Drammaturgo e scrittore statunitense (1911-1983)

 

Ci risiamo. Guerra, violenza, sangue. E ci risiamo anche con: i “buoni buoni buoni” da una parte mentre l’altra parte è un coacervo di “cattivi cattivi cattivi”. Una dicotomia fasulla a cui le televisiononi e i giornaloni si prestano subito, a servizio, come sono, della propaganda e del mainstream.

Voci di giornalisti, storici ed esperti di geopolitica dissenzienti? Niente, nulla, nada e censura con accusa, casomai, di essere complici dei terroristi. Si, proprio come con lo pseudo-vaccino e con la pseudo-crisi climatica.

Ed anche questa guerra è una “guerra nella guerra” a tutti noi da parte di ” chi comanda il mondo”  (leggi QUI).

Come per la guerra in Ucraina ( v’invitiamo a rileggere QUI !) anche per la tragedia in medio oriente solita solfa: israeliani i “buoni buoni” con tutte le ragioni e Hamas-palestinesi i “cattivi cattivi” con tutti i torti.

La sentenza è emessa. Non c’è bisogno di ragionare, confrontare, studiare la storia, verificare, discutere. Una fatica inutile perchè è il mainstream che “fatica” per te. Tu stai tranquillo, ascolta solo, solo, solo la narrazione ufficiale, vedi solo, solo, solo ciò che ti fanno vedere e saprai come stanno “veramente” le cose, in Ucraina e in medio oriente.

Così, tranquillamente, con le risposte già date ti puoi dedicare agli affari tuoi e prepararti alle prossime iniezioni. Ah, che bello non pensare! (GLR)

 

 

La scommessa disperata di Hamas: il massacro di massa garantirà un futuro ai palestinesi?

Perché nessuno si chiede cosa spingerebbe migliaia di giovani a suicidarsi, in effetti, e cosa porterebbe ciò che sanno sarà morte e distruzione orribile a centinaia di migliaia di loro famiglie? I commentatori appaiono sconcertati: sicuramente tutti sanno che i combattenti di Hamas non hanno alcuna possibilità, in definitiva, contro il paese con il quinto esercito più grande del mondo. Perché dovrebbero mettere a rischio il futuro di ogni palestinese con un atto del genere?

La realtà – censurata dai nostri media e ignorata dai nostri governi – è che i palestinesi nella Striscia di Gaza occupata da Israele non hanno futuro a cui guardare.

Nessuno sottolinea il lento genocidio che Israele sta imponendo ai milioni di palestinesi letteralmente ingabbiati a Gaza e la totale mancanza di speranza per qualsiasi futuro che differisca dal massacro periodico delle loro famiglie e dalla devastazione delle loro case, scuole, moschee, ospedali da parte di Israele. ed edifici civili. Oltre ai continui attacchi contro pescatori, agricoltori e chiunque si ritenga faccia parte della resistenza, Israele garantisce che gli abitanti di Gaza abbiano elettricità limitata e poco carburante. Quando ho visitato Gaza nel 2006, (prima dell’attacco israeliano), sembrava già apocalittico, con le persone ridotte a viaggiare su asini tra edifici in rovina e semafori che non funzionavano più.

Nessuno sottolinea che milioni di abitanti di Gaza stanno affrontando un assedio umanitario – chiaramente modellato sul famigerato assedio nazista del ghetto di Varsavia durato due anni – che è giunto ormai al suo diciottesimo anno. Questo assedio limita il cibo a poco al di sopra delle calorie da fame, blocca le necessità della vita tra cui medicine e forniture mediche, materiali da costruzione, libri di testo e, a un certo punto, anche sapone e detersivi: un atto chiaramente genocida nell’enclave più densamente popolata del mondo.

Nessuno sta sottolineando che la Striscia di Gaza occupata è praticamente inabitabile , con il suo territorio dichiarato dalle Nazioni Unite troppo contaminato per sostenere la vita, e praticamente senza acqua potabile a Gaza (grazie all’uso da parte di Israele della falda acquifera in modo che l’acqua di mare viene immesso nei rubinetti di Gaza). Israele garantisce che ci sia poca pesca limitando il limite territoriale concordato di 20 miglia nautiche a 3 e sparando comunque sui pescherecci. Israele ha dichiarato una “zona cuscinetto” che comprende un terzo dei terreni agricoli di Gaza, ma spara anche su quelli agricoli.

Israele non sta solo rubando acqua e terra ai palestinesi, sta anche rubando gas palestinese al largo delle coste di Gaza: gas che la Corte Suprema israeliana una volta stabilì apparteneva ai palestinesi. Una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2021 ha invitato Israele a porre fine al furto delle risorse palestinesi: apparentemente invano.

I palestinesi di tutta la Cisgiordania occupata, di Gerusalemme Est e di Gaza hanno votato per la leadership di Hamas nelle elezioni del 2006 per la sua reputazione di onestà e per il suo appello al diritto internazionale come base per una pace giusta. Israele ha prontamente etichettato Hamas come un’entità “terroristica” a causa delle sue posizioni legittime, nonostante il fatto che Hamas abbia cercato di seguire il diritto internazionale molto più da vicino di quanto abbia mai fatto Israele.

Gli abitanti di Gaza muoiono a causa del trattamento riservato da Israele e la loro morte passa inosservata e ignorata. Hanno organizzato proteste pacifiche settimanali nella loro “Grande Marcia del Ritorno”, durante la quale i cecchini israeliani hanno sparato a migliaia di civili – inclusi medici e giornalisti – crimini che i media occidentali hanno ampiamente censurato e i governi hanno ignorato. Sebbene Israele abbia già ucciso centinaia di palestinesi nella Cisgiordania occupata quest’anno, pochi in Occidente sono stati informati delle oltraggiose uccisioni.

In quanto leader responsabile che si trova ad affrontare una potenza occupante apertamente genocida, Hamas non ha avuto altra scelta se non quella di portare la propria situazione all’attenzione mondiale invitando un orribile massacro che (si spera) costringerà la comunità mondiale a prenderne atto e ad onorare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale.

Il sangue sulle mani di Israele è condiviso da tutti i paesi che hanno ignorato il loro obbligo legale contrattuale ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra di chiedere conto ai leader israeliani dei loro flagranti crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

La risposta pubblica iniziale non è stata promettente, con perfino i sostenitori palestinesi che hanno paura di parlare apertamente per difendere la scommessa disperata di Hamas. Ciò deve cambiare: coloro che comprendono questa realtà devono confrontarsi con i propri governi e media per chiedere la fine dell’apartheid, della pulizia etnica e del lento genocidio di Israele.

Devono esserci pace e sicurezza giuste sia per i palestinesi che per gli israeliani.

Fratelli Karin, https://www.globalresearch.ca/  10/10/2023

 

 

 

Ma la shoà, la tragedia immane della shoà cosa ha insegnato a molti israeliani di oggi?

 

Dai subumani di Varsavia alle bestie di Gaza

Ho ordinato l’assedio totale della Striscia di Gaza. Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto è chiuso. Stiamo combattendo contro bestie e ci comportiamo di conseguenza

Generale Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, 9/10/2023


Durante l’operazione di oggi sono stati dati alle fiamme diversi blocchi di edifici. Questo è l’unico e ultimo metodo che costringe questi rifiuti e questa subumanità a venire a galla

SS-Gruppenführer Jürgen Stroop, Varsavia, 26 aprile 1943


“L’intero ex ghetto è stato setacciato oggi dai commando alla ricerca di rifugi e di ebrei rimasti. Come è stato riferito qualche giorno fa, alcuni subumani, banditi e terroristi sono ancora nei rifugi, dove il calore è diventato intollerabile a causa degli incendi. Queste creature sanno bene che la loro unica scelta è rimanere nascosti il più a lungo possibile o venire in superficie e cercare di ferire o uccidere le Waffen-SS, la polizia e gli uomini della Wehrmacht che mantengono la pressione contro di loro“.

SS-Gruppenführer Jürgen Stroop, Varsavia, 8 maggio 1943


“Non c’è mai stata un’insurrezione. Un’insurrezione ha un inizio, un piano, una fine e, soprattutto, una speranza di vittoria. Nel ghetto di Varsavia, nell’aprile del 1943, non c’era speranza. È vero, nella coscienza di ebrei, polacchi e altri, si trattava ancora di un’insurrezione. Ma, in realtà, si trattava di autodifesa. In pratica, decidemmo di scegliere il nostro modo di morire…“.

Marek Edelman, comandante dell’Organizzazione ebraica di combattimento del ghetto di Varsavia, Le Soir, 19-4-1993


L’autore della prima frase citata, il generale Gallant, figlio di un guerrigliero antinazista nelle foreste dell’Ucraina e della Bielorussia e di un polacco sopravvissuto all’Olocausto, non sarà contento del paragone con l’autore della seconda e della terza citazione, il Gruppenführer Stroop, che guidò la soluzione finale del ghetto di Varsavia e fu impiccato per i suoi crimini nel 1952, nel luogo stesso del ghetto.

Gallant non sarà mai impiccato e potrebbe addirittura ricevere il Premio Nobel per la Pace per aver combattuto così coraggiosamente contro le “bestie” di Gaza. Per Stroop, i combattenti ebrei erano “terroristi, banditi, subumani, feccia“. Uno di loro, Marek Edelman (1919-2009), che è sopravvissuto e si è rifiutato di mettere piede in Israele per tutta la vita, ha detto dell’azione dei combattenti del ghetto:

Si trattava davvero di autodifesa. In pratica, abbiamo deciso di scegliere il nostro modo di morire“.

I combattenti del ghetto di Gaza possono dire lo stesso.

Poster della Żydowska Organizacja Bojowa (ŻOB), l’Organizzazione ebraica di lotta. Il testo recita: ”Tutti gli uomini sono fratelli: il giallo, il marrone, il nero e il bianco. Parlare di popoli, colori, razze, è una storia inventata! ”

https://www.vocidallastrada.org/   11/10/2023

Fonte: https://tlaxcala-int.blogspot.com/2023/10/de-los-subhumanos-de-varsovia-los.html?m=1

 

 

 

Ma la shoà, la tragedia immane della shoà cosa ha insegnato a molti israeliani di oggi?

 

“I palestinesi sono animali” parola del governo Netanyahu

I governi di Israele non hanno mai confessato un crimine di guerra, nonostante i moltissimi commessi durante un arco di tempo di tre quarti di secolo,  ma in compenso l’esecutivo messo in piedi da Netanyahu ha annunciato con orgoglio che  commetterà un crimine di guerra.

Il ministro  della Difesa israeliano Yoav Gallant ha descritto i palestinesi come “animali ” e ha promesso di “agire di conseguenza”, mentre gli aerei da combattimento hanno scatenato una massiccia campagna di bombardamenti indiscriminati sulla Striscia di Gaza, sganciando  oltre 1000 tonnellate di bombe nelle ultime venti ore su ospedali, moschee, condomini, e case residenziali.

E poi parlando con i giornalisti ha aggiunto; “Ho ordinato un assedio completo sulla Striscia di Gaza. Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto è chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e ci comportiamo di conseguenza”. Forse la mamma non gli ha spiegato che queste cose non si dicono e forse nemmeno si dovrebbero pensare.

Non credo ci sia bisogno di commentare ulteriormente questa frase e del resto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha detto che l’esercito sgancia centinaia di tonnellate di bombe negli attacchi nella Striscia di Gaza, e che “l’enfasi è sui danni e non sulla precisione”. Quindi sparano nel mucchio con l’intenzione di sterminare i palestinesi non di combattere Hamas che costerebbe molti morti, Nel regime di codardia che si è affermato in occidente durante il maledetto secolo americano questo è perfettamente lecito. E naturalmente merita le bandierine israeliane che vengono proiettate sui palazzi dei burattini, come se in pericolo fosse Israele.

E qui possiamo toccare con mano la fenditura (oddio senza offesa, la frase mi è partita così) tra due “memi” contrapposti e allo stesso tempo usati nell’ambito del medesimo discorso: da una parte l’idea di uno stato potentissimo, armato fino ai denti e dotato di servizi come il Mossad che è onnisciente e dall’altra uno stato debolissimo la cui esistenza può venire minacciato da un attentato o da qualche centinaio di miliziani.

Così quando vengono uccisi palestinesi o vengono cambiate le regole del gioco riguardo agli insediamenti si mette l’accento sulla potenza, ma non appena gli altri osano alzare la testa ecco che viene fuori il diritto di Israele ad esistere.

Naturalmente gli unici che davvero non dovrebbero esistere sono quelli che fanno un uso sfacciato di questo doppio modulo di giudizio, senza di loro, politici, giornalisti, intellettuali d’accatto, il mondo sarebbe un posto migliore.

Ad ogni modo ora il governo Netanyahu vuole occupare tutta Gaza e punirla “come non è mai stata punita primama il fatto è che Israele non ha smesso di punire Gaza dal 1948, nemmeno per un momento. Dopo 75 anni di abusi, lo attende ancora una volta lo scenario peggiore possibile.

Le minacce di “appiattire Gaza” dimostrano solo una cosa: non abbiamo imparato nulla. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha una responsabilità molto grande per quanto accaduto e deve pagarne il prezzo, ma tutto ciò non è iniziato con lui e non finirà dopo la sua scomparsa. non è che lo dico io, lo dice il più noto giornale israeliano, sopravvissuto, all’ondata di integralismo al cui confronto l’Islam impallidisce,  Haaretz che incolpa proprio il premier di aver creato le promesse di tutto questo con la sua politica di “annessione ed espropriazione pur perseguendo una politica estera che ignorava palesemente l’esistenza e i diritti dei palestinesi”.

E prima o poi dovrà anche pagare l’ignobile burattinaio che ha creato questo nuovo incendio per tentare di allontanarsi dal primo nel quale si è ustionato gravemente. Se proprio si dovessero cercare “animali umani” è lì che bisogna cercare.

https://ilsimplicissimus2.com/   11/10/2023

 

 

 

 

“Ma i palestinesi non sono Hamas”

L’opinione di Eric Salerno, giornalista, inviato speciale, esperto di questioni africane e mediorientali e corrispondente da Gerusalemme per quasi trent’anni.

Dopo gli attacchi di Hamas, il futuro dei palestinesi è in pericolo. Dalla fuga in Egitto (impossibile al momento per la chiusura della frontiera) a una rivolta nei Paesi arabi a sostegno della causa palestinese: i possibili scenari di un conflitto che sembra non finire mai.  Eric Salerno, giornalista, inviato speciale, esperto di questioni africane e mediorientali, è stato corrispondente del Messaggero da Gerusalemme per quasi trent’anni. In questa intervista, spiega i possibili scenari che potrebbero emergere nell’attuale conflitto tra Hamas e Israele.


A 50 anni dalla guerra dello Yom Kippur del 1973 torna la minaccia di un conflitto su larga scala. Quali fattori hanno portato a questo?

Cercare di analizzare perché assistiamo a quanto sta accadendo ora significa partire dalla consapevolezza che si sarebbe dovuto capire già molti anni fa che prima o poi sarebbe successo qualcosa. Credo sia importante rendersi conto che i palestinesi sono stati spinti in aree minori, che sono ancora più piccole di quanto non lo fossero 20 o 30 anni fa, al tempo degli accordi di Oslo. Sono molto meno i territori che potrebbero diventare uno Stato palestinese. Inoltre, gli israeliani hanno costruito in Cisgiordania diverse circonvallazioni che permettono loro di muoversi liberamente fra i territori. Mentre i palestinesi, attraverso i posti di blocco, possono andare da un villaggio all’altro, o da una città all’altra, ma solo su strade separate costruite per loro. Molte organizzazioni internazionali hanno definito questo come un sistema di apartheid che divide e controlla la popolazione….

 

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IL GIOCO DEI GRANDI EGEMONI”: UN ESPERTO HA SPIEGATO COME E PERCHÉ GLI STATI UNITI STANNO TRASFORMANDO ISRAELE DA AGGRESSORE IN VITTIMA.

Molti ex militari israeliani sono apparsi sui social network. Affermano all’unanimità che è impossibile sfondare il confine così facilmente come ha fatto Hamas. Ci sono state speculazioni sul tradimento o sull’implementazione di un determinato scenario.

Oppure [è] un gioco dei grandi egemoni nel raggiungimento dei loro obiettivi globali, come il mantenimento del sistema finanziario globale, che può riavviarsi solo grazie a grandi guerre e ancora prestiti in dollari, come avvenne dopo la Seconda Guerra Mondiale,scrive il canale Legitimny Telegram “.

L’autore ha suggerito che in Medio Oriente stesse scoppiando un grande incendio. Inoltre, i media occidentali stanno già accusando l’Iran di essere il colpevole. L’esperto ha spiegato perché la versione secondo cui ciò che stava accadendo era una messa in scena sembra ragionevole.

Israele è sempre stato l’aggressore contro i palestinesi. Era necessario farlo passare per vittima…

 

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Le impronte digitali di Washington in Palestina

La vecchia regola del cui prodest è quella che ci permette di fare un po’ di ordine nel casino che sta succedendo in Palestina e su cui girano le più diverse versioni, anche le più incredibili, le più fantasiose e quelle più banali che tendono a mettere in secondo piano i cambiamenti profondi che questa inaspettata esplosione pone in primo piano. Ora uno dei soggetti che si avvantaggia di questa azione  è certamente Hamas -in realtà creata a suo tempo da Israele per  contrastare l’Olp, ma che poi ha seguito una propria traiettoria.

Questa incursione in territorio israeliano,  lanciata  simbolicamente  proprio nel cinquantesimo anniversario della guerra Yom Kippur ottiene il risultato di mettere in crisi quei rapporti diplomatici che Israele stava tessendo in Medio oriente con i Paesi arabi, in particolare l’Arabia Saudita, comprendendo di non potere più rimanere un enclave occidentale a somiglianza di quei vecchi regni crociati che poi furono spazzati via.

La teoria secondo cui potrebbe essere stato lo stesso Netanyahu a fomentare il conflitto per superare la crisi e incoronarsi di “gloria” distruggendo Hamas una volta per tutte, non ha molto senso innanzitutto perché  il governo israeliano ci fa una pessima figura e in secondo luogo perché è impossibile distruggere Hamas visto l’enorme intrico sotterraneo della striscia di Gaza: un’operazione del genere richiederebbe  un bagno di sangue tale da spazzare via non solo Netanyahu, ma anche le formazioni estremiste e fondamentaliste che lo sostengono.

Può semmai ricorrere a rappresaglie indiscriminate che naturalmente fanno il gioco di Hamas. Inoltre – questa è una cosa sulla quale insisterò perché è l’altra faccia di ciò che accade in Ucraina  – è piuttosto sciocco ragionare sulla base di mitologie di invincibilità createsi createsi sessant’ anni fa.

A questo punto dobbiamo domandarci chi potrebbe avere interessi coincidenti o sinergici rispetto a quelli di Hamas sceso in campo per risvegliare la solidarietà araba?  Non è difficile individuarlo: si tratta come sempre del santo protettore delle guerre e degli spargimenti di sangue, ovvero degli Usa che vedono come fumo negli occhi la possibilità che si crei un Medio Oriente  con un grado di autonomia e di sovranità tale da impedire a Washington di dividere e imperare.

Così non ci sarebbe nulla di strano se Hamas fosse stata armata è spinta all’azione dagli americani dopo che è servita per tanto tempo  come innesco del caos e pretesto per fare i Israele uno stato sotto assedio, mentre assedia Gaza.  Il fatto stesso che tutta l’informazione anglosassone sembri prendere di mira l’Iran come responsabile,  fa capire che tutto è stato pensato per isolare Teheran proprio nel momento in cui stava costruendo una complessa diplomazia nell’area.

Tuttavia questa “alleanza” mette in luce nuovi rapporti di potere e in generale quel declino occidentale che allo stesso tempo è causa delle guerre e causa delle sconfitte. L’operazione  di Hamas dissipa come un’illusione la presunta invincibilità di Israele così come in Ucraina si è dissolta quella della Nato.

Fino all’attacco furtivo di questo fine settimana, alcuni avevano continuato ad aggrapparsi all’affermazione che le  capacità tecnico-militari convenzionali e il massiccio aiuto da parte dell’America facevano di Israele l’egemone regionale, ma quella percezione era semplicemente rivolta al passato: in realtà Tel Aviv  ha dimostrato di essere totalmente impreparata a contrastare le tattiche di guerra ibrida di Hamas con fulminei assalti di squadra e attacchi di droni sia pure rudimentali.

Forse se i servizi militari  e  di intelligence israeliani   non fossero stati coinvolti nella disputa politica sulle riforme giudiziarie pianificate da Netanyahu, cosa che di per sé dimostra il declino dello Stato, esacerbata dall’ingerenza dell’amministrazione Biden  allora avrebbero potuto individuare in anticipo i piani di Hamas e quindi essere in grado di sventarli. E a questo si aggiunge l’assenza dei satelliti americani tutti concentrati sull’Ucraina.

E questo ci porta al secondo interesse di Washington in questo conflitto: quello di coprire il disastro della guerra ucraina creando un altro incendio e con esso il pretesto di dire che ora bisogna congelare la situazione ucraina, anche se fanno i  conti senza la Russa che continuerà a martellare fino a che non avrà raggiunto i suoi scopi. Ma ormai per i democratici e per Biden che sperava di essere rieletto per la vittoria del regime di Kiev o quanto meno per le speranza di vittoria, tutto sta crollando. Meglio  passare a qualche altra strage.

https://ilsimplicissimus2.com/   9/10/2023

 

 

 

 

Israele e la nascita di Hamas

……..

Concludiamo con un articolo di The Intercept che ci hanno segnalato e che riferisce di come prima il generale Yitzhak Segev, governatore militare israeliano a Gaza all’inizio degli anni ’80, poi Avner Cohen, ex funzionario israeliano per gli affari religiosi, abbiano raccontato a due media americani che la genesi di Hamas è stata favorita da Israele, che intendeva creare un antagonista religioso all’Olp di Arafat, allora partito riferimento laico di tutti i palestinesi (Segev ne parlò a David K. Shipler, giornalista e premio Pulitzer del New York Times e Cohen al Wall Street Journal).

Per Hamas si è ripetuto l’errore fatto con al Qaeda in Afghanistan, con la creatura che sfugge di mano chi l’ha creata. Ma le contraddizioni, anche le più stridenti, in Medio oriente appartengono alla normalità. E tali contraddizioni ora rischiano di inghiottire il mondo intero se il conflitto attuale non rimarrà, per quanto possibile, limitato.

Intanto si registra la confusione in cui versa l’amministrazione Biden. Concentrata nel conflitto aperto con la Russia e in quello di attrito con la Cina, vede la sua politica andare in mille pezzi ed è costretta a centrarsi nuovamente sul Medio oriente, che in precedenza aveva abbandonato.

Di questa confusione fa fede il messaggio del Capo di Dipartimento di Stato Anthony Blinken, che in un primo momento aveva postato un messaggio su X (twitter) invitando le parti a un cessate il fuoco, messaggio poi cancellato come fosse il post di un liceale. Scarsa lucidità, non aiuta a uscire dal tunnel buio nel quale il mondo è precipitato lo scorso sabato (buio, va ricordato, nel quale il popolo palestinese è costretto da oltre settant’anni).

P.S. Haaretz ha pubblicato ieri, 9 ottobre, un tweet che recita ‘ Chiunque voglia contrastare la creazione di uno Stato palestinese deve sostenere il rafforzamento di Hamas e il trasferimento di denaro a Hamas”, ha detto Netanyahu ai membri della Knesset del suo partito Likud nel marzo 2019. “Questo fa parte della nostra strategia” .

 


https://www.lantidiplomatico.it/   11/10/2023

 

 

 

I tre punti di vista italiani-”Intifada fino alla vittoria”, “Israele siamo noi”"Fermiamo la violenza, riprendiamo in mano la Pace”

Si sono ormai delineati tre fronti in Italia verso la guerra Palestina-Israele

Il primo è “Intifada fino alla vittoria”, lo slogan della manifestazione di oggi a Milano dei giovani palestinesi.

Non è una guerra Terroristi Hamas contro Israele, ma è la ribellione palestinese e quindi va sostenuta

Il secondo è sintetizzato dall’ appello del Foglio, Israele siamo noi, firmato dai politici di destra e da Calenda, Renzi e destra PD

Sostegno pieno e acritico ad israele, quindi alla sua attuale risposta militare che possiamo prevedere molto cattiva sicuramente, non sappiamo quanto efficiente vista la crisi attuale del governo israeliano, inviso a metà paese.

Il terzo fronte è rappresentato dall’ appello

Israele-Palestina: fermiano la violenza, riprendiamo in mano la pace.

Della rete pace Disarmo, CGIL, che sembra sostenuto anche dalla Schlein

Vedremo quanto riusciranno a muovere le tre tendenze, per ora molto sostenuta la prima, con una ossatura di attivisti già presenti in Italia, e con le comunità palestinesi e islamiche.

La seconda molto istituzionale, governo, filoNATO di tutti gli orientamenti i media della destrea con Repubblica e Corriere, per una volta,

La terza sostenuta pa parte del Pd e dei 5stelle, dalla sinistra delle associazioni, dai quotidiani il manifesto e ilFattoquotidiano

https://forum.comedonchisciotte.org/  10/10/2023

 

 

 

ANNO IV DEL REGIME SANITARIO- ECOLOGICO- DIGITALE

 

 

 

IMPORTANTE!!

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Vedere con attenzione il docufilm “Invisibili” sui DANNI DELLO PSEUDO-VACCINO:  QUI

Per altre testimonianze di danni dello pseudo-vaccino LEGGERE   QUI

707 studi scientifici sui danni del vaccino   LEGGERE  QUI

 

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Vedete il nostro video  ” Il dovere della Memoria“:  QUI

 

 

Alcuni ultimi articoli che vi raccomandiamo di leggere e rileggere:

Pericolo vaccino  (49). 912 studi: a chi li inoltriamo?

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (39). Ciò che non vogliamo sentire.

Un Nobel di morte.

GLR-NOTIZIE 120 - 1/10/2023. Una firma per salvare Costituzione e libertà.

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione  (38).  Un discorso dalla Moldavia.

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Verso la dittatura ecologica-green (5). Una scienza di bugie.

GLR-CONSIDERAZIONI  53. Vogliono toglierci dai piedi.

Pericolo vaccino  (47). “Continuiamo così, facciamoci del male”

Un giornalismo servilmente servile.

Libri Necessari  (1).  Tra resilienza, guerra e vaccini pericolosi.

Verso la dittatura digitale (23). Smart city: una città per schiavi e per ricchi.

GLR-NOTIZIE-FLASH  62 -  31/8/2023. Non ci cascate!!

Verso la dittatura digitale (22). Massacro a scuola.

GLR-NOTIZIE  119 - 25/8/2023. Censura!

Biocrazia!

Un mostro che  possiede il mondo e il nostro futuro.

Chi comanda nel mondo.



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