Il 30 aprile 1886 muore a Roma dopo una breve malattia AGOSTINO BERTANI (74 anni) medico, politico, scrittore, Patriota Risorgimentale e Difensore della Repubblica Romana del 1849

Bertani nacque a Milano in una famiglia di idee liberali e antiaustriache e s’iscrisse alla facoltà di medicina di Pavia dove si laureò nel 1835. L’incontro con ottimi specialisti e l’attenta lettura dei migliori testi stranieri nel campo della chirurgia furono la base per la sua preparazione medica e fin dal 1839 mostrò una spiccata attenzione per gli aspetti sociali connessi con il progresso della medicina.

Dopo alcuni viaggi in Europa tornò a Milano dove iniziò la sua profonda amicizia con CARLO CATTANEO (1801- 1869) e dove fondò la Gazzetta medica di Milano, periodico in cui approfondì il progresso scientifico medico ma legato a quello civile.

Durante l’insurrezione milanese del 18-22 marzo 1848 Bertani diresse l’ospedale militare di S. Ambrogio e collaborò con Cattaneo, capo del consiglio di guerra, ma si avvicinò a MAZZINI e alla sua idea di collaborazione di tutte le forze italiane contro l’Austria. Quando gli austriaci, nell’agosto del 1848, tornarono a Milano iniziò una peregrinazione in vari stati italiani e nel 1849 raggiunse Roma che inaugurava la sua REPUBBLICA.

Bertani divenne uno dei responsabili maggiori dell’attività sanitaria e, durante la difesa della Repubblica Romana, operò come medico chirurgo presso la chiesa della Trinità dei Pellegrini dove cercò di salvare centinaia di feriti e tra questi GOFFREDO MAMELI. Dopo la caduta della Repubblica ad opera dell’esercito francese, Bertani rimase comunque a Roma fino a tutto l’agosto del 1849 per completare la sua attività medica.

Successivamente Bertani abitò a Genova dove si prodigò durante l’epidemia di colera del 1854 stringendo, contemporaneamente, legami sempre pù stretti con gli emigrati democratici provenienti dagli altri Stati Italiani. Andò spesso a Locarno, per visitare Cattaneo, e nel settembre 1854 si recò a Londra, dove incontrò nuovamente Mazzini, insieme con altri esuli della democrazia europea, con i quali rimase in costante contatto epistolare. Nel 1855 tentò con altri compagni di far evadere LUIGI SETTEMBRINI (1813- 1876) dal penitenziario di Santo Stefano (Isole Ponziane) senza riuscirci.

Nel 1856, pur essendo fraterno amico di CARLO PISACANE, rifiutò di partecipare alla spedizione che stava preparando e cercò di convincere l’amico a non farla. Intanto mostrò di non essere d’accordo con i moti mazziniani di quegli anni perché pensava fosse utile collegare le iniziative democratiche agli sviluppi militari e politici piemontesi seppure con grande autonomia.

Per questo si avvicinò sempre più a GARIBALDI e dal 1859, insieme con Giacomo Medici (1817- 1882) e Nino Bixio (1821- 1873), organizzò a Genova un gruppo di giovani per curarne la preparazione anche alle armi. Partecipò alla fondazione del giornale La Nazione e accettò l’incarico, che gli offrì Garibaldi, di dirigere i servizi sanitari dei Cacciatori delle Alpi durante la Seconda guerra d’indipendenza ( aprile 1859).

A guerra conclusa Bertani venne eletto deputato a Milano ( liberata dagli austriaci) e fu tra i primi repubblicani ad entrare nel parlamento di Torino. Nell’aprile del 1860, dopo l’insurrezione di Palermo, propose alla Camera l’intervento in Sicilia di una spedizione comandata da Garibaldi: intense furono le sue trattative per cercare di mediare il progetto garibaldino con uno simile proposto da Cavour e il 20 aprile del 1860 si arrivò alla fusione dei due programmi e alla decisione di procedere con la Spedizione (I MILLE) comandata da Garibaldi.

In quei giorni la casa genovese di Bertani fu il luogo di riunioni dello stato maggiore della Spedizione e il luogo di raccolta dei Volontari provenienti da tutta l’Italia. Inoltre Garibaldi affidò a Bertani il compito di raccogliere e organizzare uomini e mezzi di soccorso e gli affidò la Cassa di Soccorso: scopo della Cassa era di raccogliere denaro e organizzare reparti per le successive spedizioni senza dipendere dal governo di Torino.

Ma i dissidi con Cavour sulle finalità della Spedizione non erano terminati: Garibaldi aveva previsto che durante la spedizione siciliana ci fossero sbarchi e interventi armati nel Regno di Napoli e nello Stato della Chiesa ma Cavour si opponeva per ragioni diplomatiche internazionali e per non dare troppa iniziativa ai democratici di cui Cavour non era certo un estimatore.

Garibaldi, impegnato nelle operazioni e sconsigliato dagli inviati di Torino, decise di accantonare il programma originario ma Bertani cercò ancora, con tutto il suo impegno, di riaffermarlo nonostante che altri stretti collaboratori di Garibaldi, come Giacomo Medici e Enrico Cosenz (1820- 1898), accettassero la visione cavouriana. Bertani insistette e trovò appoggio in molti patrioti dell’Italia centrale ma non riuscì nel suo intento e la mediazione fallì.

Bertani si collocava politicamente e idealmente tra Garibaldi e Mazzini e non tra Garibaldi e Cavour e quest’ultimo non ne aveva certo stima tanto che lo definì: “Un rosso… un mazziniano… un pericoloso suscitatore di torbidi…“, e chiese a Garibaldi di sostituirlo come rappresentate della Spedizione a Torino.

Bertani divenne il punto di convergenza degli oppositori a Cavour e rimase  il direttore delle forze e dei mezzi in sostegno alla Spedizione dei Mille. Perduta ogni speranza di agire nell’Italia centrale sbarcò a Tropea (Vibo Valentia) alla fine di agosto con due brigate che si aggregarono al resto dei Mille per continuare la campagna militare verso nord.

In tutto Bertani raccoglierà cinque spedizioni di aiuto, ottenne svariati aiuti economici e rivestì la qualifica di segretario generale che controfirmava i decreti di Garibaldi dopo la sua autonomina a dittatore delle terre tolte ai Borboni. Questo fatto continuò a suscitare l’ira di Cavour verso di lui che sapeva essere contrario all’annessione diretta del Meridione al regno di Sardegna ma suscitò anche la gelosia di vari generali garibaldini. Intanto la stampa filo cavouriana mostrava Bertani come l’avversario da combattere ( soprattutto per il suo legame con Mazzini): si scatenò contro di lui un’ondata di diffamazioni per la sua amministrazione della Cassa di soccorso e per il suo periodo di governo di Napoli con Garibaldi, con il quale, comunque, ci furono alcuni screzi per le posizioni vicine a Mazzini di Bertani. Nonostante tutto si adoperò ancora perché una qualche conciliazione si potesse raggiungere tra Garibaldi e Cavour.

Bertani intanto si dedicava anche allo studio di problemi economici e giuridici sulle orme di Cattaneo, ancora valido modello per lui sia in campo scientifico sia per la funzione di oppositore democratico.

Bertani nel 1861 fu eletto al Parlamento nella Sinistra Storica dove visse forti polemiche contro i vari governi della Destra Storica dopo Cavour e nel 1862 si oppose alla spedizione sfortunata di Garibaldi verso Roma ma sarà accanto a lui nella Terza guerra d’indipendenza del 1866 come responsabile del servizio medico e nel 1867 parteciperà alla battaglia di Mentana.

Dopo la presa di Roma nel 1870 divenne sempre più il riferimento in Parlamento della Sinistra extraparlamentare, repubblicana e mazziniana, impegnandosi fortemente per cercare un punto d’incontro tra la visione repubblicana e una monarchia che si evolvesse in senso democratico.

Dopo l’avvento, nel 1876, dei  governi della Sinistra Storica di Agostino Depretis (1813- 1887) Bertani condusse una dura battaglia morale e politica contro di loro denunciando soprattutto la triste pratica del trasformismo politico che sarà una piaga endemica in Italia fino ad oggi.

Per questo nel maggio del 1877 costituì il partito dell’Estrema Sinistra Storica ( già in fieri dalla sconfitta di Mentana del 1867 e dallo scioglimento del Partito d’Azione mazziniano, sempre nel 1867, in cui Bertani aveva continuamente operato).

L’Estrema Sinistra Storica affondava le sue radici ideali nel pensiero più laico e repubblicano del Risorgimento, in Mazzini e Garibaldi e con riferimenti al pensiero e all’azione di Cattaneo e Pisacane. A questo gruppo politico aderiranno repubblicani e socialisti e il partito durerà fino al 1904 quando confluirà nel Partito Radicale Italiano fondato nello stesso anno.

Monumento a Bertani inaugurato nel 1888. Milano, piazza Fratelli Bandiera.

Nella sua attività parlamentare Bertani promosse molte inchieste sulle condizioni dei lavoratori sostenendo anche l’abolizione dell’ odiata tassa sul macinato. Inoltre si adoperò per il suffragio universale mentre continuo fu il suo interesse per l’istruzione pubblica e le condizioni igieniche del popolo.  D’altra parte la sua professione medica, che mai smise di esercitare, lo portava ad avere una sensibilità particolare per i problemi sociali sanitari: nel 1885 presento un codice di pubblica igiene, primo in assoluto nel suo genere in Italia. A tutto questo Bertani unì un’attenzione profonda alle condizioni dei carcerati, in quegli anni particolarmente critiche.

Negli anni ’70 l’unico governo che ricevette l’appoggio di Bertani e della Sinistra Estrema fu quello di BENEDETTO CAIROLI (1825- 1889), suo fraterno amico,  nel 1878. Dal 1866 Bertani divenne Massone e partecipò al Comitato d’onore nel 1885 per il monumento a Roma dedicato a GIORDANO BRUNO.

Mentre continuava con passione il suo impegno parlamentare Bertani non abbandonò la sua attività di scrittore di opuscoli politici, professionali e tecnici e partecipò anche alla fondazione del giornale La Riforma. Nell’attività di ricercatore medico si occupò molto di sifilide e della condizione femminile.

Bertani visse negli ultimi anni a Roma dove morì il 30 aprile del 1886 nella sua casa di via Quattro Fontane 11. I suoi resti riposano nel Cimitero Monumentale di Milano.

 

Su una parete della casa di Bertani a Roma dove morì è apposta una lapide che recita:

AGOSTINO BERTANI
IGIENISTA LEGISLATORE PATRIOTA
MORÌ IN QUESTA CASA
IL XXX APRILE MDCCCLXXXVI
ANNIVERSARIO D’UN GIORNO GLORIOSO
NELL’ANNO MDCCCXLIX
PER LA DIFESA DI ROMA
ALLA QUALE EGLI PARTECIPÒ
CON CARITÀ E VALORE
__________

S P Q R
MDCCCLXXXVIII


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