Articoli marcati con tag ‘Machiavelli’

L’eredità – Molti della mia generazione si sono salvati dal marxismo banale e dogmatico degli anni Settanta grazie ai “Quaderni dal carcere” che ci hanno costretto a discutere in modo critico le prospettive del comunismo

Per molti della mia generazione la lettura degli scritti di Antonio Gramsci ha avuto l’effetto di una liberazione dal marxismo-leninismo banale e dogmatico che teneva banco, alla fine degli anni Sessanta, fra i movimenti della sinistra extraparlamentare. Non ho prove storiche da offrire, ma credo che molti giovani si siano avvicinati al Pci anche perché quel partito si proclamava erede di Gramsci e si impegnava attivamente a farne conoscere gli scritti. Leggi il resto di questo articolo »

Il popolo molte volte disidera la rovina sua, ingannato da una falsa spezie di beni: e come le grandi speranze e gagliarde promesse facilmente lo muovono.

 

Niccolò Machiavelli,  Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, 53,  1519

Il concetto di populismo non è a mio giudizio in grado di interpretare in modo adeguato la vicenda italiana degli ultimi venti anni e, in modo specifico, le posizioni di cui è stato massimo artefice e protagonista Silvio Berlusconi. Quello su cui i classici insistono quando si parla del popolo è la dimensione della totalità, del tutto sulle parti, della comunità sugli individui. (…) Berlusconi non si è mai mosso in una prospettiva comunitaria e organicistica, cioè populistica (come invece ha fatto, almeno in parte, Bossi); ma, anzi, ha accentuato – fino a stravolgerli in senso dispotico – il carattere e la dimensione strutturalmente individualistica della «democrazia dei moderni». Con il suo messaggio ha proposto, e fatto diventare modello di vita e senso comune, una sorta di bellum omnium contra omnes; per riprendere la distinzione di Hobbes, ha sostenuto, e anche realizzato, una regressione dalla «società politica» alla «società naturale». Da questo punto di vista, rispetto al movimento della società moderna, e al significato in esso assunto appunto dalla politica, Berlusconi si è mosso come il granchio: è retrocesso dalla storia alla natura; dalla legge al primato degli spiriti animali. Leggi il resto di questo articolo »

Abbiamo adunque con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obbligo, d’esser diventati sanza religione e cattivi; ma ne abbiamo ancora un maggiore, il quale è cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa nostra provincia divisa. E veramente alcuna provincia non fu mai unita o felice, se la non viene tutta alla ubbidienza d’una republica o d’uno principe, come è avvenuto alla Francia e alla Spagna. E la cagione che l’Italia non sia in quel medesimo termine, né abbia anch’ella o una repubblica o un principe che la governi, è solamente la Chiesa; perché avendovi abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sí potente né di tal virtù che l’abbia potuto occupare il restante d’Italia e farsene principe; e non è stata, dall’altra parte, sí debile che, per paura di non perdere il dominio delle cose temporali, la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contra a quello che in Italia fusse diventato tropo potente».

Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, I, 12.

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