Proprio nel giorno e nell’ora in cui lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua stava dicendo alla folla italiana e internazionale del Festival della letteratura di Mantova che “l’Olocausto sta diventando un’ossessione, noi ebrei dobbiamo perdere i ricordi dell’Olocausto”, una folla di italiani diversi riempiva la piazza intorno al Parlamento per invocare odio per gli stranieri, porti chiusi per gli immigrati e il tricolore come simbolo di superiorità esclusiva della razza italiana. In quel momento è apparsa, chiara e paurosa, l’immagine di un grave incidente della storia.

Una parte degli abitanti di questo secolo (e certo dell’Italia) ha brutalmente fermato il tempo, in nome di una paura che li tormenta e che vogliono gettare addosso agli altri, per proclamare il passato al governo, il passato in tutte le forme spaventose che in milioni hanno vissuto, in cui milioni e milioni sono morti e che alcuni sopravvissuti ancora ricordano.

Questo significa oggi il tumulto che in tanti hanno dedicato, nella piazza del Parlamento italiano, in odio a un governo democratico nascente: hanno salutato il fascismo con un rito di morte (il saluto fascista detto “romano”) per dire che non solo non hanno dimenticato violenza, oppressione e negazione di libertà delle persone (il fascismo che ha dilaniato l’Italia e collaborato con il nazismo a occupare con crudeltà gran parte d’Europa), ma che si impegnano a fare in modo che il fascismo ritorni, a cominciare dalla morte in mare degli emigranti.

Lo fanno approvando due leggi dette “Sicurezza” e “Sicurezza bis” che sono le prime leggi per la difesa della razza, dopo che fascismo e nazismo erano stati abbattuti nel 1945 dal mondo libero.

Ecco che cosa è il saluto romano alla presenza orgogliosa di Meloni, CasaPound, Salvini (con aggiunta del bacio al rosario che rappresenta la falsificazione del sacro che è sempre stato gesto tipico dei fascismi che vogliono passare per religione).

Tutto ciò significa promessa che molto danno è stato fatto ma meno, molto meno, di quello che i loro partiti si impegnano a imporre dovunque potranno frantumare di nuovo la democrazia. Qui si vede l’errore di Abraham Yehoshua che, lontano da paludi come l’Italia, ha potuto credere che fosse finito il tempo di non dimenticare.

È necessario rendersi conto che ogni volta che qualcuno fa il saluto fascista intende rendere onore a coloro che hanno arrestato, deportato, tormentato, usato liberamente per la schiavitù e come cavie, fino alla morte, milioni di persone.

E hanno sempre negato (ricordate l’accanimento finto-culturale e finto scientifico del negazionismo?) fino a quando sono stati sbugiardati e condannati. Ma hanno subito ripreso a vantarsi di nuovo del ritorno di un ideale e di un progetto (vedi l’impegno a lasciare annegare i naufraghi, a sgombrare i rom e africani senza casa, bambini terrorizzati in piena notte, a definire i rifugiati, anche se titolari di diritto d’asilo, ladri e profittatori che vivono a spese degli italiani, a impedire l’iscrizione all’anagrafe di scampati alle persecuzioni e alle guerre, per impedire ai bambini di andare a scuola e agli adulti di avere anche un minimo soccorso).

Quei saluti romani che avete visto in piazza Montecitorio si levano nel segno del motto “prima gli italiani”, che è il più selvaggio inno tribale nei tempi moderni perché squalifica merito personale e giustizia sociale, e definisce nel linguaggio ufficiale della Repubblica che esistono, e vanno tenute a bada, razze inferiori.

Il calcio nella pancia di un adulto al bambino africano che, in una città italiana, si era avvicinato, cauto e tranquillo, alla carrozzina di una bimba bianca (è stato necessario il ricovero del bambino in pronto soccorso), mostra una istintiva e profonda “coscienza di razza”, esattamente come la predicavano i peggiori personaggi di Mussolini.

E questo è l’errore del grande scrittore Yehoshua di cui è necessario parlare. Nel momento in cui dice con naturale buon senso che non si può stare sempre a ripensare all’immenso male vissuto e patito alcuni decenni fa, perché c’è un mondo di futuro che aspetta, non ha tenuto conto che macigni di rancido passato, di brutta storia di morte vengono buttati sulle strade della democrazia dal fascismo che torna, ormai senza finzioni, anzi con orgoglio degli ex assassini.

E la bandiera del Paese, che doveva essere “buttata al cesso” dalle avanguardie di questa destra, adesso viene sventolata e indossata insieme a simboli di religione usati nel classico doppio gioco del fascismo che ha sempre ucciso e sempre fatto finta di pregare, tra carceri e lager.

Yehoshua si sbaglia, nonostante la sua grande autorità letteraria e morale. Si sbaglia perché nessuno di noi può dimenticare la Shoah e tutto il male del fascismo, mentre il fascismo, lo stesso fascismo che ha distrutto l’Italia, provocato milioni di morti, seviziato l’Europa occupata, torna in piazza e in Parlamento con nitida memoria di quello che ha fatto e che promette di fare.

L’antifascismo senza distrazioni e senza concessioni è il nostro legame e la sola difesa.

Furio Colombo    Il Fatto   15/9/2019

 

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