Articoli marcati con tag ‘integrazione’

Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti.

I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini.

L’ideale sarebbe quello di formattare gli individui Leggi il resto di questo articolo »

Ultimamente sono sempre più convinto che la memoria non sia poi così utile. Ti costringe a ricordare errori commessi da te o da altri, su cui incaponirsi e incistarsi. Stai lì a riflettere in ogni istante su quella parola detta da una tua amica che proprio non ti va giù, che no, non puoi perdonare. Ripensi a quello sguardo o a quel tocco in cui hai sentito distintamente che entrambi eravate lì, insieme, per davvero. E ci pensi e ripensi perché lei pare invece se ne sia dimenticata. Leggi il resto di questo articolo »

Per non dimenticare. Nella Costituzione non si parla di fede, razza, etnia o tradizioni, ma di “sviluppo della cultura”

“Illustrissimo dirigente scolastico, considerato l’avvicinarsi del Santo Natale le chiedo la disponibilità a valorizzare all’interno del Suo istituto, ogni iniziativa legata a questa importante festivitàcome l’allestimento di presepi e lo svolgimento di recite o canti legati al tema della Natività. Ritengo che la ricorrenza natalizia e le conseguenti tradizioni come il Presepe, l’Albero di Natale e le recite scolastiche ispirate al tema della Natività siano parte fondante della nostra identità culturale e delle nostre tradizioni che la Regione Piemonte intende tutelare e mantenere vive. Allo stesso tempo, è evidente che la conoscenza delle nostre tradizioni scevra da qualsivoglia connotazione ideologica sia un supporto alla piena integrazione per chi proviene da altre realtà”. Leggi il resto di questo articolo »

La storia dell’immigrazione a Washington. Il festival delle letterature migranti.

Un tempo i migranti eravamo noi, orde di italiani in fuga. Scappavamo per le stesse ragioni che oggi spingono migliaia di disperati verso le nostre coste, e spesso ci comportavamo come loro, nel bene e nel male. Eravamo soggetti alle stesse discriminazioni, e agli stessi atti di compassione; commettevano gli stessi crimini, e offrivamo gli stessi contributi di eccellenza, quando l’integrazione alla fine ce lo consentiva.

È la lezione, esaltante e triste, che si impara visitando il Museum on Italian Immigration, inaugurato dalla National Italian American Foundation la settimana scorsa nella sua sede di Washington, dedicata all’ex ambasciatore degli Stati Uniti a Roma Peter Secchia. Leggi il resto di questo articolo »

 

Il nuovo libro di Paolo Flores d’Arcais: il ruolo del pensiero democratico radicale come unico strumento di integrazione di fronte al fanatismo

Molte cose è il libro di Paolo Flores d’Arcais “La guerra del Sacro. Terrorismo, laicità e democrazia radicale” (Raffaello Cortina Editore): un allarme per il pericolo che l’Islam fondamentalista rappresenta per gli ideali politici dell’Occidente, una denuncia delle debolezze e delle ipocrisie dei nostri governi, una teoria delle condizioni irrinunciabili della democrazia. Il “precipitato” di tutti i discorsi anzidetti è nella parola laicità, intesa nel senso più rigoroso, senza gli aggettivi oggi di moda (sana, positiva, vera: aggettivi che non l’arricchiscono, ma l’avvelenano). Le considerazioni che seguono non sono, propriamente, una recensione. Sono piuttosto un tentativo d’inquadrare i problemi e di sollecitare riflessioni su questioni cruciali per il nostro avvenire. Leggi il resto di questo articolo »

ANDARE alla radice. Negli anni che precedettero la fine della Seconda guerra mondiale e il crollo dei regimi fascisti e nazisti in Europa, avvicinandosi il momento della ricostruzione politica e morale del Continente, in ambienti intellettuali che guardavano lontano, dal passato al futuro, si fece strada una convinzione: lo Stato nazionale e sovrano aveva compiuto il suo ciclo plurisecolare, liberando in fine il suo fiele velenoso. Già al termine della Prima guerra mondiale, ci fu chi — Luigi Einaudi — l’aveva definito “idea feconda di male”. Al termine della seconda, l’assolutezza del potere ch’esso rivendicava a sé si era pienamente manifestata nel modo più tragico. Leggi il resto di questo articolo »

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