Non ci sono molte parole da dire di fronte a ciò che è successo a Palermo. A ciò che vedremo moltiplicarsi anche in altri luoghi come effetto della follia guerresca che ormai invade l’occidente. Uno scempio!
E sempre, ancora una volta i bambini vengono manipolati per renderli guerrieri di una guerra che è la volontà dell’aristocrazia finanziario-usuraia. Una loro guerra contro noi tutti.
L’immagine di quel bambino con un bazzoka in mano non ha bisogno di spiegazioni ulteriori se non per chi ormai ha perso cervello e anima. Ed allora è inutile ogni spiegazione.
Abbiamo dei nemici contro cui combattere? Si, ma non sono davanti a noi (Russia, Cina, Iran, Palestinesi, stranieri, ecc,), sono dietro di noi: èlìte finanziaria, banche, industrie di armamenti, politici e governi europei e nostrani, amministratori occidentali di ogni fatta, intellettuali e giornalisti asserviti, indifferenti di ogni risma.
I nostri bambini sono in pericolo. (GLR)
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Una guerra contro di noi
PIAZZA POLITEAMA COME UN CAMPO DI GUERRA: LA MANIPOLAZIONE MILITARE NEL CUORE DI PALERMO
Palermo, Piazza Politeama.
Vedi e ascolta: Bambini che imbracciano fucili più grandi di loro
Famiglie che sorridono mentre salgono sui carri armati, soldati che mostrano con orgoglio strumenti di morte come fossero giocattoli. Sul maxischermo scorrono immagini di guerra: elicotteri in volo, missili che colpiscono obiettivi, truppe in marcia.
Non è un film distopico né un capitolo di 1984 di George Orwell. È la nuova propaganda dell’ordine, la pedagogia della paura che si traveste da “villaggio dell’esercito”.

IL TEATRO DELLA GUERRA DIVENTA SPETTACOLO
A volere questo show bellico nel centro della capitale siciliana è stato il ministro Crosetto, il paladino dell’industria militare travestito da “difensore della patria”.
Sul palco, tra sorrisi e pacche sulle spalle, non mancavano il sindaco Lagalla e il presidente Schifani, i due custodi del potere coloniale in Sicilia: felici di sfilare accanto ai mezzi corazzati, come simboli viventi di una politica inginocchiata alla logica della forza.
Mentre le nostre scuole cadono a pezzi, i reparti pediatrici chiudono, i treni si fermano e i giovani emigrano, si organizzano fiere di guerra in piazza, con tanto di bambini che imparano a “giocare al soldato”.
Non è più solo propaganda: è manipolazione psicologica di massa, è rieducazione militare del pensiero civile.

L’OBIETTIVO È UNO: NORMALIZZARE LA GUERRA
Non si tratta di patriottismo, ma di addestramento ideologico. Ci vogliono abituare alla guerra come a un destino inevitabile, alla presenza dei carri armati come a una coreografia da centro commerciale, alle armi come simbolo di progresso.
La chiamano “difesa”, ma è conquista culturale: un lavaggio collettivo che inizia dai bambini, che sostituisce la memoria con la propaganda, l’educazione con la paura, la cultura con il culto della forza.
In una Sicilia ridotta a colonia energetica e militare, dove Sigonella, Augusta e Niscemi sono i terminali del potere bellico euroatlantico, questo evento rappresenta un messaggio chiaro: la nostra isola non deve pensare, deve obbedire.
È il manifesto di una nuova schiavitù: quella del consenso imposto, della mente addestrata a confondere l’occupazione con la sicurezza, la servitù con la patria.
IL COLONIALISMO DI CROSETTO E DEI SUOI ASCARI
Crosetto, Schifani, La Galla: tre facce di una stessa strategia. Il primo produce le armi, il secondo ne garantisce l’approdo politico, il terzo ne benedice la vetrina pubblica.
È la nuova trinità del potere: industria–governo–propaganda. E Palermo, cuore culturale della Sicilia, diventa passerella di missili e parata di cingoli, sotto gli occhi di un popolo narcotizzato dal rumore delle fanfare militari.
Ma c’è un limite che non possiamo superare. Trasformare la piazza di un popolo in un parco giochi della guerra significa violare la memoria di chi la Sicilia l’ha liberata davvero: pescatori, contadini, lavoratori, rivoluzionari, non mercanti di acciaio.
IL POPOLO SI RIALZI
Chi oggi resta in silenzio, domani non potrà dire “non sapevo”.
La guerra non si combatte solo con i missili, ma anche con le menzogne.
E oggi ci stanno bombardando con la più pericolosa: che l’orrore è normalità.
Non ci inganneranno con le divise stirate e le fanfare patriottiche.
La Sicilia non ha bisogno di carri armati, ma di scuole, ospedali, case, lavoro, libertà.
Non ha bisogno di padroni in uniforme, ma di popoli che si autodeterminano.
NOI DICIAMO BASTA.
Basta con l’addestramento emotivo dei nostri figli.
Basta con la colonizzazione mentale che scambia la guerra per civiltà.
Basta con chi si inginocchia davanti ai fabbricanti di morte.
Il popolo siciliano non è suddito di Crosetto né vetrina di Schifani.
Leggi qui: La nostra patria non è una base militare.
È una terra viva, che si rialzerà solo quando spezzerà il giogo della manipolazione.
E quel giorno, ricordatelo , nessun carro armato potrà fermare la marcia di un popolo che si è risvegliato.
Mirko Stelfio, ComeDonChisciotte.org, 9/10/2025
Quando la guerra si fa spettacolo: il caso del Villaggio dell’Esercito a Palermo
Piazza Castelnuovo, simbolo della vita civile e culturale di Palermo, diventa teatro di un’esposizione militare con mezzi da guerra e attività interattive. Collettivi, studentə e associazioni denunciano l’uso dello spazio pubblico per promuovere un’ideologia patriottica e militarista.
Dal 2 al 5 ottobre Palermo ha ospitato il “Villaggio dell’Esercito”, un’iniziativa promossa dal Ministero della Difesa e dal Comune di Palermo che ha portato nel cuore della città – in piazza Castelnuovo, davanti al Teatro Politeama, uno dei luoghi simbolo della cultura e della vita civile – mezzi militari, installazioni interattive, aree dimostrative e simulatori dedicati alle professioni dell’esercito.
Presentato come un «evento culturale e divulgativo», l’allestimento ha trasformato la piazza in un vero e proprio parco tematico della guerra, con carri armati, elicotteri da combattimento, veicoli blindati utilizzati nelle missioni internazionali e mezzi storici che ripercorrono la tradizione militare italiana.
Tra gli spazi interattivi figuravano anche simulatori di volo in realtà aumentata e percorsi «educativi» per bambinə, invitatə a partecipare a mini-esercitazioni al ritmo della sigla di Dragon Ball. Secondo le istituzioni promotrici, l’obiettivo era di «avvicinare la popolazione civile all’esercito italiano», mostrando il volto «umanitario» di questi e l’impegno nelle missioni di peacekeeping. Il sindaco Roberto Lagalla, difendendo l’iniziativa, ha parlato di una manifestazione che valorizza la presenza dell’esercito nelle missioni di pace e il suo contributo alla sicurezza nazionale e internazionale….
Continua la lettura qui: La guerra si fa spettacolo
Leggi qui: Piazza Politeama come un campo di guerra
FIFA: fuori Israele dai Mondiali!
Allenatori di calcio italiani mostrano al mondo tutta la loro solidarietà con la Palestina.
Chiedono alla FIFA di sospendere Israele dai Mondiali prima che giochi contro l’Italia martedì 14 ottobre alle ore 20.45 ad Udine..
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ANNO VI DEL REGIME SANITARIO- ECOLOGICO- DIGITALE
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