GLR-NOTIZIE-FLASH  75     15/8/2024

ANNO V DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE

Vedi “Notizie precedenti QUI

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Gli pseudo-vaccini che hanno imposto in maniera indegna non servivano a prevenire l’infezione del cosidetto covid.

I cosiddetti “No-vax“, insultati in tutti modi, lo sapevano già dal 2020.

Gli pseudo-vaccini, che governi inqualificabili hanno imposto con forza, servivano invece per qualche altra cosa ( leggi i tanti articoli QUI)…

I cosiddetti “No vax“, dileggiati da un mare di servi del sistema, lo sapevano già dal 2020.

La tragedia più grande è che l’80% degli italioti ha creduto alle colossali menzogne su questo pseudo-vaccino e sulla farsa COVID-19. Cosi come crede ancora a tutto quello che l’informazione asservita gli propina sulla salute, sul clima, sulle guerre, sulla crisi energetica e via così.

Rendendosi così gravemente complici del progetto criminale globale liberal-capitalista chiamato Grande Reset di cui la vaccinazione obbligatoria fu un elemento determinante affinchè iniziasse.

E mò, che gli diciamo ai morti e ai danneggiati fisicamente a causa di quell’intruglio (rileggi e rivedi e risenti QUI)? (GLR)

 

 

 

AIFA ALL’ASSOCIAZIONE ARBITRIUM: “NESSUN VACCINO COVID PREVIENE TRASMISSIONE INFEZIONE”

L’Associazione Arbitrium ha recentemente mandato ad Aifa una richiesta di accesso agli atti in merito alla documentazione sui vaccini anti covid.

Se alcune risposte sono perfettamente in linea con l’atteggiamento tenuto sin qui dall’Agenzia, che tende a dare maggiori responsabilità all’Ema, altre risposte suonano quasi come una “ammissione”.

Abbiamo ascoltato in merito l’avvocato Valeria Panetta.

“Tutti i decreti legge, dal 44 al 52, si basavano in sostanza su un falso scientifico: cioè che questo prodotto cosiddetto vaccino, potesse prevenire un’infezione. Come sappiamo già dalla direttiva comunitaria numero 83 questo tipo di prodotto non può prevenire un infezione un virus”.

“E lo ammettono in maniera candida, un po’ come se avessero confessato l’ovvio, come a dire “ma come, ancora non lo sapete?”. Beh, noi lo sappiamo bene.

Il problema è che dovrebbero spiegarlo a gran parte della magistratura, ad esempio, che adesso sì che potrebbe indagare in maniera più precisa e stringente sulle responsabilità di alcuni ministri, di alcuni parlamentari, di tanti direttori e presidenti di istituzioni sanitarie nazionali”.

 

Vedi e ascolta QUI

 

 

 

 

L’AIFA AMMETTE L’INEFFICACIA DEL COSIDDETTO VACCINO ANTI-COVID

Parere del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB) sull’ultima dichiarazione dell’agenzia del farmaco Italiana.

 

In questi giorni molti italiani hanno preso atto con stupore delle affermazioni con cui l’AIFA ha ammesso pubblicamente che “allo stato attuale, nessun vaccino COVID-19 approvato presenta l’indicazione “prevenzione della trasmissione dell’infezione dall’agente Sars cov-2”.

Tale stupore, in realtà, non appare giustificato, anzitutto perché già nell’ottobre 2022 i vertici della Pfizer avevano ammesso, di fronte al Parlamento europeo, di non aver mai testato la capacità del cosiddetto vaccino anti-Covid di arrestare la trasmissione del virus Sars-Cov-2; e in secondo luogo perché, fin dall’inizio di questa vicenda, e dunque prima delle pubbliche ammissioni della Pfizer, è universalmente noto che l’immissione in commercio del vaccino in questione è stata autorizzata in forza dell’art. 4 del regolamento della Commissione europea n. 507/2006, secondo cui un medicinale per uso umano può essere introdotto sul mercato “malgrado non sia stati forniti dati clinici completi in merito alla sicurezza e all’efficacia del medicinale” medesimo e dunque in condizioni di assoluta incertezza scientifica in merito alle proprietà del medicinale per il quale l’autorizzazione è concessa (1) .

Le affermazioni dell’AIFA appaiono, quindi, più che stupefacenti, scontate e tardive.


Realmente stupefacente sarebbe semmai ricordare chi o cosa ha convinto a suo tempo milioni di italiani a credere nelle proprietà salvifiche di un medicinale i cui effetti erano, in realtà, sconosciuti ab origine: che siano state, forse, le dichiarazioni del Presidente del Consiglio che ha introdotto l’obbligo vaccinale (“non ti vaccini, ti ammali, muori, oppure fai morire”) o le dichiarazioni del Presidente della Repubblica che ha sanzionato quell’obbligo (“invocare la libertà di non vaccinarsi è in realtà una richiesta di licenza di mettere in pericolo la salute e la vita altrui”)?


In ogni caso, le ammissioni dell’AIFA hanno almeno il merito di chiarire una volta per tutte, e definitivamente, che la campagna pseudo-vaccinale altro non è stata che una gigantesca sperimentazione di massa di un farmaco dagli effetti sconosciuti, sperimentazione alla quale i cittadini sono stati in parte spinti gentilmente e in parte obbligati a partecipare e ai quali è stato estorto un “consenso” che, per definizione, non poteva essere “informato”, attesa l’impossibilità, da parte di chiunque e in particolare da parte dei medici-vaccinatori, di conoscere previamente i rischi e i benefici del farmaco in questione e, quindi, di comunicarli in anticipo ai partecipanti alla sperimentazione medesima.


È tuttavia evidente che le responsabilità dei mandanti e degli esecutori materiali di questa sperimentazione di massa non si fermano alla violazione del principio di consenso informato – come codificato dal Codice di Norimberga del 1947, dall’art. 7 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 e dall’art. 5 della Convenzione di Oviedo del 1997 – avendo gli uni e gli altri calpestato scientemente, sistematicamente e, finora, impunemente anche gli altri principi generali di bioetica e di biodiritto: dal principio di precauzione al principio di beneficenza al principio di non maleficenza, solo per ricordarne alcuni.


Ma tutto ciò ancora non basta, perché la gestione del Covid ha permesso di pianificare, per la prima volta su scala planetaria, strategie biopolitiche fondate sull’imposizione di strumenti di controllo sociale, quali il Green Pass, che di fatto hanno trasformato i diritti fondamentali dei cittadini in mere concessioni governative.

La portata di questo attentato alle fondamenta stesse dello Stato di diritto va ben oltre l’imposizione dell’obbligo vaccinale, essendo ormai evidente che il concetto di premialità sotteso al Green Pass resterà ancorato alle decisioni politiche e alle scelte normative che saranno imposte anche in altri contesti (sostenibilità ecologica, energetica, alimentare, ecc.) da classi dirigenti ormai organiche, e non più solo funzionali, alle élites finanziarie transnazionali e ai diktat da esse elaborati a livello globale.

 

A questo punto resta da chiedersi perché l’AIFA ammetta oggi, con tanto candore, ciò che il CIEB, unitamente a una piccola parte della comunità scientifica, sostiene con i suoi Pareri fin dal 2021.

 

Delle due l’una: o ciò è stato fatto per saggiare il grado di arrendevole autocommiserazione degli italiani e la possibilità di continuare indisturbati l’opera di demolizione dello Stato di diritto; o è stato fatto per provocare una reazione che dovrebbe spingersi, coerentemente, fino a chiedere a tutti i promotori della campagna vaccinale, e in particolare alle più alte cariche dello Stato, di assumersi le responsabilità del proprio operato.


Chissà se la seconda, ipotetica reazione sarebbe tollerata dai poteri che si celano dietro il velo della sovranità statale e che hanno tutto l’interesse a creare le condizioni in grado di giustificare l’introduzione di misure restrittive delle libertà personali ancora più stringenti di quelle ricordate finora, esattamente come sta accadendo in Inghilterra in questi giorni: e cioè, in altre parole, a creare un nuovo ordine attraverso il caos.

CIEB, 14 agosto 2024

Il testo originale del Parere ( insieme agli altri) è pubblicato sul sito: www.ecsel.org/cieb

Note:

1 Cfr. l’art. 4 del regolamento della Commissione europea n. 507/2004, in GUCE n. L92 del 20 marzo 2006, pag. 6. Al riguardo, si veda anche il Parere n. 1 del CIEB del 20 dicembre 2021.


 

 

 

 

 

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