NOTIZIE del 11/6/2025
Scrittore e poeta statunitense (1809-1849)
I volenterosi carnefici di Gaza
Bambini col cranio forato, intere famiglie cinicamente massacrate, ambulanze colpite da missili, un intero popolo ridotto alla fame fino a crepare, ospedali bombardati senza scrupolo, giornalisti deliberatamente uccisi (oltre 200), navi umanitarie sequestrate in acque internazionali…cos’altro ancora dopo quasi 60.000 morti accertati e 170.000 dispersi, di cui 21.000 bambini? Nonostante ciò, la mattanza continua con la volontaria complicità del civile Occidente, che invia armi e sostegno morale per concludere la mattanza (Stati Uniti, Germania e Italia in primis).
Nel 1996 lo storico Daniel J. Goldaghen pubblicò un corposo pamphlet il cui titolo provocò un forte dibattito tra gli storici: I volenterosi carnefici di Hitler. La tesi del libro consisteva nel fatto che per capire il passaggio all’atto dell’eliminazione degli ebrei non erano sufficienti teorie che si basavano sulla coercizione all’eccidio (i militari erano costretti ad uccidere), ne tanto meno che la responsabilità cadesse ai soli organizzatori dello sterminio, “meschini burocrati”. Ciò che restava ancora da indagare in modo approfondito, era la partecipazione individuale di intere masse popolari, di singoli intellettuali, di figure appartenenti agli apparati propagandistici di stampa, e indotti a promuovere la necessaria eliminazione degli ebrei…
… Questa Europa vive di una flagrante ipocrisia: da un lato blatera retoricamente “democrazia” e “libertà” dei popoli, ma poi promuove silenzi sulle guerre di cui è anche responsabile, e arma i sionisti, cioè i colonialisti sopravvissuti alla fine dei nazionalismi. Diciamolo chiaramente: sionismo ed ebraismo sono antitetici. Il culto della terra – tradotto politicamente: colonialismo – non ha nulla a che vedere con la prismatica cultura ebraica. Strumentalizzare questo aspetto, cioè strumentalizzare le persecuzioni millenarie degli ebrei fino alla Shoah, per legittimare, ciò che il criminale dell’ultradestra israeliana Netanyahu e i suoi sgherri sia interni che esterni (europei e yankee), stanno compiendo, è solo abominio.
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Terrorismo? No, Resistenza. Gaza e il rovescio morale dell’occidente
La guerra a Gaza non è “soltanto” un genocidio: è una lotta contro il pensiero stesso della resistenza. Ai palestinesi viene concesso di soffrire, di rientrare nei canoni compassionevoli dei diritti umani purché restino silenti, vittime e non soggetti pensanti. È questo il cuore del dispositivo coloniale: non solo uccidere, ma impedire che la resistenza diventi pensabile, parlata. Ciò che fa davvero paura non è la violenza, ma la lucidità, la resistenza che si fa proposta, strategia, visione. Per questo l’Occidente, che del diritto ha fatto il proprio alibi morale, non tollera la resistenza: la espelle, la degrada a terrorismo. Una resistenza così forte, radicata, irriducibile, che solo un genocidio può cercare – fallendo – di spegnerla. È questa la verità elusa: il genocidio come condizione dell’autoassoluzione occidentale. Solo pianificando la cancellazione fisica del popolo palestinese, l’Occidente può evitare di confrontarsi con la propria colpa storica, giuridica e politica…
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Questa è la fine. L’ultimo capitolo intriso di sangue del genocidio. Finirà presto. Settimane. Al massimo. Due milioni di persone sono accampate tra le macerie o all’aperto. Decine di persone vengono uccise e ferite ogni giorno da proiettili, missili, droni, bombe e proiettili israeliani. Mancano di acqua pulita, medicine e cibo. Sono giunti al collasso. Malati. Feriti. Terrorizzati. Umiliati. Abbandonati. Indigenti. Affamati. Senza speranza.
Nelle ultime pagine di questa storia dell’orrore, Israele sta sadicamente aizzando i palestinesi affamati con promesse di cibo, attirandoli verso la stretta e congestionata striscia di terra di quindici chilometri che confina con l’Egitto. Israele e la sua cinicamente chiamata Gaza Humanitarian Foundation (GHF), presumibilmente finanziata dal Ministero della Difesa israeliano e dal Mossad, sta trasformando la fame in un’arma. Sta attirando i palestinesi nella parte meridionale di Gaza come i nazisti convinsero gli ebrei affamati del ghetto di Varsavia a salire sui treni diretti ai campi di sterminio. L’obiettivo non è sfamare i palestinesi. Nessuno sostiene seriamente che ci siano sufficienti centri di cibo o aiuti umanitari. L’obiettivo è stipare i palestinesi in complessi pesantemente sorvegliati e deportarli. Cosa succederà dopo? Ho smesso da tempo di cercare di predire il futuro. Il destino ha il suo modo di sorprenderci. Ma ci sarà un’esplosione umanitaria finale nel mattatoio umano di Gaza. Lo vediamo con la folla crescente di palestinesi che lotta per ottenere un pacco di cibo, che ha portato appaltatori privati israeliani e statunitensi a uccidere almeno 130 persone e a ferirne oltre settecento nei primi otto giorni di distribuzione degli aiuti…
… Ci sono persone che conosco da anni con cui non parlerò mai più. Sanno cosa sta succedendo. Chi non lo sa? Non correranno il rischio di alienarsi i colleghi, di essere diffamati come antisemiti, di mettere a repentaglio il loro status, di essere rimproverati o di perdere il lavoro. Non rischiano la morte, come i palestinesi. Rischiano di macchiare i patetici monumenti di status e ricchezza che hanno dedicato la vita a costruire. Idoli. Si inchinano davanti a questi idoli. Adorano questi idoli. Ne sono schiavi.
Ai piedi di questi idoli giacciono decine di migliaia di palestinesi assassinati. (Chris Hedges)
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C’è un paradosso tragico che accompagna l’attuale guerra contro Gaza: se c’è un “merito” — e sia chiaro che lo mettiamo tra molte virgolette — da riconoscere al governo Netanyahu, è quello di aver tolto ogni illusione residua sulla vera natura del progetto sionista. L’assedio prolungato, l’uso sistematico della fame come arma, il bombardamento di scuole e ospedali, le dichiarazioni disumanizzanti di membri dell’esecutivo israeliano: tutto questo ha mostrato al mondo ciò che milioni di palestinesi vivono da generazioni. Ma guai a cedere alla narrazione secondo cui questa brutalità sarebbe una deviazione recente, frutto dell’estremismo di destra o dell’attuale leadership. Il dramma della Palestina non nasce con Netanyahu. Al contrario, ha radici profonde e strutturali che attraversano l’intera storia dello Stato di Israele, anche nei suoi governi “progressisti”…
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NON SOLO GAZA. NABLUS SOTTO ASSEDIO: ISRAELE LANCIA LA SUA PIÙ GRANDE INCURSIONE IN DUE DECENNI
Secondo i media locali, il regime israeliano ha lanciato la sua più grande incursione militare su larga scala nel cuore della città di Nablus, in Cisgiordania occupata. Secondo quanto riportato dai media, le forze israeliane hanno effettuato un raid dopo la mezzanotte (ora locale) di martedì, quando un gran numero di veicoli militari è entrato a Nablus da più direzioni. Le truppe israeliane hanno anche dispiegato cisterne di carburante per i veicoli nella zona, una misura insolita durante incursioni di breve durata. Nel corso dell’aggressione, le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui palestinesi, prendendo di mira anche un paramedico, hanno lanciato gas lacrimogeni, hanno arrestato diverse persone e hanno fatto irruzione con violenza nelle abitazioni locali….
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Antisemitismo, antisraelismo e antisionismo: il senso delle parole
Antisemitismo, antisraelismo e antisionismo: per taluni indicano il medesimo fenomeno. Per altri, sono sinonimi; per altri ancora, invece, sono tre dimensioni grandemente distinte. In via di generale approssimazione, si può ritenere che quanti reputano che siano un’unica cosa non tengono in debito conto la differenza semantica che traduce la differenza concettuale. Quelli che pensano che siano sinonimi non riflettono a sufficienza sulla complessità della realtà. Coloro, infine, che sono consapevoli della distinzione, non sempre distinguono in modo corretto e, soprattutto, per i motivi giusti. Alla luce di uno scenario così frastagliato alcune considerazioni, a causa della inevitabile cogenza dei fatti attuali che al di qua come al di là dell’Atlantico si stanno consumando in relazione alle drammatiche vicende medio-orientali, si impongono come inevitabili.
Prima di tutto il piano del metodo. Dal punto di vista strettamente metodologico se nella lingua esistono diverse parole è perché ciascuna di esse indica una parte della realtà distinta; che poi nell’accezione comune e popolare le si possa utilizzare e le si utilizzi come sinonimi o come strumenti interscambiabili credendo di poter indicare con lemmi diversi la medesima cosa è altra questione che, tuttavia, sovrappone la regolazione della prassi alla normatività ontologica della semantica. Alla luce di ciò, dunque, sono sicuramente in errore sia coloro che reputano l’antisemitismo, l’antisraelismo e l’antisionismo lo stesso fenomeno, sia coloro che li considerano meramente dei sinonimi. Dal punto di vista del merito. Per evitare confusioni indebite, alimentate dalla mancanza di discernimento della odierna classe giornalistica, occorre, dunque, recuperare la dimensione categoriale, cioè concettuale, che – assistita dalla dimensione storica – impone di effettuare le dovute distinzioni…
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GAZA!!!
Coltivatore di grano siciliano che accusa pesantemente…
Ascolta e vedi:
Spagna: le immagini arrivano da Barcellona, dove la situazione sanitaria è allarmante peggiorata notevolmente…
… da quando sono stati istallati i nuovi cassonetti con sistema di identificazione personale.
Gli abitanti si rifiutano di usarli, accumulando tutti i rifiuti a terra.
Vedi:
INCONTRI E CONVEGNI
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FIRME
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Anno VI del Regime Sanitario-Ecologico-Digitale
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NON È ANDATO TUTTO BENE – LE VERITÀ NEGATE SUL COVID19: https://rumble.com/v65t5rj-non-e-andato-tutto-bene-le-verit-negate-sul-covid19.html
Invisibili – regia di Paolo Cassina: https://playmastermovie.com/invisibili/
La Morte Negata – regia di Alessandro Amori: https://playmastermovie.com/la-morte-negata/
Sospesi – regia di Marcello Rossi e Walter Zollino: https://www.buzzz.blog/buzzz-on-demand
Per altre testimonianze di danni dello pseudo-vaccino LEGGERE QUI
912 studi scientifici sui danni del vaccino LEGGERE QUI
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