Sul vero/falso e sulla svolta mediatica del potere oligarchico in Italia.

Ci troviamo all’inizio della fase definitiva dell’ingresso dell’Italia nel mondo reale. Reale, qui, sta per attuale. Nel senso di ciò che sta accadendo.
Essendo un paese arretrato, la nostra nazione gode di un incredibile e paradossale vantaggio rispetto a tutte le altre (e’ il senso positivo della vicenda): non deve fare i conti con le resistenze della modernità, con i trucchi del capitalismo avanzato, e con i consueti impedimenti che i cosiddetti poteri forti tentano di costruire per impedire l’affermazione di un mondo nuovo. In quanto nazione medioevale, che ha da sempre mantenuto una oligarchia aristocratica più o meno mascherata, più o meno dichiarata, che ha fatto di tutto per impedire la genesi e lo sviluppo di un capitalismo efficace ed efficiente, ha oggi la possibilità di saltare direttamente nel mondo post-moderno, ponendosi addirittura come avanguardia; fatto questo che -in verità- si sta già verificando. Come nel mondo asiatico è la Cina: l’unica grande nazione al mondo che si è catapultata dal loro medioevo nella post-modernità, senza aver mai nè attraversato nè vissuto l’epica della società moderna.

L’Italia, infatti, è oggi l’unica nazione d’occidente che ha oggettivamente abolito il parlamento, destituendolo di ogni funzione e seguita a produrre governi non eletti la cui funzione e identità è garantita dall’alto. La Legge e le votazioni a maggioranza sono caratteristiche della democrazia, che in Italia pare abolita. I nuovi gestori dell’esecutivo appaiono (sono) normali attori, interpreti di ordini e non rappresentano più nè blocchi sociali nè partiti.
Siamo di fronte ad un esperimento politico.
La nostra nazione ha ormai incorporato l’idea della democrazia finita e considera normale il fatto che il governo venga gestito e diretto da persone o personalità che nessuno ha mai eletto, che non sono il prodotto di specifici e dichiarati interessi, che non sono nè bandiere nè portavoci di classi determinate. Monti è stato nominato senatore a vita durante la notte, in fretta e furia, perchè si era agli inizi di questa fase ed era necessario salvare ancora la faccia. Letta jr. era, in pratica, uno di passaggio -al suo posto avrebbero potuto metterci chiunque altro, sarebbe stato uguale- e Matteo Renzi è una persona che in parlamento non c’era mai stata, che nessuno ha mai votato in nessuna consultazione elettorale se non nella provincia Toscana e che ha assunto il controllo del partito più importante della nazione sostenendo che non sarebbe mai andato a presiedere il governo se non fosse stato eletto dal popolo in regolari elezioni politiche generali.
E’ il mondo della “post-democrazia” e, per comprenderlo e quindi situazionarsi per sapere come fare a sopravvivere e poi vivere e infine affermare il diritto all’espressione libera dei propri desideri, sogni, ambizioni, progettualità, è rigorosamente necessario comprendere con realismo quale sia il palcoscenico della Storia sul quale le classi oligarchiche al potere hanno messo in scena lo spettacolo necessario per garantire la tenuta della caste del loro privilegio.

L’Italia non è un paesetto.
Siamo molto ma molto più importanti della nostra espressione geografica, un po’ come il Belgio e l’Olanda per ciò che riguarda la finanza e le guerre: due micropaesi vasti come un fazzoletto che contano -ma per davvero- quanto la Russia e gli Usa.
Siamo un paese davvero unico, in tutti i sensi. E da sempre (quantomeno negli ultimi mille anni) siamo sempre stati il più importante laboratorio sociale della civiltà occidentale. Ottocento anni fa, l’imperatore Federico II di Svevia veniva qui da noi, in Puglia e in Sicilia, per tentare di elaborare nuove modalità originali di sviluppo. Nessuno è mai stato così illuminantemente creativo come gli italiani. Questa è la ragione principale per la quale le oligarchie (da sempre) hanno fatto di tutto per mantenere il paese nella ignoranza, nell’oscurità, nella paura e -all’occorrenza- quando non c’erano altre alternative, vittima di smascherate dittature come il fascismo.
Liberate gli italiani dalle loro classi dirigenti e questo paese in un quinquennio diventa uno dei paesi leader del pianeta. Con l’aggravante di non essere interpretabile, pilotabile, comprensibile, domabile.

Altro esperimento politico in atto in Italia, in un modo che poteva verificarsi soltanto all’interno di quel grande laboratorio sociale che siamo, è il M5s.
Senza concedere nulla nè alla propaganda nè alla faziosità, si può oggi -soprattutto con il senno di poi- ricordare con tranquilla serenità che il 25 Febbraio del 2013 il Wall Street Journal pubblicava una intervista al presidente di Goldman Sachs che dichiarava: Beppe Grillo, in questo momento, rappresenta il pericolo più grande per l’intera civiltà occidentale. E’ l’uomo più pericoloso d’Europa, e non sottovaluterei affatto ciò che sta accadendo in Italia.
Non a caso, la cupola mediatica nostrana, allora, si mosse compatta immediatamente, venendo incontro alla consegna che i colossi finanziari multinazionali avevano dettato.
Oggi, la situazione è diversa.
Ma bisogna tenere a mente che l’Italia rimane il laboratorio sociale per eccellenza.

Nella situazione politica attuale, con i fondatori defilati e la promozione di un penta-direttorio, il laboratorio va avanti. Ma si può dire che quell’ esperimento è finito. E aggiungo, con successo. Perchè ora è un altro tempo. Ed è il motivo per cui (è la mia opinione personale) Grillo si defila: essendo lui, fondamentalmente, un facilitatore, un catalizzatore propulsivo di energia collettiva senza briglie sul collo e tutto il resto lo annoia e lo deprime provocandogli scocciature e fastidi, prende atto che la prima fase è finita. Ma proprio perchè siamo dentro a un laboratorio, in questo momento non c’è nessuna possibilità di sapere se la scelta attuale sarà innovativa, progressiva ed evolutiva, oppure sarà regressiva, reazionaria e involutiva.
Nessuno lo può sapere.
Lo capiremo strada facendo.
Ogni giudizio, oggi, a mio avviso, è un atto di superficiale presunzione.
Il cosiddetto direttorio ha un vantaggio su tutti gli altri (qui intesi come PD, Udc, Forza Italia con annessi e connessi): sono post-moderni. Sono un prodotto dei tempi attuali e sanno che cosa vuol dire vivere nella post-democrazia.
Nel prossimo futuro, tutti noi avremo la opportunità di toccare con mano se sono in grado di essere avanguardia del nuovo che avanza, oppure avranno scelto di rinunciare al concetto di laboratorio e avranno scelto di fungere da stampella a questo sistema.

Nel frattempo, l’oligarchia farà di tutto per sedurli, smontarli, appannarli, consociarli, per portare fino in fondo il loro esperimento sociale: trasformare l’Italia nella prima importante nazione dell’occidente che vive a pieno titolo e ufficialmente dentro la post-democrazia senza diritti, senza Stato di Diritto, con doveri applicabili soltanto ai ceti più disagiati e deboli ai quali verrà garantita (a patto che stiano zitti) la sopravvivenza (forse) e in cambio un via libera per ingozzarsi di slot, casinò, scommesse di ogni tipo, pornografia, violenza subliminale continua, ovvero tutto ciò che spinge verso il buio, verso l’allontanamento da ogni possibile forma di illuminazione e di consapevolezza.
E’ il motivo per cui -unico paese al mondo- il gioco d’azzardo e la pornografia sono così diffusi e stimolati: è il veicolo più semplice, veloce ed efficace, per succhiare soldi, fare affari, con il profitto aggiunto collaterale della regressione sociale con la diffusione di una tossicità spirituale e di una patologia di deficit culturale mai raggiunta prima in Italia.
Questa è la fase nella quale siamo immersi, a mio parere.

Intanto, per accelerare il processo, l’oligarchia sta attuando la promozione di “menzogne ufficiali”. Confindustria annuncia, attraverso il suo ufficio studi, che “a Gennaio del 2015 parte la ripresa e la crescita, i dati sono inoppugnabili” ma sembrano in controtendenza rispetto al Fondo Monetario Internazionale, la Bce, la Banca Europea degli Investimenti, l’Ocse, l’ufficio macro-economico dell’Onu, l’Istat. E vanno in giro a dire che la disoccupazione è “la più alta mai registrata dal 1977″. Che è vero e falso allo stesso tempo. E una mezza verità è sempre una menzogna intera. La disoccupazione, in Italia, ha raggiunto la stessa quota che aveva nel 1919, quando 1 milione di maschi morti (la grande guerra) aveva svuotato campagne e fabbriche. E’ la stessa quota raggiunta nel quinquennio 1940-1945, durante la guerra mondiale, poi persa. Nel 1975, (quando venne lanciato il piano cinquantennale che presupponeva la de-industrializzazione dell’Italia e il suo totale assoggettamento a una neo-aristocrazia che stavano allora formando) prevedendo ciò che si sta verificando, decisero -senza nessuna motivazione logica- di annullare ogni riferimento statistico relativo sia alla disoccupazione, che all’analfabetismo, che agli indici di lettura e di diffusione della cultura, sostituendoli con  nuovi parametri che sarebbero iniziati dal 1977, l’Anno Zero della P2.
E’ vero, dunque, che è la cifra più alta dal 1977.
Ma non è vero che lo è in assoluto.

L’unico momento, negli ultimi 100 anni, in cui si toccò un livello di sofferenza sociale, di miseria, di ignoranza collettiva come quello verso il quale stiamo andando è stato il momento in cui la borghesia rampante si associò con l’aristocrazia chiedendo alle squadracce fasciste di fare il lavoro sporco a nome loro, nel 1922.
Essendo l’attuale classe dirigente vecchia e ammuffita, incancrenita nel suo immobilismo coatto, riproducono l’esperimento di allora, considerato vincente, promuovendo banalità, luoghi comuni e piatta retorica di bassa lega al rango di idealità e progettualità.
Ma è un grave errore di miopia totale.
Perchè la società post-democratica viaggia su coordinate diverse. E non funzionerà.
Perchè l’Italia rimane pur sempre un geniale laboratorio di sperimentazione, un vero e proprio work in progress, in grado di poter sfornare insospettabili isole di creatività originale.
Sapere con cognizione di causa che il potere userà la menzogna ufficiale, il falso, la calunnia e la diffamazione, può indurre molti a sentirsi impotenti e quindi deprimersi.
E’ comprensibile, lo capisco.

Ma è anche una ottima occasione, per la nazione intera, per fare invece un salto.
Proprio perchè con la consapevolezza si sviluppano anticorpi. Il nostro individualismo, mescolato a un ritrovato senso di acquisizione delle proprie responsabilità, consente di sentirsi obbligati (dinanzi a se stessi, sapendo che i conti si fanno solo e soltanto con lo specchio) a informarsi, a educarsi, a capire per poter comprendere. Potrà produrre un salto qualitativo culturale epocale.
L’antica civiltà greca è la culla della nostra bella Europa.
Nella loro lingua, il passato remoto del verbo “vedere” (orao, da cui oracolo: cioè colui che vede) si diceva “oida“. Questa forma verbale ha una particolarità sintatticamente unica: è anche il presente indicativo del verbo “sapere”.
Per gli antichi greci, i sapienti non erano gli acculturati nozionisti, ma i vedenti.

L’esperimento M5s è stato vincente perchè ha aiutato milioni di persone a “vedere” per la prima volta. Ha smascherato la logica del potere, invitando il popolo a teatro.
E chi ha voluto, si è tolto il famoso prosciutto dagli occhi e ha visto -alcuni per la prima volta nella loro vita- che il re era completamente nudo, banale, esistenzialmente e spiritualmente misero. Ha toccato con mano la promozione dei falliti valorizzati verso il successo.
Quella fase grandiosa si è esaurita.
Non è possibile non ringraziare tutti coloro che l’hanno permessa, sostenuta, prodotta.
Il geniale inventore del laboratorio ha capito che la fase è cambiata.
Ha stabilito che il suo esperimento era finito.
Ma non ha chiuso il laboratorio.
Le provette sociali vanno avanti.
Non si vedono, perchè sono invisibili.
Le vede chi sa.
Sa chi le vede.

….nel frattempo godiamoci lo spettacolo, ne vedremo davvero delle belle.

 

Sergio di Cori Modigliani  in http://www.mercatoliberonews.com

 

vedi:  Potere concentrato e potere diffuso

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