Il 28 marzo del 1945 muore fucilata a Riva del Po (Parma) dopo essere stata ferocemente torturata dai tedeschi INES BEDESCHI (34 anni, nome di battaglia Bruna) casalinga e Partigiana.
Ines, nata a Conselice in provincia di Ravenna, divenne partigiana fin dall’8 settembre 1943 quando decise di aderire alle file della Resistenza emiliana. Nell’aprile del 1944 quando a Bologna si costituì il Comando unificato militare Emilia Romagna (CUMER) Bedeschi con il nome di Bruna ne divenne una delle più valorose staffette.
Imponendosi per intelligenza e audacia Bedeschi portò a termine sin quasi alla Liberazione numerosi e delicati incarichi di fiducia. Venne catturata da soldati tedeschi durante una missione e dopo feroci torture, per ottenere da lei delle delazioni, venne fucilata e il suo corpo venne gettato nel Po presso Colorno (Parma) e mai più ritrovato.
Insieme con lei vennero fucilati GAVINO CHERCHI (34 anni), insegnante e partigiano sardo, e ALCESTE BENOLDI (36 anni), militare e partigiano: anche i loro corpi vennero gettati nel Po e mai più ritrovati.
Nel settembre del 1968, alla memoria di Ines Bedeschi è stata concessa la medaglia d’oro al valor militare. A Conselice fu posta una lapide a lei dedicata il cui testo è stato redatto da Renata Viganò (1900- 1976 scrittrice e partigiana):
INES BEDESCHI ERA NEL FIORE DELLA VITA
E TUTTA INTERA VOLEVA VIVERLA
INVECE LA DETTE DA PARTIGIANA
AD OGNI COSA PIÙ CARA RINUNCIÒ CHE NON FOSSE LA LOTTA
DALLE SUE VALLI E MONTI DI ROMAGNA
ANDÒ DOVE ERA MAGGIORE IL BISOGNO
LA PRESERO I NAZISTI FEROCI E SPAVENTATI
LA TORTURA NON STRAPPÒ DALLA SUA BOCCA ROTTA
NEPPURE UN NOME DI COMPAGNO
INFURIATI I TEDESCHI LA PORTARONO SULLA RIVA DEL PO
MA ANCHE IN UN GIORNO DI PRIMAVERA CHE ERA FATICA MORIRE
INES BEDESCHI NON SENTÌ LA VOGLIA
DI SALVARSI COL TRADIMENTO.