Il modo autoritario con cui viene trattato il problema del virus e il taglio dei parlamentari non sono due problemi diversi ma le due facce della stessa medaglia: l’eversione della democrazia. (GLR)

 

PERCHÉ VOTARE NO ALLA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI


I PRECEDENTI

  • · Nel 1929, Mussolini, per aumentare il potere del proprio Governo e diminuire quello del Parlamento, ridusse il numero dei deputati da 553 a soli 400, il numero che si vuole oggi!
  • · Per Licio Gelli, piduista e stragista, i deputati dovevano essere 450 e i senatori 250
  • · Per Davide Casaleggio: “Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile” (intervista a La Verità, il 23 luglio 2018)

Umberto Terracini, presidente dell’assemblea Costituente, nel 1946 disse, riferendosi alla riduzione operata dal regime fascista: “Quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni.”

Per la Costituente il numero dei deputati e senatori doveva essere proporzionale al numero degli abitanti onde garantirne la reale rappresentanza. Il numero attuale – 630 deputati e 315 senatori – è stato fissato nel 1963, quando gli italiani erano 50 milioni.

 

COSA AVREMO SE VINCERANNO I SÌ AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI?

Una forte riduzione della rappresentanza

  • · Con il taglio dei parlamentari voluto primariamente da LEGA-5S e poi anche dal PD si produrrebbe una grave riduzione della rappresentanza dei cittadini in Parlamento, che con 400 deputati e 200 senatori, non rappresenterebbe in modo omogeneo 60 milioni di italiani e le diverse regioni.
  • · L’Italia diventerebbe in Europa il fanalino di coda per rapporto tra numero di cittadini e deputati, l’ultima tra 28 Paesi: lo 0,7 per cento.
  • · 9 regioni su 20 avrebbero solo da 1 a 5 senatori, con molte disuguaglianze. Il Trentino Alto Adige, ad es., avrebbe al senato 1 seggio ogni 171.000 ab. e la Sardegna 1 ogni 328.000; la Calabria, con 2 milioni di abitanti eleggerebbe 6 senatori come il Trentino Alto Adige, che ha 1 milione di abitanti. Si violerebbe così l’Art. 48 della Costituzione, secondo cui tutti i voti hanno valore uguale, per cui il voto di trentini e sudtirolesi varrebbe il doppio del voto di sardi e calabresi.
  • · Al Senato i partiti più grandi verrebbero ingigantiti, i medi ridimensionati e i piccoli esclusi, diventando la soglia di sbarramento di fatto ben più alta del 5%. Solo i partiti più grandi potrebbero formare un gruppo ed entrare in tutte le commissioni. Ciò comporterebbe una riduzione del pluralismo politico, e della rappresentatività del Senato, che non potrebbe essere sanata nemmeno con una nuova legge elettorale.
  • · Sarebbero sempre meno le voci critiche e prevarrebbero gli interessi privati di pochi e delle forze economiche.

 

Meno efficienza e rallentamento dei lavori parlamentari

  • · Le commissioni, il vero cuore dell’attività parlamentare, dovrebbero essere ridotte di numero, facendo aumentare il carico di lavoro di ogni commissione, con conseguente ingolfamento e ritardi.
  • · Molti cittadini pensano che l’inefficienza degli uffici della pubblica amministrazione (PA) sia colpa del Parlamento, che non farebbe le leggi. In verità la colpa è del Governo, da cui la PA dipende, che lascia gli uffici pubblici senza personale, mezzi, e decreti attuativi necessari per applicare le leggi approvate.
  • · Pochi parlamentari saranno ancora più esposti ai ricatti del Governo, che spesso si serve dei Decreti Legge e della fiducia per ottenere l’approvazione delle leggi, e dei capipartito, che li espellono/mettono in lista secondo l’obbedienza dimostrata alle loro direttive.

 

Risparmi insignificanti

53 milioni, quasi la metà dei 100 annunciati dai 5S, pari allo 0,007 della spesa pubblica italiana, meno di un caffè, 0,95 centesimi, per ognuno dei 60 milioni di italiani.

 

CONCLUSIONI

Non è vero che attraverso la riduzione del numero dei parlamentari si vogliono conseguire risparmi e migliorare l’efficienza del parlamento. Se si volesse davvero risparmiare, basterebbe ridurre lo stipendio dei parlamentari che è tra i più alti d’Europa. E per migliorare l’efficienza del Parlamento basterebbe agire sui regolamenti parlamentari.

I veri motivi per cui M5S e Lega vogliono la diminuzione e quindi l’indebolimento della rappresentanza parlamentare vanno ricercati al punto 20 del Contratto, firmato dai due partiti nel maggio 2018 in cui, oltre alla “drastica riduzione del numero dei parlamentari”, si prevede “di porre come questione prioritaria nell’agenda di Governo l’attribuzione, per tutte le Regioni che motivatamente lo richiedano, maggiore autonomia in attuazione dell’art. 116, 3 comma della Costituzione…..con trasferimento delle competenze necessarie….”

Si tratta di ben 23 materie, che toccano tutti gli aspetti della vita sociale ed economica dei cittadini: da lavoro a sanità, scuola, ambiente, trasporti, infrastrutture (strade, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti), giustizia di pace. E’ evidente che in questa prospettiva il potere si sposterebbe nettamente dallo Stato e dal Parlamento nazionale alle Regioni con la conseguenza che la Repubblica “una e indivisibile”, proclamata dall’art. 5 della Costituzione, finirebbe frantumata in statarelli regionali.

Si tratta di un vero e proprio progetto eversivo che porterebbe a un’ulteriore e forse definitiva spaccatura tra il Nord più ricco del Paese e il Sud più povero, con una vera e propria “secessione dei ricchi”.

DOBBIAMO QUINDI ASSOLUTAMENTE VOTARE NO ALLA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI E POI OPPORCI ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Associazione nazionale Per la scuola della Repubblica

http://www.iperbole.bologna.it/iperbole/coscost//assnaz/

 

 

Vi spiego perché voterò NO al taglio dei parlamentari

Diego Fusaro, filosofo

Vedi e ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=Qihl8Lc__Vs

/8/2020

 

“QUESTO REFERENDUM È UNA TRUFFA: VOGLIONO FARE FUORI IL POPOLO CON L’INGANNO”

Enrico Michetti, avvocato e costituzionalista

Vedi e ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=6LiCC7-tMGI

3/9/2020

 

 

ANNO I DEL REGIME SANITARIO

 

 

 

 

Stampa e diffondi il volantino per votare NO al referendum del 20/21 settembre 2020

volantino-per-il-referendum

 

 


 

 

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