Pensieri Urgenti
Tra i doveri essenziali dell’uomo Kant pone quello dell’orgoglio, della Fierezza morale. Egli dice: “Non farti servo di nessuno”! E questo vuol dire: “Non subordinare la tua coscienza ai timori e alla speranza della vita inferiore: non avvilire la tua personalità piegandola servilmente dinnanzi ad altri uomini”! Soltanto chi sente in sé l’esigenza di questa dignità morale, di questa fierezza inflessibile, è un uomo nel vero senso della parola: il resto è gregge nato per servire.
Piero Martinetti (1872- 1943), filosofo, 1926 Leggi il resto di questo articolo »
Accade talvolta di restare vivi perché qualcuno, in nome di quei princìpi, muore, per difendere chi è minacciato… la vita è certo un valore, ma non è detto sia il valore supremo; gli antichi ammonivano a non perdere, per amore della vita, per sopravvivere a ogni costo, le sue ragioni e il suo significato…. Chi vuol salvare la propria vita la perderà e chi è disposto a perderla la salverà, sta scritto nel Vangelo, testo non certo incline alle trombonate.
Claudio Magris (1939), da Livelli di guardia. Note civili (2006- 2011)
vedi: Pensiero Urgente n.257)
(Armonia) del pensare col sentire e col fare, e del sentire e fare col pensare, sicché nulla vi sia che, pensato, non diventi principio d’azione o non modifichi in qualche misura l’azione, Leggi il resto di questo articolo »
Italia, paese di porci e di mascalzoni.
Il paese delle mistificazioni alimentari, della fede utilitaria (l’attesa del miracolo a tutti i livelli) della mancanza di senso civico (le città distrutte, la speculazione edilizia portata al limite) della protesta teppistica, un paese di ladri e di bagnini (che aspettano l’estate) un paese che vive per le lotterie e il giuoco del calcio, per le canzoni e per le ferie pagate.
Un paese che conserva tutti i suoi escrementi.
Ennio Flaiano (1910- 1972), in Diario degli errori, 1969 Leggi il resto di questo articolo »
Gli esseri umani si dividono in due categorie: gli egoisti, che nulla mai sacrificano per il bene comune, e i veri patrioti, che a pro degli altri volontariamente sacrificano ciò che hanno di più caro. Questi sono sempre misconosciuti, insultati e infangati, mentre i primi governano il mondo.
Giuseppe Garibaldi
dalla lettera del 1860 ad Augusto Vecchi ( 1814- 1869), scrittore e patriota
vedi: Contro i nazionalisti torniamo patrioti
Pure a sinistra serve l'amor di patria
Il maestro non deve insegnare ciò che al governo piace che sia la verità, ma ciò che egli nella sua coscienza crede che sia la verità. Se la scuola vuole davvero preparare spiriti liberi, è necessario che sia fatta da uomini pienamente liberi. Non possiamo ad un maestro schiavo affidare l’ufficio di educare alla libertà i futuri cittadini. Leggi il resto di questo articolo »
La società moderna si concede il lusso di tollerare che tutti dicano ciò che vogliono perché oggi, di fondo, tutti pensano allo stesso modo.
Al volgo non interessa essere libero, ma credersi tale.
L’idea del “libero sviluppo della personalità” sembra degna di ammirazione finché non incappa in individui la cui personalità si è sviluppata liberamente.
Oggi a partecipare si finisce per essere complici.
Nicolas Gomez Davila (1913- 1994), filosofo e scrittore colombiano, da “In margine ad un texto esplicito“, 1986
vedi: Pensiero Urgente n.190)
L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: «contaminazioni» tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di «raptus»: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.
Pier Paolo Pasolini, da Lettere luterane.
Il mio pessimismo mi spinge a vedere un futuro nero, intollerabile a uno sguardo umanistico, dominato da un neo-imperialismo dalle forme in realtà imprevedibili.
Pier Paolo Pasolini, in Vie Nuove, 15/10/1964
vedi: La vergogna sul molo di Lampedusa
Da Salvini equiparazioni perniciose
Pensiero Urgente n.258) "L'Italia è un paese che...".
Tavecchio deve restare: è il presidente che ci meritiamo
Sono convinto che ormai, in giro per il mondo, fra la gente piu’ diversa, sta crescendo una nuova coscienza di che cosa e’ sbagliato e di che cosa va fatto. Questa nuova coscienza, a mio parere, e’ il grande bene del nostro tempo. Leggi il resto di questo articolo »
I
Siamo gli uomini vuoti
Siamo gli uomini impagliati
Che appoggiano l’un l’altro
La testa piena di paglia. Ahimè!
Le nostre voci secche, quando noi
Insieme mormoriamo
Sono quiete e senza senso
Come vento nell’erba rinsecchita
O come zampe di topo sopra vetri infranti
Nella nostra arida cantina Leggi il resto di questo articolo »
Un tempo non era permesso a nessuno di pensare liberamente. Ora sarebbe permesso, ma nessuno ne è più capace. Ora la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. E questo lo considera libertà.
Oswald Spengler (1880- 1936), filosofo e storico tedesco, da ” Il tramonto dell’Occidente” (1923)
vedi: La lunga marcia all'indietro del sovranismo
I bulli a scuola e l’occidente
Ma cos’è dunque il senso vero dell’onore? L’onore è innanzitutto un rifiuto, un rifiuto di scendere a patti con ciò che è brutto, basso, volgare, interessato, non gratuito; un rifiuto di inchinarsi dinanzi alla forza in quanto tale; dinanzi alla pace in quanto tale; dinanzi alla fortuna in quanto tale. Leggi il resto di questo articolo »
Applicare l’idea di democrazia in modo meramente formalistico, acccettare la volontà della maggioranza di per sé, senza riflettere sul contenuto delle decisioni democratiche, può portare a una completa distorsione della democrazia stessa e, in ultima istanza, alla sua fine. Leggi il resto di questo articolo »
IL PROGRESSO
C’erano schiavi un tempo
Oggetti di carne
Animali con due piedi
che nascevano e morivano
servendo bestie con due piedi Leggi il resto di questo articolo »
È davvero meravigliosa la lotta che l’umanità combatte da tempo immemorabile; lotta incessante, con cui essa tenta di strappare e lacerare tutti i vincoli che la libidine di dominio di un solo, di una classe, o anche di un intero popolo, tentano di imporle. È questa una epopea che ha avuto innumerevoli eroi ed è stata scritta dagli storici di tutto il mondo. L’uomo, che ad un certo tempo si sente forte, con la coscienza della propria responsabilità e del proprio valore, non vuole che alcun altro gli imponga la sua volontà e pretenda di controllare le sue azioni e il suo pensiero. Leggi il resto di questo articolo »
Non dipende dalle leggi rianimare le fedi che si estinguono; ma dipende dalle leggi interessare gli uomini al destino del loro paese. Dipende dalle leggi risvegliare e dirigere quel vago istinto di patria che non abbandona mai il cuore dell’uomo e, legandolo ai pensieri, alle passioni, alle abitudini di ogni giorno, farne un sentimento ragionevole e duraturo. E non si dica che è troppo tardi per tentarlo; le nazioni non invecchiano allo stesso modo degli uomini. Ogni generazione, che si forma nel loro seno, è come un popolo nuovo che viene a offrirsi alle cure del legislatore.
Alexis de Tocqueville (1805- 1859), filosofo e politico francese, in La democrazia in America
vedi: Pensiero Urgente n. 29)
Pure a sinistra serve l'amor di patria
[…] Quando un filosofo si rivolge a un sovrano, a un tiranno, e gli dice che la sua tirannide è pericolosa e spiacevole, perché la tirannide è incompatibile con la giustizia, in quel caso il filosofo dice la verità, crede di stare dicendo la verità, e ancor più, corre un rischio (giacché il tiranno può adirarsi, può punirlo, può esiliarlo, può ucciderlo). Fu questa esattamente la situazione in cui si trovò Platone con Dionigi di Siracusa – sulla quale ci sono interessantissimi riferimenti nella Lettera settima di Platone, e anche nella Vita di Dionigi di Plutarco. Quindi, come vedete, il parresiastes* è qualcuno che corre un rischio. Leggi il resto di questo articolo »
Questa è la vita italiana sotto il fascismo: la cancrena si estende. La tragedia generale dell’Italia è proprio questa generale putrefazione morale, questa indifferenza, questa unica vigliaccheria che va diventando un sistema. Mentre a Praga si fucilano gli studenti che difendono la libertà della loro patria, gli studenti italiani non hanno un moto di sdegno, un i battito di sensibilità. Leggi il resto di questo articolo »
… “Non è già un teorema di economia politica o una tesi filosofica, quale che ne sia in definitiva l’efficacia chiarificatrice, ciò che spinge gli uomini a combattere, a sacrificarsi e, se è necessario, a morire per un ideale, ma un impulso morale. Leggi il resto di questo articolo »
In questa società comanda soprattutto chi ha la possibilità di convincere. Convincere a fare le cose: acquistare un’auto invece di un’altra, un vestito, un cibo, un profumo, fumare o non fumare, votare per un partito, comperare e leggere quei libri. Comanda soprattutto chi ha la capacita’ di convincere le persone ad avere quei tali pensieri sul mondo e quelle tali idee sulla vita. Leggi il resto di questo articolo »
Non temo e non spero nulla. So soltanto che ciascuno di noi deve fare ogni giorno, sino all’ultimo, il suo dovere… Bisogna saper lavorare con umiltà, senza ostentazione, magari anche in attività oscure… Leggi il resto di questo articolo »
Continueremo dunque a cercare la salvezza nel mutare gli ordinamenti costituzionali, mentre la radice del male è altrove: l’ignoranza politica della classe dirigente italiana, intendendo per classe dirigente i giornalisti, gli alti funzionari civili e militari, i candidati alla Camera, gli eletti, i senatori, gli organizzatori, le persone influenti. Questo è lo spaventoso malanno dell’Italia. E non si rimedia cambiando la legge elettorale!
… Un democratico può essere un conservatore in un Paese formato di istituzioni democratiche, contro l’opera di partiti che vogliono modificare quelle istituzioni in senso antidemocratico.
Gaetano Salvemini (1873- 1957), lettera a Giuseppe Donati, 22 novembre 1922
Articoli che vi raccomandiamo di leggere:
Pensiero Urgente n.217) "Resistenza e desistenza"
Non disperdiamo il patrimonio del No
Abbiamo perso l’arte di dire “no”. No alla brutalità della politica, no alla follia delle ingiustizie economiche che ci circondano, no all’invasione della burocrazia nella nostra vita quotidiana. No all’idea che si possano accettare come normali le guerre, la fame, la schiavitù infantile. C’è un bisogno enorme di tornare a pronunciare quella parola. E invece ne siamo incapaci. Leggi il resto di questo articolo »
Seneca saluta il suo Lucilio
Ti mando la lettera che ho scritto a Marullo: ha perso un figlio ancora piccolo e, dicono, si comporta da debole: in essa non ho fatto come si fa di solito e non ho ritenuto di doverlo trattare con dolcezza: merita rimproveri più che conforto. Per un po’ bisogna essere accomodanti con chi è afflitto e mal sopporta una grave ferita: si sazi o almeno sfoghi il primo impeto di cordoglio: ma se uno sceglie di piangere deve essere rimproverato subito e imparare che anche le lacrime sono a un certo modo sconvenienti. Leggi il resto di questo articolo »
La crisi crea situazioni immediate pericolose, perché i diversi strati della popolazione non possiedono la stessa capacità di orientarsi rapidamente e di riorganizzarsi con lo stesso ritmo. La classe tradizionale dirigente, che ha un numeroso personale addestrato, muta uomini e programmi e riassorbe il controllo che le andava sfuggendo con una celerità maggiore di quanto avvenga nelle classi subalterne; fa magari dei sacrifizi, si espone a un avvenire oscuro con promesse demagogiche, ma mantiene il potere, lo rafforza per il momento e se ne serve per schiacciare l’avversario e disperderne il personale di direzione, che non può essere molto numeroso e molto addestrato.
Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere, Quad.13
vedi: Pensiero Urgente n°135)
In realtà, il mondo non migliora mai. L’idea del miglioramento del mondo è una di quelle idee-alibi con cui si consolano le coscienze infelici o le coscienze ottuse (includo in questa classificazione anche i comunisti quando parlano di «speranza»). Dunque, uno dei modi per essere utili al mondo è dire chiaro e tondo che il mondo non migliorerà mai, e che i suoi miglioramenti sono metastorici, avvengono nel momento in cui qualcuno afferma una cosa reale o compie un atto di coraggio intellettuale o civile. Solo una somma (impossibile) di tali parole o tali atti effettuerebbe un miglioramento concreto del mondo. E sarebbe il paradiso e la morte. Leggi il resto di questo articolo »
… Lei sa che l’Italia vive a vari livelli economici, culturali, storici. Questa varietà di livelli si infrange negli individui, facendone dei casi sempre un po’ impalpabili, sfuggenti, difficilmente definibili. D’altra parte ciò non li preserva dallo “standard”, dal conformismo, che uguaglia e … livella. Leggi il resto di questo articolo »
La degenerazione della democrazia mercantile provoca necessariamente la corruzione dell*istituzione. La missione ufficiale del sistema educativo è quella di fabbricare ingranaggi ben oliati per una megamacchina folle. Senza parlare delle business school. In esse si insegna che l’avidità è cosa buona e i giovani vengono formati per diventare dei killer. Leggi il resto di questo articolo »
Si deve dunque ritenere che esistano sei forme di governo, cioè le tre che tutti ammettono, e che abbiamo elencato [monarchia, aristocrazia, democrazia ], e tre simili a queste, cioè la tirannide, l’oligarchia, l’oclocrazia. In modo spontaneo e naturale sorge prima di ogni altra forma la monarchia, dalla quale deriva poi, in seguito a opportune correzioni e cambiamenti, il regno. Quando questo incorre nei difetti connaturati a sé e diventa tirannide, viene abolito e al suo posto subentra l’aristocrazia. Quando, in base a un processo naturale, essa degenera in oligarchia e il popolo, indignato, punisce l’ingiustizia di chi comanda, sorge la democrazia. Quando questa a sua volta diventa colpevole di illegalità e violenze, con il trascorrere del tempo si forma l’oclocrazia*.
Polibio (200- 118 a.C.) storico greco, da Storie VI,4,6-10
* populismo demagogico
vedi: Potere concentrato e potere diffuso
Un posto al volante solo per chi vota Sì
La parabola della democrazia dei partiti
Ma i muri maestri ci sono: e sono muri che reggeranno perché il popolo italiano li ha cementati colle sue lacrime e col suo sangue. È vero che una Costituzione non basta da sé sola a difendere la libertà e a dare impulso al progresso sociale, se non è animata dalla coscienza politica e dalla volontà del popolo; ma è anche vero che le norme di una Costituzione democratica come è quella della Repubblica italiana possono avere un’efficacia educativa e quasi si direbbe pedagogica, che può servire di stimolo e di guida alle forze politiche. Sotto questo aspetto possono considerarsi con fiducia anche quelle disposizioni della Costituzione che hanno, come si è detto, carattere puramente tendenziale: se il popolo italiano saprà servirsene, questa sarà una Costituzione dinamica che potrà condurlo senza bruschi trapassi, per le vie della legalità, verso quella società più giusta che molte di queste disposizioni lasciano sperare: una Costituzione che, se il popolo saprà civilmente volere, potrà accompagnarlo, senza rinunciare alla libertà, verso la giustizia sociale.
Piero Calamandrei, in Introduzione storica alla Costituente, 1950
vedi: Il senso di Calamandrei per la religione civile
L’insegnamento civile di Calamandrei, ancora così attuale
Quelle passioni meschine che avvelenano la politica
La dissoluzione dell’ordine socio-politico che ha permesso alle bio-tecno-scienze di assumere la loro ben nota e sinistra tendenza genocida, ha cancellato alcuni pericoli dall’ordine del giorno, o almeno ha reso improbabile la loro replica nell’epoca della postmodernità. Ma i nuovi tempi e i nuovi assetti socio-politici, hanno procurato nuovi rischi -per ora solo intuiti e inesplorati… Leggi il resto di questo articolo »
Che differenza c’è fra l’innocenza di un bambino morto nel World Trade Center e quella di uno morto sotto le nostre bombe a Kabul? La verità è che quelli di New York sono i «nostri» bambini, quelli di Kabul invece, come gli altri 100.000 bambini afghani che, secondo l’UNICEF, moriranno quest’inverno se non arrivano subito dei rifornimenti, sono i bambini «loro». E quei bambini loro non ci interessano più.
Tiziano Terzani (1938- 2004), scrittore e giornalista
Articoli che vi raccomandiamo di leggere:
Le macerie siriane e i nostri tweet ipocriti
In questi tempi difficili è opportuno concedere il nostro disprezzo con parsimonia, tanto numerosi sono i bisognosi.
François-René de Chateaubriand (1768- 1848), scrittore e politico francese, da Memorie d’oltretomba Leggi il resto di questo articolo »
La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Paolo Borsellino, magistrato ( dal discorso commemorativo dell’amico Giovanni Falcone, Palermo 25 giugno 1992) Leggi il resto di questo articolo »
Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.
Alda Merini ( 1931- 2009), poetessa
Persino nella peggiore delle ipotesi, nel caso della disfatta totale, rimane una differenza abissale, come quella tra il giorno e la notte. Una strada sale verso i regni dei grandi sentimenti, verso chi sacrifica la propria vita per una nobile causa, verso il destino di cade con le armi in pugno; l’altra scende invece verso le basse regioni dei campi di schiavitù e dei mattatoi, dove esseri primitivi hanno stretto con la tecnica un patto omicida. Qui non si parla più di destini, qui ciascuno è solamente un numero. Se avere ancora un proprio destino o essere considerato un numero: è questa la decisione che oggi sta di fronte a tutti, ma che ciascuno deve prendere da solo.
Ernst Jünger (1885- 1998), scrittore e filosofo tedesco, dal Trattato del ribelle, 1951 Leggi il resto di questo articolo »
Il mondo ingiusto l’hanno da raddrizzare i poveri e lo raddrizzeranno solo quando l’avranno giudicato e condannato con mente aperta e sveglia come la può avere solo un povero che è stato a scuola. Leggi il resto di questo articolo »
Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza. Leggi il resto di questo articolo »
Fascismo e Resistenza non rappresentano solo due momenti storici, ma costituiscono due ‘antropologie’ radicalmente agli antipodi, divise da un’alterità incolmabile. Purtroppo, però, mentre l’antropologia fascista sembra parte integrante del corredo ‘genetico’ degli italiani, lo ‘spirito della Resistenza’ – che impone capacità critica, libertà di pensiero, autonomia – è stato un’anomalia per il nostro paese. Che non a caso, infatti, l’ha sostanzialmente lasciato cadere nell’oblio .
Franco Cordero (1928), giurista e scrittore.
vedi: Il compito degli uomini della Resistenza non è ancora finito