Ma se gli adulti ( genitori, insegnanti, dirigenti scolastici) non avvertono quale pericolo incombe sulle nostre vite e sul prossimo futuro ( con il progetto criminale globale chiamato Grande Reset ) come possono capire in quale pericolo stiamo mettendo bambini e ragazzi con il trionfo devastante della digitalizzazione scolastica e casalinga e quindi opporsi  ( leggi QUI e QUI e QUI)?

Ma se gli adulti ( genitori, insegnanti, dirigenti scolastici) hanno permesso in maniera ignobile, durante la pseudo-pandemia, che i bambini e i ragazzi subissero l’ abietta DAD, le infami mascherine, i fetidi tamponi, i turpi distanziamenti tra loro, i nefandi pseudo-vaccini, lo spregevole chiuderli in casa con il lockdown ( senza minimamente pensare che tutto ciò era una grave violenza che avrebbe lasciato strascichi fisici e psicologici) come volete che nella loro ottusità comprendano in quale pericolo le nuove generazioni stanno cadendo e quindi opporsi?

Ma se gli adulti in genere non stanno assolutamente capendo come la rete diabolica della totale digitalizzazione dell’esistenza sta per soffocare privacy, libertà, diritti inalienabili attraverso un controllo digitale capillare e addirittura vedono tutto questo, da ignoranti, che sia una facilitazione per la vita quotidiana ( come la propaganda di regime sostiene), come volete che difendano i ragazzi e i bambini dal cappio digitale ( leggi QUI)?

Poveri bambini e ragazzi nostri avviati verso la “nuova normalità” che li vedrà addomesticati, sottomessi, manipolati, decerebrati e asserviti come l’Agenda 2030 ( dell’aristocrazia finanziario-usuraia, leggi QUI)  vuole e prevede. Futuri schiavi digitali: leggi QUI. Futuri giovani a perdere: leggi QUI

Poveri bambini e ragazzi nostri in mano ad adulti già addomesticati, sottomessi, manipolati, decerebrati ed asserviti ( fatte le debite eccezioni, e fortunati i figli o gli alunni di queste debite eccezioni).

Poveri bambini e ragazzi in mano ad adulti che di adulto, sotto il vestito, non hanno niente ( leggi QUI). (GLR)

 

 

Didattica digitale: un disastro annunciato

Lettera aperta ai Dirigenti Scolastici e al Dirigente Generale del Dipartimento Istruzione e Cultura

Cari Dirigenti,

scrivo questa lettera aperta per conoscere la vostra posizione, e le vostre intenzioni, in merito alla digitalizzazione della didattica.

Con l’avvento della “buona scuola” di Matteo Renzi, dal Ministero in giù si sono iniziate a celebrare le potenzialità e le virtù della didattica digitale. Le scuole di ogni ordine e grado si sono dotate di registri elettronici, di tablet, di lavagne multimediali, e il digitale è divenuto la nuova frontiera dell’insegnamento.

Dal punto di vista scientifico la didattica digitale non solo deprime l’apprendimento, ma arreca anche gravi disturbi fisici, neurologici, cognitivi e comportamentali agli studenti.

È quanto sostiene, nel suo libro “Il cretino digitale”, il neuro-scienziato francese Michel Desmurget:

«per quel che riguarda l’uso ricreativo degli schermi, infatti, la scienza evidenzia una lunga lista di influenze deleterie, tanto per il bambino quanto per l’adolescente. Influenze che colpiscono tutti i capisaldi dello sviluppo, da quello somatico, ossia il corpo (con effetti, per esempio, sull’obesità o la maturazione cardiovascolare), fino a quello emotivo (per esempio l’aggressività o la depressione), passando per quello cognitivo, detto anche intellettuale (per esempio il linguaggio o la concentrazione).

Le ripercussioni sono tantissime e influiscono anche sul rendimento scolastico. Sembrerebbe infatti che l’uso del digitale fatto in classe, con fini educativi, non sia più benefico degli altri. Le famose indagini internazionali PISA ce lo confermano con risultati a dir poco spaventosi».

 

Qui Desmurget si riferisce a un’indagine condotta dai Paesi OCSE nel 2012. Nella quale, tra l’altro, si mostra come i Paesi membri che hanno investito di più nella didattica digitale sono quelli che hanno avuto i risultati scolastici più deludenti.

Così, mentre i giovani scontano gli effetti deleteri della sovra-esposizione a schermi a fini ricreativi, cosa fa la scuola? Digitalizza la didattica: in questo modo la sovra-esposizione a schermi viene promossa a iper-esposizione per mano della scuola stessa.

Demenza digitale” è una locuzione coniata in Corea del Sud, il Paese all’avanguardia nella digitalizzazione della didattica. Ma è anche il nome di una patologia, e il titolo di un libro pubblicato del neuro-scienziato tedesco Manfred Spitzer, che dirige la Clinica Psichiatrica e il Centro per le Neuroscienze e l’Apprendimento dell’Università di Ulm.

A chi non avesse tempo di leggerlo segnalo un documento di tre facciate, «Sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento», un’indagine conoscitiva condotta dal Senato nel 2021. Ne riporto qualche estratto  ( il testo completo in PDF  è QUI,  glr).

«Ci sono i danni fisici: miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscolo-scheletrici, diabete. E ci sono i danni psicologici: dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminu­zione dell’empatia. Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concen­trazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica… Sono gli effetti che l’uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani. Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche. È quanto sostengono, ciascuno dal proprio punto di vista «scienti­fico», la maggior parte dei neurologi, degli psichiatri, degli psicologi, dei pedagogisti, dei grafologi, degli esponenti delle Forze dell’ordine auditi.

Un quadro oggettivamente allarmante, anche perché evidentemente destinato a peggiorare. […]Per quest’insieme di ragioni, non è esagerato dire che il digitale sta decerebrando le nuove generazioni, fenomeno destinato a connotare la classe dirigente di domani. […] Dal ciclo delle audizioni svolte e dalle documentazioni acquisite, non sono emerse evidenze scientifiche sull’efficacia del digitale applicato all’insegnamento. Anzi, tutte le ricerche scientifiche internazionali citate dimostrano, numeri alla mano, il contrario. Detta in sintesi: più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano sia le competenze degli studenti sia i loro redditi futuri».

 

Dunque, le istituzioni sono perfettamente al corrente della gravità della situazione. Ma invece di correre ai ripari, invece di «incoraggiare, nelle scuole, la lettura su carta, la scrittura a mano e l’esercizio della memoria» come consiglia l’indagine appena citata, promuovono ed esaltano la didattica digitale.

A chi abbia conservato un minimo di autonomia di giudizio, questa situazione non può che apparire surreale.

Ma è sufficiente andarsi a leggere il “Piano scuola 4.0” per rendersi conto di quanto sia reale l’avanzata della didattica digitale, e dunque ingente il danno che la scuola sta arrecando agli studenti.

Un danno che il PNRR sta portando a livelli parossistici, proprio perché vincola le scuole a mettere in atto forme sempre più spinte di didattica digitale.

Il conflitto d’interessi legato alla didattica digitale è tanto palese quanto sottaciuto.

Da una parte i profitti esorbitanti dei colossi del digitale. I quali, come è noto, perseguono i loro obiettivi infiltrando le istituzioni e comprandone i vertici.

Dall’altra la missione della scuola, che è quella di mettere gli studenti nelle migliori condizioni per crescere culturalmente e intellettualmente. Per “saper leggere il libro del mondo”, come cantava Fabrizio De Andrè.

Gli interessi delle multinazionali dell’informatica confliggono con quelli dei giovani anche fuori dalla scuola.


Basti pensare al fenomeno degli “hikikomori”, o ritirati sociali. Il termine, di origine giapponese, indica in genere adolescenti che hanno sviluppato una tale dipendenza da videogiochi, social media e internet che non escono più dalle loro stanze.

Molti di loro arrivano persino ad abbandonare la scuola. Solamente in Italia sono stati accertati 120.000 casi. Il fenomeno è in crescita e, dietro a ciascuno di questi casi, c’è una famiglia in preda alla disperazione.

Una famiglia lasciata sola dalle stesse istituzioni che, perseverando nel celebrare la digitalizzazione, riempiono di schermi persino le scuole, come se fuori non ce ne fossero già fin troppi.

Tenendo presente che sul fenomeno “hikikomori” non c’è ad oggi una vigilanza attiva, e che in genere la vigilanza passiva rileva dall’uno al dieci per cento dei casi effettivi, ci si rende facilmente conto del fatto che si tratta di una piaga sociale di proporzioni spaventose.

Centinaia di migliaia di giovani che stanno morendo dentro. Non dentro la loro stanza, dentro il loro animo.

Perché un adolescente che non riesce più ad uscire dalla sua stanza, non è poi così diverso da un adolescente sepolto nella sua bara. Non sarebbe forse il caso che, almeno a scuola, gli schermi rimangano accesi solo per il tempo strettamente necessario?

Vi prego, cari Dirigenti, non sottraetevi alle vostre responsabilità rispondendo che siete tenuti a seguire le direttive ministeriali. Se lo faceste, data la gravità della situazione non sareste poi così diversi da quegli ufficiali che, eseguendo gli ordini senza discuterli, si sono resi complici di massacri e disastri.

E, per favore, non rispondete che «occorre educare i giovani all’uso consapevole di questi strumenti». Chiamare “strumenti” i dispositivi digitali vuol dire, come minimo, non aver compreso la portata della problematica: «lo smartphone, ormai, non è più uno strumento, ma è diventato un’appendice del corpo» si legge nell’indagine sopra citata.

E il fatto che la scuola promuova “l’uso consapevole” di qualcosa che ha le «stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche della cocaina» deve far riflettere.

Così come, a livello locale, debbono far riflettere i numeri recentemente forniti dal dottor Stefano Calzolari, direttore dell’Unità operativa di neuropsichiatria infantile territoriale dell’APSS.

Numeri che mostrano un incremento allarmante dei disturbi dell’apprendimento e dei disagi psicologico-sociali. Sarebbe senz’altro riduttivo imputare il dilagare dei disturbi segnalati da Calzolari solamente all’invasione di schermi cui abbiamo assistito nell’ultimo decennio.

Ma negare che l’abuso delle tecnologie digitali – fuori e dentro la scuola – stia contribuendo ad aggravare la situazione, vuol dire negare l’evidenza, cioè assumere il più antiscientifico degli atteggiamenti.

«Oggi un docente non può ignorare i risultati scaturiti dalla scienza empirica e dagli studi teorici» ha recentemente affermato Paolo Pendenza, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi per il Trentino. E un Dirigente Scolastico, può ignorarli?

Francesco Prandel,   https://www.lafionda.org/   22/7/2023

E’ nato a Trento nel 1973. Dopo la maturità tecnica in chimica (indirizzo industriale), ha conseguito la laurea in chimica (indirizzo chimico-fisico) a Padova nel 1998, con tesi nell’ambito della sintesi elettrochimica. Insegna chimica nella Scuola Superiore. Nel tempo libero si interessa di fisica teorica e filosofia della fisica.

 

 

 

 

Dalla formazione alla formattazione.

Così il Piano Scuola 4.0 punta alla demolizione della scuola italiana attraverso un decreto legge di fatto incostituzionale. In questa nuova puntata di “Piazza Libertà” Armando Manocchia ci accompagna nel “progetto di distruzione” della scuola italiana.

Ospiti di questa puntata: Patrizia Scanu, insegnante e psicologa; Filomena Maggino, professore di Statistica sociale Università La Sapienza di Roma; lo psichiatra Alessandro MeluzziDaniele Trabucco, costituzionalista.

 

Vedi e ascolta QUI

 


 

 

 

 

ANNO IV DELLA DITTATURA SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE


 

IMPORTANTE!!

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Alcuni ultimi articoli che vi raccomandiamo di leggere e rileggere:

Verso la dittatura ecologica-green (4). Clima come covid: per continuare ad addomesticarci.

Pericolo vaccino  (43). Pseudo-vaccini per rischiare la vita.

Verso la dittatura ecologica-green (3). Follie “pseudo-ecologiche”.

Una commissione per non dimenticare. Assolutamente!

Diritti inalienabili addio!

Verso la dittatura ecologica-green (2). Balle per una dittatura, però green.

GLR-CONSIDERAZIONI  50. Il folle bisogno di sicurezza.

Verso la dittatura digitale (20). Radiazioni per il nostro bene.

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (36). Tu devi avere paura!

Verso la dittatura digitale (19). Una città per polli d’allevamento.

GLR-CONSIDERAZIONI  49.  Il “cornuto” felice.

GLR-CONSIDERAZIONI  48. Ricordare per non perdere l’anima.

Verso la dittatura digitale  (18). Inciampi gravi per la nostra libertà.

Biocrazia!

Pericolo vaccino  (42). Sangue, grafene e nanobot.

Verso la dittatura climatica-green (1). Per abbracciare la nostra schiavitù.

GLR-NOTIZIE-LASH  59 – 9/5/2023. Una firma per studiare i danni.

GLR-CONSIDERAZIONI  47. Giovani a perdere.

GLR NOTIZIE 115 - 26/4/2023. RESISTENZA tra manifestazioni, firme e consapevolezza.

Un mostro che  possiede il mondo e il nostro futuro.

Chi comanda nel mondo.

 

 

 


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