Articoli marcati con tag ‘Italia’
Si è aperto ieri a Firenze un nuovo processo per le stragi del maggio 1993, Roma, Milano, Firenze, e in particolare va ricordata quella che sventrò il palazzo dei Georgofili, colpì gli Uffizi e soprattutto uccise cinque persone e ne ferì più di quaranta. È imputato Francesco Tagliavia, capo della famiglia palermitana di Corso dei Mille. Venne arrestato il 22 maggio ’93, subì una condanna a due ergastoli per 26 omicidi, ma non come responsabile di quelle stragi. Finché non è stato chiamato in causa da Gaspare Spatuzza. Il quale ha rivelato che Tagliavia partecipò a una riunione per la preparazione delle stragi e mise a disposizione per la loro esecuzione tre suoi uomini. Il processo fiorentino si svolge in un momento politicamente molto caldo. Emergono infatti sospetti gravissimi di complicità e trattative della politica con Cosa nostra e la Camorra. Leggi il resto di questo articolo »
Dai primi anni Novanta del secolo scorso l’interesse degli italiani per la questione dell’identità nazionale non accenna a diminuire. Le preoccupazioni per la fragilità dell’assetto nazionale si accompagnano alla questione della modernità, o della scarsa modernità, del paese e della qualità della sua cultura civile. Come mai un concetto come “carattere nazionale”, che ha perso legittimità in campo teorico, è ancora tanto radicato nella cultura popolare? Che genere di popolo siamo e perché ci comportiamo così?
Nella turbolenta storia dell’Italia del XX secolo, crisi di regimi politici hanno generato ricerche di cause e responsabilità, se non esami di coscienza, e spesso il ricorso all’idea del carattere ha fornito un modo per addossare colpe e responsabilità a quel certo fattore “immutabile”, l’eterno carattere degli italiani. Questo libro mette a fuoco i vizi, le virtù, le autorappresentazioni, gli stereotipi ricorrenti del nostro paese e la loro presenza nel discorso di intellettuali e politici nel corso della storia dell’Italia contemporanea, dal periodo della lotta per l’indipendenza e per l’unificazione nazionale, quando il carattere degli italiani cominciò a essere percepito come un problema politico, attraverso le varie fasi della storia politica e culturale postunitaria, fino agli anni più recenti quanto si è riproposto come una questione di riflessione pubblica.
di Silvana Patriarca, ed. Feltrinelli 2010, € 22
Vedi: Nazionalismo di cartapesta
Ma i disastri sono apocalittici. Strutture dello Stato stravolte e il popolo dei berluscones deciso a resistere per non perdere privilegi che immaginava eterni. Travestiti da cattolici o da liberali, adesso il pericolo sono loro.
La politica vive anche di simboli. Quelli che sono stati evocati da politici e giornalisti per rappresentare la fine del potere di Berlusconi, alludono tutti a delle catastrofi. Il discorso con cui a Bastia Umbra Fini ha chiesto le dimissioni del governo, è stato paragonato dai difensori del premier alla marcia su Roma: un colpo di Stato! I giornali che cercavano di descrivere la portata dell’evento, lo hanno paragonato al 25 luglio, quando solo la rivolta di ministri e gerarchi del duce poté provocare la fine del regime. Altri hanno assimilato il crollo del regime berlusconiano al 25 aprile, quando dopo la devastazione della guerra si dovette ricominciare tutto dalle macerie. Leggi il resto di questo articolo »
L´indecorosa iniziativa di far suonare a Sanremo «Giovinezza» e «Bella ciao» è stata saggiamente bloccata dal CdA della Rai, eppur tuttavia sento il bisogno di spendere ancora qualche parola perché il tentativo rivela, a me pare, qualcosa di più pericoloso di una vassallata in chiave musicale. I commenti che abbiamo letto, tranne quello di Michele Serra e di pochissimi altri che si sono soffermati sull´inammissibilità della ricorrente equiparazione tra nazi-fascisti e patrioti, ebbene quasi tutti gli altri hanno affrontato «il montare della piccola polemica sanremese», come una inutile «querelle». Leggi il resto di questo articolo »
Non voglio essere tra i legislatori di una paese dove la libertà è calpestata e la legge non serve nella sua applicazione che a garantire la libertà dei gesuiti ed ai nemici dell’Unità d’Italia. Tutt’altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa, miserabile all’interno e umiliata all’estero.
Giuseppe Garibaldi
Dall’articolo inviato alla redazione del giornale romano “La Capitale” il 27/9/1880, nei giorni delle sue dimissioni da deputato
vedi: Pensiero Urgente n.257)
Io credo, lo credo profondamente, che il vero fascismo sia quello che i sociologhi hanno troppo bonariamente chiamato «la società dei consumi». Una definizione che sembra innocua, puramente indicativa. Ed invece no. Se uno osserva bene la realtà, e soprattutto se uno sa leggere intorno negli oggetti, nel paesaggio, nell’urbanistica e, soprattutto, negli uomini, vede che i risultati di questa spensierata società dei consumi sono i risultati di una dittatura, di un vero e proprio fascismo. [...] Questo nuovo fascismo, questa società dei consumi, ha profondamente trasformato i giovani, li ha toccati nell’intimo, ha dato loro altri sentimenti, altri modi di pensare, di vivere, altri modelli culturali. Non si tratta più, come all’epoca mussoliniana, di una irreggimentazione superficiale, scenografica, ma di una irreggimentazione reale che ha rubato e cambiato loro l’anima. Il che significa, in definitiva, che questa «civiltà dei consumi» è una civiltà dittatoriale. Insomma se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la «società dei consumi» ha bene realizzato il fascismo.
Pier Paolo Pasolini Scritti corsari 1974
Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l’aiuto della Cia (e in second’ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il ’68, e in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del “referendum”. Leggi il resto di questo articolo »
La storia c’insegna come possiamo salvare l’Italia
Per una patria diversa Lo storico ci invita a guardare ai problemi di oggi e al ruolo del nostro paese nel mondo moderno non solo attraverso i nostri occhi ma anche con quelli degli uomini e delle donne che lo hanno fatto
Nel gennaio 2009 sono diventato cittadino italiano. Faccio parte di un flusso costante di stranieri, circa 40.000, che ogni anno assumono la cittadinanza italiana. Non basta per fare dell’Italia un paese multiculturale, ma certo è un inizio. Alla cerimonia di conferimento della cittadinanza l’allora presidente del Consiglio comunale fiorentino,Eros Cruccolini, mi invitò a leggere ad alta voce due articoli della Costituzione e mi consegnò una bandiera italiana, la bandiera arcobaleno della pace e una copia della Costituzione italiana.I miei amici in gran parte rimasero stupiti all’annuncio della mia naturalizzazione. «Ma chi te lo ha fatto fare, mi dicevano, e proprio ora, poi». Uno o due si affrettarono a sincerarsi che avessi avuto il buon senso di mantenere anche la cittadinanza britannica. Il commento più caustico è stato: «Beh Paul, almeno potrai dire assieme a tutti noi altri: «Mi vergogno di essere italiano»».
Il 150° anniversario della nazione non dovrebbe essere solo l’occasione per sventolare bandiere tricolori o indulgere nella retorica: richiede invece un ripensamento profondo sulla storia d’Italia e sul contributo del Paese al futuro del mondo moderno. A tal fine si rivisitano le grandi figure del Risorgimento (da Cattaneo a Cavour, da Manin a Pisacane, da Mazzini a Garibaldi) così che le loro riflessioni si mescolano in presa diretta alle nostre. Per “salvare” l’Italia, Paul Ginsborg fa affidamento su alcuni elementi fragili ma costanti presenti nel nostro passato: l’esperienza dell’autogoverno urbano, l’europeismo, le aspirazioni egualitarie e l’ideale della mitezza. Fondamenti dotati della carica utopica necessaria per creare una patria diversa.
di Paul Ginsborg, ed. Einaudi 2010, € 10,00
vedi : L'Italia da salvare. Se nel paese vincono le virtù democratiche
Le considerazioni che seguono sono sotto il segno di un celebre motto di Friedrich Schiller: «La lingua poeta e pensa per te». Nella lingua del nostro tempo, si nota la presenza sovrabbondante di un lessico che non sarà certo quello di Schiller ma è forse piuttosto quello di Berlusconi, dei suoi e dei loro mezzi di comunicazione che si esprimono come lui. E noi abbiamo cominciato a parlare come loro.
Ciò può essere interpretato come un’intrusione nel nostro modo d’essere e di comunicare, oppure come un’emersione, che non crea nulla, ma solo dà voce. In questo secondo caso, la radice sarebbe più profonda, la malattia più pervasiva. In ogni caso, l’uniformità della lingua, l’assenza di parole nuove, l’ossessiva concentrazione su parole vecchie e la continua ripetizione, sintomi di decadenza senile, è tale certo da produrre noia, distacco, ironia e pena ma – molto più grave – è il segno di una malattia degenerativa della vita pubblica che si esprime, come sempre in questi casi, in un linguaggio kitsch, forse proprio per questo largamente diffuso e bene accolto. Leggi il resto di questo articolo »
Un ritratto dell’Italia contemporanea, un paese privo di principi, di valori condivisi che non siano il Dio Quattrino, inguaribilmente volgare, senza dignità e onore, spietato senza essere virile, femmineo ma non femminile, corrotto, intimamente mafioso, devastato nel suo straordinario paesaggio, naturale, urbano, artistico, che lo ingentiliva insieme alla sua gente. Una parodia di democrazia sequestrata dai partiti e dai suoi mediocri esponenti che la violentano, la abusano, la stuprano a comodo loro. “Senz’anima” fotografa uno spazio, mentale, antropologico, politico, quello dell’Italia degli ultimi trent’anni, seguendo l’avventura giornalistica di Massimo Fini, uomo senza appartenenze, dal mitico “Europeo” all’”Indipendente” fino al “Fatto Quotidiano”.
Della penna dissacrante di Fini non potevano mancare le “stroncature” e anche i ritratti (mai disgiunti, questi, da una dolente pietas) dei personaggi – da Craxi a Martelli, da Cossiga a Berlusconi, da Gardini a Scalfari, da Costanzo a Vespa – che hanno contribuito a conciare l’Italia così com’è. Un libro sulla scia di Annus Horribilis di Bocca…
di Massimo Fini, ed. Chiarelettere 2010, € 12,00
Il nuovo libro di Gomez, Lillo e Travaglio sugli scandali della scena politica italiana.
Così si sceglie la nuova classe politica italiana. Prima nelle residenze del Cavaliere, poi al Parlamento europeo o negli enti locali. Tra escort, ballerine, modelle e tanta musica. Dal vivo. Uno spettacolo come in tv, quella che piace al premier. Questo libro ricostruisce fatti privati che diventano pubblici ed espongono Papi-Silvio a ogni sorta di ricatto, trascinando l’Italia al punto più basso del suo discredito internazionale. Libro inquietante.
di Marco Travaglio, Peter Gomez, Lillo Marco, ed. Chiarelettere 2009, € 15,00
Da uno dei maggiori giornalisti d’inchiesta italiani e da un grande esperto di “cose siciliane”, un libro su Provenzano, la nuova mafia e i suoi rapporti con i partiti: dall’appoggio al PSI del 1987 alla stagione delle bombe di mafia del ’92-93, dall’arresto di Riina agli accordi stretti, secondo i magistrati di Palermo, con i vertici di Forza Italia e dell’UDC siciliana. Un resoconto esplosivo che ricostruisce i legami politici trasversali coltivati dal boss in quarantatré anni di latitanza: da quelli con mafiosi al PCI e funzionari dei DS, fino al cassiere del clan, pupillo di Mastella e amico di Cuffaro. Un libro coraggioso che fa nomi e cognomi di picciotti, boss e politici.
di Lirio Abbate, Peter Gomez, ed. Fazi, € 9,50
Quindici anni dopo il biennio magico di Mani Pulite, l’Italia delle mani sporche ha perfezionato i metodi per rendersi più invisibile e invulnerabile. Prima sotto accusa erano i politici e il mondo industriale. Ora le parti sembrano invertite: sotto accusa sono soprattutto i magistrati. Ecco che cosa è successo negli ultimi anni, dal 2001 al 2007. Una tale mole di dati da rendere questo libro una specie di “bibbia laica” per capire la nostra triste storia recente.
di Gianni Barbacetto, Peter Gomez, Marco Travaglio, ed. Chiarelettere 2007, € 19,60
La carta d’identità dei nostri “rappresentanti” e la storia di quello che hanno detto e hanno fatto. Per capire quello che potranno fare. Luogo e data di nascita, curriculum, segni particolari, fedina penale, assenze in parlamento e frasi celebri. Il momento peggiore della nostra vita repubblicana. Un libro che è utile avere come guida.
di Peter Gomez, Marco Travaglio, ed. Chiarelettere 2008, € 14,60
Ormai un classico questo libro è la vera storia di Mani Pulite, dal 1992 al 2002, nella dettagliatissima ricostruzione di tre agguerriti e coraggiosi “giornalisti d’assalto”. Cronache e racconti, dati e date, reati aboliti, giudici trasferiti, pm minacciati, cittadini indignati, carte segrete e retroscena inediti di 10 anni al limite dell’incredibile.
di Marco Travaglio, Peter Gomez, Barbacetto Gianni, ed. Editori Riuniti 2002, € 16,50
14 gennaio 2011 | ||
20:30 | a | 23:00 |
Incontri come un modo per riflettere e confrontarci
VENERDI 14 GENNAIO 2011 ore 20,30
Il “Risorgimento” fu in realtà una vera e propria rivoluzione politica, culturale e spirituale: la Rivoluzione Italiana. Come tale la vissero i protagonisti di allora. Ma forse fu una Rivoluzione mancata nonostante le grandi utopie, la generosità di molti, gli eroismi. Le radici del nostro declino come Paese, della diffusa pavida mediocrità, esempio di cinico realismo e sete di potere, non risiedono certo negli ultimi pur disastrosi trent’anni, ma in un’Italia che è nata, forse, morta. Proponiamo una lettura del Risorgimento non supinamente conforme ai riti celebrativi, per trarne elementi di maggiore comprensione della triste realtà italiana attuale.
20 settembre 1870: STORIA DI UNA BRECCIA
Speranze, delusioni e ambiguità di un evento che pose fine al potere temporale dei Papi e consegnò Roma al neonato stato italiano. Una ricorrenza che è bene ricordare per salvare lo stato laico.
presso: CENTRO HABITAT MEDITERRANEO LIPU, OSTIA LIDO
Parcheggio Porto Turistico di Roma – ingresso da via dell’Idroscalo
tel: 06 56188264; 06 5053403
15 marzo 2011 | ||
21:00 | a | 23:00 |
Incontri come un modo per riflettere e confrontarci
LEGGERE INSIEME UN LIBRO (6)
MARTEDI 15 MARZO ore 21,00
SALVIAMO L’ITALIA
di Paul Ginsborg ed. Einaudi 2010
presso: CENTRO SOCIOCULTURALE GARBATELLA
Via A. Caffaro 10 ROMA
Per informazioni: 06 9300526
vedi: Salviamo l'Italia