Giornalisti servili. Medici servili. Scienziati servili. Intellettuali servili. Professori servili. Genitori servili. Artisti servili. Politici ed amministratori servili. Preti di qualsiasi religione servili. Istituzioni europee e mondiali servili. E, soprattutto, masse asservite alla religione del servilismo ( leggi QUI e QUI)).
Il trionfo del servilismo, della sottomissione, della cortigianeria, della soggezione: questo, se non ve ne siete accorti, è lo squallido panorama al tempo del Grande Reset, del progetto criminale globale gestito dall’aristocrazia finanziaria-usuraia per giungere alla propria governance mondiale e alla nostra “normalizzazione”, cioè al nostro totale asservimento alle tragiche paranoie dell’èlite multi-miliardaria ( leggi QUI e QUI).
In questo progetto già da tre anni un ruolo chiave ce l’hanno i giornalisti di stampa e televisione, ce l’ha il mainstream imposto dall’èlite ad editori e direttori, dipendenti dai loro soldi, e quindi, a cascata, ai vari giornalisti, mezzibusti, scribacchini dipendenti dagli stipendi. Quindi asserviti alla propaganda che devono propagare con titoloni ad effetto terrorizzante ( per la salute, per il clima, per la guerra, per l’economia e così via: leggi QUI), con articoli o servizi televisivi allineati, uniformati, conformati, disciplinati, obbedienti ai desiderata dell’èlite: d’altra parte i soldi sono suoi, sempre suoi, soltanto suoi. E i soldi fanno la verità, tutta la verità, soltanto la verità che deve essere propagandata.
Con conseguente censura, allontanamento, emarginazione, esilio, maledizione, scomunica di “strani” giornalisti che ancora volevano e vogliono cercare la Verità e non accettare la verità dell’èlite. “Strani” giornalisti che ancora credono che il giornalismo deve essere “il cane da guardia” del potere e non il cane a cuccia. “Strani” giornalisti come quei “strani” medici che si sono ricordati di aver fatto il giuramento d’Ippocrate e non il giuramento d’èlite e quindi anch’essi allontanati, emarginati, sospesi, esecrati ed esposti al pubblico ludibrio.
Finchè ci saranno giornalisti “strani” e medici “strani”, insieme a gente comune “strana” non orribilmente resiliente e con un po’ di vergogna ( leggi QUI), forse ci può essere un pizzico di speranza. Un pizzico, uno scampolo, un frammento di speranza che l’èlite, un giorno, sprofondi dove deve sprofondare… con tutta la sua accozzaglia di servi asserviti, servilmente servili. (GLR)
Giornalismo e propaganda
Intervista con Claudio Gallo, giornalista
Oggi come non mai si presenta la necessità di affrontare il tema caldo del giornalismo, del ruolo che i media sarebbero deontologicamente chiamati a svolgere e della funzione diametralmente opposta che esercitano in pratica.
Con tutte le relative implicazioni in termini di manipolazione della realtà, condizionamento dell’opinione pubblica e alienazione della stessa dalla realtà che la criconda.
Lo abbiamo fatto assieme a Claudio Gallo, giornalista, ex responsabile della sezione esteri del quotidiano «La Stampa» con all’attivo collaborazioni con «Asia Times», «al-Jazeera», «Russia Today» e «Strategic Culture Foundation». È inoltre coautore del volume collettaneo Ucraina. La storia in pericolo, edito da La Vela nel maggio 2022.
Il Contesto, 8/9/2023
Ascolta e vedi QUI
I media e la menzogna senza verità
Ci sono diverse specie di menzogna. La forma più comune è quella di chi, pur sapendo o credendo di sapere come stanno le cose, per qualche ragione dice consapevolmente il contrario o comunque nega anche solo parzialmente ciò che sa essere vero.
È quanto avviene nella falsa testimonianza, che per questo è punita come un crimine, ma anche più innocentemente ogni volta che dobbiamo giustificarci di un comportamento che ci viene rimproverato.
La menzogna con cui abbiamo a che fare da quasi tre anni non ha questa forma. È, piuttosto, la menzogna di chi ha smarrito il discrimine fra le parole e le cose, fra le notizie e i fatti e quindi non può più sapere se sta mentendo, perché per lui è venuto meno ogni possibile criterio di verità.
Quello che dicono i media non è vero perché corrisponde alla realtà, ma perché il loro discorso si è sostituito alla realtà.
La corrispondenza fra il linguaggio e il mondo, su cui un tempo si fondava la verità, non è semplicemente più possibile, perché i due sono diventati uno, il linguaggio è il mondo, la notizia è la realtà.
Solo questo può spiegare perché la menzogna non abbia bisogno di rendersi verosimile e non nasconde in alcun modo quello che a chi ancora aderisce all’antico regime di verità appare come evidente falsità.
Così durante la pandemia i media e gli organi ufficiali non hanno mai negato che i dati sulla mortalità che dichiaravano si riferivano a chi fosse morto risultando positivo, indipendentemente dalla causa effettiva della morte.
Malgrado questo, essi, pur essendo evidentemente falsi, sono stati accettati come veri.
Allo stesso modo, oggi nessuno nega che la Russia abbia conquistato e annesso il venti per cento del territorio ucraino, senza il quale l’economia ucraina non è in grado di sopravvivere; e tuttavia le notizie non fanno che parlare della vittoria di Zelensky e della ormai immancabile sconfitta di Putin (nelle notizie, la guerra è fra due persone e non fra due eserciti).
Il problema è a questo punto quanto può durare una menzogna di questo tipo. È probabile che prima o poi la si lascerà semplicemente cadere, per sostituirla immediatamente con una nuova menzogna, e così via – ma non all’infinito, perché la realtà che non si è più voluto vedere si presenterà alla fine a esigere le sue ragioni, anche se al prezzo di catastrofi e sciagure non indifferenti, che sarà difficile se non impossibile evitare.
Giorgio Agamben, filosofo https://www.quodlibet.it/ 3/7/2023
Filosofo italiano di fama mondiale. Ha scritto opere che spaziano dall’estetica alla filosofia politica, dalla linguistica alla storia dei concetti, proponendo interpretazioni originali di categorie come forma di vita, homo sacer, stato di eccezione e biopolitica. Già dal 2020 ha preso posizione contro la strategia del Grande Reset.
ANNO IV DEL REGIME SANITARIO- ECOLOGICO- DIGITALE
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Un mostro che possiede il mondo e il nostro futuro.