Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Prof. Giuseppe Conte
Palazzo Chigi
Piazza Colonna 370
00187 Roma

presidente@pec.governo.it

 

Roma, 8 aprile 2020.

Signor Presidente del Consiglio,

Le scriviamo in qualità di rappresentanti di sedici organizzazioni non governative impegnate nella difesa dei diritti umani, dello stato di diritto e in campagne di contrasto alle ingerenze straniere volte a destabilizzare le democrazie liberali. Le modalità e i principi che ci permettono di portare avanti tale missione si fondano su capisaldi fondamentali, primi fra tutti la solidarietà e la cooperazione internazionale.

L’Italia, che in questi mesi si è dimostrata particolarmente vulnerabile di fronte all’emergenza COVID-19, ha ricevuto sostegno da diversi Paesi nel fronteggiare l’emergenza sanitaria. Ed è proprio sulla natura strategica di questi aiuti, in particolare da quei Paesi lontani dagli standard internazionali circa la trasparenza e la gestione della crisi pandemica, che riteniamo vada tenuta alta l’attenzione. In particolare, ci riferiamo all’arrivo di forniture da Mosca all’aeroporto militare di Pratica di Mare il 22 marzo. Oltre a materiale medico e sanitario, probabilmente non indispensabile, prendiamo atto con preoccupazione della presenza sul suolo italiano di mezzi militari e alti ufficiali del ministero della Difesa russo con il beneplacito di Palazzo Chigi.

Fonti attendibili riferiscono la portata (e i rischi) dell’operazione russa che interessa mezzi militari, una quindicina di aerei cargo Ilyushin e un team formato da un centinaio di medici militari e altro personale militare provenienti da Mosca su disposizioni del Ministero della Difesa russo. Una missione che desta preoccupazioni circa l’interesse strategico del convoglio militare inviato dal Cremlino, a cui è data la possibilità di circolare sul suolo di un Paese membro della NATO e in prossimità delle basi militari dell’alleanza, cosa che espone a operazioni d’intelligence. Questo nonostante il fatto che la Federazione Russa sia sottoposta alle sanzioni dell’Unione Europea a causa dell’occupazione illegale dei territori della Crimea e del Donbas, dal marzo 2014. Là dove da sei anni si combatte una guerra, all’incirca 89 prigionieri politici e 200 ostaggi di guerra ucraini in centri di detenzione ufficiali e “ufficiosi” sono esposti al contagio a causa della mancanza di precauzioni. In riferimento a questa situazione, organizzazioni per i diritti umani si sono mobilitate per l’applicazione di ulteriori sanzioni individuali nei confronti di soggetti operanti per conto del governo della Federazione Russa: le cosiddette sanzioni Magnitsky, già in discussione anche al Parlamento italiano.

Tuttavia resta la questione della lotta alla propaganda russa, che nel contesto del conflitto russo-ucraino ha trovato terreno fertile. L’Italia, insieme all’Unione Europea, non è immune dalle conseguenze della disinformazione russa, che alimenta l’idea di una solidarietà disinteressata ma che ha già avuto ricadute internazionali e nazionali, quale il caso emblematico di Vitaly Markiv in Italia e la crisi dei migranti in Europa, conseguenza anche delle operazioni militari russe in Siria. Come rispetto all’integrità territoriale dell’Ucraina sancita dal diritto internazionale, anche sul fronte del Mediterraneo, in particolare sulla partita in Libia e in Siria, l’Italia e l’Unione Europea devono mostrarsi compatte valutando attentamente la presenza fisica di militari russi con l’occasione della crisi sanitaria.

A questo si aggiunge la già comprovata mancanza di tempestività e trasparenza nella risposta al contenimento del COVID-19 da parte del governo della Federazione Russa, come riportato da numerose testimonianze di medici e attivisti in loco. Diverse testate indipendenti, fra le quali Govorit Magadan e Ekho Moskvy, sono state sottoposte a censura dall’ente di regolamentazione dei media russo, Roskomnadzor, per “aver disseminato informazioni false” circa il COVID-19. Tali restrizioni hanno provocato dure reazioni da parte del Rappresentante dell’OSCE per la libertà dei media, Harlem Desir. Nondimeno, riteniamo inaccettabili le minacce ai giornalisti del quotidiano italiano La Stampa da parte di esponenti del Ministero della Difesa russo. Tali intimidazioni costituiscono un grave attacco alla libertà di stampa italiana da parte del governo della Federazione Russa, un Paese dove la stampa è sottoposta a censura e i giornalisti indipendenti soggetti a crescenti pericoli.

I fatti e gli esempi sopracitati rientrano nella strategia di aiuti fallaci del Cremlino verso l’Italia, ben riassunta nelle parole di Virgilio “Timeo Danaos et dona ferentes“. La presenza russa in Italia é un fatto grave che deve allarmarci sugli scenari politici e propagandistici che Mosca ha in serbo per mettere a repentaglio il progetto europeo, Italia inclusa. Con il massimo rispetto nei confronti dell’operato del governo italiano in questo momento difficile, confidiamo che vorrà monitorare prudentemente la missione della Difesa russa in Italia e comunicare i dettagli delle operazioni guidate da Mosca sul suolo italiano, nello spirito di solidarietà e di apertura proprio dell’Italia e dell’Unione Europea.

Distinti saluti,

 

Center for Civil Liberties (Ucraina)

Committee for the Defence of Democracy International (Belgio)

Crimean Tatar Resource Center (Ucraina)

Defend Democracy (Belgio)

Federazione Italiana Diritti Umani (Italia)

Free Hong Kong Center (Ucraina)

Human Rights Centre ZMÌNA (Ucraina)

Human Rtghts Initiative “Qaharman ” (Kazakistan)

Human Rights Movement 405 (Kazakistan)

Kharkiv Human Rights Protection Group (Ucraina)

Khurkiv Institute for Social Research ( Ucraina)

Open Dialogue Foundation (Belgio, Polonia, Ucraina)

Oral History Institute of Moldova (Moldova)

Platform for Peace and Justice (Belgio)

Ukrainian Helsinki Human Rights Union (Ucraina}

Ukrainian Students Association (Ucraina)

_______

 

CC:

Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio
Piazzale della Farnesina, 1
00135 Roma

ministero.affariesteri@cert.esteri.it

 

Ministro della Difesa Lorenzo Guerini
Palazzo Baracchini
Via XX Settembre, 8
00187 Roma

sgd@postacert.difesa,.it

 

_____________________________________________________________________

 

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