Ma ti ricordi Gaza? Almeno una volta al giorno, non dico mica tanto, ti ricordi di cosa sta succedendo a Gaza?  Dovresti farlo, se non lo fai. Dovremmo.

Perchè a Gaza non c’è solo l’orrore di un genocidio a cielo aperto ma c’è anche il BUCO NERO in cui sta precipitando ciò che resta del nostro tragico Occidente come già nei lager nazisti, o nei gulag staliniani, o nelle stanze di tortura argentine e cilene, o nel massacro in Ucraina, o…

 

“Ecco che cos’è l’Occidente: il massacro quotidiano di migliaia di bambini palestinesi innocenti che include persino il loro sterminio nelle incubatrici degli ospedali di Gaza.

L’Occidente sono i bambini di Gaza amputati senza anestesia che poi muoiono dopo le operazioni chirurgiche perché non sopravvivono al dolore…” ( prof. Alessandro Orsini)

 

Ma ti ricordi Gaza? Mentre portiamo avanti la nostra vita come se fosse il centro del mondo, c’è uno spazietto, anche piccolo, per ricordare Gaza e inorridire almeno un po’  di quanto immondo ancora una volta mostra di essere l’Occidente di cui tu, io facciamo parte?

O si, c’è anche la cosa immonda cinese o quella di alcuni regimi africani o quella di alcuni paesi islamici, lo sappiamo. Ma io, te facciamo parte dell’Occidente che ama mostrarsi da sempre come faro di civiltà e di democrazia. Un Occidente moralmente superiore.

Ma Gaza è lo specchio che riflette invece una maschera orrenda, agghiacciante, raccapricciante, atroce, cinica all’inverosimile e purulenta come il progetto criminale globale chiamato Grande Reset, progetto tutto occidentale e tutto della sua aristocrazia finanziario-usuraia. E la tragedia palestinese, come quella ucraina, è un tassello orribile in un quadro più generale disegnato da mani adunche e feroci. Nel quadro della governance mondiale a cui aspira l’èlite dei super-miliardari che si nutrono di guerre, da sempre.

Nel quadro di un Occidente senza anima, senza più anime.

Per ricordare meglio Gaza potresti, potremmo, rileggere gli articoli che trovi QUI e poi QUI .

E mentre leggerai, leggeremo e soprattutto vedremo, anche gli articoli che seguono speriamo che decideremo di ricordare Gaza ogni giorno, parlarne in giro dovunque, soffrirne dentro di noi, guardare i nostri figli e nipoti non massacrati come, invece, i figli e nipoti di Gaza e decidere come e quando fare qualcosa che incarni la nostra Resistenza all’orrore.

Intanto ricorda, ricordiamo ogni giorno stando ben lontani dalla pseudo-informazione del mainstream, asservito agli sporchi interessi d’israele e degli USA.

Ricordare è già una forma di solidarietà con i Palestinesi, soprattutto, e con gli Ebrei che si oppongono alla ferocia dello stato d’israele.

Ricordare è già una forma di Resistenza. (GLR)


 

Non chiamatelo genocidio, sennò si offendono.

Come si può giustificare questo? Come possono difenderlo? Una madre e il suo bambino sono stati entrambi colpiti da un cecchino israeliano. Non si trovavano all’interno del “quartier generale di Hamas” bombardato. Sono stati eseguiti con un alto livello di precisione in pieno giorno.  Vedi  QUI

Questo è un olocausto. Cecchini israeliani hanno sparato e ferito un civile sfollato che cercava rifugio nell’ospedale Nasser. Le forze israeliane assediano l’ospedale da giorni, sparando a chiunque si trovi a vista e terrorizzando centinaia di civili che cercano rifugio lì. Mentre la guerra israeliana continua, centinaia di famiglie palestinesi sfollate vivono in tende all’interno dei cimiteri di Rafah, e molte altre sono sfollate con la forza nella zona. Vedi  QUI

Un soldato israeliano sfoggia in TV un mobile che ha saccheggiato dalle case palestinesi sfollate a Khan Yunis.  Vedi  QUI.

Le forze di occupazione israeliane detengono palestinesi e ne arrestano alcuni al checkpoint di Jabr, vicino alla Moschea Ibrahimi di Hebron. Vedi  QUI

Soldati israeliani si sono filmati mentre distruggevano un negozio palestinese a Ramallah e lo hanno pubblicato sui loro account sui social media. Vedi QUI

Non chiamateli “nazisti”  nessun nazista ha mai fatto questo: Vedi  QUI


GAZA. LA SITUAZIONE A RAFAH E LO SCENARIO CATASTROFICO

Secondo Al Arabiya, l’esercito egiziano sta costruendo barricate al confine con Gaza. Gli egiziani temono che il piano di Israele sia bombardare il muro di confine e radere al suolo quello spazio. Ciò provocherebbe una situazione catastrofica, con un massiccio esodo da Rafah di palestinesi che cercherebbero di fuggire a piedi oltre il confine, dove li attendono i carri armati egiziani. Uno scenario biblico.

https://www.maurizioblondet.it/   /2/2024


 

 

 

 

 

CHE MANGINO TERRA

La fase finale del genocidio israeliano a Gaza, affamare un’intera popolazione, è iniziata. La comunità internazionale non intende fermarla

Non c’è mai stata alcuna possibilità che il governo israeliano accettasse la pausa nei combattimenti proposta dal Segretario di Stato Antony Blinken, tanto meno un cessate il fuoco. Israele è sul punto di assestare il colpo finale alla sua guerra contro i palestinesi di Gaza: lo sterminio per fame.

Quando i leader israeliani usano l’espressione “vittoria assoluta”, intendono la decimazione totale, l’eliminazione totale. I nazisti nel 1942 avevano deliberatamente affamato i 500.000 uomini, donne e bambini del ghetto di Varsavia. Questo è un numero che Israele intende superare.

Israele, insieme al suo principale protettore, gli Stati Uniti, tentando di chiudere l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) che fornisce cibo e aiuti a Gaza, non solo sta commettendo un crimine di guerra, ma è in flagrante sfida alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ). La Corte ha ritenuto plausibili le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica, che includevano dichiarazioni e fatti raccolti dall’UNWRA. Ha ordinato a Israele di attenersi a sei misure provvisorie per prevenire il genocidio e alleviare la catastrofe umanitaria. La quarta misura provvisoria invita Israele ad impegnarsi immediatamente ed efficacemente per fornire assistenza umanitaria e servizi essenziali a Gaza.

I rapporti dell’UNRWA sulle condizioni di Gaza, che ho seguito come reporter per sette anni, e la sua documentazione degli attacchi israeliani indiscriminati chiariscono che, con le parole dell’UNRWA, “le zone dichiarate unilateralmente ‘sicure’ non sono affatto sicure. Nessun luogo a Gaza è sicuro”.

Il ruolo dell’UNRWA nel documentare il genocidio e nel fornire cibo e aiuti ai palestinesi fa infuriare il governo israeliano. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo la sentenza, ha accusato l’UNRWA di aver fornito informazioni false alla Corte Internazionale di Giustizia.

Israele ha quindi deciso che l’UNRWA, un’organizzazione da decenni nel mirino israeliano e che sostiene 5,9 milioni di rifugiati palestinesi in tutto il Medio Oriente con cliniche, scuole e cibo, doveva essere eliminata. La distruzione dell’UNRWA da parte di Israele è un obiettivo sia politico che pratico.

Le accuse israeliane, senza prove, rivolte all’UNRWA, secondo cui una dozzina dei 13.000 dipendenti avrebbe legami con coloro che hanno compiuto gli attentati in Israele del 7 ottobre, in cui sono stati uccisi circa 1.200 israeliani, sono servite allo scopo. Ciò ha indotto 16 dei maggiori sponsor, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Italia, Paesi Bassi, Austria, Svizzera, Finlandia, Australia, Canada, Svezia, Estonia e Giappone, a sospendere il sostegno finanziario all’agenzia di soccorso da cui quasi tutti i palestinesi di Gaza dipendono per l’alimentazione. Dal 7 ottobre Israele ha ucciso 152 dipendenti dell’UNRWA e danneggiato 147 installazioni dell’UNRWA. Israele ha anche bombardato i camion dei soccorsi dell’UNRWA.

Più di 27.708 palestinesi sono stati uccisi a Gaza, circa 67.000 sono stati feriti e almeno 7.000 sono dispersi, probabilmente morti e sepolti sotto le macerie.

Secondo le Nazioni Unite, a Gaza più di mezzo milione di palestinesi (uno su quattro) sta morendo di fame. La fame sarà presto onnipresente. I palestinesi di Gaza, di cui almeno 1,9 milioni sono sfollati all’interno del Paese, non solo non hanno cibo sufficiente, ma neanche acqua potabile, ripari e medicine. C’è poca frutta e verdura. C’è poca farina per fare il pane. La pasta, così come la carne, il formaggio e le uova, sono scomparsi. Al mercato nero i prezzi di prodotti secchi come lenticchie e fagioli sono aumentati di 25 volte rispetto a quelli d’anteguerra. Un sacco di farina al mercato nero è passato da 8 a 200 dollari.

Il sistema sanitario di Gaza, con solo tre dei 36 ospedali di Gaza parzialmente funzionanti, è in gran parte collassato. Circa 1,3 milioni di sfollati palestinesi vivono nelle strade della città meridionale di Rafah, che Israele ha designato come “zona sicura”, ma che ha iniziato a bombardare. Le famiglie rabbrividiscono sotto le piogge invernali, sotto teloni rattoppati e in mezzo a pozze di liquami. Si stima che il 90% dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza sia stato cacciato dalle proprie case.

Dalla Seconda Guerra Mondiale, non si è mai verificato il caso in cui un’intera popolazione sia stata ridotta alla fame e all’indigenza totale con simile rapidità”, scrive Alex de Waal, direttore esecutivo della World Peace Foundation della Tufts University e autore di “Mass Starvation: The History and Future of Famine“, pubblicato sul Guardian. “E non c’è mai stato un caso in cui l’obbligo internazionale di fermarla sia stato così chiaro”.

Nel 2023 gli Stati Uniti, in passato il maggior contribuente dell’UNRWA, avevano erogato 422 milioni di dollari all’agenzia. Con l’interruzione dei fondi la maggior parte delle consegne di cibo dell’UNRWA, già molto scarse a causa dei blocchi da parte di Israele, si fermeranno entro la fine di febbraio o l’inizio di marzo.


Israele ha dato ai palestinesi di Gaza due scelte. Andarsene o morire.

Nel 1988 avevo seguito la carestia in Sudan, che aveva provocato 250.000 vittime. Nei polmoni ho delle strie fibrotiche, cicatrici dovute alla mia permanenza in mezzo a centinaia di sudanesi che stavano morendo di tubercolosi. Io ero forte e in salute ed ero sopravvissuto alla malattia. Loro erano deboli ed emaciati e non ce l’avevano fatta. La comunità internazionale, come a Gaza, aveva fatto poco per intervenire.

Il precursore della fame – la denutrizione – colpisce già la maggior parte dei palestinesi di Gaza. Chi muore di fame non ha abbastanza calorie per sostenersi. In preda alla disperazione, le persone iniziano a mangiare foraggio animale, erba, foglie, insetti, roditori e persino sporcizia. Soffrono di diarrea e infezioni respiratorie. Strappano piccoli pezzi di cibo, spesso avariato, e li razionano.

Ben presto, in mancanza di ferro sufficiente a produrre emoglobina, una proteina dei globuli rossi che trasporta l’ossigeno dai polmoni al corpo, e mioglobina, una proteina che fornisce ossigeno ai muscoli, insieme alla mancanza di vitamina B1, diventano anemici. Il corpo si nutre di se stesso. I tessuti e i muscoli deperiscono. È impossibile regolare la temperatura corporea. I reni si non funzionano più. Il sistema immunitario si blocca. Gli organi vitali – cervello, cuore, polmoni, ovaie e testicoli – si atrofizzano. La circolazione sanguigna rallenta. Il volume del sangue diminuisce. Malattie infettive come il tifo, la tubercolosi e il colera diventano epidemiche e uccidono migliaia di persone.

È impossibile concentrarsi. Le vittime emaciate si spengono mentalmente ed emotivamente e diventano apatiche. Non vogliono essere toccate o spostate. Il muscolo cardiaco è indebolito. Le vittime, anche a riposo, si trovano in uno stato di insufficienza cardiaca virtuale. Le ferite non guariscono. La vista è compromessa dalla cataratta, anche nei giovani. Alla fine, tra convulsioni e allucinazioni, il cuore si ferma. Questo processo può durare fino a 40 giorni per un adulto. I bambini, gli anziani e i malati muoiono più rapidamente.

Avevo visto centinaia di figure scheletriche, spettri di esseri umani, che si muovevano lentamente nell’arido paesaggio sudanese. Le iene, abituate a cibarsi di carne umana, facevano abitualmente strage di bambini piccoli. Mi era soffermato su gruppi di ossa umane sbiancate alla periferia di villaggi dove decine di persone, troppo deboli per camminare, si erano sdraiate l’una vicino all’altra e non si erano più rialzate. Molti erano i resti di intere famiglie.

Nella città abbandonata di Maya Abun i pipistrelli penzolavano dalle travi della chiesa della missione italiana distrutta. Le strade erano invase da ciuffi d’erba. La pista d’atterraggio in terra battuta era fiancheggiata da centinaia di ossa umane, teschi e resti di braccialetti di ferro, perline colorate, cesti e brandelli di vestiti. Le palme erano state tagliate a metà. La gente aveva mangiato le foglie e la polpa all’interno dei tronchi. Si diceva che il cibo sarebbe stato consegnato per via aerea. La gente aveva camminato per giorni fino alla pista di atterraggio. Avevano aspettato e aspettato e aspettato. Non era arrivato nessun aereo. Nessuno aveva seppellito i morti.

Ora, da lontano, osservo ciò che accade in un’altra terra e in un altro tempo. Conosco l’indifferenza che aveva condannato i sudanesi, soprattutto i Dinka, e che oggi condanna i palestinesi. I poveri, soprattutto se di colore, non contano. Possono essere uccisi come mosche. La fame a Gaza non è un disastro naturale. È il piano di Israele.


Ci saranno studiosi e storici che scriveranno di questo genocidio, credendo falsamente che possiamo imparare dal passato, che siamo diversi, che la storia può impedirci di essere, ancora una volta, dei barbari. Terranno conferenze accademiche. Diranno “Mai più!”. Si loderanno per essere più umani e civili. Ma, quando arriverà il momento di parlare di qualche nuovo genocidio, temendo di perdere il loro status o le loro posizioni accademiche, si rintaneranno come topi nelle loro tane. La storia umana è una lunga sofferenza per i poveri e i deboli del mondo. Gaza è solo un altro capitolo.


Chris Hedges, chrishedges.substack.com, 8/2/2024

Link: https://chrishedges.substack.com/p/let-them-eat-dirt

Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per 15 anni per il New York Times, periodo in cui è stato capo ufficio per il Medio Oriente e capo ufficio per i Balcani. In precedenza aveva lavorato all’estero per il Dallas Morning News, il Christian Science Monitor e la NPR. È il conduttore del programma “The Chris Hedges Report.”


 

 

 

 

 

RAFAH: SIAMO ALL’ESECUZIONE FINALE?

Mancano pochi giorni (entro un mese dal 26 gennaio) alla data in cui Israele dovrà riferire riguardo ai compiti a casa (o meglio in casa altrui) che le sono stati assegnati dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja [1].

Prevenire il genocidio, come chiedere ad Hitler di prevenire lo sterminio nelle camere a gas, in piena funzione.

Alleggerire le condizioni di vita dei palestinesi (eppure restano animali destinati al macello, condannati a morte con tanto di data).

Impedire la cancellazione delle prove del genocidio (come chiedere ad un serial killer di lasciare traccia del suo operato, per cortesia).

Cosa ci sarà da riferire quando l’oggetto del tema (il popolo palestinese) non esisterà più o non sarà più sulla stretta striscia in cui era confinato? Niente più da discutere, i giochi sono già stati fatti.

Valico di Rafah

Quindi c’è fretta e Netanyahu ha affermato che l’evacuazione (dove?) e l’”Operazione militare Rafah” (cioè eliminare anche l’ultimo milione e mezzo di palestinesi che era stato spinto all’angolo, come su un ring senza guantoni contro un avversario armato) deve essere portata a termine entro il prossimo mese, l’inizio del Ramadan (10 marzo) [2].

Ai palestinesi è stato intimato di evacuare anche da quest’ultimo rifugio dove vivono con una scatoletta di cibo al giorno, al freddo della tendopoli con coperte da dividere perché non ce ne sono abbastanza.

Chi si occupa di loro? Per alcuni Paesi, compresa l’Italia, non è legittimato farlo. Sarebbero terroristi [3]. Niente fondi, dunque.

Intanto, 800 funzionari lanciano un grido in un documento transatlantico visionato dalla BBC [4]; a Londra una manifestazione davanti all’Ambasciata egiziana domanda che vengano aperti i valichi per la fuga [5].

Sicuri che i palestinesi vogliano lasciare Gaza?

Intanto L’Egitto fortifica le sue recinzioni [6], dopo che aveva aperto un valico per far uscire da Gaza alcuni fortunati forestieri o con doppia cittadinanza [7].

I palestinesi sanno di non avere speranza. Netanyahu afferma di non avere nessuna alternativa alla “distruzione militare di Hamas” [8], tradotto: estinzione del popolo palestinese.

In Israele già si marcia per la vittoria [9]. Vittoria contro chi?

Per il governo di Tel Aviv l’obiettivo, quello vero, è il popolo palestinese; per molti israeliani solo la liberazione degli ostaggi.

Netanyahu dichiara al pubblico di avere come obiettivo l’eliminazione di 4 battaglioni di Hamas [10].

Biden, pressato dalle esternazioni internazionali, emette sanzioni contro quattro “coloni violenti” [11], non lo Stato genocida, ma solo 4 coloni violenti.

Mentre il popolo palestinese mangia l’erba [12] e si ammala, l’opinione pubblica israeliana è preoccupata per l’infezione fungina che ha colpito un soldato israeliano e per una eventuale epidemia. Haaretz tranquillizza: questo è un problema solo per gli abitanti di Gaza [13].

Intanto su Rafah già si comincia a bombardare [14].

A Gaza i carnefici hanno ancora qualcosa da chiedere al condannato: già da qualche mese sono apparsi volantini: cercasi ostaggi [15]. Ora volano dall’alto le ultime richieste al condannato [16].

Chiedere l’ultimo desiderio ad un condannato a morte? No. L’ultimo atto di collaborazione con il carnefice, prima dell’esecuzione finale, pubblica, con tutto il mondo che resta a guardare.

Francesca Picone, ComeDonChisciotte.org    12/2/2024

[1] https://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2024/01/26/laja-ordina-a-israele-di-prevenire-atti-di-genocidio-a-gaza_fa7c530c-fe4c-4c40-a954-822c2ecaddeb.html

[2] https://askanews.it/2024/02/10/netanyahu-loperazione-a-rafah-si-concludera-entro-linizio-del-ramadan/

[3] https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/27/dopo-lo-scandalo-anche-roma-sospende-i-finanziamenti-allagenzia-onu-per-i-palestinesi-israele-unrwa-fuori-dal-dopoguerra/7424265/

[4] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2024/02/02/gaza-800-funzionari-europei-e-usa-denunciano-israele_a197ead9-510b-4364-9cd9-8624dee15903.html

[5] https://www.aa.com.tr/en/europe/rally-at-egyptian-embassy-in-london-calls-for-unrestricted-access-of-aid-through-rafah-crossing/3063189

[6] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2024/02/09/fonti-egiziane-rafforzata-sicurezza-al-valico-di-rafah_2723a319-758c-4926-ad33-5cc8fd008c45.html

[7] https://www.aljazeera.com/gallery/2023/11/1/rafah-crossing-opens-briefly-to-allow-some-foreigners-wounded-to-exit-gaza

[8] https://www.agi.it/estero/news/2024-02-07/conflitto-medio-oriente-hamas-israele-netanyahu-25194395/

[9] https://ilmanifesto.it/gaza-e-di-israele-la-marcia-della-guerra-e-musica-per-il-governo

[10] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2024/02/09/netanyahu-bisogna-eliminare-4-battaglioni-hamas-a-rafah_eee4f151-9767-46b5-acb9-bd009d7595ab.html

[11] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/02/01/borrell-lue-non-interrompera-i-finanziamenti-allunwra-_5ad4c7a2-1d83-495d-a36b-44e7b879f97a.html

[12] https://www.rainews.it/maratona/2024/02/la-casa-bianca-attaccare-a-rafah-sarebbe-un-disastro-i-morti-sono-27840-1c03b453-bce4-4d7b-ae26-724486603e24.html

[13] https://www.haaretz.com/israel-news/2023-12-27/ty-article/.premium/wounded-israeli-soldier-dies-of-fungal-infection-medical-experts-not-exclusive-to-gaza/0000018c-aa4c-df5f-a79c-ea6f9ba60000

[14] https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/mondo/2024/02/09/gaza-almeno-8-morti-e-18-feriti-in-un-raid-israeliano-su-rafah_b8bfd189-9d9d-4072-9ee4-26f248812709.html

[15] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/10/24/volantini-di-israele-a-gaza-per-rintracciare-gli-ostaggi_1bf1322f-76f1-41d7-ae01-9118e57b0480.html

[16] https://www.ilriformista.it/israele-chiede-collaborazione-ai-residenti-di-gaza-pioggia-di-volantini-con-foto-degli-ostaggi-403925/

 

 

 

 

 

IL SILENZIO DEI DANNATI

Le nostre principali istituzioni umanitarie e civili, comprese le più importanti istituzioni mediche, si rifiutano di denunciare il genocidio di Israele a Gaza. Questo smaschera la loro ipocrisia e complicità.

A Gaza non c’è più un sistema sanitario efficace. I neonati muoiono. Ai bambini vengono amputati gli arti senza anestesia. Migliaia di malati di cancro e di persone che hanno bisogno di dialisi non vengono curati.

L’ultimo ospedale oncologico di Gaza ha cessato di funzionare. Si stima che 50.000 donne incinte non abbiano un luogo sicuro dove partorire. Vengono sottoposte a parti cesarei senza anestesia. I tassi di aborto spontaneo sono aumentati del 300% dall’inizio dell’assalto israeliano. I feriti muoiono dissanguatiNon ci sono servizi igienici né acqua pulita. Gli ospedali sono stati bombardati e bombardati. L’ospedale Nasser, uno degli ultimi funzionanti a Gaza, è “prossimo al collasso“.

Le cliniche e le ambulanze – 79 a Gaza e oltre 212 in Cisgiordania – sono state distrutte. Sono stati uccisi circa 400 medici, infermieri, operatori sanitari e operatori sanitari – più del totale di tutti gli operatori sanitari uccisi nei conflitti di tutto il mondo messi insieme dal 2016. Altri 100 sono stati detenuti, interrogati, picchiati e torturati o sono scomparsi ad opera dei soldati israeliani.

I soldati israeliani entrano abitualmente negli ospedali per effettuare evacuazioni forzate – mercoledì le truppe sono entrate nell’ospedale al-Amal di Khan Younis e hanno chiesto ai medici e ai palestinesi sfollati di andarsene – e per rastrellare i detenuti, compresi i feriti, i malati e il personale medico. Martedì, travestiti da operatori ospedalieri e civili, i soldati israeliani sono entrati nell’ospedale Ibn Sina di Jenin, in Cisgiordania, e hanno assassinato tre palestinesi mentre dormivano.

I tagli ai finanziamenti per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) – punizione collettiva per il preteso coinvolgimento nell’attacco del 7 ottobre di 12 dei 13.000 operatori dell’UNRWA – accelereranno l’orrore, trasformando gli attacchi, la fame, la mancanza di assistenza sanitaria e la diffusione di malattie infettive a Gaza in un’ondata di morte.

Le accuse, prive di prove, che includono l’accusa che il 10% di tutto il personale dell’UNRWA di Gaza abbia legami con gruppi militanti islamici, sono apparse sul Wall Street Journal. La giornalista, Carrie-Keller Lynn, ha prestato servizio nelle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Viste le numerose menzogne che Israele ha utilizzato per giustificare il suo genocidio, tra cui “bambini decapitati” e “stupri di massa“, è ragionevole pensare che si tratti di un’altra montatura.

Le accuse, i cui dettagli rimangono scarsi, si basano apparentemente su confessioni di detenuti palestinesi, sicuramente dopo essere stati picchiati o torturati. Queste accuse sono state sufficienti a far sì che 18 Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, Australia e Giappone, tagliassero o ritardassero i finanziamenti all’agenzia vitale delle Nazioni Unite. L’UNRWA è tutto ciò che si frappone tra i palestinesi di Gaza e la carestia. Una manciata di Paesi, tra cui Irlanda, Norvegia e Turchia, mantengono i loro finanziamenti.

Otto dei dipendenti dell’UNRWA accusati di aver partecipato all’attacco del 7 ottobre nel sud di Israele, in cui sono state uccise 1.139 persone e 240 sono state rapite, sono stati licenziati. Due sono stati sospesi. L’UNRWA ha promesso un’indagine. Rappresentano lo 0,04% del personale dell’UNRWA.

Israele sta cercando di distruggere non solo il sistema sanitario e le infrastrutture di Gaza, ma anche l’UNRWA, che fornisce cibo e aiuti a 2 milioni di palestinesi.

L’obiettivo è rendere Gaza inabitabile e fare pulizia etnica dei 2,3 milioni di palestinesi di Gaza. Centinaia di migliaia di persone stanno già morendo di fame.

Oltre il 70% delle abitazioni è stato distrutto. Più di 26.700 persone sono state uccise e oltre 65.600 sono state ferite. Migliaia sono i dispersi. Circa il 90% della popolazione di Gaza prima della guerra è stata sfollata, e molti vivono all’aperto. I palestinesi sono ridotti a mangiare erba e a bere acqua contaminata.

Noga Arbell, ex funzionario del Ministero degli Esteri israeliano, durante una discussione al Parlamento israeliano il 4 gennaio, ha dichiarato: “Sarà impossibile vincere la guerra se non distruggiamo l’UNRWA, e questa distruzione deve iniziare immediatamente“.

L’UNRWA è un’organizzazione che perpetua il problema dei rifugiati palestinesi“, dichiarò il primo ministro Benjamin Netanyahu nel 2018. “Perpetra anche la narrativa del cosiddetto ‘diritto al ritorno’ con l’obiettivo di eliminare lo Stato di Israele, e quindi l’UNRWA deve scomparire“.

Un alto funzionario israeliano rimasto anonimo ha elogiato la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA, ma ha insistito mercoledì che il governo non chiedeva la sua chiusura.

Dall’inizio degli attacchi israeliani sono stati uccisi più di 152 dipendenti dell’UNRWA a Gaza – tra cui presidi di scuole, insegnanti, operatori sanitari, un ginecologo, ingegneri, personale di supporto e uno psicologo. Più di 141 strutture dell’UNRWA sono state bombardate e ridotte in macerie.

Il bilancio delle vittime è la più grande perdita di personale durante un conflitto nella storia delle Nazioni Unite.


La distruzione delle strutture sanitarie e l’uccisione di medici, infermieri, operatori sanitari e personale è particolarmente ripugnante. Significa che i più vulnerabili, i malati, i neonati, i feriti e gli anziani, e coloro che li assistono, sono spesso condannati a morte.

I medici palestinesi stanno chiedendo ai medici e alle organizzazioni mediche di tutto il mondo di denunciare l’assalto al sistema sanitario e di mobilitare le loro istituzioni per protestare.

Il mondo deve condannare gli atti contro i professionisti del settore medico che si stanno verificando a Gaza“, scrive il direttore dell’ospedale Al-Shifa, Muhamad Abu Salmiya, arrestato insieme ad altro personale medico dagli israeliani nel novembre 2023 mentre stava evacuando con un convoglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e tuttora detenuto. “Questa corrispondenza è un appello a tutti gli esseri umani, a tutte le comunità mediche e a tutti gli operatori sanitari del mondo affinché chiedano la cessazione di queste attività antiospedaliere all’interno e intorno agli ospedali, che è un obbligo civile secondo il diritto internazionale, le Nazioni Unite e l’OMS“.

Ma queste istituzioni – con alcune eccezioni degne di nota come l’American Public Health Association che ha chiesto un cessate il fuoco – sono rimaste in silenzio o, come nel caso del dottor Matthew K. Wynia, direttore del Center for Bioethics and Humanities dell’Università del Colorado, hanno tentato di giustificare i crimini di guerra israeliani.

Questi medici – che in qualche modo trovano accettabile che a Gaza venga ucciso un bambino in media ogni 10 minuti – sono complici del genocidio e violano la Convenzione di Ginevra. Essi abbracciano la morte come soluzione, non la vita.


Robert Jay Lifton nel suo libro “The Nazi Doctors: Medical Killing and the Psychology of Genocide” scrive che “i progetti di genocidio richiedono la partecipazione attiva di professionisti istruiti – medici, scienziati, ingegneri, capi militari, avvocati, ecclesiastici, professori universitari e altri insegnanti – che si combinano per creare non solo la tecnologia del genocidio, ma gran parte della sua logica ideologica, del clima morale e del processo organizzativo“.

Nel novembre 2023, un gruppo di 100 medici israeliani ha difeso il bombardamento degli ospedali di Gaza, sostenendo che erano usati come centri di comando di Hamas, un’accusa che Israele non è stato in grado di verificare.

I presidi delle scuole di medicina statunitensi e le principali organizzazioni mediche, in particolare l’American Medical Association (AMA), si sono uniti alle schiere di università, scuole di legge, chiese e media per voltare le spalle ai palestinesi. L’AMA ha bloccato il dibattito su una risoluzione per il cessate il fuoco tra i suoi membri e ha invocato la “neutralità medica”, anche se ha abbandonato la “neutralità medica” per denunciare l’invasione russa dell’Ucraina.

Denunciare questo genocidio ha un costo, un costo che non intendono pagare. Temono di essere attaccati. Temono di distruggere le loro carriere. Temono di perdere i finanziamenti. Temono la perdita di status. Temono la persecuzione. Temono l’isolamento sociale. Questa paura li rende complici.

E cosa succede a coloro che esprimono il proprio dissenso? Vengono bollati come antisemiti e sostenitori del terrorismo.

La professoressa di psicologia clinica della George Washington University Lara Sheehi è stata cacciata dal suo posto di lavoro. All’ex capo di Human Rights Watch, Kenneth Roth, è stata negata uincarico presso il Carr Center for Human Rights Policy (sic! N.d.T.) di Harvard a causa dei suoi presunti “pregiudizi anti-Israele”. Il professore di San Francisco Rabab Abdulhadi è stato citato in giudizio per aver sostenuto i diritti dei palestinesi. Shahd Abusalama è stata sospesa dall’Università di Sheffield Hallam, nel Regno Unito, dopo una feroce campagna diffamatoria, anche se l’istituzione si è poi accordata sulla sua richiesta di risarcimento per discriminazione. Il professor Jasbir Puar della Rutgers University è un bersaglio continuo della lobby israeliana e subisce continue molestie. Gli studenti e i docenti di medicina in Canada rischiano la sospensione o l’espulsione se criticano pubblicamente Israele.


Il pericolo non è solo quello di denunciare i crimini israeliani. Il pericolo, ancora più importante, è che vengano smascherati la bancarotta morale e la codardia delle istituzioni e dei loro leader.


Questo mi porta alla dottoressa Rupa Marya, professoressa di medicina all’Università della California, San Francisco (UCSF), il cui appello a smettere di bombardare gli ospedali e a esaminare l’impatto del sionismo come ideologia razzista ha scatenato un torrente di attacchi al vetriolo contro di lei, attacchi tacitamente avallati dalla scuola di medicina in cui lavora.

È stata diffamata come antisemita e presa di mira dalla Canary Mission, un’organizzazione sionista che cerca di diffamare e distruggere le carriere di studenti e docenti che criticano Israele e difendono i diritti dei palestinesi. Le sono stati revocati gli incarichi di conferenze e ha ricevuto minacce di morte e messaggi come: “suicidati, ritardata truffatrice negra”, “troia adescatrice di ebrei” e “i bianchi sono il popolo più grande della Terra. Lo sai”.

Potete vedere la sua dichiarazione sulla campagna contro di lei qui.

C’è un contrasto sorprendente tra il trattamento riservato alla dottoressa Marya e quello riservato ai medici che si dichiarano favorevoli al genocidio. Matt Cooperberg, medico dell’UCSF e titolare della Helen Diller Family Chair in Urology, ha visto “apprezzati” (liked, N.d.T.) suoi post sui social media comeRIMUOVETE I PALESTINESI DALLA MAPPA”(sic!) e una citazione dell’ex primo ministro israeliano Golda Meir: “Siamo in grado di perdonare gli arabi [sic!] per aver ucciso i nostri figli. Non siamo in grado di perdonare gli arabi per averci costretto a uccidere i loro figli“.

La cattedra assegnata a Cooperberg proviene dalla Helen Diller Family Foundationil più grande contributore della UCSF, che finora ha donato circa 1,15 miliardi di dollari al campus sanitario“, scrive Marya. “Nel 2018, a causa di un errore su un modulo fiscale, si è scoperto che la Helen Diller Family Foundation finanziava la Canary Mission. La Fondazione ha cercato di cancellare il suo legame dopo questa denuncia“.

Prosegue Marya:

Come membro della facoltà alla UCSF, il disonorato dermatologo Howard Maibach ha sottoposto ed ha iniettato a più di 2.600 detenuti neri e di colore sostanze chimiche, in esperimenti che riecheggiavano gli esperimenti dei medici giudicati al Processo dei Medici (Norimberga, N.d.T.) solo pochi anni prima di andare alla Scuola di Medicina in Pennsylvania“.

Lì studiò sotto la guida di Albert Kligman, che gli insegnò come sfruttare i neri per la sperimentazione medica, ampiamente documentata nel libro-verità horror “Acres of Skin“. Maibach sviluppò anche il concetto di differenze razziali nella pelle, portando avanti le idee razziste della pseudoscienza dell’eugenetica. La razza è una costruzione sociale che sancisce il suprematismo. Non è una realtà biologica.

La maggior parte degli esperimenti di Maibach furono condotti senza consenso informato e, sebbene l’UCSF abbia presentato delle scuse, Maibach è ancora impiegato presso l’Università della California. La sua famiglia sostiene gli Amici dell’IDF ed è rappresentata da Alan Dershowitz, che ha anche lui sostenuto il bombardamento degli ospedali di Gaza.

Dershowitz ha tentato di impedirmi di parlare al primo National Health Equity Grand Rounds dell’AMA, dove la studiosa Harriet Washington, che studia la sperimentazione medica sui neri, ha evidenziato le pratiche razziste di Maibach. Sulla scia dell’omicidio di George Floyd, docenti, tirocinanti e studenti di colore dell’UCSF hanno portato alla luce la storia di Maibach e molti hanno espresso il loro orrore per il fatto di dover continuare a sedere nella stessa stanza di quest’uomo durante i Grand Round di dermatologia.

Ma il problema non è solo un uomo. È un sistema che permette a una persona con questi valori e queste azioni di continuare a essere presente nella nostra comunità di studenti e praticanti.


La disumanizzazione dei palestinesi è tratta dal copione di tutti i progetti coloniali dei coloni, compreso il nostro.


Questo razzismo, in cui le persone di colore sono bollate come “animali umani”, è codificato nel DNA delle nostre istituzioni. Infetta coloro che vengono scelti per guidare queste istituzioni. È al centro della nostra identità nazionale. È il motivo per cui i due partiti al potere e le istituzioni che li sostengono si schierano con Israele. Alimenta la logica perversa di fornire armi e miliardi di dollari di sostegno a Israele per sostenerne l’occupazione e il genocidio.


La storia non ci giudicherà benevolmente. Ma riverirà coloro che, sotto assedio, hanno trovato il coraggio di dire no.

Chris Hedges, The Chris Hedges Report   31/1/ 2024

Link: https://chrishedges.substack.com/p/the-silence-of-the-damned

 

 

 

 

 

ISRAELE DISTRUGGE L’UFFICIO DELL’AGENZIA BELGA PER GLI AIUTI A GAZA

 

Foto dell’edificio che ospitava gli uffici dell’agenzia umanitaria Enabel prima e dopo la sua distruzione

 

Un funzionario belga ha pubblicato delle foto che mostrano l’edificio che ospitava gli uffici della sua agenzia umanitaria a Gaza, distrutto da un attacco aereo israeliano sull’enclave palestinese assediata. L’edificio è stato preso di mira perché il Belgio si rifiuta di tagliare l’assistenza all’Agenzia palestinese delle Nazioni Unite.

Caroline Gennez, il ministro belga della Cooperazione allo Sviluppo e della Politica delle Grandi Città ha postato su X le foto dell’edificio prima e dopo la sua distruzione: “L’edificio degli uffici di Enabel, l’Agenzia belga per la cooperazione allo sviluppo, a Gaza, è stato bombardato ed è completamente distrutto“, ha spiegato il suo post. “Attaccare edifici civili è e rimane totalmente inaccettabile“.

Ha aggiunto che Bruxelles ha convocato l’ambasciatore di Tel Aviv.

Il vicepresidente esecutivo del Quincy Institute, Trita Parsi, ha osservato che Israele ha preso di mira l’ufficio [dell’agenzia] belga perché Bruxelles sta resistendo alle pressioni per tagliare i finanziamenti all’agenzia palestinese delle Nazioni Unite. “Il Belgio è uno dei Paesi occidentali che si è rifiutato di tagliare i fondi all’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione). Israele ha appena bombardato l’ufficio dell’Agenzia belga per la cooperazione allo sviluppo a Gaza“, ha scritto su X.Questo è il risultato diretto dell’impunità che Washington ha garantito a Israele“.

La settimana scorsa, Israele aveva informato l’UNRWA che una dozzina di suoi dipendenti ha partecipato all’attacco di Hamas del 7 ottobre. La dirigenza dell’agenzia aveva agito immediatamente licenziando i dipendenti, anche se le prove fornite da Tel Aviv si basavano su confessioni rese durante gli interrogatori. Si tratta di una fonte dubbia, visti i diffusi abusi di Israele sui prigionieri palestinesi negli ultimi quattro mesi.

Tel Aviv ha poi affermato di avere anche prove ottenute da telefoni cellulari.

Gli Stati Uniti, la Germania e molti altri Paesi occidentali hanno tagliato i fondi all’UNRWA a causa delle accuse israeliane. Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite, ha dichiarato che Washington non riprenderà i finanziamenti all’UNRWA finché l’organizzazione non sarà sottoposta a riforme sostanziali. “Dobbiamo esaminare l’organizzazione, come opera a Gaza“. Ha continuato, “come [l’UNRWA] gestisce il suo personale e per garantire che le persone che commettono atti criminali, come questi 12 individui, siano ritenute immediatamente responsabili, in modo che l’UNRWA possa continuare il lavoro essenziale che sta facendo“.

Diversi funzionari per i diritti umani hanno avvertito che i tagli agli aiuti spingeranno Gaza verso la carestia e aumenteranno la morte dei palestinesi nella Striscia.

Michael Fakhri, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione, ha scritto domenica su X:Alcuni Stati hanno deciso di tagliare i fondi all’UNRWA per le presunte azioni di un piccolo numero di dipendenti. Questo punisce collettivamente oltre 2,2 milioni di palestinesi. La carestia era imminente. La carestia è ora inevitabile“.

Kyle Anzalone, https://libertarianinstitute.org/   11/2/2024

Link: https://libertarianinstitute.org/news/israel-destroy-belgian-aid-agency-office-in-gaza/

Kyle Anzalone è redattore giornalistico del Libertarian Institute, opinion editor di Antiwar.com e co-conduttore di Conflitti di interesse con Will Porter e Connor Freeman


 

 

 

 

 

Il coniglio “libberale”

Il bombardamento di Gaza ha chiuso la bocca a tutti i miei detrattori della radio, della televisione e della carta stampata poiché ha reso evidente la correttezza della mia tesi ovvero che l‘Occidente è una civiltà criminale, assassina e sterminatrice guidata da corrotti, criminali di guerra, massacratori di bambini musulmani, calpestatori dei diritti umani e “terroristi di Stato”, secondo la definizione suggerita dalla letteratura scientifica

I vari Nicola Porro, Enrico Letta, Stefano Bonaccini, Maurizio Molinari, Massimo Gramellini, Beppe Severgnini, Paolo Mieli, non potranno più fare i loro gargarismi autocelebrativi sull’Occidente del tipo: “Noi siamo una civiltà moralmente superiore rispetto alla Russia, noi rispettiamo i diritti umani

Vi risulta che Porro e gli altri “libberali” abbiano mai condannato quel volgare criminale di guerra, terrorista di Stato e massacratore di bambini musulmani di Netanyahu?

Mi paiono in difficoltà ora che non possono più usare l’etichetta di “putiniano” contro il professor Orsini. Poverini, hanno perso il capro espiatorio della guerra in Ucraina (che è una cosa molto illiberale)

E adesso che cosa diranno i miei detrattori? Che il professor Orsini è un agente segreto dello Stato palestinese? Che prende i soldi dai palestinesi che non hanno un euro? Che fa parte di una rete di agenti segreti legata a Ramallah?


Ecco che cos’è l’Occidente: il massacro quotidiano di migliaia di bambini palestinesi innocenti che include persino il loro sterminio nelle incubatrici degli ospedali di Gaza.


L’Occidente sono i bambini di Gaza amputati senza anestesia che poi muoiono dopo le operazioni chirurgiche perché non sopravvivono al dolore, come racconta il chirurgo britannico-palestinese Abu-Sitta: “A Gaza è una guerra contro i bambini. Ho operato senza anestesia: non dormo la notte. La fine della tregua è una catastrofe


Perché Porro non prova a dire che l’Occidente è una civiltà moralmente superiore adesso che l’Unione europea, la Casa bianca e Israele massacrano i neonati palestinesi?

Porro disse di me: “Il professor Orsini mi fa orrore”

E pensa che cosa fanno a me gli uomini che hanno il coraggio di un coniglio sollevato per le orecchie.

Per dare un’idea delle capacità intellettive di Porro, ecco la sua tesi: “Basta! Israele è uno Stato liberale e va difeso!

Quindi, caro Porro, se uno Stato liberale stermina due milioni di persone innocenti noi dobbiamo difendere lo sterminio perché è uno sterminio liberale?

Quindi, o somma intelligenza, se un uomo liberale commette un omicidio noi dobbiamo difenderlo perché è liberale?

Quindi, o intelligenza suprema, se un liberale commette uno stupro, noi dobbiamo difenderlo?

Capito, Porro, in mano a chi sta il mondo dell’informazione?

Noi educhiamo i nostri giovani a ragionare in questo modo illiberale.

Tu stai al liberalismo come Netanyahu sta al rispetto dei diritti umani

Prof. Alessandro Orsini, da Facebook

 

 

 

 

 

 

Israele non è uno Stato ebraico

 

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