, coprire i propri interessi, giustificare l’espansione coloniale; la sinistra di ispirazione cristiana lo ha giudicato un’ideologia che offende l’ideale della pace e della fratellanza dei popoli; la sinistra d’ispirazione illuministica lo ha disprezzato come una cultura rozza in contrasto con il cosmopolitismo illuminato dalla ragione. Leggi il resto di questo articolo »
Parte del discorso che PIERO CALAMANDREI (1889- 1956), il 17 gennaio 1954, al Teatro Eliseo di Roma, pronunciò nel corso di una manifestazione dedicata alla famiglia Cervi, presente il papà ALCIDE CERVI (1875- 1970) con le sue sette Medaglie d’Argento che l’Italia della Resistenza aveva conferito alla memoria dei suoi Figli. Il 28 dicembre 1943, condannati a morte da un tribunale della RSI, furono fucilati a Reggio Emilia, nel poligono di tiro, i SETTE FRATELLI CERVI simbolo ed espressione di un’ Italia che rinasceva e si batteva per ridare al Paese, dopo la lunga dittatura fascista, libertà e dignità.
Per iniziare degnamente queste celebrazioni decennali della Lotta di Liberazione, penso che nessun fatto avrebbe potuto essere scelto più significativo di quello dei fratelli Cervi; anzi della famiglia Cervi. Questo fatto meglio di ogni altro riassume in sé gli aspetti più umani, più naturali e più semplici della Resistenza, e insieme i suoi aspetti più puri e spirituali e direi perfino più celestiali: questa famiglia patriarcale di agricoltori emiliani, composta del padre contadino e di sette figli contadini, la quale subito dopo l’armistizio, nell’ora delle generali perplessità, si trova tutta unita e concorde fino dal primo giorno, senza un attimo di esitazione, dalla parte della libertà e della riscossa, dando l’impressione più che di un gruppo di uomini tenuti stretti da un comune senso di solidarietà, di una perfetta fusione di volontà, da cui nasce una ripartizione di compiti coordinati da una coscienza unica, e il senso di un’unica responsabilità, quale non può trovarsi che in una persona sola. Leggi il resto di questo articolo »