Ringrazio Francesca Zaltieri per la bella lettera di venerdì scorso. Mi pare che promuovere un dibattito su cosa sia sinistra oggi, sia cosa buona e giusta. Colgo l’occasione per approfondire il tema in maniera più dettagliata rispetto al livello di astrazione tenuto dalla profusa Zaltieri. Essere di sinistra significa credere che la salute sia un diritto per tutti, non “un pavimento di diritti sociali accessibili… sui quali si innestano poi diritti ulteriori” come evocato dal programma di Renzi.

Essere di sinistra significa sentirsi comunità, significa essere cosmopoliti e non nazionalisti, significa non inseguire Maroni sul tema dell’egoistica autonomia fiscale, né Salvini su quello della sicurezza. Essere di sinistra significa non dimenticare mai la propria umanità, significa non adottare il decreto Mìnniti-Orlando concedendo a tutti un secondo grado di giudizio. Essere di sinistra significa aver a cuore il Paese e la propria grande comunità, lasciando la politica quando si è promesso di farlo per ben otto volte davanti alle telecamere.

Essere di sinistra significa amare la democrazia, rispettando la volontà popolare ripubblicizzando l’acqua su tutto il territorio nazionale. Essere di sinistra significa garantire a tutti un’educazione capace di formare il pensiero critico, anche laddove è diseconomico tenendo le scuole anche nei piccoli comuni.

Essere di sinistra significa equità e lotta di classe. Essere di sinistra significa promuovere il lavoro come diritto e non come concessione da parte di qualcuno, né tanto meno la sua precarizzazione con il jobs act. Essere di sinistra significa credere nell’istruzione, nella ricerca e nella cultura come fattori di crescita, finanziando la scuola pubblica e non la “Buona Scuola”.

Essere di sinistra significa promuovere i diritti degli ultimi, non gli scudi fiscali per i primi. Essere di sinistra significa difendere e dare valore ad ambienti naturali, dicendo stop alle grandi opere, stop alla Tav e stop alle trivellazioni. Essere di sinistra significa credere che le pari opportunità siano tema fondamentale e che troppo poco è stato fatto per le comunità Rom e Sinte italiane.

Essere di sinistra significa credere che la religione abbia un ruolo importante, ma che tutte le religioni debbano essere sullo stesso piano garantendo un più equo accesso all’otto per mille, e rinegoziando i Patti Lateranensi.

Essere di sinistra significa combattere le idee regressive del turbocapitalismo, togliendo dalla Costituzioni il pareggio di bilancio e il voto capitario alla banca cooperative. Essere di sinistra significa fare squadra, rispettando i patti elettorali sottoscritti con le altre forze politiche. Essere di sinistra significa governare, ascoltare e mediare pur senza tradire. In tutto questo ancora non capisco come ci si possa definire di sinistra e sostenere la mozione Renzi.

Matteo Bassoli, Sinistra Italiana            La Gazzetta di Mantova  26/04/2017

 

Vedi:  La Sinistra che ha perso anche la cultura

Come cambiare la sinistra di destra

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Un Pantheon senza bussola


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