Ciò che è successo a Gaza e sta succedendo resterà per sempre come una profonda inquietudine ed una vivissima indignazione in noi.
Se… Se siamo rimasti ancora umani in questa tragica modernità in cui viviamo.
Se… Se non apparteniamo alla massa informe d’indifferenti ritorti soltanto sulle proprie necessità e fisime.
Se.. Se vogliamo sapere, capire, conoscere i perchè, i per come e i per quando di questo orrore e non ci siamo abituati ad esso.
Se… Se non abbiamo paura di scendere in noi stessi e cercare di scoprire l’abisso dell’animo umano.
Se… Se ampliamo lo sguardo anche ai genocidi in corso in Sudan e in Congo ignorati dall’orrido mainstream.
Se… Se capiamo che i trattati di pace che fanno i potenti ( manovrati dall’aristocrazia finanziario-usuraia) sono delle prese in giro sulla pelle di popolazioni intere perchè la pace vera non è profittevole per i loro interessi.
Se… Se siamo, dunque, svegli, desti, accorti, vigili, attenti.
Si, molti se e tanti altri. (GLR)
V’invitiamo a rileggere: Gaza, la feroce geometria del male.
GLR CONSIDERAZIONI (73). La riviera di Gaza e la fame.

Gaza: perché il piano di Trump non è di pace.
Alessandro Orsini
Ascolta e vedi qui: Il piano di Trump non è di pace

Nel piano Trump i palestinesi non ci sono: un modo per non riconoscerli come esseri umani
Spiace sottolinearlo ma il recente piano di pace in Medio Oriente non sembra rispondere ad alcune importanti questioni sul tavolo delle trattative, prima fra tutte il cessate il fuoco che Donald Trump avrebbe imposto a Netanyahu per consentire il rilascio degli ostaggi israeliani ed avviare il processo di pace.
Supponiamo che Israele deponga le armi nel più breve tempo possibile. È prevedibile che Hamas consegni gli ostaggi, così come è prevedibile che finalmente ai gazawi sia consentito l’accesso al cibo, all’ acqua, ai farmaci.
Resta insoluto il problema del diritto del popolo palestinese ad autodeterminarsi, che è poi la questione più degna di rilievo, nonché la più urgente, perché per un popolo disumanizzato, brutalizzato, privato di ogni cosa, i cui componenti esistono solo in una condizione di infinita sospensione tra la vita e la morte, ripercorrere e riconquistare la dignità ed i propri diritti non è impresa semplice.
Questa difficoltà è nota agli aguzzini dei gazawi, che non agevoleranno in alcun modo il già lento processo di emancipazione. Lo hanno dimostrato quando hanno gestito la distribuzione degli aiuti assieme agli americani e ne hanno fatto un’occasione ulteriore di sadico accanimento e persecuzione dei palestinesi, degno delle gesta più disumane dei nazisti nel ghetto di Varsavia.
Peraltro gli israeliani hanno dato ulteriore prova di non rispettare gli accordi presi durante la tregua che vide il rilascio di alcuni ostaggi in cambio di palestinesi detenuti nelle loro carceri. L’accordo prevedeva che alla prima fase ne seguissero altre con nuovi scambi di ostaggi e prigionieri. L’impegno, lo ricordo, non fu disatteso da Hamas, ma da Israele. Spostandosi poi su un piano diverso, desta perplessità il linguaggio usato da Donald Trump.
Intimare infatti ad Hamas di accettare le condizioni di questa pace “altrimenti sarà l’inferno” rivela il suo essere assolutamente parte e non terzo nel processo di pace. Un paciere infatti non ricatta, perché la sua è una posizione equidistante.
La minaccia di portare a compimento lo sterminio rivela invece una partecipazione a tutte le azioni criminali di Netanyahu. Si obietterà che questa cosa è da sempre nota. Vero, tuttavia in tale circostanza Trump si è proposto come terzo tra le due parti, ma è così maldestro da non rispettare nemmeno la FORMA del suo impegno nelle trattative!
Un linguaggio siffatto tradisce un’idea dell’interlocutore come privo della libertà di scegliere, considerando invece legittimo per sé l’arrogarsi il diritto di vita e di morte su di esso. Questo modo di interfacciarsi con i palestinesi significa non riconoscerli come esseri umani dotati in quanto tali di tutele e diritti, esattamente come ha sempre fatto Netanyahu.
Quale sarà poi il destino di quest’ultimo, visto che fino ad un attimo fa continuare il genocidio a Gaza ed aprire nuovi fronti di guerra erano funzionali ad evitare i processi per corruzione che lo attendono nel suo paese?
A distanza di così tanti secoli l’agire politico in presenza di un’abissale disparità di forze tra gli attori in campo rimane invariato. Resta solo da ringraziare il fato se si è nati nella parte fortunata del “globo terracqueo”, come disse qualcuno.
Rosamaria Fumarola, Il Fatto Quotidiano 9/10/2025

Genocidio: negoziati farsa per una tragedia vera
Paolo Borgognone Fulvio Scaglione
Ascolta e vedi qui: Negoziati farsa

La grandezza del pensiero ebraico originario e l’orrore squallido del sionismo. Per capire.
Israele, moni ovadia: “netanyahu genocida. basta col sionismo, creiamo uno stato laico per tutti”
L’attore e cantante Moni Ovadia racconta la storia del popolo ebraico a partire da Abramo e critica lo stato di Israele e il primo ministro Benjamin Netanyahu:
“Chi erano gli ebrei nella Torah? Gli ultimi della società, stranieri ed esiliati. Non hanno origine in una terra, ma in un progetto etico-spirituale. Netanyahu è un genocida: i genocidi si assomigliano, anche se uno era tedesco e l’altro è ebreo. I sionisti hanno cercato di cancellare l’ebraismo con il sionismo: sono degli idolatri, hanno scambiato la terra promessa per una promessa di terra. Il sionismo è nazionalismo e colonialismo, io sogno uno stato laico e aperto a tutti: ebrei, musulmani, cristiani, atei. Stessi diritti e doveri per tutti.“
Moni Ovadia
Ascolta e vedi qui: Ebraismo e sionismo

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ANNO VI DEL REGIME SANITARIO- ECOLOGICO- DIGITALE
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