Ancora buon compleanno, caro Pasolini. Oggi compi 91 anni ( sei nato il 5 marzo del 1922) e, come dicemmo lo scorso anno, la tua poesia, la tua lucida analisi del nostro tempo, la tua denuncia della mutazione antropologica e del genocidio delle coscienze, sono più che mai vive come viva è la tua presenza per molti che ricevono aiuto dal tuo insegnamento per non contribuire alla marcescenza morale, politica, umana, sociale in corso. Contributo a tutto questo orrore che era ed è ora il fascismo, il nuovo fascismo come ci dicesti. La tua presenza viva ci aiuta a rifiutarci di prestare noi stessi ad una realtà che ciecamente e stupidamente corre verso l’abisso. ” Siamo tutti in pericolo…” dicesti nell’ultima intervista rilasciata poche ore prima di essere ucciso. Dal 1975 questo avvertimento è nel cuore di tutti coloro (pochi) che non sono sprofondati ancora nella palude della mediocrità. Siamo tutti in pericolo…
Buon compleanno anche a te, caro Ennio Flaiano, nato per opera di un dio della storia il 5 marzo, come Pasolini, ma nel 1910. Sei stato giornalista, sceneggiatore, scrittore, critico cinematografico, umorista sottile, lucidissimo e amaro. Hai colto un po’ prima di Pasolini ( per ragioni anagrafiche) l’assurdità dell’epoca contemporanea, di un’Italia destinata a diventare sempre più un Paese di cortigiani piegati davanti al televisore. Ed hai inchiodato il crescere della mediocrità nel mondo culturale, nella vita quotidiana della gente e nei comportamenti usuali, attraverso i tuoi intelligentissimi aforismi e il tuo sarcasmo feroce e sacrosanto. Anche tu sei vivo, in questa realtà presente di morti che camminano, perchè come Pasolini, ci hai aiutato a capire, con modalità diverse, dove saremmo andati a finire nel trionfo del consumismo. Tu e Pasolini, negli anni dell’ottimismo a tutti costi ( un po’ come oggi), del boom economico e del post-boom, del trionfo inveterato della televisione e di Carosello, delle opposizioni che già tali non erano, siete state le uniche due voci critiche che si levavano ad avvertire del degrado generale. Non è servito a molto per colpa di ciò che siamo, ma grazie, assolutamente!
Buon compleanno, caro Giuseppe Mazzini. No, tu non sei nato il 5 marz0, lo sappiamo. Ma il dio della storia in questo giorno, nel 1849, ti fece arrivare a Roma per la prima volta. Ed era una Roma non più papalina, clericale, cortigiana. Era una repubblica dal 9 febbraio dello stesso anno. Era la Repubblica Romana, l’evento più alto di un Risorgimento italiano che sfiorirà ben presto nella piemontesizzazione della Penisola. Quella Repubblica giovane ed entusiasta ti attendeva perchè quasi tutti coloro che ne erano stati i promotori e i realizzatori si rifacevano al tuo altissimo insegnamento democratico e morale. Quel 5 marzo entrasti a Roma ” con trepidazione”, come scrivesti anni dopo, realizzando un sogno di tutta la tua vita ( avevi 44 anni). E la Repubblica completava la sua nascita con la tua presenza, con il tuo carisma, con la tua guida e si affidò a te per il poco tempo che ebbe in sorte, prima che gli eserciti dell’Oscurantismo, chiamati da Pio IX, la soffocassero. E’ un compleanno anche per te, caro Mazzini, perche quel 5 marzo rinascesti e divenisti definitivamente ciò che sei ancora: il Padre di tutti coloro che aspiravano (e aspirano) all’Italia, un’altra Italia, che i veri uomini del Risorgimento sognavano e che sognarono anche molti protagonisti della Resistenza. E che sognamo ancora…
Grazie a tutti voi, uomini del 5 marzo: pensarvi oggi e sentirvi vivi tra noi ci fa sopportare un po’ di più il grigiore da cui siamo circondati e c’invita a trovare le residue forze per resistere. Grazie!