La sera del 3 giugno, in una piazza di Cremona, l’intera folla di un comizio del ministro dell’Interno (che stava chiudendo una campagna elettorale e stava aprendone un’altra come usa da fare da anni) ha avuto un malore. È accaduto quando, prima i più vicini poi il grosso dei leghisti partecipanti hanno notato la frase “ama il prossimo tuo”. Era scritta sulla sciarpa di un ragazzo più o meno simile a tutti gli altri che a un certo punto ha alzato la sciarpa, l’ha trasformata in un mini-striscione e si è voltato a braccia alzate da una parte e dall’altra perché tutti vedessero bene.

La frase, come è noto, appartiene alla tradizione, al costume, alle abitudini, alle preghiere, alle predicazioni della storia italiana fin da molto prima che fosse necessario affogare in mare stranieri di colore che stavano arrivando in massa per distruggere la nostra vita cristiana. Però sentite come è andata a finire, secondo il racconto di vari credibili giornali. Dopo un istante di stupore e di inevitabile tempesta mentale (tutti i presenti in quella piazza, a Cremona, hanno ascoltato la frase migliaia di volte, all’oratorio, in chiesa, a scuola, compresa Pasqua e Natale, perché è il nocciolo del cristianesimo che con furore i leghisti difendono), la folla si è inferocita e ha cominciato a picchiare. Per fortuna (o intervento provvidenziale) quattro robusti vigili urbani in borghese erano non lontani, e hanno potuto intervenire, proteggere, portare alla medicazione il giovane cattolico che, nel mezzo di una folla arrabbiata, l’ha scampata bella.

Evidentemente il cortocircuito mentale della strana vicenda ha colpito anche il ministro dell’Interno, che ha benevolmente placato la sua gente imbestialita dalla frase cristiana, spiegando che i “comunisti dovrebbero stare nel museo delle cere insieme ai poveri estinti del Jurassic Park” invece di rovinare le belle feste patriottiche della Lega.

Chissà se una punta di stordimento ha toccato anche lui, che dedica i comizi al “cuore immacolato di Maria” e brandisce il rosario, pensando alla sequenza folle che era appena accaduta: tutta la Lega inferocita contro parole del Vangelo.

Certo conosce il furore anticristiano che ha colto i suoi da quando il Papa e i cardinali e i vescovi (tranne il gruppo della congiura anti-Papa) insistono nel dire che è meglio salvare la gente in mare che affidarla ai libici o lasciarla morire. Ma la storia mentale della Lega è più complicata di così. Infatti la frase chiave delle legioni Salvini è “prima gli italiani” . Primi per principio, non per valore, dunque la negazione del valore, del merito, della genialità, della capacità di fare più e meglio, dagli acquedotti romani a Enrico Fermi.

La frase però non solo è offensiva, perché abolisce ogni riconoscimento di merito, e dunque anche del riconoscimento del meglio e del peggio (“prima gli italiani” anche al 41 bis?). È anche il motto della corruzione (“gli italiani sanno sempre come cavarsela”), dell’evasione fiscale (visto che gli italiani evadono le tasse più di tutti al mondo) e della abilità di imbroglio così splendidamente rappresentata nella “commedia all’italiana” da Totò, De Filippo e dall’intera banda dei “soliti ignoti”.

Ma, l’evento volgare e scostante della piazza di Cremona (un luogo dove il candidato leghista, sostenuto in quel comizio dal ministro dell’Interno, ha perso) propone un problema in più: gli italiani sono il prossimo? Se lo sono, vuol dire che Mimmo Lucano, già sindaco di Riace ammirato nel mondo perché aveva reso possibile e facile l’accoglienza, era il nostro prossimo e andava rispettato almeno quanto il tabaccaio che ha sparato dal balcone sette colpi alla schiena di un ladruncolo? Se non lo sono, bisognerà che ognuno di noi si guardi dall’altro e faccia in modo di non dare troppa fiducia e troppa confidenza. Se l’altro è italiano ma non è “il prossimo tuo”, meglio stare alla larga. Alla larga ciascuno di noi da ciascuno di noi?

Però: se riconosciamo che ogni italiano è il nostro prossimo, perché hanno picchiato, minacciando il linciaggio, il giovane che aveva sulla sciarpa una scritta del Vangelo ritenuta un intollerabile insulto dagli altri italiani presenti che pure sono altrettanto italiani e focosamente cattolici? Forse un italiano leghista diventa diverso e impara che c’è italiano e italiano?

Se è così, chi viene prima tra due italiani, uno leghista e uno no? Passi per i comunisti, che hanno continuato a spargere terrore in Emilia-Romagna finché Salvini li ha cacciati. Ma i 5 Stelle, per esempio, che hanno voluto Fico come presidente della Camera, sono italiani alla pari o più indietro? Ci sono italiani di serie A e serie B nella classifica della Lega? Se sì, il gioco sulla esaltazione degli italiani che vengono comunque prima di tutti non tiene. Loro non vorrebbero identificarsi o sentirsi nella stessa classe di chi stringe la mano a un nero.

E noi non vorremmo stringere la mano di quelli di Cremona.

Furio Colombo    Il Fatto  16/6/2019

 

Vedi:  La rana bollita

Salvini, il condensato delle passioni medio basse del Paese

Se l’Italia diventa cattivista

Pensiero Urgente n.267) Carogne.

La galassia nera dei demoni di Salvini


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