Da anni, ormai, si sa che cosa bisogna fare per fermare l’Isis e i suoi complici. Ma non abbiamo fatto nulla, e sono arrivate, oltre alle stragi in Siria e Iraq, anche quelle dell’aereo russo, del mercato di Beirut e di Parigi. La nostra specialità: pontificare sui giornali. E’ inevitabile, ma non per questo meno insopportabile, che dopo tragedie come quella di Parigi si sollevi una nuvola di facili sentenze destinate, in genere, a essere smentite dopo pochi giorni, se non ore, e utili soprattutto a confondere le idee ai lettori. E’ la nebbia di cui approfittano i politicanti da quattro soldi, i loro fiancheggiatori nei giornali, gli sciocchi che intasano i social network. Con i corpi dei morti ancora caldi, tutti sanno già tutto: anche se gli stessi inquirenti francesi ancora non si pronunciano, visto che l’unico dei terroristi finora identificato, Omar Ismail Mostefai, 29 anni, francese, è stato “riconosciuto” dall’impronta presa da un dito, l’unica parte del corpo rimasta intatta dopo l’esplosione della cintura da kamikaze che indossava.

Ancor meno sopportabile è il balbettamento ideologico sui colpevoli, i provvedimenti da prendere, il dovere di reagire. Non a caso risuscitano in queste ore le pagliacciate ideologiche della Fallaci, grande sostenitrice (come tutti quelli che ora la recuperano) delle guerre di George W. Bush, ormai riconosciute anche dagli americani per quello che in realtà furono: un cumulo di menzogne e di inefficienze che servì da innesco a molti degli attuali orrori del Medio Oriente. Mentre gli intellettuali balbettano sui giornali e in Tv, la realtà fa il suo corso. Dell’Isis e delle sue efferatezze sappiamo tutto da anni, non c’è nulla da scoprire. E’ un movimento terroristico che ha sfruttato le repressioni del dittatore siriano Bashar al Assad per presentarsi sulla scena: armato, finanziato e organizzato dalle monarchie del Golfo (prima fra tutte l’Arabia Saudita) con la compiacenza degli Stati Uniti e la colpevole indifferenza dell’Europa.

Quando l’Isis si è allargato troppo, i suoi mallevadori l’hanno richiamato all’ordine e hanno organizzato la coalizione americo-saudita che, con i bombardamenti, gli ha messo dei paletti: non più in là di tanto in Iraq, mano libera in Siria per far cadere Assad. Il tutto mentre da ogni parte, in Medio Oriente, si levava la richiesta di combatterlo seriamente, di eliminarlo, anche mandando truppe sul terreno. Innumerevoli in questo senso gli appelli dei vescovi e dei patriarchi cristiani, ormai chiamati a confrontarsi con la possibile estinzione delle loro comunità.

Abbiamo fatto qualcosa di tutto questo? No. La Nato, ovvero l’alleanza militare che rappresenta l’Occidente, si è mossa? Sì, ma al contrario. Ha assistito senza fiatare alle complicità con l’Isis della Turchia di Erdogan, ma si è indignata quando la Russia è intervenuta a bombardare i ribelli islamisti di Al Nusra e delle altre formazioni. Nel frattempo l’Isis, grazie a Putin finalmente in difficoltà sul terreno, ha esportato il suo terrore. Ha abbattuto sul Sinai un aereo di turisti russi (224 morti, molti più di quelli di Parigi) ma a noi (che adesso diciamo che quelli di Parigi sono attacchi “conto l’umanità”) è importato poco. Ha rivendicato una strage in un mercato di Beirut, in Libano, e ce n’è importato ancor meno. E poi si è rivolto contro la Francia Abbiamo fatto qualcosa? No. Abbiamo provato a tagliare qualche canale tra l’Isis e i suoi padrini? No. Abbiamo provato a svuotare il Medio Oriente di un po’ di armi? No, al contrario l’abbiamo riempito, con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti ai primi posti nell’importazione di armi, vendute (a loro e ad altri) dai cinque Paei che siedono nel Consiglio di Sicurezza (sicurezza?) dell’Onu: Usa, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia.

Solo l’altro giorno, il nostro premier Renzi (che come tutti ora parla di attacco all’umanità) era in Arabia Saudita a celebrare gli appalti raccolti presso il regime islamico più integralista, più legato all’Isis e più dedito al sostegno di tutte le forme di estremismo islamico del mondo. E nessuno, degli odierni balbettatori, ha speso una parola per ricordare (a Renzi come a tutti gli altri) che il denaro, a dispetto dei proverbi, qualche volta puzza. Perché la verità è questa: se vogliamo eliminare l’Isis, sappiamo benissimo quello che bisogna fare e a chi bisogna rivolgersi. Facciamoci piuttosto la domanda: vogliamo davvero eliminare l’Isis? E’ la nostra priorità? Poi guardiamoci intorno e diamoci una risposta. Ma che sia sincera, per favore. Di chiacchiere e bugie non se ne può più.

Fulvio Scaglione     Famiglia Cristiana    15 novembre 2015


 

Come persi la guerra

Come ha ricordato di recente Tony Blair, l’Occidente ha già fatto tanto per l’Isis. Ma può fare ancora molto di più, fino a garantirgli la vittoria finale con una serie di semplici accorgimenti che ci permettiamo di suggerire ai governi europei, in particolare a quello italiano.

1) Nominare Maurizio Belpietro direttore del Tg1, Giuliano Ferrara del Tg2 e Magdi Allam del Tg3. Se i bombardamenti di Russia e Francia in Siria hanno reso particolarmente impopolari quelle due nazioni agli occhi del califfo al Baghdadi, convincendo altre migliaia di estremisti fondamentalisti a diventare kamikaze, titoli come quello di Libero “Islamici bastardi”, opportunamente rilanciati a reti unificate, conquisteranno alla causa dell’Isis tutti i musulmani d’Italia, compresi i pochi moderati e agnostici rimasti.

2) Confermare il Giubileo di Roma nelle date e nei luoghi prefissati, anziché rinviarlo a tempi migliori in segno di lutto e per motivi di sicurezza: consentire la presenza di milioni di cattolici nello stesso posto contemporaneamente agevolerà di molto il lavoro dei bombaroli, evitando loro di disperdere risorse ed energie inseguendoli per tutto il mondo.   3) Lasciare alla guida del ministero dell’Interno Angelino Alfano, garanzia di competenza, serietà e prontezza di riflessi. In una parola: di intelligence.   4) Continuare a pagare lauti riscatti in dollari o in euro sonanti in cambio della liberazione degli italiani presi in ostaggio dalle formazioni terroristiche in tutto il Medio Oriente, assicurando loro i necessari mezzi di sostentamento.   5)Seguitare a vendere armi a tutti gli Stati e a tutte le milizie esistenti nel mondo attraverso la nostra industria bellica, orgoglio e vanto della Nazione,garantendo al nemico tutto l’occorrente per sterminarci meglio.

6) Intrattenere affettuosi rapporti diplomatici e commerciali con gli emirati del Golfo,noti finanziatori del fondamentalismo islamico in tutto il mondo,anche conmissioni ufficiali sul posto ai massimi livelli, con imprenditori anche del settore-armi al seguito, al grido spensierato di pecunia non olet. 7) Fare la guerra all’Isis non direttamente e via terra e coinvolgendo il maggior numero di paesi arabi, ma in ordine sparso e per procura e dall’alto, armando (male) i peshmerga curdi e bombardando lo Stato islamico con i caccia e soprattutto con i droni telecomandati, ‘ndo cojo cojo, così da ottenere il massimo di vittime civili e il minimo di vittime nostre, cioè il massimo di furore e terrorismo antioccidentale e il minimo di risultati militari sul campo.

- Sostenere, in base all’astuta teoria del “male minore”, tiranni sanguinari e golpisti come Al Sisi e Assad (e in passato Gheddafi e Saddam Hussein) e governi-fantoccio ipercorrotti come quelli da noi creati in laboratorio in Iraq e in Afghanistan, per illustrare alle popolazioni locali che cosa intendiamo noi per democrazia da esportazione.   9) Restare a pie’ fermo in Afghanistan con le nostre truppe di occupazione, dopo 14 anni di inutili mattanze, affinché sia chiaro a tutto il mondo islamico che decidiamo noi da chi devono essere governati loro.   10) Disprezzare, insultare, criminalizzare tutti i rifugiati equiparandoli ai clandestini, ed equiparare tutti i clandestini ai terroristi,così che presto o tardi tutti i rifugiati e i clandestini sentano una vocazione irrefrenabile a diventare terroristi.

11) Evitare accuratamente discorsi come integrazione, accoglienza, assistenza, ospitalità e misericordia nei confronti di chi fugge da paesi in preda alla guerra o al terrorismo o alla dittatura o alla carestia […] 12) Tagliare ancora i fondi e gli organici alle forze dell’ordine e di intelligence, e al contempo tollerare gli affari con i paradisi fiscali e imporre limiti sempre più stringenti alle intercettazioni e alla tracciabilità del denaro, per rendere sempre più difficile l’identificazione dei terroristi e dei loro finanziatori e sempre più facili le loro attività criminali. 13) Reagire alla strage di Parigi con la legge del taglione, “occhio per occhio dente per dente”, per dimostrare agli occhi già iniettati di propaganda e rabbia di milioni di islamici che la nostra civiltà è come la loro, o anche peggio.

Marco Travaglio    il Fatto Quotidiano  15/11/2015.

 

vedi: Noi bombardiamo. Loro esportano guerra.

La guerra democratica.

La balla della lotta al terrorismo

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La democrazia della paura


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