Il 17 febbraio del 1600 moriva a Roma, bruciato vivo sul rogo,
GIORDANO BRUNO (1548- 1600)
Gli uomini/donne liberi, che insegnano libertà di pensiero e di cammino, fanno paura da sempre. Fanno paura a tutte le Inquisizioni: ecclesiastiche, laiche, politiche. E le Inquisizioni accendono sempre roghi per tentare di bruciare, con i corpi di questi uomini liberi, anche il loro pensiero, il loro insegnamento. Il rogo può essere realmente un fuoco distruttore, come fu per Giordano Bruno, o l’esilio a vita, come fu per Mazzini, o l’emarginazione e un massacro, come fu per Pasolini. E potremmo citarne tanti altri.
Storie di uomini/donne liberi che non hanno concepito la libertà come autorealizzazione personale ( come avviene nella maggioranza delle persone) ma come impegno esistenziale per aiutare le coscienze degli altri a liberarsi e a divenire consapevoli e responsabili. Il Potere di ogni tempo non ha paura della libertà intesa solo come un fatto egoistico ma teme la libertà come progetto, educazione, azione liberatrice. E il Potere uccide in varie forme: da quelle più eclatanti a quelle più subdole, quasi nascoste. Il rogo di Giordano Bruno non è solo un fatto che riguarda una Chiesa oscurantista, feroce, sorda, ma coinvolge tutti i Poteri, o quasi, che si sono accaniti ( e si accaniscono) verso “eretici”, “streghe”, “indiavolati”, “diversi”.
Ma gli uomini liberi fanno paura anche ai milioni di servi che popolano come un formicaio la Terra. Perchè gli uomini liberi, che insegnano ad alzare la testa e a non vendersi per qualsiasi ragione, fanno paura a chi ha scelto di vivere piegato di fronte ai Poteri e alle situazioni. Diventano la loro cattiva coscienza. Possono provocare ripensamenti e rimorsi che i servi non vogliono avere per non perdere quei quattro soldi di pseudo tranquillità “accattata” svendendo la propria anima, la propria coscienza. A Campo di Fiori non ci sono solo orridi cardinali che assistono soddisfatti alla loro ennesima vittoria ( apparente) contro la libertà e la dignità. C’è anche tanta gente comune che passa e scuote la testa o si gode lo spettacolo. E’ l’eterno “crucifige” che il “popolo” grida verso i cristi che vorrebbero aiutarlo a ridiventare uomini/donne e a non restare massa.
Questo giorno è, quindi, la memoria di un altro Olocausto: quello di migliaia di uomini/donne di ogni tempo che hanno scelto di non essere servi ed hanno preteso di voler insegnare ad altri la bellezza e la grandezza della dignità e della libertà di pensiero. Dovrebbe, il 17 febbraio, divenire a livello mondiale un altro Giorno della Memoria, come quello del 27 gennaio, dedicato alle vittime dell’Olocausto nazifascista. Ma è molto più difficile che ciò avvenga perchè in questa nuova giornata della Memoria sono coinvolte anche le Chiese, le Religioni, poteri ancora in piena efficienza ( pensiamo alla presenza soffocante della Chiesa cattolica nel nostro Paese). E, insieme ad esse, Stati, regimi politici, strutture militari e segrete anch’essi in ottima salute.
Reprimere il pensiero, la libertà di ricerca, la coscienza è un vecchissimo esercizio nella tragica storia umana. E’ come un Campo di Concentramento ancora in funzione, un Gulag distribuito sulla Terra. Ecco perchè Campo di Fiori, a Roma, dove quel 17 febbraio del 1600, un giovedì grasso, fu acceso un rogo per eliminare l’ennesimo eretico, l’ennesimo uomo che non voleva essere servo, dovrebbe divenire simbolo di tutti i Campo di Fiori distribuiti nel tempo e nello spazio. Luoghi in cui sono stati uccisi, violentati, torturati, massacrati uomini/donne che non volevano essere servi nell’animo, nel pensiero e avevano osato insegnarlo. Forse un giorno accadrà.
Proprio mentre i Poteri di chiese religiose e non, ammanniscono carnevali, feste, spettacoli di cartapesta, pinzillacchere e putipù affinchè i servi rimangano tali e siano contenti, Giordano Bruno insegna a guardare verso “infiniti mondi”, a scoprire possibilità e percorsi infiniti per ritrovare l’ampiezza della propria umanità. Insegna a liberarsi dalle mille forme della vita servile, in società e in famiglia. Insegna a pensare come crescita personale continua nella consapevolezza, nella conoscenza, nella dignità. Un maestro di dignità per tutti noi.
“…Ho combattuto ed è tanto: ritenni di poter vincere…
ma natura e sorte studio e sforzi repressero.
Ma già è qualcosa esser sceso in
lotta, poichè vedo che in mano al fato è la vittoria. Fu in me quanto era
possibile e che nessun venturo secolo potrà negarmi: ciò che di proprio un
vincitore poteva dare; non aver avuto timore della morte, non essersi
sottomesso, fermo il viso, a nessuno che mi fosse simile; aver preferito morte
coraggiosa a vita pusillanime.”
Giordano Bruno, 1598
vedi: L'uomo degli Infiniti Mondi: GIORDANO BRUNO
17 febbraio 2012. Giordano Bruno 412 anni dopo...