7 idee che non dobbiamo più accettare.

Giorgio Bocca è morto il 25 dicembre del 2011 a Milano, all’età di novantuno anni. Scrittore tra i più noti, intellettuale, giornalista lucido e originale, sempre attento e deciso a far sentire la sua opinione, mai condizionata dai tempi e dalle circostanze.  “Grazie, no! “, come una specie di testamento spirituale dell’Autore,  esprime la visione libera e incondizionata che Giorgio Bocca ha sempre avuto della società , un’analisi della nostra epoca caratterizzata da una crisi senza precedenti, per dire, appunto, “grazie, no” a tutto ciò che è sbagliato, a tutto ciò che non ci aiuta a migliorare, a tutto ciò che ha peggiorato la nostra vita. Partendo dalla premessa che oggi, in Italia, non viene messo quasi più nulla in discussione, ma spesso molte idee, molti accadimenti, che dovrebbero indignarci, vengono accettati come se fossero normali, Bocca vuole spronare il popolo italiano a superare i fenomeni negativi come la degenerazione dei costumi, la corruzione, la manipolazione delle idee. L’autore elenca sette punti da contestare, argomenti che riguardano tematiche diverse, ma accomunati dal fatto che rappresentano tutti un serio problema con gravi conseguenze per il nostro Paese. Ogni capitolo del saggio, dunque, parla di un tema a sé: il nuovo dio, la lingua impura, la produttività, il dominio della finanza, la corruzione generale, la fine del giornalismo, l’Italia senza speranza. “Grazie, no! ” è un vero è proprio invito alla riflessione sulla realtà dei nostri giorni e vuole essere un’esortazione, per ognuno di noi, a non rassegnarsi a tutto quello che accade, stando a guardare indifferenti, e uno stimolo a far sentire la propria voce per opporsi a ciò che non è, evidentemente, giusto.

Anche in Italia, il libretto di Stéphane Hessel Indignatevi! ha avuto un notevole successo: ma forse non c’era bisogno di andare in Francia a cercare un autore in grado di parlare come coscienza critica di un paese e di articolare un’analisi pungente e severa delle nostre condizioni attuali a partire dalle basi ideali della Resistenza al nazifascismo.
Giorgio Bocca è stato il testimone per eccellenza di quei valori fondanti e di un’attività instancabile di ricerca della verità: per questo il suo ultimo libro – uscito postumo – stigmatizza una serie di idee a cui ci siamo assuefatti e che invece dovrebbero farci sobbalzare, scuoterci dal torpore, farci reagire per cambiare. Per lui era così ed è questo il testamento morale che ci lascia. Dal mito della crescita infinita a quello della fine del lavoro, dall’inevitabilità della corruzione all’equivalenza tra fascisti e antifascisti, dall’incontrastato dominio sulle nostre vite della finanza e della tecnologia all’impoverimento della lingua e all’involgarimento dell’informazione. Un breve libro per illuminare la notte italiana e incenerire i falsi idoli e i luoghi comuni che ci propinano e vorrebbero farci accettare.
Giorgio Bocca non intendeva rassegnarsi, e in questo pamphlet alza la voce, come suo solito, per denunciare le scorciatoie del pensiero unico, a cui si deve rispondere con un sonoro e liberatorio: Grazie, no!
Qui Bocca tira le fila di un discorso lungo una vita intera, e punta l’indice sul cortocircuito che porta le “democrazie conformiste” ad essere – di fatto – democrazie reazionarie, e quindi a negare la propria stessa natura partecipativa.
Assieme alla “crescita folle”, alla “lingua impura”, al dominio della finanza e alla corruzione generale, Bocca prende in esame anche il deterioramento apparentemente inarrestabile della professione di cui è stato riconosciuto maestro, e alla quale ha dedicato l’intera esistenza. Il giornalismo non se la passa tanto bene, sostiene Bocca, e a riprova di questa sconfortante diagnosi cita la pervasività della disinformazione televisiva, la progressiva assimilazione fra il linguaggio del gossip e quello della cronaca, la diseducazione alla fruizione dell’informazione stessa, e il sensazionalismo, che nel suo generare rumore attorno a fatti di cronaca finisce per cancellare tutto ciò che preesiste a quella cronaca: le condizioni sociali e umane in cui ha potuto maturare un evento.
Infine, ma non ultimo in ordine di importanza, il libro di Bocca è pervaso da un sentimento patriottico a metà fra la disillusione e la fiducia: egli è stato – è vero – autore di alcune fra le pagine più critiche nei confronti del popolo cui appartiene, ma la sua vicenda di formazione, soprattutto, nelle fila dei partigiani, gli consente di guardare a quel che sarà con un margine di ottimismo.
Bocca ci ricorda, con l’autorità del testimone e la vividezza del grande cronista, che già altre volte (ultima la guerra partigiana, così vicina e così preziosa) l’Italia fu sul punto di soccombere, ma gli italiani hanno saputo trovare in loro stessi la forza di salvarsi. Imparando a dire dei no, troveremo la forza di andare ancora avanti, anche grazie a persone come lui.  ( Recensione da IBS).

 

di   Giorgio Bocca,  ed. Feltrinelli 2012,  €  10,00

 

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