Invito di MAURA GRANELLI (Nonna Maura), leader del “Popolo delle Mamme”.

Vedi e ascolta: https://www.facebook.com/100047972101920/posts/175133254095744/?sfnsn=scwspwa&extid=eabNJq9kHlb9R4GS&d=w&vh=i

 

 

A Crema è bastato che un bimbo avesse qualche linea di febbre comunicata dai genitori che una classe intera è rimasta a casa. Ancora un’altra dimostrazione di come la scuola sia il mezzo, l’unico, per attuare il prossimo lockdown e costringerci a vaccinarci. Vaccino la cui sperimentazione di Astra Zeneca è stata fermata (che virtuosi!) per una grave reazione (mielite trasversa), ma la produzione prosegue con la sperimentazione in corso. Boicottare la scuola è l’unica salvezza. Chi non lo fa è complice.

 

LA SCUOLA DEL TERRORE | UNA SPINA NEL FIANCO

Luca Spina

Vedi e ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=TRQJp_nCGM0

10/9/2020


 

Patto di corresponsabilità, avvocato Polacco ai genitori: «Non firmatelo»

Non tutti sanno che il patto di corresponsabilità non è una legge e nemmeno una norma, non è previsto in nessuna circolare ministeriale o Dpcm. Questo modulo nasce da un patto sindacale tra i presidi. Tutte le scuole stanno inviando alle famiglie questo documento invitandole a firmare un accordo che attesta che tutta la responsabilità ricada sulle spalle dei genitori.

«Secondo voi un modulo del genere è civile, legale e legittimo o è una truffa?», ha domandato Edoardo Polacco.

Cos’è il patto di corresponsabilità

L’avvocato ha spiegato che in un patto del genere entrambe le parti dovrebbero impegnarsi mentre in questo modulo sono solo i genitori che si caricano la responsabilità. «Creeremo dei documenti per contestare i presidi, che devono garantire: la sanificazione, la scuola in perfetto stato, il distanziamento, gli insegnanti di sostegno, le mense, la carta igienica, la pulizia ogni giorno. Lo devono garantire per iscritto altrimenti parte la denuncia».

Ha poi mostrato le innumerevoli pagine del patto: «Non ci può essere un patto di corresponsabilità se io firmo che sono responsabile e tu non firmi nulla».

Polacco ha anche evocato scenari in cui le scuole potrebbero essere chiuse a causa di uno dei tanti cavilli che possiamo leggere nelle linee guida. Ma ha anche aggiunto che, se succedesse, sarà richiesto l’intervento della magistratura e sarà fatta una denuncia per interruzione di pubblico servizio. L’avvocato ha comunicato che presto, sul suo sito, saranno disponibili dei documenti per i genitori e i figli, a tutela dei loro diritti.

Le mascherine sui bimbi a scuola

Oltre al patto di corresponsabilità, altro argomento discusso sul rientro a scuola è quello delle mascherine. Per parlare di questo tema ha preso in esame alcuni documenti.

Per primo il verbale 104 della riunione del 31 agosto del Comitato tecnico scientifico in cui hanno stabilito che gli alunni dovranno mantenere il distanziamento fisico di 1 metro e usare la mascherina: «L’utilizzo della mascherina è particolarmente importante in situazioni di movimento». Quindi, secondo l’avvocato, quando i bambini sono seduti non la potranno imporre.

Il Cts precisa che: «L’uso è condizionato alla situazione epidemiologica locale, prestando comunque attenzione al contesto socio-culturale e a fattori come la compliance del bambino nell’utilizzo della mascherina e il suo impatto sulle capacità di apprendimento».

Quindi l’avvocato ha evidenziato che per lo stesso Cts non si può usare la mascherina ovunque e incondizionatamente nelle scuole. È necessario considerare caso per caso, gli effetti sul bambino e la situazione dell’emergenza nella regione o nella provincia.

Ha poi citato un altro documento della Task Force Emergenza Coronavirus dell’Unione Industriale Torino dal titolo “Covid19: mascherine per le vie respiratorie. Stintesi delle indicazioni e delle norme applicabili“.

«È opportuno chiarire in via preliminare, ai fini della prevenzione del contagio da Coronavirus, che le mascherine sono destinate a trattenere le goccioline di saliva (droplets in inglese) nelle quali può essere presente il virus. Nessun materiale che consente la respirazione potrebbe al tempo stesso trattenere il virus a causa delle sue dimensioni troppo piccole (nanometriche)».

L’avvocato ha tranquillizzato le famiglie che in questo momento hanno molte paure e dubbi: «Noi difenderemo tutti i genitori di Italia, gratis, sappiatelo».

Denise Baldi Oltre.Tv  10/9/2020

 

Si torna a scuola?

Edoardo Polacco, avvocato

Vedi e ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=U3DwkVTVdKQ

7/9/2020

 

 

Asilo, bimba starnutisce: tampone e 14 giorni a casa, intervistata la madre

Dopo mesi in cui l’incertezza ha regnato sovrana, è arrivata la notizia della riapertura delle scuole anche resta in dubbio la data del 14 settembre per la scuola primaria e secondaria. Per quanto riguarda asilo nido e scuola dell’infanzia molti hanno già iniziato l’anno ma a pochissimi giorni dall’apertura cominciano i primi problemi.

Una testimonianza è stata portata da una mamma a Ogni mattina, trasmissione condotta da Adriana Volpe e Alessio Viola, in onda su TV8. Tra le nuove disposizioni è indicato che, con febbre uguale o superiore a 37,5 °C o altra sintomatologia riconducibile alla Covid, il bambino deve tornare a casa.

I sintomi  sono riportati sul sito del Ministero della Salute: brividi, tosse di recente comparsa, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa o diminuzione dell’olfatto, perdita del gusto o alterazione del gusto, raffreddore o naso che cola, mal di gola e diarrea.

Leggendo questa lista ogni genitore può facilmente capire che l’anno sarà molto impegnativo. Chi ha un bambino che frequenta l’asilo sa benissimo che nasini che colano, febbre e mal di gola sono una costante tra i bambini.

Infatti la prova arriva a pochi giorni dall’inizio di asili e scuole dell’infanzia. La dottoressa Simona Cantaluppi, ginecologa all’ospedale Valduce a Como, ha già provato sulla sua pelle e su quella della figlia un assaggio di ciò che potrebbe succedere durante tutto l’anno.

Asilo chiama la mamma perché la figlia ha starnutito

La dottoressa Cantaluppi, ospite a Ogni mattina, ha raccontato della chiamata dell’asilo nido per uno starnuto della figlia. «Mi è stato detto che una volta hanno dovuto anche soffiare il naso a mia figlia quella mattina. Io ero tranquilla ma un altro genitore avrebbe potuto allarmarsi».

Il vero problema, oltre al panico che si è scatenato per uno starnuto che fino a qualche mese fa non avrebbe destato nessun problema, è l’iter che ne segue. «Mia figlia deve stare a casa tre giorni e può rientrare solo con un certificato di “non infezione da Covid in corso”, non di buona salute. Quindi dovrà fare per forza un tampone».

Sottoporre una bambina che frequenta l’asilo nido, quindi in fascia di età 0-3, a una pratica invasiva come quella del tampone solo per uno starnuto è disarmante, anche perché a breve tutti gli ospedali saranno colmi di bambini che starnutiscono o fanno un colpo di tosse.

«I tempi sono di una settimana di attesa per l’appuntamento e una settimana di attesa per l’esito. Quindi mia figlia deve stare a casa due settimane per nulla. Mia figlia non ha sintomi».

Adriana Volpe centra il problema: «E allora giù tamponi a raffica, ma dai». Anche la giornalista Sebastiani, presente in studio, ha commentato: «Per uno starnuto? Siamo nell’ambito della follia».

I problemi emersi a pochissimi giorni dalla riapertura dell’asilo rappresentano le preoccupazioni della maggior parte dei genitori. Se questo è l’iter, quanti tamponi dovrà subire in un anno un povero bambino?

Le previsioni dell’avvocato Tripoli e altre considerazioni

Qualche settimana fa l’avvocatoTripoli aveva esposto gli scenari che si sarebbero prospettati definendo tutto quello che ruotava intorno al rientro subdolo e implicito. «La verità è che non c’è nessuna volontà di aprire le scuole. C’è una volontà subdola e implicita di rimettere l’intero paese in lockdown».

È impensabile che ogni bambino, a seguito di un banale starnuto o colpo di tosse, debba rinunciare a 14 giorni di asilo e fare il tampone, operazione non priva di rischi per un adulto figuriamoci per i bimbi.

Aveva anche esposto i disagi delle famiglie perché uno dei genitori dovrà rimanere a casa e seguire la frequentazione a singhiozzo del figlio. Nessuno ha pensato che le assenze potrebbero causare la perdita del lavoro di un genitore? Non sempre purtroppo è possibile fare smart working.

L’augurio per i più piccoli che hanno già iniziato e per i più grandi che cominceranno a breve è che possano vivere quest’anno scolastico nel modo più sereno possibile, anche se i presupposti non sono affatto dei migliori.

Denise Baldi   Oltre.Tv 10/9/2020

 

 

ANNO I DEL REGIME SANITARIO

 

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La vita non è il bene più prezioso


 


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