Il 13 agosto 1955 muore ucciso a Cattolica Eraclea (AG)  con sette colpi di lupara da parte di sicari mafiosi GIUSEPPE SPAGNOLO (55 anni) contadino, sindaco e attivista sindacale comunista.

Spagnolo fu attivista e primo segretario del Partito comunista locale e della Camera del Lavoro e stimato leader del movimento contadino. In quegli anni era sempre in testa alle celebri cavalcate nelle terre incolte e con in pugno la bandiera rossa guidava la riscossa dei contadini poveri. Fondò con altri compagni nel 1945 la cooperativa La Proletaria con la quale venivano gestite  le terre incolte dei nobili latifondisti dopo averle conquistate con le occupazione delle terre e aspri scontri con i gabelloti e i campieri della mafia al servizio dei padroni.

La Proletaria, che associava ben 2000 contadini, era una delle maggiori della provincia. I risultati erano eccellenti: i feudi di San Giorgio e Monte Sara vennero occupati e divisi in lotti tra i contadini. Decine di famiglie ebbero la terra. Così maturò la decisione del partito comunista e di tanti suoi compaesani di presentare la candidatura a Sindaco del coraggioso compagno contadino.

Il 19 marzo 1946  a Cattolica Eraclea si svolsero le prime elezioni amministrative del dopoguerra. Quando lo scrutinio dei voti finì  fu chiaro il consenso degli elettori verso Spagnolo (ebbe 1841 voti) e molti credettero davvero che quella era una nuova primavera tanta era la stima che quel candidato comunista aveva tra tutti i ceti. Divenuto pertanto primo cittadino il  primo scopo di Spagnolo fu quello di aumentare lo stipendio ai lavoratori del Comune. Cosa che avvenne pochi giorni dopo il suo insediamento.

Ma presto all’interno della sua giunta emersero difficoltà e incomprensioni che Spagnolo non riuscì a dirimere. Sei assessori lo abbandonarono e lui si dimise. Da quel momento continuò senza sosta la sua lotta politica e il suo impegno sindacale ma il clima si faceva di mese in mese più pesante. In una escalation che non aveva tregua venne più volte danneggiata la sua campagna, venne minacciato e picchiato. Nonostante ciò continuava la sua battaglia e sino al 1954 conservò la carica di presidente della cooperativa La Proletaria.

Tutto questo fino alla sera sera del 13 agosto 1955 quando  Spagnolo decise di restare a dormire all’aperto nel suo piccolo podere di contrada “Bissana” per cominciare a lavorare presto la mattina seguente. Mentre dormiva quattro killer della mafia armati fino ai denti lo colpirono con sette colpi di lupara uccidendolo nel sonno.

«Dietro l’omicidio di mio marito – denunciò coraggiosamente la vedova Filippa Guadagna– si nascondono dei mandanti. Mio marito era presidente della cooperativa La Proletaria ed inoltre segretario della Camera del Lavoro. A causa dell’attività sindacale svolta per  l’assegnazione delle terre ai contadini gli interessi di gabelloti campieri e mafiosi furono lesi ». E decisero di eliminarlo. Come avevano fatto meno di tre mesi prima il 16 maggio 1955 con SALVATORE CARNEVALE a Sciara in provincia di Palermo.

Ai funerali di Spagnolo svoltisi il 15 agosto 1955 partecipò l’intera popolazione di Cattolica Eraclea. Non si svolse la funzione religiosa perché la vittima era comunista e l’arciprete Cuffaro non volle celebrare la Messa funebre. Allora la bara con il defunto fu portata in giro per il paese dagli amici e dai compagni e si celebrò ugualmente un momento di meditazione e di preghiera davanti alla chiesa della Mercede durante il  quale lo storico e politico Francesco Renda (1922- 2013), amico e compagno della vittima, anche lui di Cattolica Eraclea e cofondatore della Proletaria, gli tributò l’ultimo saluto con una commovente orazione funebre nella quale ricordò la sua integrità morale e le alte qualità di dirigente del movimento contadino.

Erano presenti le delegazioni provinciali e regionali del Pci così come le delegazioni di tutti gli altri partiti senza distinzione di colore politico. Un immenso corteo lo accompagnò al cimitero. Anche uno degli assassini (che ancora non era stato scoperto) partecipò al funerale addirittura accompagnando sotto braccio Liborio, il figlio primogenito della vittima, come racconta Calogero Giuffrida altro storico siciliano. I resti di Giuseppe Spagnolo riposano nel cimitero di Cattolica Eraclea e i suoi assassini non sono mai stati condannati.

Cinquanta anni dopo la sua scomparsa nel 2005 nella villetta comunale del suo paese  venne collocato un busto bronzeo che nel maggio del 2019 è stato danneggiato da un atto vandalico.


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