Articoli marcati con tag ‘umberto eco’

I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività.

Venivano subito messi a tacere; mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel.

È l’invasione degli imbecilli.

 

Umberto Eco (1932- 2016), in una lectio magistralis tenuta all’università di Torino, giugno 2015. Leggi il resto di questo articolo »

Fascismo: cosa vuol dire questa parola all’inizio del XXI secolo? La nostra memoria storica corre al passato, agli anni fra le due guerre mondiali, e vede un paesaggio fosco fatto di violenza, dittature, razzismo, genocidi». Un ricordo che oggi «riaffiora spontaneamente di fronte all’ascesa delle destre radicali, al proliferare del populismo, della xenofobia, e anche all’insorgere spaventoso del terrorismo, spesso definito “fascismo islamico”». Leggi il resto di questo articolo »

Niente è cambiato: si fa credere di essere minacciati da un’altra “razza”

Valentina Pisanty, docente e semiologa, ha scelto in questo suo ultimo libro (Educare all’Odio, La difesa della razza 1938-1943, La Biblioteca di Repubblica – L’Espresso) di fare tesoro dell’insegnamento di Umberto Eco, suo maestro.

Nel suo Fascismo Eterno (Nave di Teseo), Eco aveva offerto la versione più chiara e più drammatica del come nasce il comportamento persecutorio detto “fascismo”. È un lavoro lungo e paziente in cui diligentemente si accumulano tutte le perversioni di persona contro persona, gruppo contro gruppo, forte contro debole, inventando, elaborando e accreditando l’idea che esista una razza pura e che la tua sia la tua, contro cui grava una minaccia. Leggi il resto di questo articolo »

“I social permettono alle persone di restare in contatto tra loro, ma danno anche diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel”.

(dal discorso di Umberto Eco all’Università di Torino, in occasione della laurea honoris causa in Comunicazione e Culture dei media – 11 giugno 2015)

Popolo e populismo. Pur avendo la stessa radice, i due termini al giorno d’oggi – in Italia e in tutto l’Occidente – stanno diventando antitetici. Dall’America di Donald Trump fino alla nostra povera Europa, insidiata dai nazionalismi e dai sovranismi, il populismo è ormai sinonimo di anti-sistema, anti-establishment, anti-élite. E rischia di degenerare perciò nel ribellismo, nell’autarchia o in quella che con un ambiguo neologismo si chiama “democratura”. Ovvero, nell’ossimoro della “democrazia autoritaria”. Leggi il resto di questo articolo »

L’essere umano porta con sé l’aspirazione alla libertà o la sua negazione? Esiste una spinta ad adorare il padrone?

Per Pasolini il “ nuovo fascismo” non aveva a che fare con le rinate organizzazioni fasciste dopo la fine della seconda guerra mondiale e la Liberazione, ma con il potere di plasmazione delle vite e delle coscienze che il nuovo “ sistema dei consumi” era riuscito a produrre dagli anni Sessanta in avanti.

Questa tesi generale — in sé forse discutibile — ha il merito di emancipare il fascismo dal problema della sua eventuale riorganizzazione politica — che secondo Pasolini era un fenomeno del tutto residuale — per ricondurlo a un grande tema antropologico: siamo così sicuri che gli esseri umani amino più la loro libertà delle loro catene? Leggi il resto di questo articolo »

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