Il papato è spento: il cattolicesimo è spento. L’umanità ha detto ai papi: finché avete promosso il patto d’amore, finché il vostro potere fu tutela al popolo oppresso, e le vostre braccia s’aprirono al servo manomesso dall’aristocrazia signorile o dalla potenza straniera, io v’ho circondati d’affetto e di venerazione.
Ma quando avete tralignato, quando avete rinnegati gl’insegnamenti del Vangelo… io ho sentito rivivere i miei diritti d’esame, ho guardato alla legge, e v’ho trovata la vostra condanna. Che avete voi fatto di quella santa parola: amatevi l’un l’altro come fratelli, che racchiudeva l’avvenire del mondo?
Che avete voi fatto di quella promessa d’emancipazione all’uomo del popolo, al povero, che sola diè trionfo al cristianesimo sul materialismo pagano…
Avete dimenticata la vostra origine, traviato dalle norme morali, sagrificata la intenzione del cristianesimo alla sete di dominio, all’avidità di ricchezza, all’arbitrio individuale.
Giuseppe Mazzini, dal trattato “Pensieri ai preti italiani“, 1839
«Il principio» — noi dicemmo cominciando l’Italia del Popolo — «che il popolo ha salutato regolatore supremo nella sfera della vita politica, sotto nome di Costituente, avrà inevitabile la sua applicazione nella sfera della vita religiosa; e quell’applicazione avrà nome Concilio…..
La sovranità nazionale è il rimedio universalmente accettato a salvare la società dalla negazione d’ogni autorità, dall’anarchia. La sovranità della Chiesa — e per Chiesa intendiamo popolo di credenti — salvi la società dal vuoto d’ogni principio, d’ogni autorità religiosa.
Costituente e Concilio son questi il principe e il papa dell’avvenire.»
Noi ripetiamo ora ai sacerdoti italiani, con senso profondo d’amore e speranza, queste parole. Dio li illumini a pro della Patria, li illumini a pro della Chiesa!
Ravvivi in essi la fede delle opere, le sante speranze, la carità che trasmuta il languore delle anime in febbre di vita! Sveli ad essi, sì che non pecchino di diffidenza, la mente nostra, la nostra missione!
La Chiesa è fatta di Cesare: la rendano a Dio.
La gerarchia s’è convertita in pianta parassitica che consuma la vita d’una istituzione destinata ad ampliarsi e innalzarsi coll’umanità: la sterpino, e ritemprino l’Istituzione nell’elezione, e nelle ispirazioni del popolo.
La parola di Gesù è cancellata, tradita, sagrificata alle menzogne di quei che si nomano principi della terra: la ripongano in onore, e ricordino che Gesù disse: Il pane di Dio è quello che dà vita al mondo…. È volontà di chi m’ha mandato, del Padre, ch’io non lasci disperdere cosa alcuna di ciò ch’ei m’ha dato; ma ch’io lo risusciti nei giorni novissimi.
Noi siamo giunti ai giorni novissimi. L’umanità ha sete di progresso e di fede; d’autorità consentita e di libero ragionevole ossequio; e il Papa risponde: immobilità e obbedienza passiva.
Al Concilio, al Concilio! La Chiesa saprà trovarvi un’altra risposta.
Giuseppe Mazzini, da ”Lettera al clero italiano”, 1850