L’inchiesta di Report. Dietro la nascita dell’esecutivo Conte il ruolo dell’ex consigliere di Donald Trump che esalta l’efficienza del modello Auschwitz.

In auto ci sono l’uomo forte della destra mondiale e un emissario della Lega. Il primo è Steve Bannon, l’ex capo stratega di Donald Trump, ora diventato ideologo dell’internazionale populista, grande ammiratore del modello organizzativo del campo di sterminio nazista di Auschwitz, definito, letteralmente, «una figata, ingegneria di precisione all’ennesima potenza, fatta da Mercedes, Kropp, Hugo Boss… un complesso industriale istituzionalizzato per eccidi di massa».

L’emissario della Lega è Federico Arata. È il figlio di Paolo, il perno dell’indagine che in Sicilia collega gli interessi del boss Matteo Messina Denaro e il sottosegretario leghista Armando Siri. Ma è anche consigliere a Palazzo Chigi del numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti.

I due sono diretti al ministero degli Interni, dove Bannon incontrerà Matteo Salvini per fame il punto di riferimento italiano del suo “The Movement“. Secondo un’inchiesta di Report che andrà in onda lunedì prossimo ( 29 aprile, n.d.r.) alle 21,20 su Rai 3, sarebbe proprio Arata jr l’artefice del rapporto fra Bannon e Salvini.

 

Steve Bannon

E’ presente all’incontro fra i due del 7 settembre al Viminale. Dal servizio di Report emerge inoltre che l’organizzazione populista “The Movement avrebbe avuto un ruolo chiave nella nascita del governo Conte. Secondo il portavoce del movimento di Bannon, Mischael Modrikamen, «Steve (Bannon, ndr) ha fatto pressioni su Salvini e Di Maio per formare l’attuale coalizione di governo».

Il contesto è la crisi seguita alle elezioni dell’anno scorso: dopo il fallimento delle consultazioni, Carlo Cottarelli riceve l’incarico di formare il governo, mentre il Movimento 5 Stelle evoca l’impeachment. A quel punto Bannon attacca: «L’Italia è in una crisi di sovranità», dichiara da Roma. «All’epoca delle trattative tra Salvini e Di Maio – ricostruisce adesso Modrikamen – (Bannon, ndr) ha detto loro “dovreste provare a fare questa alleanza populista“».

Seguendoli fm nei dettagli: «Ha certamente dato consigli a entrambi i leader – prosegue Modrikamen – e alla fine entrambi sono riusciti a fare un passo indietro, consentendo al primo ministro Conte di assumere un ruolo di comando».

Dal punto di vista di Modrikamen, del resto, l’Italia è «interessante», un modello. Perché mette insieme populismo di destra e di sinistra. Adesso, però, anche grazie ai buoni uffici di Arata jr, il riferimento è Salvini. Con un esperimento che come orizzonte temporale indica le europee di maggio. «L’Italia – secondo Bannon – è al centro dell’universo grazie all’ascesa di Salvini. Grazie a ciò che Salvini significa per l’Europa e grazie a ciò che significa per il mondo».

Nel servizio, mentre si fa accompagnare al Viminale, l’ex consigliere di Trump istruisce Arata jr: «Intendiamo fornire inchieste, analisi di dati, messaggi dal centro di comando». «Possiamo diventare il partito numero uno in Italia – gli risponde il giovane Federico – E poi dovrete dir loro che dobbiamo pianificarePianificare è la parola chiara… la vittoria per le Europee».

Claudio Reale       La Repubblica  24/4/2019


 

La Certosa di Bannon: così hanno raggirato Francesco

Report – Stasera su Rai3 (29 aprile, n.d.r) gli intrighi dietro la concessione dell’abbazia Nel 2015 una lettera al Papa in cui non si parla della scuola di sovranismo

Con la sua Chiesa di San Bartolomeo, la vecchia farmacia, i due chiostri deliziosi, racchiusa tra mura e querce, la Certosa di Trisulti sorge a Collepardo da quasi mille anni. Oggi in quel prezioso monastero a Frosinone, riconosciuto come monumento nazionale anche dallo Stato, non ci sono più monaci: ci vive solo Benjamin Harnwell, braccio destro di Steve Bannon e presidente del Dignitatis Humanae Institute, che ci aprirà una “scuola di sovranismo”.

Può farlo : l’ha ottenuta in concessione dal Ministero dei Beni culturali per i prossimi 19 anni. Anche grazie a due strane lettere: una firmata da una banca off-shore con sede a Gibilterra, che lascia il sospetto di non valere quasi nulla; l’altra inviata a Francesco, in cui si prende in giro il Papa parlando di dignità umana e comunità francescana, e che potrebbe aver pesato molto. Lo racconterà lunedì sera Report, la trasmissione di Sigfrido Ranucci su Rai 3, con l’inchiesta di Giorgio Mottola e alcuni documenti inediti che addensano più di un’ombra sull’assegnazione. Per alcuni è una questione artistica. Per altri è un intrigo internazionale, tra “zii d’america” che pagano, alte sfere vaticane e ideologhi dell’ultradestra. Forse è solo un problema legale, una procedura che potrebbe essere inficiata da un paio di vizi formali.

La Certosa di Trisulti (Frosinone)

C’è un po’ tutto questo nella nuova storia della Certosa di Trisulti, che rischia di compromettere un passato millenario. L’affidamento del monastero al Dignitatis Humanae Institute, che ha avuto tra i suoi padri fondatori Rocco Buttiglione prima di passare nelle mani degli ultraconservatori, aveva già fatto rumore. Quando gli abitanti di Collepardo l’hanno scoperto sono scesi in marcia.

Chi era Benjamin Harnwell lo sapevano bene: uomo di fiducia di Bannon, ex guru di Donald Trump, teorico del populismo che ora mette radici nell’Italia di Matteo Salvini, da lui incontrato più volte, pure nei giorni della nascita del governo gialloverde. Bannon ha deciso di spostare la sua roccaforte in Ciociaria. C’è lui dietro l’istituto e il progetto di aprire una scuola politica di sovranismo, che ha già raccolto mille richieste d’iscrizione: anche se Harnwell si trincera dietro la privacy, Bannon ammette candidamente di essere il “benefattore”.

Secondo il contratto, l’associazione dovrebbe versare al Ministero un canone di 100 mila euro l’anno, da pagare in ristrutturazioni e tasse comunali. Al momento, però, a Collepardo non hanno visto un euro, e nemmeno un dollaro. Solo una dichiarazione di “coerenza del piano economico”, da parte di un istituto con sede in Gibilterra della Jyske Bank, banca danese coinvolta in una serie di scandali finanziari sul mancato rispetto delle norme anti riciclaggio e all’evasione fiscale.

Lo Stato, dunque, ha ceduto un prezioso monastero del Milleduecento senza avere neanche una fideiussione. Ma non è l’aspetto più oscuro della procedura: secondo Report, il Dignitatis Humanae Institute non avrebbe nemmeno potuto partecipare al bando. Per farlo servivano requisiti ben precisi, innanzitutto avere personalità giuridica: l’associazione dichiara di esserlo da fine 2016, ma dalle carte in Prefettura risulta riconosciuta soltanto a giugno 2017; sei mesi dopo la scadenza dei termini.

L’altro requisito era aver gestito un bene culturale negli ultimi 5 anni. L’istituto dichiara di aver diretto “Il Piccolo Museo di San Nicola”, sempre a Collepardo. Così piccolo, però, che nessuno lo conosce: nemmeno il sindaco Mauro Bussiglieri, che spiega di non aver mai rilasciato alcuna autorizzazione. L’unico atto ufficiale che ne attesta l’esistenza è una scrittura privata firmata dall’abate di Casamari, Eugenio Romagnuolo, che però oggi dice “Non lo so, non c’è niente là”. E, curiosamente, compare proprio nell’organigramma dell’associazione di Bannon e Harnwell.

I titoli della Dignitatis humanae sono quantomeno deboli. Eppure il Ministero si lascia convincere, forse da altre referenze. L’associazione presieduta dal cardinale ultraconservatore Raymond Leo Burke, capo della fronda interna al Vaticano, non è certo vicina a Papa Francesco: annovera pure Walter Branmuller, che con Burke ha denunciato la presenza di una lobby gay nella Santa Sede, e Edwin O’Brien, estremamente critico col papato. Eppure è proprio a Bergoglio che l’Institute scrive nel 2015 per ottenere la certosa: nella missiva firmata dal cardinale Raffaele Martino, però, non si fa alcun riferimento alla scuola di formazione sovranista, solo a una comunità religiosa animata da “carisma francescano”.

Il Papa a quella lettera non ha mai risposto, l’ex ministro Dario Franceschini, allora a capo del Dicastero, giura di non aver ricevuto pressioni. Ma la firma del porporato Martino, che oggi non risulta più presidente onorario (carica ceduta a Burke), pesa. Infatti poco dopo la sua lettera, la Dignitatis Humanae incassa il sostegno del vescovo di Anagni e Alatri, Lorenzo Loppa, che dà la sua benedizione alla concessione. “Era prima che rivelassero le loro alleanze. Venivano da me sempre con il nome di un cardinale, io che dovevo fare?”, si giustifica ora.

Ma ora forse è troppo tardi: la Certosa di Trisulti non è più un monastero, è diventato un “club per sovranisti”.

Lorenzo Vendemiale       Il Fatto  28 aprile 2019


 

Bannon e Casaleggio, lo scorso giugno si sono visti a Roma

Si sono visti lo scorso giugno a Roma, ufficialmente per parlare della piattaforma web dei Cinque Stelle, Rousseau. Ma chissà di che altro hanno parlato Davide Casaleggio e Steve Bannon nel loro incontro, rivelato dalla rivista statunitense Wired e confermato ieri all’Adnkronos dallo staff dell’esponente dei Cinque Stelle.

E secondo la versione della Casaleggio, sarebbe stato Bannon, teorico del sovranismo internazionale ed ex consigliere politico del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, a chiedere un incontro al fondatore dell’Associazione Rousseau durante una sua visita a Roma. E i due avrebbero discusso proprio del sistema operativo del Movimento.

Casaleggio, raccontano, avrebbe parlato a Bannon del progetto ma non ci sarebbe stato alcun accenno a eventuali sinergie future. Ma di certo la notizia incuriosisce, vista la fortissima caratterizzazione politica del giornalista statunitense, che loda e appoggia tanti partiti della destra europea. Compresi Fratelli d’Italia e la Lega, l’alleato di governo del Movimento.

Il Fatto     15  febbraio 2019

 

Vedi:  La terra di conquista

Diffidate sempre del presidente che si fa popolo


Calendario eventi
maggio 2019
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031EC
Cerca nel Sito
Newsletter
In carica...In carica...


Feed Articoli