… l’Italia allora poté trarsi in salvo, pur dolorante e piagata, dall’ abisso in cui l’aveva gettata il fascismo, grazie – solamente – alla Resistenza. La patria s’era salvata dal peggio solo perché sotto e accanto all’Italia fascista, all’Italia di coloro che non avevano accettato – o non avevano conosciuto – o, peggio, avevano dimenticato il Risorgimento, era rimasta vigilante l’altra Italia, quella che rappresentava e con­tinuava – e intendeva completare – il Risorgimento, l’Italia di coloro che prima della Marcia su Roma, o subito dopo, avevano capito che quello del fascio non era l’amor di patria ma era l’odio contro lo straniero; che quella fascistica non era la Rivoluzione ma era la Reazione, la Restaurazione semmai;

che gli uomini del fascismo non erano gl’Italiani di Mazzini, Gioberti, Garibaldi come presumevano, ma erano i borbonici, i sabaudisti, i papali­ni, i sanfedisti, i calderari, i mariuoli: al più erano gli eredi dei soldati di ventura già maledetti dal Machiavelli al suo tempo; e che l’alleato tedesco era come l’Austria del ’21, ’31, ’49, la qua­le interveniva contro i costituzionali in Piemonte a Roma o nel napoletano; e che contro il fascismo valeva la pena di congiura­re, di andare nelle isole, in galera, in esilio, di combattere con altri resistenti in Spagna, in Francia, di nuovo oggi, come nel ’21, come nel ’31, in attesa di un nuovo Quarantotto, d’un al­tro Cinquantanove, d’un secondo Sessantuno:

l’Italia, insomma, dei liberali come Amendola e Piero Gobetti, dei radicali come Salvemini, dei liberali cattolici come i seguaci di don Sturzo e don Minzoni, dei socialisti come Matteotti, dei comunisti come Gramsci: l’Italia – in una parola – degli antifascisti.

Credete a noi che siamo quelli della Resistenza: avevamo ragio­ne allora, abbiamo ragione adesso. Se amate davvero la Patria, se davvero vi sta a cuore la civiltà – che non sa di punti cardinali, capitelo una buona volta – venite, tornate con noi senza paure, senza esitazioni e senza secondi fini; ascoltate la voce dei Matteotti, degli Amendola, dei Gobetti, dei Gramsci, dei don Minzoni, dei Perotti, dei Banfo, degli onesti, degli “in­genui”, che morirono resistendo al fascismo in difesa di Civiltà e di Patria: unitevi ai superstiti loro commilitoni. Si tratta di salvare il meglio del vostro passato, si tratta di preparare a tutti . un migliore avvenire. SI TRATTA DI SALVARE LA PACE.

Cavour (TO), Settembre 1950

Augusto Monti  ( 1881- 1966),  antifascista, scrittore, politico, pedagogista

 

 

“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Essere laici, liberali, non significa nulla, quando manca quella forza morale che riesca a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli. Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società.

[...]
Non esiste solo il potere che si esercita nelle decisioni, ma anche un potere meno visibile che consiste nel fatto che certe decisioni non sono neanche proposte, perché difficili da gestire o perché metterebbero in questione interessi molto stabili.

La grande differenza tra i valori proclamati e i valori reali della società, l’omologazione, fanno pensare veramente a una società totalitaria. Quello che importerà nel futuro sarà il comportamento della più grande forza mai conosciuta: la massa omologata dei consumatori, la stragrande maggioranza degli esseri umani, non più l’ingegno delle élites culturali o l’attività dei politici.

L’identikit di questo volto ancora bianco del nuovo Potere attribuisce vagamente ad esso dei tratti “moderati”, dovuti alla tolleranza e a una ideologia edonistica perfettamente autosufficiente; ma anche dei tratti feroci e sostanzialmente repressivi: la tolleranza è infatti falsa, perché in realtà nessun uomo ha mai dovuto essere tanto normale e conformista come il consumatore; e quanto all’edonismo, esso nasconde evidentemente una decisione a preordinare tutto con una spietatezza che la storia non ha mai conosciuto. Dunque questo nuovo Potere non ancora rappresentato da nessuno e dovuto a una «mutazione» della classe dominante, è in realtà – se proprio vogliamo conservare la vecchia terminologia – una forma “totale” di fascismo. Ma questo Potere ha anche “omologato” culturalmente l’Italia: si tratta dunque di un’omologazione repressiva, pur se ottenuta attraverso l’imposizione dell’edonismo e della joie de vivre.

Una visione apocalittica, certamente, la mia. Ma se accanto ad essa e all’angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.

Pier Paolo Pasolini, in “Vie Nuove”, 1962

 

VEDI:  Incontro: 10 SETTEMBRE 1943. Racconti sulla dignità

La voglia di fascismo crescente e le nostre debolezze

 

Calendario eventi
settembre 2013
L M M G V S D
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
30EC
Cerca nel Sito
Newsletter
In carica...In carica...


Feed Articoli