Articoli marcati con tag ‘bibbia’
C’è il Dio edito e il Dio inedito. Per esempio, la lotta fra atei e teisti è una lotta a livello dell’uomo edito, perché gli atei negano il Dio edito. E spesso fanno bene. Molte volte questo Dio edito non è che un tiranno insopportabile, è la cifra che sublima in sé e legittima tutte le forme di dipendenza, è l’autoritarismo portato a vastità metafisiche. Se noi leggiamo la Bibbia, vediamo che c’è un modo di parlare di Dio del tutto omogeneo all’homo editus, alla cultura, quindi un Dio guerrafondaio, sterminatore, e poi c’è il Dio inedito, nascosto, che è il Dio dei Profeti e che troverà la sua manifestazione in Gesù Cristo… Quando noi parliamo di Dio secondo l’homo editus lo assimiliamo a noi, lo trasformiamo a nostra immagine e somiglianza, per cui egli è aggressivo, vuole la sconfitta dei nemici. Le religioni hanno portato nel mondo l’aggressività distruttiva in nome del Dio edito, che non è il Dio nascosto.
Ernesto Balducci (1922- 1992), in La coscienza dell’uomo planetario, 1993
“ Uomini di Galilea, perché ve ne state a guardare verso il cielo? ” (Atti 1, 11)
Il rimprovero dei due bianco-vestiti – perché state a guardare in alto? – intercetta l’altra linea di evasione: quella di pensare al Paradiso, di pensare all’aldilà. Noi siamo convinti, per abitudine, che è religioso l’uomo che pensa soprattutto all’aldilà, mentre ci è stato detto, nel giorno in cui il Figlio dell’uomo ha superato il crinale che separa il tempo dall’eternità, di non guardare in alto. Il nostro compito è di guardare la vita che facciamo, il mondo in cui siamo, perché è in questo spazio che si consuma in pieno il nostro impegno con Dio. Leggi il resto di questo articolo »
Pietro… con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!».
Atti degli Apostoli 2, 40
Mi chiedi che cosa secondo me dovresti soprattutto evitare? La folla. Non puoi ancora affidarti a essa tranquillamente. Quanto a me, ti confesserò la mia debolezza: quando rientro non sono mai lo stesso di prima; l’ordine interiore che mi ero dato, in parte si scompone. Qualche difetto che avevo eliminato, ritorna… I rapporti con una grande quantità di persone sono deleterî: c’è sempre qualcuno che ci suggerisce un vizio o ce lo trasmette o ce lo attacca a nostra insaputa. Più è la gente con cui ci mescoliamo, tanto maggiore è il rischio
L. A. Seneca, Lettere a Lucilio 7 Leggi il resto di questo articolo »
«Genesi», il primo libro della bibbia, se davvero ci si prendesse la briga di leggerlo o, per lo meno, lo si estraesse dalle polveri della propria biblioteca, si rivelerebbe ricco di folgoranti rivelazioni sulla nostra natura più intima e di conoscenze di senso che stimolino la consapevolezza del nostro destino, aleatorio e libero, ma pur sempre ineludibile. Nel passaggio in cui si racconta della creazione dell’uomo, le narrazioni sono due: la prima è unitaria ed eticamente denotativa e recita più o meno così: «Creò l’essere umano, maschio e femmina li creò». Dunque la creatura più amata, il partner della creazione, è uno ma si esprime in due aspetti di pari dignità, il femminile ed il maschile e, detta dignità di cui sono titolari le due alterità, si esprime nell’amore, l’impronta divina che chiede il reciproco accoglimento. Leggi il resto di questo articolo »
Più vado avanti e più mi rendo conto che le grandi parole, quelle che sono all’altezza dei nostri desideri più profondi, dei nostri concetti pin elevati, sono anche le parole pin fraudolente, portano dentro di loro un’insidia quasi invincibile. Capisco perché nel popolo ebraico c’era la prescrizione di non nominare il nome di Dio. Il nome di Dio è una di queste parole che dovrebbe essere custodita nel silenzio e noi invece ne abbiamo fatto una parola da pronunciare dovunque, a tutti gli usi, a tutti gli scopi. Capisco perché Gesù, spesso, quando parlava della resurrezione o compiva opere mirabili, faceva prescrizione ai suoi di non parlarne a nessuno perché le cose, gli eventi che sono al livello alto, che toccano perciò le fibre più profonde delle nostre attese, possono, nella promiscuità con le altre parole, deturparsi e cambiare senso. A questa legge appartengono parole come «resurrezione», come «vita» ed io sento che ogni volta che dobbiamo parlarne, dobbiamo con cautela disciogliere questa consegna del silenzio ed impegnarci a capire il perché di questa indecifrabilità, di questa impronunciabilità. Me lo dicevo proprio in questi giorni.
C’è chi vede nelle religioni un’immensa fonte di violenza al punto che, se sparissero, il mondo non avrebbe che da guadagnarci. Altri che, al contrario, le considerano come indispensabili artigiane di pace. Tutti hanno in testa una lunga lista di eventi per corroborare il loro giudizio. Da un lato, atti di violenza inauditi, abietti, barbari, dall’altro testimonianze ammirevoli di solidarietà, compassione, resistenza eroica al male: tutti fatti in nome di Dio. Così, le religioni sono capaci del peggio come del meglio. Ma su cosa poggiano questi estremi: il potere di fomentare l’odio, di umiliare, di dominare e quello di generare la bontà, l’amore, l’aiuto reciproco? Lo sguardo naturalmente si focalizza prima di tutto sui testi sacri delle grandi religioni. Ciò che colpisce è l’immensa bontà che sprigiona da questi: il Dio degli umili della Bibbia, il Dio dei poveri e degli oppressi dei Vangeli, il Dio misericordioso del Corano e i doveri di solidarietà, di condivisione e di giustizia che ne derivano. “Credere che Dio possa ordinare agli uomini atti atroci di ingiustizia e di crudeltà, è il più grande errore che si possa commettere nei suoi confronti”, scriveva Simone Weil nel suo Lettera a un religioso. Leggi il resto di questo articolo »
Intervista ad Augusto Cavadi, filosofo, saggista e autore di numerose opere sulla cultura mafiosa.
L’analisi del fenomeno mafioso svela un inquietante paradosso: gli uomini di “Cosa Nostra” sono, nella quasi generalità, cattolici e, non di rado, credenti pieni di fervore. Come è possibile ciò? Come si spiega l’ostentata religiosità degli “uomini d’onore”? A questi interrogativi risponde Augusto Cavadi (nella foto), sociologo e teologo palermitano, nel suo recente “Il Dio dei mafiosi”, edito da San Paolo.
Il suo ultimo libro si intitola “Il Dio dei mafiosi”. Perché questo titolo?
La cultura mafiosa è un insieme di principi, di simboli, di linguaggi, di codici etici. Io ho cercato di mettere in evidenza che cosa pensano i mafiosi su Dio, su Cristo, sulla chiesa, sui santi e quindi ho cercato di fare una ricerca sulla “teologia mafiosa”. In questo senso il titolo mi è venuto abbastanza spontaneo. Leggi il resto di questo articolo »
26 ottobre 2010 | ||
21:00 | a | 23:00 |
Il libro della Genesi è un grande affresco sull’uomo, sulla vita, sul bene, sul male, sul dramma magnifico della libertà, sulla sessualità, sul bisogno di cercare, capire e crescere, sul dolore e la fatica di costruire la storia. Vorremmo tentare di cogliere i grandi temi fondamentali che il libro pone andando oltre risposte o immagini scontate e vederne tutta l’attualità. In maniera laica senza nessun proselitismo…
presso: CENTRO SOCIOCULTURALE GARBATELLA
Via A. Caffaro 10 ROMA
Per informazioni: 06 9300526
30 novembre 2010 | ||
21:00 | a | 23:00 |
Dio, l’uomo e la Terra secondo la Bibbia
Il libro della Genesi è un grande affresco sull’uomo, sulla vita, sul bene, sul male, sul dramma magnifico della libertà, sulla sessualità, sul bisogno di cercare, capire e crescere, sul dolore e la fatica di costruire la storia. Vorremmo tentare di cogliere i grandi temi fondamentali che il libro pone andando oltre risposte o immagini scontate e vederne tutta l’attualità. In maniera laica senza nessun proselitismo…
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21 dicembre 2010 | ||
21:00 | a | 23:00 |
Dio, l’uomo e la Terra secondo la Bibbia
Il libro della Genesi è un grande affresco sull’uomo, sulla vita, sul bene, sul male, sul dramma magnifico della libertà, sulla sessualità, sul bisogno di cercare, capire e crescere, sul dolore e la fatica di costruire la storia. Vorremmo tentare di cogliere i grandi temi fondamentali che il libro pone andando oltre risposte o immagini scontate e vederne tutta l’attualità. In maniera laica senza nessun proselitismo…
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Associazione culturale Gruppo Laico di Ricerca
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