Articoli marcati con tag ‘progresso’

La nostra crisi è una crisi di civiltà, dei suoi valori e delle sue credenze. Ma è soprattutto una transizione fra un mondo antico e un mondo nuovo. Le vecchie visioni della politica, dell’economia, della società ci hanno resi ciechi, e oggi dobbiamo costruire nuove visioni.
Ogni riforma politica, economica e sociale è indissociabile da una riforma di civiltà, da una riforma di vita, da una riforma di pensiero, da una rinascita spirituale. La riuscita materiale della nostra civiltà è stata formidabile, ma ha anche prodotto un drammatico insuccesso morale, nuove povertà, il degrado di antiche solidarietà, il dilagare degli egocentrismi, malesseri psichici diffusi e indefiniti. Oggi si impone una vigorosa reazione atta a ricercare nuove convivialità, a ricreare uno spirito di solidarietà, a intessere nuovi legami sociali, a fare affiorare dalla nostra e dalle altre civiltà quelle fonti spirituali che sono state soffocate. Questa sfida deve essere integrata nella politica, che deve porsi il compito di rigenerarsi in una politica di civiltà. Le visioni della politica e dell’economia si sono basate sull’idea, che risale al settecento e all’ottocento, del progresso come legge ineluttabile della Storia. Questa idea è fallita. Soprattutto, è fallita l’idea che il progresso segua automaticamente la locomotiva tecno- economica.
È fallita l’idea che il progresso sia assimilabile alla crescita, in una concezione puramente quantitativa delle realtà umane. Negli ultimi decenni la storia non va verso il progresso garantito, ma verso una straordinaria incertezza. Così oggi il progresso ci appare non come un fatto inevitabile, ma come una sfida e una conquista, come un prodotto delle nostre scelte, della nostra volontà e della nostra consapevolezza.

Le mani della ‘ndrangheta sui cantieri Tav: la denuncia di Roberto Saviano è un grido d´allarme che costringe a ricondurre sul piano suo proprio, quello degli affari, ogni discorso sull´alta velocità. Gli affari sporchissimi (delle mafie) e quelli, si suppone puliti, delle imprese e delle banche. Ma che vi siano fra gli uni e gli altri intrecci e convergenze di interessi non occorre dimostrare. La storia del riciclaggio di denaro sporco di tutte le mafie, in Italia e fuori, semplicemente non esisterebbe, se non si fosse trovata ogni volta l´impresa “pulita” ma disponibile a trasformare capitali sporchi in condominii, alberghi, autostrade. Leggi il resto di questo articolo »

Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto. A questo patto l’umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico.

don Lorenzo Milani,  Lettera ai giudici, 1965

No. Non può essere solo una sera. Non si possono vivere certi momenti e poi passare ad altro come consumatori banali, vittime dell’ideologia consumistica. Non si può aprire una sera il mondo del pensiero di Pasolini, ascoltare come Gaber ha raccolto il suo grido e lo ha espresso in un meraviglioso brano e poi cercare altre novità, novità proprio come vittime di un’epoca che ha provocato in noi una “degenerazione antropologica”.

Dobbiamo riscoprire la bellezza del “ruminare”, dell’entrare in certi temi e ritornarci continuamente per scoprirne sempre nuovi aspetti, nuovi elementi per la nostra crescita. Crescita, si. Perché questa sera abbiamo ribadito che è saggezza parlare di “formazione permanente degli adulti” e non ritenere in maniera suicida che questo valeva per quando eravamo bambini, mentre ora… siamo adulti.

E proprio di ciò che Pasolini, il Pasolini Corsaro degli anni ’70, voleva avvertire: il Potere Consumistico ci sta devastando non solo nel borsellino ma soprattutto nell’animo presentandoci uno sviluppo che non è progredire umano ma un degradarci dentro e fuori di noi. Di fronte a questo e alla banalità di troppe persone che ci circondano, come resistere senza esserne schiacciati e banalizzati a nostra volta? Leggi il resto di questo articolo »

Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice.

 

Albert Einstein (1879-1955), fisico tedesco e Premio Nobel nel 1921

 

 


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