“Io non sono convinto che in questi mesi gli italiani abbiano dimostrato “responsabilità”, “disciplina”, “senso civico”. I nostri concittadini si sono fatti prendere dal panico, si sono lasciati convincere da un’informazione (soprattutto televisiva) sensazionalista, parziale, ispirata al ‘pensiero unico” del male assoluto.”

(da:  Terrore sanitario e la gente comune. )

 

 

Vedi e ascolta: DIEGO FUSARO: Gravissimo! Dopo Zaia, anche il ministro Speranza propone TSO per positivi al Covid-19

https://www.youtube.com/watch?v=tWrwLr51ZLM

5/7/2020

 

Lo stato terapeutico

Dal romanzo del Premio Nobel per la Letteratura José Saramago, “Cecità”, io e Paolo Becchi abbiamo preso spunto per scrivere il nostro ultimo libro “DEMOCRAZIA IN QUARANTENA. Come un virus ha travolto il Paese”, un saggio politico, filosofico e giuridico edito da Historica.

Quello che è accaduto negli ultimi tre mesi lascia presagire un tetro passaggio dallo “STATO DI DIRITTO” allo “STATO TERAPEUTICO”, con la tecnoscienza al posto della politica.

La Libertà, che è frutto del diritto naturale, è oggi purtroppo a disposizione di un gruppo di tecnocrati in cerca di visibilità e potere.

In questi tre mesi è stata scoperta una efficace cura del plasma (che non costa quasi nulla), sono triplicati i posti letto in terapia intensiva e i ventilatori polmonari. Per quale motivo il governo e le 15 task-force di non eletti continuano a regolamentare ogni singolo aspetto della vita umana, entrando finanche nelle libertà personalissime degli individui?

Perchè il governo non ripristina la legislazione pre-virus? A chi conviene adesso il virus e questo perenne stato di emergenza? Ne parlo in questo video su Byoblu24.

Giuseppe Palma   in https://scenarieconomici.it/ 23/5/2020

 

 

Vedi e ascolta: LA TECNOSCIENZA AL POTERE: È L’ERA DELLO STATO TERAPEUTICO – Giuseppe Palma #Byoblu24

https://www.youtube.com/watch?v=TzFBXBNQo2M&feature=youtu.be

23/5/2020


 

Il partito del terrore fa più danni del virus

In un dibattito televisivo, svoltosi sulla Rai da Lucia Annunziata, insieme al virologo Andrea Crisanti, il professor Alberto Zangrillo si è dimostrato ancora una volta un fiero paladino del buon senso e della ragionevolezza, ovviamente fondati su una montagna di evidenze empiriche e scientifiche che i catastrofisti fanno sempre più fatica ad oscurare.

In particolare, in merito all’ultimo rifugio del terrore di massa a cui si appiglia il partito unico del virus, il prorettore del San Raffaele ha pronunciato parole inequivocabili: “Io ho una visione clinica diretta, un po’ di disorientamento si crea quando si parla di ‘228 casi oggi in Italia’. Non sono malati, non dobbiamo confondere e allarmare a caso.

Il fatto che l’Italia sia ripartita per un terzo equivale per me ad una gravissima malattia in corso. In questo momento il Paese è malato di inedia e disperazione: i malati muoiono di cancro, di infarto, hanno paura di venire in ospedale. Non confondiamo il contagiato con il malato.

Ci sono 3 scenari: può non succedere nulla, può esserci la Spagnola, può esserci qualche focolaio da controllare. Metterei una fiche su quest’ultima ipotesi e noi siamo pronti, quindi dobbiamo tornare a vivere”.

A tutto questo Crisanti, illustre esponente della linea delle precauzioni a oltranza, non ha avuto molto da contrapporre, dal momento che i numeri e i riscontri ospedalieri, che raccontano della pressoché totale assenza di nuovi ricoveri, da oltre due mesi sembrano andare tutti nella direzione indicata da Zangrillo, il quale ha parlato di omoplasia in merito al Covid-19. Ossia della capacità, teorizzata all’inizio di questa emergenza anche da tanti attuali improvvisati Savonarola della medicina, di adattarsi all’ospite umano in una forma per noi assolutamente benigna, così come accaduto ai 4 coronavirus che già da tempo sono in circolazione nelle nostre società.

D’altro canto, se il Paese nel suo complesso non inizia a scrollarsi rapidamente di dosso la zavorra terrorizzante, la quale ha prodotto una inverosimile quantità di lacci e lacciuoli sotto forma di assurdi protocolli, che rallenta non poco la ripresa delle nostre normali attività in tutti i campi, in primis quello economico, vi saranno gravissime ripercussioni. In questo senso Zangrillo fa benissimo a sottolineare i rischi di una fase prolungata in cui il motore dell’Italia va avanti a mezzo servizio, per così dire.

Da questo punto di vista le responsabilità del Governo sono enormi, e si ingigantiscono man mano che restiamo ancorati ad una fase emergenziale che non avrebbe più alcuna ragione di esistere.

La qual cosa continua a produrre danni incalcolabili, diffondendo a livello popolare – in particolare presso la gran massa di entusiasti che hanno fatto della lotta al coronavirus una sorta di religione salvifica la pericolosa illusione secondo cui la “nuova normalità” prospettata dai geni del comitato di salute pubblica non modificherà di una virgola il loro tenore di vita.

Tuttavia, a meno di non ricevere un colossale e duraturo trasferimento di risorse a fondo perduto da parte dell’Europa, il combinato disposto di un forte aumento dell’indebitamento pubblico, compreso quello del settore privato, e del crollo verticale del Pil, il quale con questi chiari di luna si prospetta ampiamente a due cifre, ci farà sprofondare in una condizione drammatica.

E se per adesso è solo grazie alla Bce che restiamo finanziariamente a galla, grazie ad un massiccio acquisto di titoli del Tesoro, non possiamo contarci in eterno. Come diceva la compianta Lady di Ferro, prima o poi i soldi degli altri finiscono, compresi quelli che si stampano a Francoforte, ed allora si che saranno guai; ma guai veramente seri.

Claudio Romiti      L’Opinione  30/6/2020

 

 

“Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici.”

Aldous Huxley (1894- 1963) scrittore britannico


 


 

 

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Pensiero urgente n.286) Disubbidienza civile.

 

 


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