Per una sera abbiamo provato ad aprire una breccia nel muro del conformismo clericale, nella parete dell’indifferenza che ci circonda e parlare della Breccia di Porta Pia del 20 settembre del 1870 di cui, quest’anno, ricorre il 140° anniversario. Abbiamo provato a farlo in un incontro proposto oggi presso lo chalet della LIPU di Ostia, il Centro Habitat Mediterraneo, vicino al Porto Turistico. Ringraziamo la squisita ospitalità di questo Centro che si occupa di difendere, curare e far conoscere gli uccelli proprio accanto al Parco Letterario dedicato a Pier Paolo Pasolini, nel luogo dove venne barbaramente ucciso e dove siamo stati la sera del 5 novembre per celebrare i 35 anni della sua morte.

Pasolini, la cura e la difesa degli animali: due elementi di grande suggestione per cercare, come tentiamo, di curare e difendere la memoria storica in un epoca dove “ la mutazione antropologica”, che Pasolini denunciava, ha portato ormai ad una totale amnesia generalizzata. In questo chalet di legno semplice e accogliente abbiamo provato a “difendere” la memoria di un evento storico che segnò, apparentemente, la fine del potere temporale e il completamento dell’Unità d’Italia, con l’annessione di Roma. Abbiamo cercato di dire che la Breccia di Porta Pia ( forse dovremmo dire di Porta Salaria, perché la Breccia, da cui entrarono i Bersaglieri verso le 9/10 del mattino di quel 20 settembre, era più vicina a questa porta che ora non c’è più, sostituita in maniera sciagurata negli anni 20/30 del 900 da un… buco nelle mura Aureliane, dove ora si trova piazza Fiume) non è un evento limpido, veramente risorgimentale. E’ qualcosa di diverso. Quel giorno i Padri della Patria mancati, Garibaldi e Mazzini, erano assenti, forzatamente: l’uno in una specie di arresti domiciliari a Caprera, l’altro imprigionato nella fortezza di Gaeta. Proprio loro che avevano fatto della liberazione di Roma dal potere temporale dei papi ( insieme a Venezia) lo scopo principale del loro impegno politico e militare. Proprio loro che continuamente avevano chiesto, a cominciare dal tempo della Repubblica Romana, nel 1849, che Roma fosse il perno della futura unità. Proprio loro vengono esclusi, isolati.

Il domandarsi perché è fondamentale per capire molte cose di come il Risorgimento fu in buona parte mancato, di come finì il 29 agosto del 1862 quando l’esercito italiano sparò a Garibaldi all’Aspromonte, mentre risaliva la Calabria per cercare proprio di liberare Roma, viste le resistenze  del governo di Torino a che questo avvenisse. Sappiamo che  Garibaldi ci riprovò nel 1867 con le battaglie di Mentana e Monterotondo, fallendo l’impresa e venendo poi arrestato dall’esercito italiano. Sappiamo che Mazzini nell’estate del 1870 è a Palermo per tentare una spedizione verso Roma e proprio lì verrà arrestato da Giacomo Medici, marchese del Vascello, quello che difese la villa omonima sul Gianicolo, eroicamente, nei giorni della resistenza della Repubblica Romana ( giugno 1849). In quei giorni accanto a Garibaldi e Mazzini: ora, nel 1870  dopo 21 anni, come prefetto del Regno a Palermo ferma Mazzini ( ed  era già stato comandante militare della piazza di Palermo nel 1862 quando almeno provò a facilitare la sfortunata spedizione di Garibaldi).

Dal 1862 molto era cambiato negli ideali, nelle attese, negli uomini. E l’evento romano del 1870 ne risente, in pieno. Dovremo riparlarne perché quell’evento non segnò la nascita di una nazione veramente laica, dove il motto cavouriano del 1861 “ Libera Chiesa in libero Stato” riuscisse a realizzarsi. Anzi. Già dalle discussioni alla Camera del gennaio del 1871, in occasione del varo della Legge delle Guarentigie, si vedono le prime crepe di una politica della libertà per la Chiesa ma in uno Stato laico. Si comincia già a parlare più di privilegi per la chiesa che di libertà, come denunciò Benedetto Cairoli in uno straordinario discorso proprio di quei giorni alla Camera. Da allora la laicità del neostato italiano non sarà mai pienamente convinta e vissuta, intrisa solo da sussulti anticlericali che sono un’altra cosa. Si arriverà, così,  al Patto Gentiloni del 1913, prima vera resa politica ai cattolici e anticamera del Concordato del 1929. Il resto è storia che dal dopoguerra, con l’avvento della Democrazia Cristiana, arriva al famigerato concordato Craxi-Casaroli del 1984 e alle soggezioni al Vaticano dei governi berlusconiani e delle opposizioni. Fino allo spettacolo del cardinale Segretario di Stato Bertone che è presente a Porta Pia in veste ufficiale il 20 settembre del 2010: come una rivincita del cardinale Antonelli, segretario di Stato di Pio IX, che dovette “subire” la Breccia del 1870. Abbiamo poi ricordato, questa sera,  una delle rare eccezioni di una dignità laica che si opponesse realmente al continuo interferire della Chiesa nella vita dello Stato: quella di Ernesto Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1913, che seppe far fronte agli interventi di Pio X e che cercò di dare un senso a quella Breccia di 40 anni prima.

La Breccia del 1870 non realizzò, quindi,  il desiderio di Antonio Rosmini che auspicava, per una Chiesa profondamente rinnovata, “una libertà senza privilegi”. Poteva accadere solo se quell’ evento avesse avuto altri presupposti. Ma Mazzini e Garibaldi ( che avevano una concezione chiara della laicità delle istituzioni insieme ad altri protagonisti del Risorgimento) ne erano stati esclusi. Il risultato poteva essere solo quello che Pio XI  disse nel 1930 “ Abbiamo restituito Dio all’Italia e l’Italia a Dio” ( dove per Dio dobbiamo intendere chiesa…) o ciò che proprio oggi, 14 gennaio 2011, è accaduto come tutti gli anni: vedere il presidente della Regione Lazio, il Presidente della Provincia di Roma e il Sindaco di Roma  ( rappresentanti dello Stato) andare a rendere omaggio a Ratzinger, compunti e ossequienti. O udire il triste annuncio dato proprio oggi: quello della beatificazione di Wojtyla, il 1 maggio prossimo. Che significa una seconda beatificazione di Pio IX, di cui Giovanni Paolo II fu il seguace più aggiornato e battagliero e che lo beatificò a sua volta nel 2000.

Già negli anni 20/30 giravano vignette umoristiche nei vari giornali, anche fascisti, che irridevano alla fine della Breccia e al nuovo potere della chiesa: come quella del 1970, che poniamo qui sotto. Una vignetta che vale più di mille parole.

Forse ci rimane solo da ridere in un Paese indifferente al problema della laicità dello Stato e, del resto, a tutto ciò che sia importante.  Perché l’uomo medio di pasoliniana memoria è “ un mostro”, come dice Orson Welles nel film “la Ricotta” del 1964, che con la sua micidiale indifferenza  ( ancor prima delle azioni di governi collusi e incoscienti) non permetterà mai al nostro Paese di diventare quello che i veri Padri della Patria ( mancati)  come Mazzini, Garibaldi, Mameli, Cairoli ed altri sognavano. Un Paese libero, democratico, repubblicano e… laico.

Povera Breccia. Povera Italia.

 

 



vedi:

UN'IDEA DI RISORGIMENTO   -quarta parte

L'ULTIMO GIORNO DEL PAPA RE

Libera Chiesa, in catene di Stato



Calendario eventi
gennaio 2011
L M M G V S D
 12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930
31EC
Cerca nel Sito
Newsletter
In carica...In carica...


Feed Articoli