Articoli marcati con tag ‘Dio’
Credo che molti si siano chiesti perché l’Occidente, e in particolare i paesi europei, cambiando radicalmente la politica che avevano perseguito negli ultimi decenni, abbiano improvvisamente deciso di fare della Russia il loro nemico mortale.
Una risposta è in realtà senz’altro possibile. Leggi il resto di questo articolo »
GLR – CONSIDERAZIONI (46)
ANNO IV DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
Le altre “GRL-CONSIDERAZIONI ” le trovate QUI
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Per la salvezza della specie umana bisogna dire addio all’uomo in quanto tale. Questa è l’0rrenda filosofia psicologica che sta dietro al progetto neo-liberista globale e criminale chiamato Grande Reset e gestito dall’èlite finanziario-usuraia, un manipolo di farabutti stra-miliardari, banchieri e finanzieri Leggi il resto di questo articolo »
Mentre ci misuriamo a distanza e ci adattiamo a ‘cenare senza come Dio’ (E. Dickinson), mentre ci abituiamo a vedere spegnersi, un lume per volta, la cultura (la cultura sì, nessuna Mostra, nemmeno la più discreta, nessuna scuola, nemmeno la più piccola, resta aperta; teatri, cinema e librerie sono vuoti – ma le palestre, dove mani appiccicose stringono strumenti sudati, quelle continuano ad assembrare), mentre un metro di circonferenza virtuale ci isola dal mondo come un cane da guardia, vicino a noi, a pochi altri metri, avviene forse l’evento di più asettica ferocia avvenuto sulla terra: centinaia di migliaia di persone vengono spinte e guidate sul mare e per terra verso le frontiere di un paese che li aspetta con bastoni e fucili e distrugge il cibo che li terrebbe in vita, e quando cercano di tornare indietro alle loro prigioni, quelli stessi che li hanno spinti fuori li fermano tenendoli a forza nella non-terra di mezzo che hanno creato per loro. Leggi il resto di questo articolo »
Trump, Putin, Orbán. Sulla scia di Diogene, Socrate, Dostoevskij. Lo sguardo del filosofo tedesco sui sovranisti di oggi.
Se provassimo a prenderli sul serio, a quale scuola filosofica apparterebbero Trump e Salvini, Putin o Marine Le Pen? «Tutti i sovranisti si rifanno ad una antropologia cinica e depressa», risponde Peter Sloterdijk. Non è un caso se uno dei più prestigiosi filosofi tedeschi torni alle antiche tradizioni del cinismo per inquadrare «l’incoerenza performativa» in cui si cacciano oggi i sovranisti con le loro spietate balle quotidiane. Leggi il resto di questo articolo »
Siamo in una situazione molto simile a quella in cui dovettero trovarsi i Romani nei decenni che precedettero il crollo dell’Impero. C’è nell’aria un sensus finis, un’assenza di speranze, collettive e individuali, uno sfinimento, uno sfibramento, una mancanza di vitalità, un sentimento di impotenza: classici segni di un mondo in decadenza. I “barbari” sono alle porte, molti già dentro le mura, premono, come ai tempi dell’Impero, ai nostri confini.
I Goti, i Burgundi, i Franchi, i Vandali poterono averla vinta sulle ben più potenti e organizzate armate romane, fino a conquistarne la Capitale, riducendola ai tempi dei Lanzichenecchi a 37 mila abitanti, perché nei secoli precedenti l’Impero e le sue strutture istituzionali e mentali erano state corrose da un tarlo chiamato cristianesimo. Invano gli imperatori, da Diocleziano in poi fino all’ultimo e disperato tentativo di Giuliano l’Apostata, avevano cercato di estirpare, con la repressione e la violenza, questo tarlo. Il mondo pagano, corrotto fino al midollo proprio a cagione della propria potenza, verrebbe da dire della Superpotenza, non poté nulla contro un’ideologia che portava in sé valori fortissimi e nuovi (almeno parzialmente, perché originavano dal giudaismo). Leggi il resto di questo articolo »
Dall’alto dei miei sogni, frustati ma non frustrati, vedo un mondo alla deriva.
Gente assetata di amore e popoli in guerra:
Dittature di piombo e democrazie di plastica;
Quattro miliardi di tonnellate di rifiuti che ogni anno si accatastano su se stessi;
1.400 miliardi di dollari spesi per commercio di armi mentre
795 milioni di persone soffrono la fame;
7.000 tonnellate di oppiacei e
3 milioni di bambini che muoiono di fame ogni anno;
250 milioni di emigranti nel mondo alla dannata ricerca di un luogo in cui poter vivere.
È una umanità che a forza di produrre armi, droghe e rifiuti è diventata rifiuto esse stessa!
In questa vigilia di Natale il cuore mi si riempie di triste gioia e di nostalgica tenerezza, mentre dal profondo dell’anima sgorga, discreto e silenzioso, quest’inno di amore che dedico a tutti i lettori e lettrici di Huffington post.
A tutti, credenti e non! Leggi il resto di questo articolo »
La grotta di Betlemme non è una “pastorellata”. E’ una indicazione potente che, se un Dio deve nascere, nasce fuori strada, fuori le mura, in un luogo dove l’attenzione pubblica non si posa mai.
padre Ernesto Balducci (1922- 1992), 1987
vedi: L’insostenibile ipocrisia di chi vuole il presepe con i profughi, ma non i migranti
Inno al Dio inedito e rovesciato
Se il Natale affoga nel trionfo del mercato
Il bene, il male e il senso del Natale
Dalla Bibbia a Lacan. I nuovi idoli nascosti nei nostri desideri. Il saggio di Petrosino mette in discussione alcune analisi sulla società liquida di Bauman. Per Dostoevskij un uomo rimasto libero non ha altra cura che di cercare un essere cui inchinarsi. Il godimento compulsivo degli oggetti finisce per annientarci
IL nostro tempo ha sostituito al culto di Dio il culto degli idoli di cui il denaro è l’espressione più semplice e radicale in quanto rende possibile l’illusione che il suo possesso in grandi quantità consenta la realizzazione di una vita soddisfatta. Il Pasolini corsaro l’aveva indicata come una vera e propria “mutazione antropologica”: il monoteismo che sosteneva le società religiose e che affondava le sue radici nella potenza simbolica del Padre, ha lasciato il posto al politeismo del mercato e alle sue nuove divinità. Al verticalismo piramidale dell’ideologia patriarcale è subentrata la diffusione orizzontale dell’oggetto di godimento divenuto un idolo che ha trasformato l’uomo da “suddito” a “consumatore”. Leggi il resto di questo articolo »
Dalla Leggenda del Grande Inquisitore ai rischi che corrono le moderne democrazie. Il nuovo saggio di Gustavo Zagrebelsky
La Leggenda del Grande Inquisitore di Fëdor Dostoevskij è ambientata a Siviglia all’indomani di un immenso rogo con più di cento eretici bruciati. Il Cristo è tornato sulla terra ed è riconosciuto dalla folla festante, ma viene fatto prontamente arrestare dal cardinale Grande Inquisitore, il quale poi in piena notte si reca da lui e gli rivolge un lungo discorso per sostenere il merito della correzione della sua opera da parte del potere ecclesiastico al fine di renderla veramente adeguata al governo degli uomini, perché questi, contrariamente a quanto riteneva Cristo, non vogliono essere liberi ma anelano a trovare al più presto qualcuno cui consegnare il dono insidioso della libertà. Dice l’Inquisitore al Cristo: «Abbiamo corretto la tua opera fondandola sul miracolo, sul mistero e sull’autorità». Leggi il resto di questo articolo »
Lo stesso fervore religioso diventa un pericolo in quanto sacralizza come volontà di Dio ciò che è invece il prodotto ideologico di un ambiente sociale, di una cultura particolare… Per questo la critica alla religione è spesso un fatto altamente positivo in quanto nella religione, come comportamento pubblico, si ritrovano sacralizzati aspetti in cui non c’è nessuna volontà di Dio, ma c’è, purtroppo, la volontà del potere e la volontà dei gruppi egemoni che si servono della religione per tenere le coscienze succubi a obiettivi che non hanno niente a che fare con il disegno di Dio.
padre Ernesto Balducci, 1990
“Allahu Akbar!”, “Allahu Akbar!”, “Allahu Akbar!”.
Il grido assassino, ritmato dagli spari dei kalashnikov, che strozza il rumore felpato di una redazione di giornale in rue Nicolas Appert 10, al centro di Parigi, non è un neologismo dei tempi moderni, né la nuova, orrenda strategia inventata dagli estremisti islamici dell’Isis, ma l’aggiornamento agli anni duemila di una aberrazione antica quanto la storia dell’uomo. Non vogliamo sminuire la gravità e la drammaticità di quanto è accaduto a Parigi, ma semplicemente denunciare l’ipocrisia di quanti (e sono molti, molto più di quanto si possa immaginare) rivendicano per sé una innocenza inesistente, vantando una superiorità tutta presunta. Leggi il resto di questo articolo »
Secondo il rapporto ‘Prosperity index 2014′ l’Italia è al 37° posto perdendo cinque posizioni rispetto all’anno precedente. Ma l’indice più interessante è quello sulla fiducia nel futuro che ci vede 134esimi. Tuttavia io non credo che l’Italia sia in una situazione molto diversa dagli altri Paesi occidentali.
Solo che il nostro Paese, straordinario laboratorio dei fenomeni più importanti dell’ultimo millennio (da noi, a Firenze e nel piacentino, si impose la classe dei mercanti che con la sua filosofia del profitto diede origine, insieme ad altri, complessi, fattori, alla Modernità, qui nacque il fascismo, padre dei totalitarismi di destra europei che, soprattutto nella loro declinazione tedesca, furono un tentativo, contradditorio, di respingere la Modernità -è il cosiddetto ‘modernismo reazionario’) è un termometro più sensibile di altri, e più di altri avverte il ‘sensus finis’, l’irreversibile decadenza dell’Impero Occidentale. Leggi il resto di questo articolo »
La religione è più profonda di Dio. E’ una visione del mondo per cui un valore intrinseco e oggettivo permea tutte le cose, l’universo e le sue creature suscitano meraviglia, la vita umana ha uno scopo e il cosmo ha un ordine. Credere in un dio è solo una delle manifestazioni possibili di questa visione del mondo.
Ronald Dworkin (1931- 2013), filosofo americano
Un uomo nell’intimo della sua coscienza può escludere esplicitamente ogni riferimento al divino e al contempo vivere nel modo più autentico, cioè servendo il bene, la giustizia, la ricerca della verità, la bellezza. E viceversa un uomo può professarsi credente….e tuttavia rappresentare la negazione più drammatica del bene e della giustizia: la storia della Chiesa offre migliaia di esempi al riguardo… Leggi il resto di questo articolo »
C’è il Dio edito e il Dio inedito. Per esempio, la lotta fra atei e teisti è una lotta a livello dell’uomo edito, perché gli atei negano il Dio edito. E spesso fanno bene. Molte volte questo Dio edito non è che un tiranno insopportabile, è la cifra che sublima in sé e legittima tutte le forme di dipendenza, è l’autoritarismo portato a vastità metafisiche. Se noi leggiamo la Bibbia, vediamo che c’è un modo di parlare di Dio del tutto omogeneo all’homo editus, alla cultura, quindi un Dio guerrafondaio, sterminatore, e poi c’è il Dio inedito, nascosto, che è il Dio dei Profeti e che troverà la sua manifestazione in Gesù Cristo… Quando noi parliamo di Dio secondo l’homo editus lo assimiliamo a noi, lo trasformiamo a nostra immagine e somiglianza, per cui egli è aggressivo, vuole la sconfitta dei nemici. Le religioni hanno portato nel mondo l’aggressività distruttiva in nome del Dio edito, che non è il Dio nascosto.
Ernesto Balducci (1922- 1992), in La coscienza dell’uomo planetario, 1993
TRA le religioni monoteiste è solo il cristianesimo a conoscere il fenomeno della santità, che invece rimane del tutto sconosciuto all’ebraismo e all’islam. Non che in queste due grandi religioni non vi siano stati e non vi siano uomini e donne di grande spessore spirituale, ma né l’ebraismo né l’islam nel riconoscerne il valore hanno mai sentito l’esigenza di dichiararli “santi”. Per queste due religioni infatti la santità appartiene per definizione solo a Dio, e l’uomo, fosse anche il migliore di tutti, fosse anche il profeta Elia o il profeta Muhammad, non può strutturalmente partecipare al divino, e quindi può essere sì giusto, osservante, devoto, ma mai può essere santo. Leggi il resto di questo articolo »
Lunedì scorso tramite un’intervista chiestami dal Fatto Quotidiano (leggere più sotto, n.d.r.), ho dato notizia della mia decisione definitiva di uscire dalla comunità ebraica di Milano, di cui facevo parte, oramai solo virtualmente, ed esclusivamente per il rispetto dovuto alla memoria dei miei genitori. A seguito di questa intervista il manifesto mi ha invitato a riflettere e ad approfondire le ragioni e il senso del mio gesto, invito che ho accolto con estremo piacere. Premetto che io tengo molto alla mia identità di ebreo pur essendo agnostico. Ci tengo, sia chiaro, per come la vedo e la sento io. La mia visione ovviamente non impegna nessun altro essere umano, ebreo o non ebreo che sia, se non in base a consonanze e risonanze per sua libera scelta. Leggi il resto di questo articolo »
intervista a Paolo Flores d’Arcais a cura di Silvia Truzzi
La domanda è sconveniente. “Infatti – spiega Paolo Flores d’Arcais nel suo La democrazia ha bisogno di Dio? Falso! – non echeggia mai nei ricorrenti dibattiti su religione e politica, quasi che fosse temerario anche solo pensarla e blasfemo formularla”. La risposta del direttore di Micromega è un deciso no. Che si fonda su un evangelico invito diMatteo: “Il tuo dire sia sì sì, no no, perché il di più viene dal Maligno”.
Perché è necessario chiedersi se la democrazia ha bisogno di un presupposto religioso? Leggi il resto di questo articolo »
Il dolore. E la consolazione. Le persone grandi andandosene sembrano preoccuparsi di chi resta. Lasciano un vuoto, ma anche una traccia di speranza. Che sia quella divina o una più umana e, però, comunque grande. In una settimana abbiamo dovuto salutare due persone vicine a noi, al giornale, ma prima di tutto ai nostri pensieri: don Andrea Gallo e Franca Rame. Oggi ci troviamo a cominciare una nuova settimana senza di loro. Ma con il compito di portare avanti i loro ideali. Così ognuno di noi si chiede quale sia il messaggio ultimo di don Andrea e di Franca. E un cosa ci appare quasi sorprendendoci: abbiamo sempre parlato di loro come di due “eretici”, forse per renderli in qualche modo anomali , diversi da noi. In realtà erano due persone pure. E la purezza, come avviene per l’ossigeno, se respirata senza filtro rischia di bruciarci. Leggi il resto di questo articolo »
Il Concilio Vaticano II, cinquant’anni dopo.
Noi, Chiesa di oggi, l’avevamo perso di vista. Eravamo troppo indaffarati nelle nostre celebrazioni, preoccupati per le chiese deserte, sfiniti dai turni di guardia alle dottrine della fede, mortificati per il clamore sui preti pedofili, intenti a rincorrere i poteri politici, troppo zelanti per ricordarci di lui. Ed il Concilio era rimasto in silenzio, seduto sulle panche vuote e profugo in luoghi appartati o in piccole comunità ben protette. E addirittura rischiava di essere accomunato alla cattiva sorte riservata alle ideologie novecentesche, e con tutto il Novecento essere buttato nel cassonetto dei rifiuti, senza nemmeno la raccolta differenziata. Ma ecco che, a mezzo secolo dal suo inizio, esso è ricomparso, perché i cinquant’anni, i centesimi e i centocinquantesimi anniversari sono festeggiamenti di rito. È tornato in città dal suo esilio e noi, Chiesa di oggi, col pretesto di celebrarlo, lo abbiamo fatto arrestare, come aveva fatto a Siviglia con lo Sconosciuto il Grande Inquisitore. Leggi il resto di questo articolo »
L’assenza apparente di Dio in questo mondo è la realtà di Dio. Il contatto con le creature ci è dato tramite il senso della presenza. Il contatto con Dio ci è dato tramite quello dell’assenza. In confronto a questa assenza la presenza diviene più assente dell’assenza.
Simone Weil, 1939
Questo libro raccoglie i principali scritti politici di padre Ernesto Balducci (1922- 1992), su temi oggi decisivi: la difesa dell’ambiente; la proposta di un nuovo modello di sviluppo che non insegua unicamente il profitto; la pace e la tolleranza (la scoperta di quello che padre Balducci chiama “uomo planetario”; la libertà; l’importanza della formazione e della conoscenza. Un vero e proprio viaggio in un cristianesimo autentico e alternativo, che esiste, che non accetta di ridursi a pura logica di potere o di chiudersi unicamente in una dimensione ultraterrena. Gli scritti di Balducci raccontano il nostro mondo e ci invitano alla scoperta di un uomo “inedito”, finalmente vero e senza paura. E sono una lezione fondamentale di liberazione e d’impegno esistenziale per la liberazione storica e delle coscienze.
di Ernesto Balducci, ed. Chiarelettere 2012, € 7,00
«Caro Peyretti, sono qui in questo bel paesetto del cuneese in casa di amici […]. Mi sono portato qui un fascio di lettere alle quali non avevo mai risposto. Ce n’è una sua del 22 maggio scorso. Non prego, se per preghiera s’intende invocare aiuto, o peggio benefici, o premi, o salvezza in situazioni difficili. Ma se per preghiera s’intende, come dice lei, ‘apertura verso il mistero che ci avvolge’, prego anch’io come tanti altri. Ma è preghiera, questa? La preghiera implica che ci sia qualcuno che ascolta. La preghiera non può essere soltanto riflessione interiore sul mio destino, sul male, sulla origine e la fine delle cose, una riflessione in cui nessuno mi ascolta, e che rivolgo soltanto a me stesso…». Leggi il resto di questo articolo »