Articoli marcati con tag ‘media’

L’esercito per le strade, per favore no

In Sicilia l’esercito è già arrivato. A Milano sta per arrivare. Altre Regioni lo chiedono e il governatore della Campania De Luca non ha timore a dire che “bisogna militarizzare tutto”. Non si riferiscono al supporto da dare ai medici e agli operatori sanitari nel gestire l’emergenza, né all’assistenza alle persone anziane o malate, o all’aiuto da dare, e che finora non è stato dato, a coloro che sono senza fissa dimora, italiani e soprattutto migranti, oggi i più esposti di tutti. No. Si riferiscono ai controlli, ai divieti, alle multe. Leggi il resto di questo articolo »

Intervista a Donatella Di Cesare

Per continuare a riflettere su quanto si sta verificando nel nostro Paese, e non solo, da quando si è iniziata a diffondere l’epidemia di SARS-CoV-2 abbiamo intervistato Donatella Di Cesare, docente di filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma e autrice di diversi saggi e scritti che hanno come affrontano il tema della logica immunitaria come protezione da ogni “minaccia esterna” (tra gli altri segnaliamo Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione, 2017 e Terrore e modernità, 2017). Leggi il resto di questo articolo »

Io abito a qualche decina di chilometri da Vo’ Euganeo. La località veneta dove si è rivelato il coronavirus. E ha colpito maggiormente. Una “zona rossa”, più che “arancione”. Anche se, qualche tempo fa, era definita con un colore diverso. “Bianca”. Politicamente: fedele alla Dc. Leggi il resto di questo articolo »

Oltre a essere una delle cosiddette passioni tristi, la paura è un’emozione istintiva molto importante per la sopravvivenza: è infatti ciò che ci spinge a metterci in salvo dai pericoli. Eppure, se questo discorso era fondamentale per l’uomo dell’antichità – che viveva a stretto contatto con la natura ed era costantemente esposto ai pericoli dell’ambiente che lo circondava – oggi si rivela sempre più essere un fattore di stress che impatta anche negativamente nella nostra salute mentale e fisica. Leggi il resto di questo articolo »

Stiamo vivendo una stagione di grandi proteste. Da Beirut a Parigi e da Santiago a Hong Kong, milioni di persone sono scese in piazza a manifestare. Si potrebbe quasi essere indotti a credere che tutti questi movimenti di protesta siano mossi dagli stessi motivi e che puntino agli stessi obiettivi. Leggi il resto di questo articolo »

Quello che sta succedendo all’informazione è molto strano: non è mai stata considerata così importante e al tempo stesso non è mai stata tanto disdegnata. Sospinta dalla rivoluzione digitale, l’informazione sarà sicuramente il principale motore del cambiamento nell’economia, nella politica e nella scienza del XXI secolo. Ma come abbiamo visto, sarà anche una pericolosa fonte di confusione, frammentazione sociale e conflitto. Leggi il resto di questo articolo »

Siamo di fronte a piccoli personaggi frutto della selezione a rovescio della classe politica, prodotta dalla caduta delle alternative vere, non ci sono più destra e sinistra; da sistemi elettorali maggioritari che trasformano le minoranze in grandi maggioranze vuote; e poi della selezione mediatica, di cui il social è oramai una variante. Leggi il resto di questo articolo »

“Tra i nostri ci sono ministri inadeguati, manca collegialità e comunicazione è da rivedere”

Il testo è stato consegnato in busta chiusa al capo politico in queste ore e tramite il capogruppo Patuanelli. L’assemblea ha votato a maggioranza su ogni singolo punto. All’interno, spiegano a ilfattoquotidiano.it, si passano in rassegna tutte le criticità emerse nell’ultimo anno, dalle difficoltà a comunicare con gli esponenti dell’esecutivo agli atti che arrivano in Aula blindati senza possibilità di discussione. Viene chiesto anche di rivedere il rapporto con i media, di ridiscutere il ruolo del capo politico e la poca trasparenza delle nomine pubbliche. Leggi il resto di questo articolo »

Europarlamento. Ci interrogheremo a lungo sui risultati ma pochissimo sull’ecosistema in cui sono maturati e su come chi si è recato al seggio ha fatto le sue scelte. L’essenza del digitale è decidere in un modo che in realtà ci offre un’unica alternativa.  L’uso della tecnologia digitale non è coerente con la complessità che ci circonda

E’ il paradosso delle elezioni. Come quelle europee appena svolte. Ci interrogheremo a lungo sui risultati e sugli effetti che avranno sulla nostra vita e su quella delle nostre comunità. E pochissimo in quale ecosistema è maturato il voto e sul come, chi si è recato al seggio, ha scelto questo o quel candidato, questa o quella lista. Leggi il resto di questo articolo »

Non solamente violazioni della privacy, ma anche danni alla salute. Mai come in questo momento il mondo digitale sembra essere messo sotto accusa. E si tratta di accuse pesanti, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze sulle future generazioni. A dirlo è Manfred Spitzer, direttore della Clinica psichiatrica e del Centro per le Neuroscienze e l’Apprendimento dell’Università di Ulm, già professore ad Harvard e autore di numerosi saggi che focalizzano diversi problemi legati all’utilizzo massiccio di digital media (Demenza digitale e Solitudine digitale, ed. Corbaccio, 2016).

La tesi è lapidaria: l’abuso dei nuovi strumenti rende «malati» e gli effetti creano conseguenze drammatiche, sia sulle capacità cognitive che sull’empatia necessaria per avere rapporti sociali fisiologici. Leggi il resto di questo articolo »

Confesso che dopo Macerata 1 (la scoperta dell’orrenda uccisione di Pamela), dopo Macerata 2 (la dettagliata accusa contro l’assassino nigeriano), dopo Macerata 3 (la sparatoria di un militante fascista contro tutti i neri della città), dopo Macerata 4 (il silenzio, in alcuni casi esplicitamente e autorevolmente richiesto, di tutti i gruppi politici), dopo Macerata 5 (la proibizione di dire l’indignazione per la tentata strage di nigeriani, dopo Macerata 6 (l’annuncio che l’assassino nigeriano contro cui si è mobilitato tutto il mondo civile italiano non è l’assassino) ho avuto la forte tentazione di recensire un libro che non c’è. Leggi il resto di questo articolo »

A giudicare dalla valanga di pubblicazioni sulla sua “crisi” la democrazia non sembra godere di buona salute, anche se non è facile misurare con oggettiva certezza il senso del suo stato di crisi, esso stesso una questione di opinione o “feeling”; e poi perché le forme di aperta critica all’establishment sono esse stesse segno di una società libera e ospitale al dissenso, e in questo solidamente democratica (in fondo, perché l’opposizione aspiri a diventare maggioranza deve sviluppare argomenti contro l’establishment).

Dunque, perché “crisi”? Quando si parla di “crisi” si parla in effetti di una crisi di funzionalità della rappresentanza nella forma attuale che è partitica: questo sembra essere l’oggetto vero di insoddisfazione. Di crisi della democrazia dei partiti ha senso parlare dunque, nonostante il fatto che il nuovo secolo si sia aperto con la certezza che questa forma di governo e di pratica politica sia comunque la piú elastica ad assorbire le trasformazioni sociali e tecnologiche; e nonostante il fatto che la democrazia costituzionale abbia vinto la competizione con tutti i sistemi politici che si sono succeduti a partire dal secolo delle rivoluzioni settecentesche. Leggi il resto di questo articolo »

«Noam Chomsky parla del suo ultimo libro e dei disastri causati dal neo-liberalismo e dal postmoderno “Gli intellettuali devono resistere contro le false realtà create dal potere”» (c.m.c)

Cinquant’anni fa, nel 1967 sulla New York Review of Books, l’allora non ancora trentanovenne Noam Chomsky, linguista geniale e innovativo (una decina di anni prima aveva cominciato a spiegare come la nostra capacità di generare frasi sia innata), pubblicava un lungo saggio sulla responsabilità degli intellettuali. Quel testo diceva, in fondo, una cosa semplice: occorre svelare le menzogne del potere e cercare di ristabilire la verità dei fatti. Era un potente manifesto che serviva alla mobilitazione della meglio gioventù d’America contro la guerra in Vietnam.

Nel frattempo, il professore, giunto all’età di ottantotto anni, è stato al centro di varie e frequenti controversie, fu più volte indicato come l’intellettuale più influente del mondo ( in genere il secondo classificato era il nostro Umberto Eco); e ora, tonico, lucido, con un eloquio difficile da interrompere concede questa intervista. Il pretesto è la pubblicazione, con Ponte alle Grazie, di un suo saggio Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano; ma poi si parla anche del ruolo appunto del pubblico intellettuale ai tempi della crisi della gerarchia del sapere, di Trump e delle fake news. Leggi il resto di questo articolo »

Oggi definiamo così le «bufale» del web

Che cos’è la verità?», chiede Pilato a Gesù mentre lo interroga. La verità è dunque questione religiosa? Anche. Emet è la parola ebraica che indica la verità. Alla lettera significa solido, sicuro, degno di fiducia. Indica una verità come quella religiosa: nel segno della fede. In greco antico la verità è indicata invece con il termine aletheia, una parola con una doppia negazione: ciò che è non nascosto. Cioè qualcosa che non è dato per sempre, ma che bisogna continuamente disvelare. Leggi il resto di questo articolo »

Riflettori puntati sull’affermazione di leader forti. Sostenuta senza mezzi termini da Grillo, è incarnata nell’attualità dal decisionista Trump e da Marine Le Pen, candidata-presidente a donna forte francese che sfida Europa e Nato. Secondo “La Politica” di Aristotele, che si può considerare un testo evangelico per le democrazie moderne, la debolezza delle classi medie è la causa dell’ascesa di capi demagoghi- tiranni al tempo, “uomini forti” oggi. Accade quando in un Paese i ricchi diventano sempre più ricchi e potenti e, al contempo, aumenta il disagio sociale tra la maggioranza della popolazione. Leggi il resto di questo articolo »

Dovremmo essere i soli a pagarne le conseguenze ma non sarà così. Ci aspettano anni di barbarie

Caro mondo, ti chiedo scusa. Mi dispiace per quello che è accaduto e per quello che sta per accadere. Non ti meriti la sfrenata barbarie degli anni a venire. Se qualcuno se la è meritata, siamo noi. Siamo stati noi a combinare questo pasticcio e dovremmo essere i soli a pagarne le conseguenze. Ma nella notte elettorale, insieme a tante altre cose, anche la parola «dovremmo» ha perso senso. Leggi il resto di questo articolo »

C’è un luogo comune sull’America che è rimbalzato nei media tradizionali e sui social media in queste settimane: a fronte dei colpi bassi tra i candidati e degli scandali, svelati o annunciati addirittura da agenzie pubbliche come l’Fbi, cadono i miti sull’America delle regole e della democrazia. Un luogo comune che non coglie nel segno perché non è una novità che la politica americana superi l’immaginazione quanto a spietata durezza. Leggi il resto di questo articolo »

In vista del quarantennale della sua morte violenta, lunedì prossimo, Pier Paolo Pasolini è stato tirato fuori dai cassetti con largo anticipo in una profluvie di iniziative: si sa come avviene ormai nei media, bisogna bruciare i concorrenti sullo scatto di memoria e così tutto avviene prima. Si è detto e scritto più dell’assassinio del poeta, che di lui e delle sue opere. Normale: il primo è ancora nebuloso, le seconde sono lì a disposizione in ogni momento, non è l’anniversario che le espone. Che omicidio è stato quello dell’Idroscalo? Una “semplice” faccenda da “marchettari”? Marchettari su commissione? Ed eventualmente “politica”? E da parte dei fascisti o del potere democristiano generico e specifico attaccato nei suoi scritti da Pier Paolo? Oppure (cfr. il suo amico pittore Zigaina) un “suicidio per delega” in un contesto paleocristiano della psiche di Pasolini? Leggi il resto di questo articolo »

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