GLR – CONSIDERAZIONI (41)
ANNO IV DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
Le altre “GRL-CONSIDERAZIONI ” le trovate QUI
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Considerate queste due date: 16 gennaio 2023, 24 gennaio 2023: la piovra in azione.
No, non la mafia propriamente detta ma una piovra ben più pericolosa, devastante, sconvolgente: la piovra del progetto criminale globale chiamato Grande Reset ( una mafia anch’esso, sia chiaro) gestito dall’èlite criminale dell’aristocrazia-finanziaria usuraia che detiene il vero potere globale su stati e governi attraverso le viscere mefitiche del deep state globale ( leggi QUI e ASSOLUTAMENTE QUI)
Considerate queste due date: 16 gennaio 2023, 24 gennaio 2023 e vedrete come procede spedita l’agenda 2030 (leggi QUI), il piano di attuazione del progetto di una governance mondiale, di un addomesticamento, asservimento, depauperamento dell’umanità e degli stati attraverso i tentacoli avvolgenti e soffocanti della piovra: propaganda mediatica e emergenze continue sanitarie, climatiche, ambientali, energetiche, belliche, economiche, digitali ( lo scopo finale). In continuo avvicendarsi, senza soluzione di continuità.
Considerate queste due date: 16 gennaio 2023, 24 gennaio 2023 che vedono i tentacoli della piovra ancora in azione attraverso il World Economic Forum ed un’europa soggetta in maniera rivoltante all’èlite dei miliardari e banchieri del Big Money, dell’aristocrazia finanziaria usuraia, il cuore pulsante della piovra.
Considerate queste due date: 16 gennaio 2023, 24 gennaio 2023 e vedrete una piovra che ci sta stringendo, soffocando, strizzando dal 2020 ( con l’iniziale emergenza sanitaria, leggi QUI, ed ora sempre più climatico-ambientale, leggi QUI) e che prosegue imperterrita ( come sarà con l’altro progetto diabolico chiamato Trattato Pandemico dell’OMS che dovrà essere approvato entro il 2024 e che vedrà, in questo gennaio 2023, riunioni preparative tra politici ed “esperti”: leggi assolutamente QUI).
Considerate, ora, il vostro, il nostro futuro alla luce di questi primi articoli che seguono oggi ( oltre a tutti quelli presenti QUI): vedete ancora un futuro dignitoso da uomini/donne liberi, vedete ancora un futuro in cui disporre di voi stessi, in cui sperare? Un futuro in cui siate voi ancora a gestire la propria vita, i propri corpi ( leggi QUI ) come se non fosse in azione una piovra nell’oscurità del nostro presente?
Consapevolezza dolorosa, quindi, e non illusione da resilienti stupidi: già in questo è l’inizio della nostra RESISTENZA. (GLR)
L’UNIONE EUROPEA ANDRÀ IN MASSA AL WORLD ECONOMIC FORUM. ASSENTE IL GOVERNO ITALIANO
Il prossimo 16 gennaio 2023 ( fino al 20 gennaio 2023, glr) prenderà il via il World Economic Forum. Quest’appuntamento annuale sta diventando come una sorta di rituale religioso a cui è invitata a partecipare l’elite politica ed economica del mondo occidentale e non solo.
L’agenda Davos di Schwab
Sulle Alpi al confine tra Svizzera e Lichtestein una cricca di multimiliardari insieme a un gruppo di politici scelti in base alla fiducia discuterà, come ogni anno, sul futuro dell’umanità: le restanti 8 miliardi di persone escluse dal circo di Davos. Come da tradizione l’officiante sarà l’ingegnere tedesco Klaus Schwab, il figlio di un ricco imprenditore svizzero che si è arricchito facendo affari con la Germania nazionalsocialista.
Dopo aver sponsorizzato la cosiddetta Quarta Rivoluzione industriale e il progetto di Grande Reset, Schwab intende continuare a portare avanti quella che viene ormai identificata come agenda Davos. Trasferimento dell’economia reale e delle relazioni sociali sul piano digitale, controllo delle persone attraverso l’utilizzo di strumenti come il green pass e costruzione di una governance mondiale.
Multinazionali e politici conniventi
Come può un anonimo ingegnere tedesco realizzare progetti così megalomani? Con l’aiuto di multinazionali interessate esclusivamente al profitto e di politici collusi, il tutto condito da un aperto disprezzo nei confronti del processo democratico.
“Il World Economic Forum convoca la sua 53a riunione annuale per riaffermare il valore e l’imperativo del dialogo e della cooperazione pubblico-privato, non solo per affrontare le attuali crisi a cascata ma, soprattutto, per guidare un cambiamento tangibile e positivo per il sistema a lungo termine”.
Il World Economic Forum si auto conferisce così il ruolo di guida, come un duce qualsiasi. Ed è interessante scorrere la lista dei partecipanti al forum per farsi un’idea di chi ha deciso di rendersi perfettamente connivente del progetto di Klaus Schwab.
Gli esponenti dell’UE in massa a Davos
L’istituzione che sembra essere maggiormente entusiasta di partecipare alla riunione di Davos è, non a caso, l’Unione europea, che sarà presente con ben 16 esponenti. Si va dalla Presidente della Banca Centrale europea Christine Lagarde, passando per 14 commissari tra cui Paolo Gentiloni, per finire con la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
Nonostante quindi i recenti scandali sembrano dimostrare come l’Unione europea sia completamente assuefatta dalla corruzione di enti esterni, Bruxelles decide di trasferirsi in massa a Davos, nel tempio delle porte scorrevoli tra pubblico e privato. Il paradosso è che tra i Governi più rappresentanti al forum ci sarà proprio il Qatar, con ben tre ministri. Chissà magari tra un meeting e l’altro ci sarà tempo di scambiarsi qualche aggiornamento sulle indagini della magistratura belga.
Non tutti vanno al Forum
In ogni caso tra gli Stati più rappresentati al forum è facile trovare coloro che maggiormente hanno sposato l’agenda Davos, come l’Austria, la Francia e i Paesi Bassi. Oltre a questi anche diversi Stati probabilmente troppo vulnerabili per poter permettersi di rifiutare l’invito di Schwab: come Spagna e Grecia, presenti addirittura con i rispettivi Primi ministri Pedro Sanchez e Kyriakos Mitsotakis, insieme a diversi Paesi africani e al Pakistan, il cui Governo si è da poco insediato con il favore degli Stati Uniti.
Ci sono tuttavia ancora delle nazioni che hanno deciso di non rispondere alle sirene del World Economic Forum. La Germania per esempio non ha per ora previsto l’invio di esponenti del Governo, stesso discorso per la Gran Bretagna. Anche l’Iran non sarà presente a Davos, così come la Siria e lo Yemen. Tre Paesi accomunati dal destino di aver subito pressioni esterne per un cambio di regime. Anche la Russia, ovviamente, non sarà presente.
Dall’Italia più giornalisti che politici
Con sorpresa persino il Governo italiano non è previsto al forum. Resta da capire se quest’assenza sia motivata da un atto di rifiuto dell’esecutivo oppure dalla consapevolezza di Schwab e della sua cricca del fatto che in Italia l’agenda Davos abbia ormai trovato completa attuazione e non necessiti più di ulteriori spinte. Non mancheranno però cittadini italiani al forum.
Oltre ai numeri uno di ENI ed ENEL, Claudio Descalzi e Francesco Starace, saranno presenti diversi giornalisti della stampa generalista. Tra questi Federico Fubini del Corriere della Sera, Marco Zatterin de La Stampa e Tonia Mastrobuoni di Repubblica. Nel frattempo, per il secondo anno consecutivo, il World Economic Forum ha negato l’accredito a Byoblu, per poter documentare l’altra faccia di Davos. Questo però potrebbe essere il segnale che siamo sulla strada giusta.
Byoblu, 11/1/2023
Considerate ciò che segue…
IL GOVERNO MELONI CEDE ALLE SIRENE DI DAVOS: CI SARÀ IL MINISTRO VALDITARA
Alla fine il Governo guidato da Giorgia Meloni si è lasciato ammaliare dal canto delle sirene di Davos…
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il-governo-meloni-cede-alle-sirene-di-davos
Considerate anche ciò che segue…
L’EUROPA CI OBBLIGHERÀ A RISTRUTTURARE CASA, IL PREZZO DELLA “SVOLTA GREEN”
Il Green New Deal sta arrivando e potrebbe lasciare dietro di sé povertà e devastazione.
Presentato dall’Unione Europea a ridosso del 2020, il piano vuole rendere l’Europa “il primo Continente al mondo climaticamente neutro”. Primo passo per raggiungerlo: l’attacco alla proprietà. Prima le macchine, adesso le case, l’UE sembra voler togliere ogni bene ai suoi cittadini.
Ve ne avevamo dato conto già diversi mesi fa, la Commissione Energia del Parlamento europeo sta lavorando per approvare la bozza sull’efficientamento energetico delle abitazioni. La direttiva mette al bando le case inquinanti, imponendo il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030. Per rispettare tale diktat, saranno obbligatorie costose ristrutturazioni.
In ballo dal 2021, dopo numerosi accorgimenti e rinvii, ad oggi conosciamo la data di approvazione della norma: 24 gennaio.
A brevissimo quindi, salvo ulteriori discussioni, i cittadini saranno tutti un po’ più poveri. Come infatti evidenzia Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, tale imposizione è particolarmente dannosa per gli italiani. Conseguenze immediate: “svalutazione degli immobili e un duro colpo ai risparmi“.
Rispetto alle prescrizioni iniziali vi sono però delle novità. Se a novembre si parlava di divieto di vendere o affittare case con parametri energetici differenti da quelli europei, ad oggi il passaggio è stato eliminato. Saranno i singoli Stati membri a decidere le sanzioni da imporre. Arrivano per fortuna anche delle esenzioni, come per chiese e immobili di interesse storico. Solo però gli edifici “ufficialmente protetti” non subiranno l’imposizione. Fuori dalla direttiva anche le seconde case se abitate meno di quattro mesi all’anno.
Per l’Italia l’efficientamento energetico rappresenta un problema più che in altri Stati. Innanzitutto secondo i dati ISTAT l’87% degli immobili residenziali sono in classi energetiche inferiori alla E imposta dall’Unione. In secondo luogo bisogna considerare che il principale investimento degli italiani è proprio nella casa. Considerando che gli effetti sul mercato immobiliare saranno immediati dall’approvazione, l’impatto delle ristrutturazioni obbligatorie sarà devastante.
Se il danno economico sarà così grande, perché allora l’Unione Europea vuole procedere? Il tutto si riduce sempre all’ideologia green.
Secondo il rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction presentato alla COP25 di Madrid, edifici, abitazioni e settore dell’edilizia sono responsabili del 39% di tutte le emissioni globali di anidride carbonica nel mondo. E pesano per il 36% dell’intero consumo energetico globale. A prescindere dal rapporto, finanziato dalla stessa COP25, pensiamo veramente che la soluzione al problema ambientale sia un tale efficientamento delle case? In merito abbiamo ascoltato il giornalista Francesco Giubilei:
“Il problema di questa direttiva europea è che andrà a colpire particolarmente l’Italia. Il nostro patrimonio immobiliare è vecchio, sono case costruite decenni fa o addirittura secoli. Queste case non potranno mai essere efficientate, non possiamo pensare di montare i pannelli solari nei centri storici o andare a distruggere parte del nostro patrimonio edilizio. Quindi non solo la misura europea è pericolosa, ma rappresenta delle gravi criticità per l’Italia”.
Byoblu, 11/1/2023
Considerate ciò che la piovra sta preparando…
EFFICIENTAMENTO ENERGETICO: LA UE ALL’ATTACCO DELLA NOSTRA CASA
La demenziale normativa UE sull’efficientamento energetico rivela una volta di più le due tendenze fondamentali del neoliberismo di cui la UE stessa è espressione: per un verso, la svolta green come nuovo fenomeno di business.
Per un altro verso, abbiamo l’attacco diretto alla casa dei cittadini. In sintesi, lo schiavo del futuro, magari già nel 2030, sarà green e senza casa.
Vedi e ascolta QUI
La piovra non si ferma mai: considerate…
Il WEF: le persone non hanno il diritto di possedere la propria auto: “O vai a piedi o condividi”
Tutto secondo l’Agenda 2030 di esproprio delle piccole proprietà: “Non avrai niente e sarai felice”
Il World Economic Forum di Klaus Schwab ha dichiarato che le persone non hanno il diritto di possedere la propria auto e possono invece “camminare o condividere”…
Scarica il PDF e continua la lettura:
per-il-wef-le-persone-non-debbono-possedere-auto
Considerate le parole attente e meditate di Agamben che seguono e che ci parlano di ” uno stato di minaccia incessante e d’insicurezza“: proprio l’ombra della piovra…
Il luogo della politica
Le forze che spingono verso un’unità politica mondiale sembravano a tal punto più forti di quelle dirette a un’unità politica più limitata, come l’europea, che si è potuto scrivere che l’unità dell’Europa poteva essere soltanto «un prodotto collaterale, per non dire di scarto dell’unità globale del pianeta».
In realtà, le forze che spingono alla realizzazione dell’unità si sono rivelate altrettanto insufficienti per il pianeta che per l’Europa.
Se l’unità europea, per dar vita a una vera assemblea costituente, avrebbe presupposto qualcosa come un «patriottismo europeo», che non esisteva da nessuna parte (e la prima conseguenza è stato il fallimento dei referendum di approvazione della cosiddetta costituzione europea, che, dal punto di vista giuridico, non è una costituzione, ma solo un accordo fra stati), l’unità politica del pianeta presupponeva un «patriottismo della specie e o del genere umano» ancora più difficile da trovare.
Come Gilson ha opportunamente ricordato, una società di società politiche non può essere essa stessa politica, ma ha bisogno di un principio metapolitico, qual è stato, almeno in passato, la religione.
È possibile allora che quello che i governi hanno tentato di realizzare attraverso la pandemia è proprio un tale «patriottismo della specie».
Ma hanno potuto farlo solo parodicamente nella forma del terrore condiviso di fronte a un nemico invisibile, il cui risultato è stato non la produzione di una patria e di legami comunitari, ma di una massa fondata su una separazione senza precedenti , a riprova che la distanza non poteva in nessun caso – come pretendeva un’odiosa parola d’ordine ossessivamente ripetuta – costituire un vincolo «sociale».
Apparentemente più efficace è stato il ricorso a un principio in grado di sostituire la religione, che è stato subito identificato nella scienza (nella fattispecie, la medicina).
Ma anche qui la medicina come religione ha mostrato la sua inadeguatezza, non soltanto perché in cambio della salvezza di un’intera esistenza poteva promettere solo la salute dalle malattie, ma anche e innanzitutto perché, per affermarsi come religione, la medicina ha dovuto produrre uno stato di minaccia incessante e di insicurezza, in cui virus e pandemie si succedevano senza tregua e nessun vaccino garantiva quella serenità che i sacramenti erano stati capaci di assicurare ai fedeli.
Il progetto di creare un patriottismo della specie è tal punto fallito, che si è dovuto alla fine nuovamente e sfacciatamente ricorrere alla creazione di un nemico politico particolare, identificato non a caso fra quelli che avevano già svolto questo ruolo: la Russia, la Cina, l’Iran.
La cultura politica dell’Occidente non ha fatto in questo senso un solo passo in una direzione diversa da quella in cui si era sempre mossa e solo se si revocheranno in questione tutti i principi e i valori su cui essa si fonda sarà possibile pensare altrimenti il luogo della politica, al di là tanto degli stati-nazione che dello stato economico globale.
Giorgio Agamben, filosofo Quodlibet 9/1/2023
Giorgio Agamben è un filosofo italiano conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Ha scritto diverse opere che spaziano dall’estetica alla filosofia politica, dalla linguistica alla storia dei concetti, proponendo interpretazioni originali di categorie come forma di vita, homo sacer, stato di eccezione e biopolitica.
Considerate i tentacoli della piovra, considerateli mentre avvolgono pian piano le nostre vite, le nostre abitudini, ciò che amiamo e ciò che facciamo e ciò che pensiamo. Considerate uno di questi tentacoli, forse il peggiore, che previene e sostiene tutti gli altri: la propaganda mediatica soffocante, opprimente, ipnotizzante affinchè pian piano ci concediamo da covidioti all’abbraccio mortale della piovra. Considerate.
LA PROPAGANDA PERPETUA, LA PANDEMIA E LA CENSURA
Nel video che segue, diffuso inizialmente nell’agosto del 2021, il professor Piers Robinson, Ph.D. – condirettore dell’Organizzazione per gli Studi sulla Propaganda, la cui ricerca è specializzata nella comunicazione persuasiva organizzata e nella propaganda contemporanea – parla ad Asia Pacific Today della propaganda nell’era della Covid.
Come Robinson fa notare, la Covid-19 è senza dubbio la più grande e sofisticata operazione di propaganda della storia. Tecniche psicologiche sono state ampiamente utilizzate durante il 2020 per incutere paura e panico nella popolazione, mentre altre strategie di persuasione sono state impiegate per indurre le persone a sostenere e difendere le misure anti-Covid, come il mascheramento, l’isolamento, l’allontanamento sociale, le chiusure e gli obblighi vaccinali.
Ascolta e vedi QUI ( in lingua inglese)
La guerra della propaganda
In effetti, la propaganda è ciò che ha permesso l’attuazione di misure anti-Covid draconiane e non scientifiche. Senza la propaganda e la contemporanea censura dei punti di vista opposti, ben poco di ciò che abbiamo vissuto sarebbe stato possibile.
Come osserva Robinson, se inizialmente l’uso della propaganda di Stato poteva essere giustificato come un mezzo necessario per raggiungere un obiettivo di salute pubblica – proteggere le persone dalle malattie e dai decessi legati alla Covid – è diventato presto evidente che non era così, e probabilmente non lo è mai stato.
Oggi, dopo tre anni, è evidente che la Covid è un’operazione psicologica. Ad esempio, al più tardi dal 2022, la Covid non è altro che un’altra infezione respiratoria endemica, come il comune raffreddore, eppure la pandemia non è stata dichiarata “finita”.
Ora abbiamo anche prove evidenti che i vaccini anti-Covid non prevengono l’infezione o la diffusione del virus, il che nega l’intera premessa per i passaporti vaccinali, eppure sono stati comunque portati avanti . In breve, la Covid-19 era (ed è tuttora) un mezzo per raggiungere un fine: sospendere e privarci dei diritti costituzionali e delle libertà civili e promuovere obiettivi di ristrutturazione sociale, politica e finanziaria al di fuori dei processi democratici .
Un capolavoro della propaganda
Un altro esperto di propaganda che ha parlato dell’uso palese della propaganda per creare e mantenere la pandemia è il professor Mark Crispin Miller, Ph.D., che ho intervistato nel giugno 2021 sulla censura accademica subita alla New York University.
Ascolta e vedi QUI ( in lingua inglese)
Ironia della sorte, è stato proprio lui ad insegnare agli studenti come mettere in discussione e resistere alla propaganda a portare alla limitazione della sua libertà accademica, dopo aver insegnato questa importante materia per oltre 20 anni. Come Robinson, Miller ritiene che quello che abbiamo vissuto negli ultimi tre anni sia un “capolavoro” di propaganda di una portata e di una raffinatezza senza pari.
Tutto è iniziato con l’epidemia di un agente patogeno sconosciuto in Cina. I media hanno mostrato immagini di persone che sembravano morire per strada. Da allora questo non è mai accaduto altrove, il che suggerisce fortemente che quelle immagini sono state utilizzate impropriamente per un unico scopo: diffondere la paura.
Secondo Miller, il tipo di propaganda usato per diffondere la convinzione che la Covid-19 fosse una minaccia letale è stato il più devastante mai usato nella storia della propaganda. Ciò che ha reso la propaganda della Covid molto più efficace di qualsiasi altra operazione di propaganda precedente è stato il fatto che un virus è il nemico perfetto.
È invisibile, può essere portato da chiunque, anche dalle persone più care, e può “arrivare” ovunque. Come spiegato da Miller, nelle precedenti operazioni di propaganda il nemico era tipicamente rappresentato come capace di “infettare” la gente e la nazione con il suo male.
Questo era il caso sia della propaganda anticomunista che della “guerra al terrorismo”. Il comunismo era paragonato a una malattia infettiva destinata a devastare la nazione, mentre i terroristi erano paragonati a una pandemia che doveva essere controllata e combattuta. Con la Covid, la propaganda si è spostata sull’oggetto stesso della paura, un vero e proprio virus.
Nonostante la consapevolezza che l’infezione asintomatica non esiste, i propagandisti sono persino riusciti a convincere il pubblico che persone perfettamente sane potessero diffondere il virus. Si è trattato di una vera e propria finzione, una falsità scientifica, ed è per questo che sappiamo che la narrazione della pandemia è stata un’operazione psicologica, eppure la gente era così impaurita che non l’ha messa in discussione.
Che cos’è la propaganda?
Come ha osservato il blogger e analista di propaganda Klark Barnes, se vogliamo essere liberi, dobbiamo sapere cos’è la propaganda e come funziona. La retorica classica riguarda la persuasione attraverso le argomentazioni. Si appella alla logica. La propaganda, invece, è un tipo di manipolazione sub-razionale che fa appello ai nostri istinti più elementari.
Una definizione informale di propaganda è “un tentativo organizzato di indurre le persone a pensare o fare qualcosa – o a non pensare o fare qualcosa”. La propaganda può essere vera o falsa, o una via di mezzo, e può essere usata sia per il bene che per il male. Gli annunci del servizio pubblico che incoraggiano a non fumare, ad esempio, sono una forma di propaganda benevola.
Il problema della propaganda è che è intrinsecamente parziale e unilaterale, e può diventare pericolosa se la controparte viene censurata.
Ciò è particolarmente vero quando si tratta di medicina e salute, e la censura delle informazioni sul trattamento della Covid-19 e sui potenziali rischi dei (pretesi, a.d.t.) vaccini ne è un perfetto esempio. La propaganda di Stato e la propaganda di guerra si basano anche sull’incitamento alla paura e alla rabbia, che inducono le persone a comportarsi diversamente da come farebbero in circostanze normali.
È necessario rimescolare continuamente nella pentola per mantenere sempre viva la paura
Come notato da Barnes, le previsioni dei media di altre “calamità imminenti” sono anche un modo per “mantenere costantemente viva la paura e la rabbia diffuse”:
“I possibili prossimi atti includono un attacco informatico (‘da parte della Russia’); un crollo della catena di approvvigionamento mondiale, con conseguente scarsità di cibo o carestia (che sarà probabilmente imputata alla Russia); un’accentuata ‘crisi climatica’, che richiederà ulteriori lockdown…
Attacchi “terroristici”, da parte di ‘suprematisti bianchi’ e neri arrabbiati (che fanno presagire conflitti razziali); un ‘attacco alieno’ al Pianeta Terra, come ne ‘La guerra dei mondi’ o ‘Independence Day’ e – naturalmente – un’altra o due pestilenze, o anche tre, causate da qualche altra “variante” della Covid, dal vaiolo…, dal virus Marburg e/o qualsiasi altro agente patogeno, reale o immaginario, che possa servire allo stesso scopo…
Questi sequel incombenti della propaganda Covid… infliggerebbero anch’essi un’enorme quantità di ulteriori sofferenze all’umanità – e quindi quelli di noi che studiano la propaganda in modo critico, come intellettuali pubblici, devono parlare forte e chiaro, per mettere le cose a posto”.
Secondo Barnes, per rimettere le cose a posto occorre innanzitutto condividere la verità. Le narrazioni della propaganda che è necessario contrastare con un’analisi attenta e approfondita includono ma non si limitano alle seguenti:
Negli ultimi tre anni ho scritto molti articoli che illustrano tutti questi aspetti. Ma non basta mettere le cose in chiaro su singoli argomenti di propaganda. Se vogliamo mantenere le nostre libertà, Barnes ritiene che il pubblico debba anche diventare molto più accorto nei confronti della propaganda in generale.
La stampa libera è diventata un carrozzone della propaganda
Per decenni abbiamo avuto una stampa libera che ci ha aiutato a tenere sotto controllo le bugie pubblicitarie dell’industria. Giornalisti investigativi professionisti che lavoravano per riviste, quotidiani e emittenti radiotelevisive scrivevano reportage approfonditi, svelando la verità dietro la pubblicità ingannevole e contrastando la propaganda dell’industria con scienza, statistiche e altri fatti documentati.
Grazie al lavoro della stampa libera, spesso i prodotti inefficaci o tossici venivano eliminati dal mercato. La risposta dell’industria a questo problema è stata quella di controllare la stampa con la pubblicità. Diventando un importante flusso di entrate, gli inserzionisti hanno finito più o meno automaticamente per controllare i contenuti.
Anche se la dirigenza e gli editori di media lo negheranno, se gli inserzionisti non vogliono che parliate di certi argomenti che potrebbero avere un impatto negativo sulla loro attività, tutto ciò che devono fare è minacciare di ritirare i loro annunci.
A quel punto, dovete scegliere tra rinunciare alla verità o al vostro reddito. La maggior parte delle organizzazioni giornalistiche rinuncerà alla verità a pagamento e semplicemente non pubblicherà notizie che potrebbero danneggiare i profitti dei suoi inserzionisti. Come spiega Barnes:
“Il Ministero della Verità, nella vita reale, non è stato creato dal nulla da una qualche fazione di oligarchi totalitari, ma ha preso gradualmente forma da un cartello di media aziendali con consigli di amministrazione interconnessi, fortemente dipendente dai ricavi pubblicitari di Amazon, Big Pharma … e dalle società madri dei media stessi … con i suoi beni gestiti da BlackRock, Vanguard e UBS …
Mentre il vasto sistema commerciale è diventato più unificato, ha anche mantenuto, o addirittura rafforzato, le sue relazioni segrete con l’esercito e la ‘comunità dell’intelligence’…
E mentre il sistema dei media commerciali veniva così corrotto da cima a fondo… anche i media ‘pubblici’ e la stampa ‘alternativa’ – dalla NPR, la PBS, la BBC e la CBC… fino a quasi tutti gli organi di informazione di ‘sinistra’ – sono stati assorbiti nel carrozzone, in primo luogo grazie ai loro finanziamenti attraverso i solidi canali della CIA come la Fondazione Ford, la Fondazione Rockefeller e l’Open Society Institute…
La ‘stampa libera’… è stata trasformata in una macchina della paura bio-fascista, i cui servizi di propaganda sono assicurati dalle ‘partnership strategiche con i media’ di Bill Gates e dalla concomitante operazione di ‘fact-checking’ anch’essa finanziata in larga misura da Gates.
La propaganda che fluisce giorno dopo giorno, ora dopo ora, da quel sistema è dipesa anche dalla politica di società di PR globali come Weber Shandwick, Edelman e Hill+Knowlton Strategies … e, all’interno del Quarto Potere, dall’arrivo … di ‘giornalisti’ preparati, nelle università, ad essere molto meno interessati ad un giornalismo onesto che a … servire la ‘giustizia sociale’.”.
Una rete di complicità per imbavagliare la verità
In effetti, come osserva Barnes, le aziende pubblicitarie hanno probabilmente svolto un ruolo organizzativo importante nella propaganda della Covid. Un’altra importante azienda, che sospetto possa aver avuto un ruolo centrale, è il Publicis Groupe. Ho descritto in dettaglio alcune delle sue numerose connessioni in “La rete di complici che cercano di mettere a tacere la verità“.
In sintesi, Publicis rappresenta un lungo elenco di importanti aziende del settore tecnologico, farmaceutico e bancario in più di 100 Paesi (6). Queste aziende, a loro volta, hanno diverse collaborazioni con il governo degli Stati Uniti e con organizzazioni non governative (ONG) globali.
Publicis ha legami con NewsGuard/HealthGuard, con istituzioni educative, con aziende di Big Tech come Google, Microsoft e Bing, con il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con istituzioni tecnocratiche globali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con ONG nazionali e globali come il Center for Countering Digital Hate. E domina siti web sulla salute come WebMD e Medscape.
Nel complesso, questo spiega come certe opinioni possano essere cancellate in modo così efficace. La stessa Publicis è anche partner del World Economic Forum, che guida l’appello per un “reset” dell’economia globale e del nostro stile di vita. In quanto tale, Publicis sembra coordinare la soppressione delle informazioni contrarie alla narrazione tecnocratica.
L’arte della grande menzogna
Marshall McLuhan disse una volta: “Le piccole bugie non hanno bisogno di essere protette. Ma le grandi bugie sono protette dall’incredulità del pubblico”.
In pratica, la gente negherà le grandi bugie dicendo: “Ma dai, sei pazzo, non lo farebbero mai”. È molto più facile chiamare le persone “teorici della cospirazione” che affrontare la possibilità che ciò che dicono sia vero.
In un articolo del 4 novembre 2022, il dottor David Bell, medico clinico e di salute pubblica, ha osservato che quanto più una bugia è lontana dalla realtà, tanto più è probabile che abbia successo, grazie alle stranezze della natura umana e della normale psicologia:
“In un lavoro precedente avevo un capo che mentiva molto. Le bugie erano di pura fantasia, ma di portata enorme e pronunciate con sincerità. Avevano molto successo.
Questo successo si basava sulla riluttanza della maggior parte delle persone a considerare che qualcuno in una posizione di autorità in un’organizzazione umanitaria potesse ignorare completamente ogni parvenza di realtà. La gente dava per scontato che le affermazioni dovessero essere vere, perché fabbricare informazioni di tale portata in quelle circostanze sembrava sfidare la logica.
Il principio delle Bugie Veramente Grandi si basa sul fatto che le bugie sono così lontane dalla realtà che chi le ascolta penserà che la propria percezione sia sbagliata, piuttosto che dubitare delle affermazioni di chi le dice. Solo una persona folle o ridicola potrebbe fare affermazioni così stravaganti, e un’istituzione credibile non assumerebbe una persona del genere.
Pertanto, dato che l’istituzione è apparentemente credibile, anche le affermazioni devono essere credibili e la percezione precedente della realtà da parte dell’ascoltatore era quindi errata. Le menzogne minori, invece, sono percepite come sufficientemente vicine alla realtà conosciuta per essere smascherate. Inventare la verità può essere più efficace che piegarla”.
Credo che questa sia esattamente la strategia impiegata da Big Pharma, dalle agenzie sanitarie, dai funzionari governativi e dal braccio propagandistico dello “Stato profondo” negli ultimi tre anni. Le loro affermazioni sono state così lontane da qualsiasi parvenza di realtà che chiunque sia a conoscenza dei fatti si è sentito più che pazzo.
Purtroppo, anche se la maggior parte degli esseri umani ha una bussola morale ed etica, pochi finiscono per seguirla quando si trovano di fronte a psicopatici in [posizioni di] autorità e alla pressione dei pari a conformarsi. Come ha osservato Bell, i bravi giocatori di squadra finiscono quasi sempre per sostenere le false narrazioni e coloro che si rifiutano di assecondare quelle che sono chiaramente delle bugie tendono a essere solo una piccola minoranza.
Rifiutare le false narrazioni ha conseguenze reali
Come fa correttamente notare Bell, negli ultimi tre anni gli operatori sanitari, i pazienti, i ricercatori, gli accademici e i dipendenti della sanità pubblica sono stati costretti ad abbracciare una lunga serie di dogmi basati sulla fantasia, contraddetti dalla precedente ortodossia della sanità pubblica.
Ma è la netta rottura con la realtà fattuale che rende impossibile metterli in discussione perché, se lo si fa, si mette in discussione “l’intera gerarchia attuale della sanità pubblica”, dice Bell. Se si cita il dottor Anthony Fauci, non si attacca lui quando si mettono in discussione i suoi irrazionali voltafaccia, si mette in discussione la scienza stessa.
Se si mettono in discussione queste convinzioni basate sulla fantasia, si è un negazionista della scienza e si mettono a rischio il proprio lavoro e la propria reputazione. E, purtroppo, questi rischi non sono immaginari. Molti medici e scienziati, la cui reputazione e i cui contributi alla salute pubblica sono stati irreprensibili per decenni, sono stati privati della licenza medica e hanno perso il lavoro per aver parlato contro la narrativa Covid dominante.
Trasparenza e verità sono il rimedio
Quindi, dove ci porta tutto ciò? Come porre fine alla follia e tornare a una sanità pubblica basata sulla realtà? Bell ritiene che i professionisti della salute pubblica che hanno ingannato il pubblico pagheranno inevitabilmente un prezzo pesante per il loro tradimento. Scrive Bell:
“Mentre incrementano le finanze del loro settore, i professionisti della salute pubblica stanno degradando se stessi e tradendo la società. Il tradimento, basato sull’incessante menzogna, è qualcosa per cui inevitabilmente dovranno affrontare delle conseguenze…
Alla fine, anche i seguaci più devoti cominceranno a chiedersi che senso abbia indossare una mascherina all’ingresso di un ristorante per poi toglierla 10 passi dopo, o vaccinare vaste popolazioni contro una malattia a cui sono già immuni mentre muoiono per altre malattie facilmente prevenibili.
La via d’uscita è semplicemente quella di rifiutarsi di mentire o di coprire le bugie degli altri… [La] verità raggiungerà, un giorno, coloro che non lo fanno… È molto meglio andarsene prima e vivere con dignità”.
Dr. Joseph Mercola, 12/1/2023
Il Dr. Joseph Mercola (n. 1954), medico osteopata americano e convinto sostenitore delle medicine alternative, è autore di due libri elencati nel New York Times Bestseller List. Nel suo “La grande bufala dell’aviaria”, del 2006, sostenne con forza la tesi che tale malattia era in realtà servita soltanto al governo per accumulare denaro e potere. Vive in Florida con la moglie Elizabeth e dirige la sua azienda di prodotti per la salute e integratori vitaminici.
Scegliamo di farci curare solo da medici no-vax: anche questo è una scelta di Resistenza!
Da La Verità, 22/11/2022
ANNO IV DELLA DITTATURA SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
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