Adams fu il secondo presidente del Stati Uniti ( 1797-1801). Adams fu un presidente autoritario e benestante che diede inizio alla tragica sottomissione degli Indiani dell’America del Nord. Adams fu uno dei teorizzatori della censura di stato e della proibizione di criticare gli organi di governo. Gli Stati Uniti, insomma, nascevano proprio bene.

Adams s’intendeva di sottomissione degli altri. Adams frequentava i miliardari dell’aristocrazia finanziario-usuraia che si stava formando è imparò da loro che controllare i debiti di uno stato era il modo migliore di sottometterlo. Adams è stato un precursore del dominio dell’èlite degli stra-miliardari su stati, governi, politica ed istituzioni future come l’ONU, l’EU, l’OMS attraverso il denaro e i debiti. Una vera e propria gigantesca usura.

Adams fu un precursore dell’economia del debito che caratterizza la nostra tragica epoca affossata dal progetto criminale globale chiamato Grande Reset e gestito proprio dall’aristocrazia finanziario-usuraia (leggi QUI).

Adams ci aiuta a capire quanto la nostra italietta sia sottomessa, incatenata con i suoi politicanti d’accatto, con i suoi governicchi di destra o sinistra ( che non esistono più), con il suo enorme debito accumulato negli anni ( leggi QUI).

Adams ci aiuta a capire perchè allora l’italietta sottomessa ( come l’EU e l’ONU), soggiogata, dominata, sottoposta, asservita dal debito continua a sprecare soldi per una guerra già persa ( in Ucraina) e dando appoggio scandaloso all’israele genocida.

Tutto questo facendo ridicolmente finta di essere… sovrana. Povera, folle “serva Italia”.

 

Dante Alighieri, Purgatorio, canto VI, vv. 76-78

 

V’invitiamo a rileggere gli articoli che trovate QUI sotto la voce “Una guerra nella guerra“. V’invitiamo a rileggere con grande attenzione QUI e QUI. (GLR)

 

 

 

FOLLIA E ARMI: COSA ACCADRÀ ALL’UCRAINA NEL 2024?

Torniamo a parlare di Ucraina, perché il Parlamento ha appena varato l’ennesimo pacchetto di aiuti militari destinati a Kiev, l’ottavo. Contrari solamente 5Stelle e Verdi, il Pd incerto si astiene, mentre il resto dei rappresentanti dei cittadini si schierano nettamente a favore della misura.

Il destino dell’Ucraina però sembra segnato e il 2024 potrebbe essere l’anno decisivo. Ma fino a quando sarà sostenibile sostenere Kiev? E verso quale futuro si sta dirigendo l’Ucraina di Zelensky?

Ne parliamo con Franco Fracassi, giornalista e scrittore.

 

Vedi e ascolta QUI

 

 

 

 

NUOVE ARMI ITALIANE ALL’UCRAINA: IL GOVERNO STRIZZA L’OCCHIO ALLA NATO

Con l’approvazione dell’ottavo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, il Governo italiano decide di essere più realista del re.

Lo scorso dicembre infatti gli Stati Uniti avevano approvato uno stanziamento di fondi dicendo però che sarebbe stato l’ultimo. L’Italia vuole quindi continuare a essere fedele esecutrice dell’agenda NATO, eppure gli aiuti militari finora non hanno dato grandi risultati sul campo, come dimostra il fallimento della controffensiva.

Ne parliamo in questo spazio di approfondimento.

 

Vedi e ascolta QUI

 

 

 

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L’ITALIA INVIA ALTRE ARMI IN UCRAINA

Il Parlamento italiano ha votato a favore dell’ottavo invio di armi in Ucraina. Sebbene i toni trionfalistici dei primi mesi di guerra siano radicalmente mutati e lo stesso ministro della Difesa, in aula, abbia dovuto ammettere l’insuccesso della controffensiva ucraina e delle sanzioni alla Russia, l’Italia prosegue nella “strategia” dei mesi scorsi.

Sono stati 195 i voti favorevoli, con il Movimento 5 Stelle che si è detto contrario all’invio di armi, nonostante i suoi voti siano stati determinanti per l’invio dei primi pacchetti di armamenti durante il governo di Mario Draghi.

Nel frattempo, Kiev è costretta a ricorrere agli arruolamenti forzati e Mosca alza la posta, inasprendo i bombardamenti e preparandosi a una nuova offensiva primaverile.

In questa puntata di “Che idea ti sei fatto” ne discutiamo con Fiammetta CucurniaGiacomo Gabellini Francesco Forciniti.

 

Vedi e ascolta QUI


 


Ed invece la “serva Italia” continua a mandare armi…

 

“Fatti pagare da Zelensky”

Il regno del tragico clown Vladimir Zelenskyj, sta volgendo al suo termine e i suoi discorsi pretenziosi vengono apertamente derisi in tutto il mondo salvo che in Occidente.

Certo il pathos nelle sue parole aumenta in maniera proporzionale alla sconfitta del disegno a cui ha prestato la sua vacuità e la sua incompetenza, persino a Kiev ormai si comincia apertamente a sfidare il tiranno che ha portato di fatto alla distruzione del Paese e di un’intera generazione.

Ad esempio, il deputato popolare della fazione “Voce” Roman Kostenko, che è anche segretario della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence, ha dichiarato apertamente che Zelenskyj non è solo una “anatra zoppa”:  “Credo che ora il presidente Zelenskyj debba capire da solo che non sarà mai più presidente, che questo è solo il mandato che gli spetta. Deve capire che politicamente è già morto”,

Sui murales sia in Francia che in Germania  il presidente dell’Ucraina viene già dipinto come un topo piegato sotto il peso di un sacco di soldi. Ma c’è un episodio  che è stato nascosto all’opinione pubblica e che dimostra tutto il disprezzo che si va accumulando su Zelensky, ma anche sui personaggi che lo hanno appoggiato nella guerra criminale contro la Russia.

Qualche giorno fa  il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed bin Zayed, di pagare “indennità di disoccupazione” ai palestinesi che Israele ha privato del lavoro, della casa, del proprio territorio e spesso anche figli.

Lo sceicco ha risposto icasticamente con un disprezzo  a  tutto tondo verso l’interlocutore, come verso il dittatore di Kiev:Chiedete soldi a Zelenskyj, riceve molti soldi da molti paesi, forse potrebbe aiutarvi”.

Questo descrive abbastanza bene quale sia l’umore del resto del mondo nei confronti di guerre e stragi americane nonché dei loro burattini.

https://ilsimplicissimus2.com/   12/1/2024

 

 

 

 

Europa, il partito della sottomissione

Forse non tutti se lo ricordano, ma nel 1991, anno della fine ufficiale dell’URSS il Pil americano era inferiore a quello europeo, mentre appena 9 anni dopo – con l’introduzione dell’euro e dell’eurozona la situazione si era invertita.

Da allora, il prodotto interno lordo americano, sebbene frutto di iperplasia finanziaria è aumentato da 14,77 trilioni a 25,44 trilioni di dollari, mentre quello dell’UE è passato da 16,3 a 16,75 trilioni. Che cosa è successo da allora?

La crisi dei mutui subprime del 2008, che ha portato con se anche quelle del debito sovrano europeo (chi non ricorda la riduzione dei paesi in difficoltà a miserabili PIGS?) ha costretto il nostro continente a pagare il conto americano, attraverso la dollarizzazione imposta dal FMI e i pagamenti affrettati ai fondi avvoltoio di Wall Street.

Poi è arrivato in circostanze che gridano vendetta il Covid con Ursula von der Liar, ovvero Ursula delle menzogne che ha acquistato con trattativa privata – in pratica al telefonino – 5 dosi di Pfizer, Moderna e Johnson per ogni europeo con centinaia di milioni di dosi sprecate, senza tenere nemmeno in conto i problemi sanitari che tutto questo ha causato e infine la guerra con la Russia, in territorio ucraino, che ha rappresentato uno scacco al collegamento euro-asiatico e alla costruzione di un supercontinente.

Infatti, dal 2008 in poi, quando Putin ha messo in guardia sulle intenzioni della NATO in Ucraina alla riunione della NATO a Bucarest, è iniziata tutta una fase finale del naufragio dell’economia europea, che tanti, inconsciamente e altri in maniera demenziali celebrano.

Chiunque non si faccia confondere dai velami che l’informazione e il discorso pubblico fa ballare attorno alla più evidente delle realtà, che l’Europa ha scelto -a scapito delle istituzioni democratiche- di trasformarsi in una sorta di America Latina 2.0. pronta a ricevere i surplus commerciali degli Stati Uniti, la sua energia ad alto coso e i suoi fondi avvoltoio.

In sostanza l’élite politica della cosiddetta “democrazia liberale”, obbedendo ai dettami di una burocrazia lontana e chiusa e sempre più spesso a centri di potere finanziario e plutocratico , ha deciso

1) di rinunciare al naturale legame geografico e culturale con i continenti asiatico e africano, che avrebbe consentito la creazione di una grande zona di sviluppo internazionale;

2) di eliminare una fornitura regolare, in quantità e qualità, di energia a basso costo e prodotti intermedi convenienti;

3) di dire no a un mercato enorme, composto da oltre 160 milioni di persone (Russia + Bielorussia), con potere d’acquisto medio e desideroso di prodotti europei ad alto valore aggiunto, che sono stati prontamente scambiati con quelli cinesi, coreani e giapponesi.


Bisogna essere assolutamente stupidi, codardi o totalmente privi di capacità di leadership per non sfruttare sfruttare questi vantaggi, eppure in un colpo solo l’Europa vi ha completamente e lucidamente rinunciato.

Sentire un incompetente come Scholz che probabilmente è anche stupido e codardo, incolpare la Russia perché il gas è più caro e, di conseguenza, l’economia tedesca è in crisi, è disperante.

Anche perché porta ad un avvitamento della crisi tedesca che ormai si sta trasformando in catastrofe. Ma in generale le prospettive sono nere: la Francia ha perso “colonie” di fatto come come il Niger, il Mali o il Burkina Faso, che sono importanti per la sua economia, l’Italia è in mano a un leader che vive alla giornata e rappresenta una destra asservita all’imperialismo statunitense, impegnata nello smembramento delle sovranità nazionali a favore della dittatura di una burocrazia non eletta di Bruxelles.


Fa insomma pienamente parte del grande partito della sottomissione che si estende a destra e sinistra senza soluzione di continuità e letteralmente pagato a piè di lista o ricattato per gli scheletri nell’armadio, mentre la parte antagonista, pur numericamente importante e i futuro maggioritario rimane a assente dal parlamento, estremamente diviso, confuso, talvolta ambiguo, privo di una forte prospettiva politica e spesso tentato da visioni arcadiche.


Sorprendentemente questo partito della sottomissione rimane forte nonostante la guerra ucraina sia palesemente persa sul piano militare e della tecnologia militare, ma è fallito completamente l’isolamento della Russia che avrebbe dovuto essere l’obiettivo primario.

Anzi parecchi Paesi hanno visto questa rottura dei rapporti e le sanzioni stesse come una preziosa opportunità: l’Iran, ha colto l’occasione per rafforzare le proprie forze armate forze armate e conferire loro nuove capacitò logistiche e aerospaziali; Cuba ora trova nella Russia un partner economico più che mai disponibile, rispetto alle imposizioni a cui ha dovuto prima sottostare in termini di embargo economico statunitense; l’Africa, in precedenza dipendente dai “partenariati” neocoloniali europei, ha potuto trovare nella Russia un sostegno complementare a quello che la Cina aveva già fornito, vale a dire nel campo militare, nella lotta al terrorismo in campo energetico (Rosatom è oggi leader mondiale  nella costruzione di centrali nucleari).

Anche per l’India il tentativo di “isolare” la Russia è stato un grande premio, poiché il paese ha acquisito il 18% di tutto il greggio esportato dalla Russia a un costo inferiore per rivenderne gran parte all’Europa con un profitto notevole. Ma non solo: mentre il progetto Brahmos aveva già prodotto missili ipersonici come il Brahmos-II, armi che gli Usa non hanno ancora, ciò che ha veramente sconvolto lo Zio Sam è stato il recente accordo di cooperazione militare tra i due paesi, firmato nel maggio 2023 e già in corso.

Insomma il disastro è stato totale e praticamente irrevocabile. Gli Usa ne escono sconfitti e gli europei ne escono sconfitti dagli Usa: non c’è che dire un grande futuro dietro le spalle. E davanti, lascio a voi giudicare.

https://ilsimplicissimus2.com/   11/1/2024

 

 

 

 

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