Il progetto criminale del Grande Reset per una “nuova normalità” e per il nostro addomesticamento sanitario e, poi, digitale marcia spedito. Noi italiani abbiamo pure un presidente del consiglio ben legato agli ambienti di Big Money, Big Pharma, Big Tech, Big Agricolture che sono nella stanza dei bottoni del Grande Reset ( vedi: Attenti ai draghi! ).
Il vaticano, la chiesa di francesco e lo stato d’israele intanto anticipano i nodi scorsoi, che ci attendono tutti secondo il programma del Grande Reset, con la corda-vaccino, scopo fondamentale per la modificazione del nostro DNA ( per chi ancora “vive tra le nuvole” invitiamo caldamente a leggere gli articoli a questo link: http://www.gruppolaico.it/category/rassegna-stampa/emergenza-rassegna-stampa/. Poi pensi ciò che vuole.
“Molti di noi si stanno chiedendo quando le cose ritorneranno alla normalità. La risposta in breve è: mai.” Così scrive il principale teorico del Grande Reset, Klaus Schwab nel suo libro Covid-19: the Great Reset, bibbia dei “resettatori”. In effetti una “normalità” tornerà: quella che loro stanno impostando con la loro tragica ingegneria sociale. E questi articoli che seguono ne sono un’ulteriore presentazione.
I principali complici di questo nodo scorsoio, che sta per arrivare anche tra noi italiani, oltre già tutto il resto, sono i covidioti. Accartocciati nella loro egoistica e cieca paura permettono tutto ai nuovi tiranni, come è sempre stato in ogni dittatura. La “Nuova Resistenza” alla “nuova normalità” deve essere prima di tutto verso di loro, chiunque essi siano per noi. (GLR)
O ti vaccini o ti licenzio: il Vaticano apre la strada
In Vaticano è stato emanato un decreto in materia di emergenza sanitaria che discrimina i lavoratori che non si vaccinano, con conseguenze che arrivano fino al licenziamento. Una decisione ingiustificabile dal punto di vista morale e giuridico, perché manca lo stato di necessità e non c’è certezza su efficacia e sicurezza dei vaccini. Una Nota vaticana successiva per smorzare le polemiche non cambia la sostanza del provvedimento.
Tira una brutta aria per i dipendenti del Vaticano. A causa della pandemia in corso, l’8 febbraio scorso il Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giuseppe Bertello, ha emanato un decreto in «materia di emergenza sanitaria pubblica».
Al comma due dell’art. 6 di questo decreto, articolo relativo ai rapporti di lavoro, si dichiara che il «lavoratore che senza comprovate ragioni di salute rifiuti» di sottoporsi agli accertamenti sanitari preventivi e alla vaccinazione potrà andare incontro, come prevede l’art. 6 del Rescritto “Ex Audientia Ss.Mi” del 2011 a cui rinvia lo stesso decreto, a «conseguenze di diverso grado che possono giungere fino alla interruzione del rapporto di lavoro. Per i candidati all’assunzione, ciò equivale alla rinuncia alla costituzione del rapporto di lavoro».
In breve il dipendente vaticano che non vuole vaccinarsi può rischiare il licenziamento e, per chi vuole lavorare in Vaticano, condizione necessaria per farsi assumere è quella di essere disposti a farsi vaccinare.
- È condivisibile dal punto di vista morale e quindi giuridico questa misura così estrema? Come avevamo già avuto modo di spiegare, la risposta è negativa. L’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione, minacciando il licenziamento, non è attualmente giustificabile sotto il profilo morale.
Questo essenzialmente per due motivazioni. La prima: manca lo stato di necessità. Il vaccino è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per combattere la pandemia? No. Tenuto conto del grado di efficacia delle stesse in rapporto ai vaccini, esistono anche le terapie, come ricorda all’art. 3 lo stesso decreto della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano. Appare quindi irragionevole costringere qualcuno a vaccinarsi, come se fosse l’unica scialuppa di salvataggio dentro cui rifugiarsi.
- Secondo motivo: siamo certi che i vaccini ora in commercio siano efficaci, cioè siano capaci di contrastare l’infezione e non provochino più danni che benefici? No, allo stato attuale manca questa certezza perché, come è noto, non si sono aspettati quei 2-5 anni per le opportune verifiche.
Dunque non abbiamo quel grado di certezza o probabilità che ci permette di affermare che il vaccino sia efficace, sia in termini di tutela dal Covid per sé e per gli altri sia in termini di effetti indesiderati sulla salute. Anche in questo caso appare irragionevole obbligare qualcuno a fare qualcosa quando questo qualcosa non è certo che sia sicuro ed utile.
In breve il decreto obbliga alla vaccinazione anche se mancano i criteri di necessità e di proporzione, criteri che il documento stesso, curioso a dirsi, ricorda al comma 3 dell’art. 1.
- Che vaccinarsi non fosse obbligatorio, per paradosso, lo aveva ricordato nel dicembre scorso la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) con la Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19: «appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria» (n. 5).
Gli estensori del decreto incriminato, di certo, si aggrapperebbero all’inciso «di norma», contenuto nella Nota, per legittimare l’obbligo di vaccinazione nei luoghi di lavoro, ossia affermerebbero che, come indicato dalla CDF, esisterebbero condizioni particolari, come quelle in cui versiamo noi oggi, che renderebbero moralmente lecito obbligare alla vaccinazione.
- Ma in realtà quel «di norma» rimanda alla presenza dei due criteri prima indicati e presenti nella stessa Nota della CDF. E dunque quando si potrebbe lecitamente obbligare una persona a vaccinarsi? Quando il vaccino fosse l’unica soluzione adottabile e certamente efficace. Nella generalità dei casi questi due criteri non sussistono congiuntamente e quindi «di norma» l’obbligo alla vaccinazione non scatta.
Sarà perciò la singola persona a valutare la propria condizione, supportata ovviamente dal consiglio di persone esperte, e così decidere se, nel suo caso, sia preferibile vaccinarsi o meno, come abbiamo già avuto modo di spiegare in un articolo precedente.
- Un’altra obiezione per difendere il contenuto del decreto su questo aspetto specifico potrebbe essere la seguente: le autorità del Vaticano non obbligano nessuno a vaccinarsi, solo indicano a quali conseguenze potrebbe andare incontro il dipendente che si rifiutasse di vaccinarsi. Spetta a lui la scelta.
Dunque, a seguire questa logica, il rapinatore che intimasse a Tizio: «O la borsa o la vita», non obbligherebbe Tizio a dargli il portafogli, ma solamente comunicherebbe a Tizio a quali conseguenze egli andrebbe incontro se si rifiutasse di consegnargli i suoi averi.
Vero è che, in senso stretto, la libertà di scelta sopravvive in capo al dipendente e in capo a Tizio, ma è una libertà fortemente coartata da – e qui sta il punto – una minaccia ingiusta. Bene in certi casi coartare la libertà altrui con una minaccia di un provvedimento giusto – se rubi sul posto di lavoro ti licenzio – male comprimere la capacità di scelta con una minaccia di un male ingiusto – se non ti vaccini ti licenzio.
- Il decreto, ovviamente, ha creato molto clamore dato che nell’immaginario collettivo il Magistero attuale insiste molto sulla misericordia e sulla cosiddetta inclusività. A fronte di questo clamore ieri pomeriggio il Governatorato ha diffuso una Nota esplicativa del decreto in cui teneva a precisare che la normativa del 2011 richiamata nel documento e che prevede anche il licenziamento è «uno strumento che in nessun caso ha natura sanzionatoria o punitiva, piuttosto destinato a consentire una risposta flessibile e proporzionata al bilanciamento tra la tutela sanitaria della collettività e la libertà di scelta individuale senza porre in essere alcuna forma repressiva nei confronti dei lavoratori».
- Concordiamo che il possibile licenziamento non abbia natura sanzionatoria, ma ciò che critichiamo è appunto l’asserita proporzionalità di questa misura: è eccessivo licenziare qualcuno se non vuole vaccinarsi proprio perché la vaccinazione non è l’unica soluzione, né la più sicura per affrontare la pandemia.
- Inoltre la Nota cerca di buttare acqua sul fuoco laddove afferma che «per colui che rifiuti la vaccinazione in assenza di motivi sanitari» si adotteranno misure che «consentano di trovare comunque soluzioni alternative per lo svolgimento del lavoro da parte dell’interessato». Ma nel decreto oltre a questa opzione, che vede il lavoratore conferito ad altre mansioni, è presente anche la misura del licenziamento, misura che invece non viene esplicitata nella Nota.
Tommaso Scandroglio in https://www.lanuovabq.it/ 19/ 2/ 2021
In rapporto con questi articoli sul vaticano leggete: Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (8). Ci vuole un fisico bestiale.. (GLR)
Vaxticano, obbligo vaccinale è senza basi scientifiche
La decisione vaticana di sanzionare i dipendenti che non si vaccineranno contro il Covid non ha alcuna giustificazione scientifica. Non è vero che il “non vaccinato” sia un problema per gli altri e che costituisca un rischio per la salute pubblica. Ecco perché…
In Vaticano la Misericordina è finita. O meglio: non è proprio contemplata nei protocolli sanitari del più piccolo Stato del mondo. Il Decreto del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Bertello, “in materia di emergenza sanitaria pubblica”, è estremamente chiaro. Il decreto riprende le misure applicate in gran parte degli Stati europei e in Italia riguardanti il distanziamento, l’uso di dispositivi di protezione, la limitazione alla circolazione. Le violazioni a tali disposizioni sono soggette a sanzioni. Tutto ciò è giustificato dallo stato di “emergenza sanitaria” in cui ci troviamo.
Per definire il concetto di “emergenza sanitaria”, il documento vaticano assume in toto la definizione che ne da l’Organizzazione Mondiale della Salute, che evidentemente dentro i Sacri Palazzi ha assunto valore magisteriale.
- Tra i comportamenti che il Vaticano ritiene essere in violazione alle norme di sanità pubblica, c’è anche il rifiuto a sottoporsi allla vaccinazione anti-Covid. Si diceva che la misericordia è finita, e lo si deduce dal fatto che il dipendente vaticano “reo” di tale colpa è soggetto a sanzioni economiche, e può arrivare addirittura ad essere licenziato (clicca qui).
- Ma dal punto di vista strettamente sanitario, tale decisione è giustificata? Vediamo cosa dice il documento firmato dal cardinale Bertello, che inizia con una visione d’insieme del problema dell’epidemia:“Fornire una risposta sanitaria, intraprendere le azioni immediatamente necessarie per rispondere alla pandemia, avendo in mente anche i suoi effetti sul lungo periodo, è importante perché possa avere luogo una guarigione globale e rigenerativa”.
- Una definizione, quest’ultima, decisamente roboante. Una “guarigione” totale? E addirittura “rigenerativa”? Una sorta di utopia della salute totale, con una remissione dalla malattia ma addirittura con una “rigenerazione” dell’umanità.
E tutto questo verrebbe a realizzarsi con un vaccino, in una sorta di grande salto transumanistico? In che modo? Non è dato di sapere. Non ci sono spiegazioni di tipo medico. Ci viene solo detto che occorre lavorare perché attraverso la vaccinazione globale questo prodigio possa accadere.
- Il documento poi dopo questo volo aulico riprende a volo radente, entrando nello specifico della necessità e obbligatorietà del vaccino: “Si ritiene sottoporsi alla vaccinazione la presa di una decisione responsabile, atteso che il rifiuto di un vaccino può costituire un rischio per gli altri e che tale rifiuto potrebbe aumentare i rischi per la salute pubblica”.
Una “decisione responsabile” che però è di fatto obbligata, coercitiva, pena sanzioni pecuniarie e perdita del lavoro.
- Ma dove il documento vaticano diventa del tutto opinabile da un punto di vista scientifico è la dove afferma che il rifiuto a sottoporvisi costituisce un rischio per altri. In che modo? Poniamo che un sacerdote di uno degli uffici di Curia, o un giornalista della Radio Vaticana non abbia fatto il vaccino, e si trovi a lavorare fianco a fianco con i colleghi vaccinati, può essere un pericolo per loro? La risposta è no. Se gli altri sono immunizzati nei confronti del Covid, non potranno assolutamente ammalarsi per colpa del collega non vaccinato.
- E che dire dell’affermazione successiva, che i non vaccinati “potrebbero aumentare i rischi per la salute pubblica”? Questa è una demonizzazione del non vaccinato, visto come un untore, un potenziale nemico della collettività, cui ne consegue una discriminazione indebita.
Se si volesse essere coerenti con questa affermazione, occorrerebbe allontanare dalla vita pubblica tutti i portatori di HIV o di Epatite C, che rappresenterebbero un rischio per la salute pubblica.
Ma ovviamente un portatore sano o malato di queste patologie sa come comportarsi nei confronti del prossimo con cui si relaziona, e lo stesso farebbero i non vaccinati, anzitutto per tutelare anche se stessi.
- Se una persona non vaccinata (che tra l’altro potrebbe essere già immune per aver fatto la malattia) rispetta le norme igieniche di comportamento, non è una minaccia per nessuno. Infine, il documento di quello che potremmo definire ormai Vaxticano, sembra sposare fideisticamente e acriticamente le tesi che gli attuali vaccini funzionino, abbiano una protezione assoluta, portino addirittura alla rigenerazione.
Eppure le stesse aziende produttrici ammettono di non sapere quanto potrebbe durare l’effetto immunizzante del vaccino, e la Pfeizer nella scheda tecnica del suo mitico Comirnaty parla di 9-12 mesi garantiti, non di più. Per non parlare degli effetti collaterali dei vaccini.
- Tutto questo Oltretevere non sembra interessare. Il vaccino è un nuovo dogma di fede, un imperativo etico, un dovere del cittadino.
Anticipando tutti, la Santa Sede ha già predisposto anche il “tesserino digitale vaccinale”, senza il quale non si potrà lavorare, viaggiare, avere una vita sociale. Il Grande Fratello forse ha trovato casa all’ombra del Cupolone.
Paolo Gulisano in https://www.lanuovabq.it/ 19/2/2021
Confrontate l’articolo che segue con questo: Considerazioni al tempo del regime sanitario (11). Si sta facendo notte... (GLR)
LA TERZA FASE
Gli esperimenti umani sugli israeliani sono applicati con la forza – noi saremo i prossimi.
Di Jens Bernert
Alla 39a riunione del Corona-Ausschuss, il 12 febbraio 2021, i membri del comitato hanno ospitato il Dr. Angelo Giorgianni del gruppo di resistenza mondiale, Organizzazione Mondiale per la Vita. Giorgianni, italiano, è un giudice ed ex procuratore antimafia.
Nelle sue osservazioni, parla, tra le altre cose, di ciò che paesi come la Germania sembrano dover affrontare nella prossima fase degli avvenimenti di Coronavirus. Egli indica un paese occidentale industrializzato che è già nella prossima, terza fase: Israele. Paesi come la Germania o l’Italia, invece, sono solo nella seconda fase
Purtroppo, la situazione in Israele, per quanto riguarda le evoluzioni, offre uno scenario sconvolgente.
I contatti del dottor Giorgianni e dei membri della sua organizzazione nel paese riferiscono di violenze e molestie. Il governo ha stipulato contratti con aziende farmaceutiche per soddisfare le quote di copertura per le vaccinazioni regolarmente. Le persone diventano cavie e le corporazioni ricevono pure i loro dati personali.
Mentre scrivo queste righe, il video della riunione del Corona Ausschuss – intitolato “Sessione 39: I contesti globali e la stampa”: Russia, Svezia, Italia, ecc.”. – è stato rimosso da YouTube per una “violazione dei termini di utilizzo” – poche ore dopo la sua pubblicazione.
Fortunatamente, ho potuto trascrivere in anticipo la parte in cui il dottor Giorgianni parla della drammatica situazione in Israele e per coincidenza l’ho finita pochi minuti prima della censura di YouTube. La sessione ha visto la partecipazione di altri esperti oltre al dottor Giorgianni.
Ecco la trascrizione della traduzione del Dr. Renate Holzeisen:
“Tra Israele e le case farmaceutiche… Il dottor Giorgianni fa riferimento a informazioni provenienti direttamente da Israele – ha anche buoni contatti lì – in pratica il governo si è impegnato con le case farmaceutiche a consegnare periodicamente un certo numero di vaccinati e anche tutti i dati sugli effetti collaterali – cioè dati veramente dettagliati, dati personali sui vaccinati. (…) Questo crimine contro l’umanità viene definitivamente compiuto lì. (…) E questa è la prova che ci stanno usando come oggetto di un esperimento enorme, cioè mondiale. Così, alla fine, siamo noi i topi da laboratorio. (…) La popolazione mondiale è stata venduta alle aziende farmaceutiche come cavie da laboratorio. (…)
In Israele la propaganda di vaccinazione è ovunque, in maniera molto massiccia, certo ci sono ancora gruppi o una resistenza, una contro resistenza, ma si sono già create praticamente delle attività simili a quelle dei servizi segreti.
Ci sono persone che vanno di casa in casa. dove pensano che ci sia resistenza alla vaccinazione. E in pratica minacciano. (…) Così ora, in Israele, sono già nella fase di intimidire concretamente le persone che non vogliono essere vaccinate. (…) Nel nord di Israele, in una città, le persone che non sono vaccinate sono costrette a venire al lavoro con abiti da lavoro dello stesso colore. (…) E tutto sommato, il linguaggio è diventato enormemente aggressivo, e si parla solo di sradicare le resistenze alla vaccinazione. (…)
Le informazioni che ha il dottor Giorgianni sono di natura diretta, da persone, da israeliani, che appartengono alla sua organizzazione. Così gli avvocati, ma anche dal campo religioso e che sono oggetto di minacce, nel frattempo. E’ stato anche incendiato un edificio religioso di un rabbino. (…) Il rabbino Rafam Nomm (?) (…) appartiene all’Organizzazione Mondiale per la Vita, che è diretta dal dottor Giorgianni e che cerca ancora di resistere in Israele. Ma la situazione è molto, molto seria. (…)
Ed è lui, questo rabbino, che appartiene all’organizzazione (…) del dottor Giorgianni, che ha convinto anche gli altri rabbini a dichiarare che questo tipo di vaccino non è assolutamente ammissibile dal punto di vista religioso. (…)
Il dottor Giorgianni dice anche che sarebbe molto interessante ascoltare cosa ci dicono questi rabbini, perché così potremo sapere cos’è la terza fase e con cosa abbiamo a che fare”.
FONTE: https://www.rubikon.news/artikel/die-dritte-phase
Aggiornamento del 14 febbraio: il video della sessione è ora disponibile su Vimeo. La parte menzionata nel testo inizia alle 04:18:00 (scorrere la base temporale): https://vimeo.com/511097958
UNA TESTIMONIANZA
L’attivista e artista Dea (artista italo-israeliana conosciuta anche come Shazarahel), segnala il clima difficilissimo che si respira adesso in Israele, dove la criminalizzazione di chi rifiuta il vaccino anticovid ha raggiunto livelli impensabili.
“Pensano di costringere i non vaccinati a vestirsi in maniera tale da risultare riconoscibili. Non avrei mai creduto che proprio in Israele potessimo vivere alcune situazioni che ricordano il passato più cupo”
Vedi e ascolta: https://youtu.be/834hO49PCmo (video in inglese)
In https://www.nogeoingegneria.com/ 18/2/2021
ANNO II DEL REGIME SANITARIO
Oggi non aggiungiamo altro. Vi preghiamo di cliccare sui “tag” in fondo alla pagina per approfondire i vari temi proposti da questo articolo. Soprattutto il “tag” terrore sanitario.
In particolare v’invitiamo a leggere:
Pericolo vaccino (10). Il vaccino del Grande Reset.
Pericolo vaccino (8). Attenti al killer!
Consapevolezza e resistenza legale (10). Il prezzo della liberazione da questo regime sanitario.
Consapevolezza e resistenza legale (6). Dittatura si viene facendo.
Terrore sanitario (32). La tragedia della nuova "normalità".
Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (5). Ma cos'è?