Il 29 maggio del 1874 muore dopo una breve malattia a San Daniele del Friuli (Udine) ANTONIO ANDREUZZI (70 anni) medico e Patriota risorgimentale.

Andreuzzi nacque a Navarons (Pordenone), primo di sei fratelli, in una famiglia piccolo borghese di ideali liberali. Studiando con grande passione Cicerone al ginnasio si rafforzarono  in lui l’avversione per la tirannide e l’adesione alle idealità democratiche a cui il padre lo aveva educato. Si laureò all’università di Padova in medicina e divenne medico condotto del suo paese di Navarons e di altri paesi vicini.

Si affiliò alla Giovine Italia divenendo intimo amico di MAZZINI e successivamente di GARIBALDI e iniziò un’intensa animazione delle aspirazioni all’indipendenza del Friuli che allora si trovava sotto l’impero austriaco. Partecipò a molte azioni cospiratrici contro gli austriaci nel 1848 e successivamente  fino a quando, nel 1864, fu alla guida dell’importante moto insurrezionale di Navarons d’ispirazione mazziniana e garibaldina.

Accanto ad Andreuzzi cresceva suo figlio SILVIO ANDREUZZI (1842- 1912), che parteciperà alla spedizione dei Mille rimanendo ferito, che sarà con Garibaldi sull’Aspromonte (1862), che parteciperà con il padre all’insurrezione di Navarons e che sarà di nuovo con Garibaldi nel 1866.

Silvio Andreuzzi

Antonio Andreuzzi con il figlio e con i patrioti friulani MARZIANO CIOTTI (1839- 1887), FRANCESCO TOLAZZI (1809- 1889), GIOVANNI PONTOTTI, FRANCESCO RIZZANI, ENRICO ZUZZI (1838- 1921), OSVALDO PEROSA ed altri preparò quindi l’insurrezione armata in Cadore, di ispirazione mazziniana e appoggiata da Garibaldi,  che avrebbe dovuto provocare l’intervento italiano contro l’Austria.

Il 16 ottobre 1864 circa 50 uomini armati col tricolore in testa, patrioti  reduci delle battaglie garibaldine, partirono dal piccolo ed isolato  borgo montano di Navarons (Pordenone) alla volta di Spilimbergo e Maniago con l’obiettivo  di attaccare la guarnigione austriaca, occupare la caserma della gendarmeria, inalberarvi il vessillo tricolore e invitare le popolazioni ad insorgere contro gli Austriaci. L’obiettivo era quello di creare sul territorio delle tre  Venezie uno stato di agitazione che stimolasse l’esercito Italiano a liberare il  Friuli Venezia Giulia, il Trentino e il Veneto.

Ma la popolazione rimase indifferente, il Comitato politico centrale veneto diretto da ALBERTO CAVALLETTO (1813- 1897) contrario, lo stesso Comitato centrale unitario presieduto da BENEDETTO CAIROLI (1825- 1889) esitante, mentre i mezzi raccolti erano scarsi.

Le bande friulane rimasero quindi sole e dovettero affrontare la repressione austriaca: fino all’8 novembre 1864 fu una continua fuga tra i monti inseguiti dai soldati austriaci, trovando rifugio nelle stalle e nelle grotte. Nonostante tutto la banda guidata da Cella riuscì a compiere una marcia dimostrativa alzando il tricolore ad Osoppo, Venzone, Moggio (provincia di Udine). Successivamente molti degli insorti riuscirono a rifugiarsi in Italia.

Lapide commemorativa nei luoghi in cui combattè Andreuzzi

Dopo i fatti di Navarons Andreuzzi, a sessantadue anni, partecipò alla Terza guerra d’Indipendenza (1866) come capitano medico al seguito di Garibaldi. Successivamente esercitò la professione di medico condotto al servizio delle famiglie più indigenti dei paesi intorno a Navarons. Morì povero e dimenticato a San Daniele del Friuli. I resti di Andreuzzi riposano nel piccolo cimitero di Navarons, oggi frazione di Meduno (Pordenone).

Ad Andreuzzi il poeta patriottico LUIGI MERCANTINI ( 1821- 1872), autore della famosa La spigolatrice di Sapri, dedicò il poema Le rupi di Dodismala, forcella del monte Corda in Friuli dove Andreuzzi guidò l’insurrezione.

 

Vedi:  Un Patriota valorosissimo: GIOVANNI BATTISTA CELLA

12 dicembre 2010. C'era chi credeva


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