Potrebbe apparire quanto meno una forzatura definire Matteo Salvini il mandante morale della lapidazione subita da un bangladese,sul lungomare di Napoli, a opera di una babygang. Invece è solo un’imprecisione. Perché insieme a Salvini, ai suoi spin doctor, a chi si nutre delle sue briciole razziste per piccolo tornaconto personale, i mandanti sono tantissimi.

E’ una mandante Giorgia Meloni, altra dispensatrice di bufale, che ancora ieri condivideva la fake news secondo cui Carola Rackete ha ricevuto ordine di portare migranti in Italia direttamente da Angela Merkel. È mandante Luigi Di Maio, che per intercettare qualche voto a destra ha coniato la divertente definizione di «taxi del mare» per le carrette sgonfie che fanno da bara alle speranze dei disperati.

È mandante chi, a “sinistra”, ha spacciato per emergenza un’emergenza che non esiste se non nell’agenda altrui. Ha stimolato l’evoluzione intellettuale dei propri. Ha cooptato parole d’ordine ipocrite come «aiutiamoli a casa loro» e intanto ha permesso che, culturalmente, diventasse un po’meno doloroso ammazzarli a casa nostra.

Sono mandanti i giornali che campano di odio, che per quattro copie in più spargono livore, che aizzano le folle contro nemici immaginari, che gonfiano la pancia del Paese di nuovi gas tossici, e poi magari vanno a fare i simpatici, i compiti, gli elegantoni, nei talk show di prima serata. Sono mandanti quei talk show diprima serata, in primis berlusconiani, ora non più, che da almeno vent’anni danno voce ai peggiori razzisti, ai commentatori più violenti, che conferiscono dignità formale a parole, concetti, disegni inaccettabili.

Sono mandanti i telegiornali che specificano la nazionalità di ogni reprobo straniero, dando visibilità nazionale a notizie che un tempo sarebbero rimaste — non tutte — nelle cronache locali, e tacciono le prodezze dei criminali italiani. Mafie in testa.

Sono mandanti tutti gli “italiani brava gente”, i bandierini da social, i fasci conclamati, gli Adolph Hipster tutti polo firmata e moschetto, gli spacciatori di fuffa fascista che monetizzano il proprio odio e scrivono i loro libriccini pieni di falsità come fossero controinformazione, lordando, inquinando, i pozzi della civiltà, come se tutto fosse sullo stesso piano, come se vittime e carnefici fossero la stessa cosa.

Ma soprattutto rischiamo di essere mandanti noi, ogni volta che tutto questo ci sembra normale, ricevibile. Ogni volta che non reagiamo come possiamo, magari attivamente, a questa montagna di liquami che tutto sommerge e tutto affoga. Ogni volta che derubrichiamo gli episodi che si susseguono: «Erano solo ragazzi», «Sarà stato uno spacciatore», «Non sono razzista ma…». E la pancia – ce l’abbiamo pure noi – duole sempre di più.

C’è un’unica medicina: anche se è impopolare, restare umani. Perché il comportamento personale è l’ultimo atto politico che ci è rimasto. Per non essere, pure noi, mandanti.

Luca Bottura     La Repubblica  14/8/2019

 

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