“Io non sono convinto che in questi mesi gli italiani abbiano dimostrato “responsabilità”, “disciplina”, “senso civico”. I nostri concittadini si sono fatti prendere dal panico, si sono lasciati convincere da un’informazione (soprattutto televisiva) sensazionalista, parziale, ispirata al ‘pensiero unico” del male assoluto.”

(da:  Terrore sanitario e la gente comune. )

 

Basta allarmismo: la richiesta di un gruppo di medici per porre fine al clima di paura e di misticazione della realtà.

Dopo l’invito di Bassetti ad abbandonare il catastrofismo, un gruppo di medici scrive al governo e richiede di cessare il tono allarmistico e di misticazione della realtà con cui vengono diffuse le notizie.

Ieri Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Sita (Società di terapia antifettiva), è tornato a criticare i “catastrofisti” che negano l’evidenza dei fatti e sembrano ostinarsi a diffondere un clima di paura. (vedi articolo sotto, n.d.r.). Già qualche giorno fa auspicava che cambiasse la narrativa terroristica con il consueto bollettino bellico dei morti: “Il virus sembra aver perso forza, non è più lo stesso che vedevamo due mesi fa”.

Per il suo ottimismo, in questi mesi è stato subissato dagli attacchi e dagli insulti, come raccontava il 24 febbraio: «Continuo a ricevere attacchi: il mio ottimismo non piace, alla gente piace chi va in televisione a dire “moriremo tutti, sarà la peste del 2020, è l’anno bisestile”».

Evidentemente ad alcune persone, ai governi e ai media piace nutrirsi e diffondere il panico, anche quando questo è immotivato o, come in questa situazione, si inizia finalmente a vedere la luce in fondo il tunnel.

La paura è solo uno dei tanti tasselli nel processo di manipolazione sociale che il potere adotta da secoli. Si induce una crisi o la si strumentalizza per portare avanti politiche che sarebbero altrimenti impopolari ma che la percezione dello shock, indotto o reale che sia, legittima.

Come spiego in questo video per Radio Radio (vedi sotto, n.d.r..), in stato di paura, infatti, l’opinione pubblica si sente disorientata, smarrita, come il prigioniero vittima di tortura. La popolazione sotto la minaccia di pericolo o dopo un forte trauma, necessita di una guida in quanto ha “perso la bussola”, si sente paralizzata dal terrore al punto da accettare qualunque proposta o intervento venga dall’alto.

Dall’altra, in questi mesi abbiamo osservato come la quarantena abbia creato degli eserciti di haters pronti a rigurgitare odio contro coloro che non la pensano come loro. Per non parlare dei casi di patologizzazione del dissenso con tanto di TSO.

Ci sono poi i mastini del pensiero unico che si occupano di riportare all’ovile le pecore nere che osano dissentire. La dittatura del pensiero unico si riversa nel boicottaggio mediatico e nella persecuzione on line di alcuni pensatori qualora risultino scomodi. Di certe tematiche non si deve parlare per non urtare alcune minoranze che sembrano aver preso in ostaggio il pensiero critico.

Chi si permette di farlo dovrebbe ritagliarsi una fascetta di tessuto, ricamarci l’iniziale di “E” di eretico, e cucirsela a bella vista sui vestiti. In fondo anche la stregoneria quando venne perseguitata era assimilata all’eresia.

Bassetti, però, non può essere liquidato come un “negazionista”, un “no mask” o quant’altro. Non è neppure un “non addetto ai lavori” o il rappresentante del Club della briscola (senza offesa per costoro)  L’argumentum ad hominem o la fallacia del bastone non possono che rimbalzare su di lui e tornare al mittente.

Non è nemmeno il solo a pensare che si sia creato un controproducente clima di allarmismo, perché un gruppo di medici ha inviato un’istanza in autotutela al governo. L’istanza è stata firmata da Pasquale Mario Bacco, Antonietta Gatti, Mariano Amici, Carmela Rescigno, Fabio Milani, Maria Grazia Dondini.

Nel documento vengono smontati i “punti della narrativa allarmistica sul coronavirus” attraverso prove documentali e l’esperienza sul campo, e viene chiesto al governo di giustificare le scelte fatte sulla base delle osservazioni di “esperti” di cui, secondo gli autori dell’istanza, non si conoscono né l’autorevolezza e né l’esperienza (ci potrebbero essere “conflitti di interesse che possano in qualche maniera orientarne le scelte e le decisioni”).

Premesso che andrebbe chiarita “quale percentuale della mortalità sia determinata dai deceduti per Covid-19 (solo per Covid-19) e quanto essa si discosti dalle medie ufficiali degli anni precedenti per patologie analoghe”, e che i tamponi “danno una percentuale di “falsi positivi” e “falsi negativi” , per cui possono risultare 4 “contagiati” soggetti che non lo sono”, i medici sollevano dubbi riguardo la misura che obbliga a usare le mascherine: “Indossarle per ore fa male, tra i rischi l’ipercapnia e sovrainfezioni da microorganismi”

Si critica inoltre la “regolamentazione confusa, contraddittoria e priva di giustificazione per chi ha un quotidiano e diretto riscontro con la situazione dei pazienti” e si evidenzia come sia paradossale che “tutt’oggi, nonostante un quadro sanitario nettamente positivo, persista un numero impressionante di obblighi e divieti che non trova alcuna legittimazione scientifica e tantomeno giuridica”.

Il gruppo di medici, inoltre, richiede di cessare il tono allarmistico con cui vengono diffuse le notizie e specificano che: “il Covid-19 ha dimostrato di essere una forma influenzale non più grave degli altri coronavirus stagionali: nonostante l’Oms abbia dichiarato l’emergenza pandemica l’11 marzo, le cifre ufficiali dei deceduti, dei contagiati e dei guariti contraddicono la definizione stessa di ‘pandemia’”.

Un passaggio emblematico del comunicato stampa è il seguente, in cui si domanda la governo, per quale motivo si continui ostinatamente a “minacciare” futuri, possibili scenari di inasprimento delle misure di contenimento, come se l’epidemiologia dipendesse solo dalla mancata ottemperanza di disposizioni sanitarie la cui efficacia è quantomeno dubbia: nessuna evidenza scientifica permette di affermare che in questo stadio dell’epidemia sia ancora necessario mantenere le distanze di sicurezza, usare mascherine, indossare guanti oltre a curare l’igiene delle mani”.

E ancora: Inoltre, chiediamo per quale motivo si sia attuata una politica del terrore ed una grave mistificazione della realtà, descrivendo il Covid come un mostro anziché una seria epidemia da affrontare con i mezzi normali della medicina e che a maggior ragione non rappresenta un pericolo nella cosiddetta “fase 2””.

Enrica Perucchietti    in https://enricaperucchietti.blog     29/5/2020


 

Per approfondimenti, scarica e leggi il comunicato stampa con la lettera dei medici al governo:

https://documentcloud.adobe.com/link/track?uri=urn:aaid:scds:US:54d3b42f-b0c0-4c8c-9e28-5daaacb062f4#pageNum=8

 

 

Video: Perucchietti e lo stato di paura:

https://www.youtube.com/watch?v=oqIN-T4DAk4&fbclid=IwAR1gAuJITAGeE7_vWs_A—fEvi6dzNaPl2gzfCx3_7k-00iqecp87eRzGg

 

 


Coronavirus – Bassetti: basta bollettini dei decessi, il virus sembra aver perso forza

Genova – “Il virus sembra aver perso forza, non è più lo stesso che vedevamo due mesi fa”. A dirlo in modo ufficiale, attraverso il suo profilo Facebook, il professor Matteo Bassetti, responsabile del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e “volto ligure” della lotta alla pandemia da coronavirus. Un intervento molto forte, che sta già suscitando molta discussione e che prende una posizione molto decisa sull’emergenza in corso.

Matteo Bassetti

“Mentre nei nostri ospedali la situazione è in costante miglioramento – scrive Bassetti – per quel che riguarda i ricoveri per COVID-19 con continue dimissioni e soddisfazioni vorrei fare alcune riflessioni. Non abbiamo ancora la prova scientifica, su cui stanno lavorando nei laboratori di virologia, ma la sensazione di pancia, di chi questo virus lo ha visto in faccia (ovvero i clinici) negli ultimi due mesi, è che questo virus non sia più lo stesso che avevamo due mesi fa. E’ cambiata la tipologia del paziente che arriva nei nostri ospedali”.

“Noi – prosegue Bassetti – siamo sempre pronti ad affrontare e a curare tutti i casi, ma se non arrivano più in ospedale siamo più contenti. E’ drasticamente cambiata la tipologia del paziente che arriva nei nostri ospedali e questo fa ben sperare anche per il futuro”.

Il passaggio più “forte”, sul quale il primario di infettivologia “si gioca la faccia” è quello che riguarda l’atteggiamento verso l’infezione e la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla possibilità di una nuova esplosione dei contagi in forza delle “aperture”.

“Oggi possiamo iniziare anche a dire qualcosa sulla riapertura del 4 maggio. Ci eravamo detti, vediamoci tra due settimane e vediamo se il numero dei ricoveri per Covid 19 è aumentato. Siamo a 18 giorni dalla riapertura, ben oltre il tempo medio di incubazione, che ricordo essere intorno ai 5-7 giorni (fino a 14), e non abbiamo visto incrementare il numero dei ricoveri. Anzi, negli ultimi 5 giorni abbiamo ricoverato una sola persona”.

“Credo – prosegue Bassetti – sia anche arrivato il momento di evitare di continuare con il bollettino romano delle 18 che è diventato ormai anacronistico. Sinceramente non so a cosa porti se non a generare ulteriore ansia. Evitiamo di continuare a dare solo il numero dei decessi”.

Il primario esperto di coronavirus si esprime anche riguardo ai timori delle persone riguardo un presunto aumento degli assembramenti e delle occasioni di contagio.

“Quanto agli assembramenti – prosegue Bassetti – che molti lamentano aumentare a dismisura in molte zone d’Italia, ritengo che la gente sembra essere molto rispettosa, tutti indossano la mascherina e mantengono le distanze. Sono fiducioso e continuo a dare fiducia agli italiani che hanno dimostrato di essere persone intelligenti e posate e siamo arrivati fino a qui dobbiamo dire soprattutto grazie a tutti loro. Diamo fiducia agli italiani con poche regole precise e chiare. Sono sicuro che più saranno semplici, uniche e comprensibili più saranno seguite”.

Il volto ligure dell’emergenza sanitaria in Liguria si concentra anche sul lavoro più strettamente attinente alle sue specializzazioni: “Ora più che mai dobbiamo anche cercare di fare chiarezza con assoluto rigore scientifico sulle terapie per il COVID-19 – spiega – In una prima fase abbiamo utilizzato molto empirismo con cocktail di vari farmaci e altri presidi, la cui efficacia e sicurezza era basata su studi anedottici. Lo abbiamo fatto tutti e credo fosse eticamente corretto: di fronte a un problema nuovo e in una situazione di emergenza, per il bene del paziente tutto è possibile.

Ma oggi in una situazione decisamente più tranquilla occorre tornare a sperimentare le cure secondo le regole delle buone pratiche cliniche con assoluto rigore scientifico. I pazienti dovranno essere trattati all’interno di studi clinici controllati e autorizzati dagli enti preposti. Tuttavia se i numeri continueranno ad essere quelli degli ultimi giorni sarà difficile trovare candidati per questi protocolli”.

in     https://liguriaoggi.it/2020/05/23/coronavirus-bassetti-basta-bollettini-dei-decessi-il-virus-sembra-aver-perso-forza


 

 

“State per incontrare un ipocondriaco. Questo è il signor Walter Bedeker di 44 anni, terrorizzato dalla morte, dalle malattie, dagli altri, dai batteri, dalle correnti d’aria e da altro ancora.

Ha un solo interesse nella vita e cioè Walter Bedeker; una sola occupazione, la vita e il benessere di Walter Bedeker e una preoccupazione costante per la società cioè come potrebbe sopravvivere se Walter Bedeker morisse.”

Dalla serie televisiva “Ai confini della realtà”, 1959


 



 

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