Prima di tutto v’invitiamo a rileggere: La gabbia si sta chiudendo

Con l’emergere della tecnocrazia in maniera devastante (soprattutto nel nostro tempo del Grande Reset), le informazioni sono diventate il nuovo oro. Le grandi aziende tecnologiche e le oligarchie finanziarie hanno acquisito un potere senza precedenti grazie alla raccolta e all’analisi dei dati. Questo sta portando ad una forma di schiavitù moderna in cui gli individui sono costantemente monitorati, le loro scelte influenzate e le loro identità culturali omogeneizzate.

  • Esempio di Sorveglianza: Le piattaforme social raccolgono enormi quantità di dati personali, creando profili dettagliati che vengono utilizzati per manipolare comportamenti e opinioni.
  • Controllo Economico: Le aziende sfruttano il lavoro precario, dove i diritti dei lavoratori sono ridotti al minimo, creando una nuova classe di “schiavi digitali”.

La schiavitù digitale è un fenomeno emergente che si manifesta in diverse forme, sfruttando le tecnologie moderne e il potere dei dati. Anche se non si tratta di schiavitù nel senso tradizionale, le dinamiche di controllo e sfruttamento sono analoghe e certamente peggiori.

La schiavitù moderna si presenta sotto forme nuove e insidiose, rendendo difficile il riconoscimento della sua esistenza. È fondamentale che la società prenda coscienza di queste dinamiche per poter combattere contro un sistema che cerca di appiattire le identità culturali e mantenere il controllo nelle mani di pochi.

E’ per questo che la schiavitù digitale rappresenta una nuova forma di sfruttamento che richiede attenzione, azione e rivolta.

Occorre veramente svegliarci: la dittatura digitale che è in costruzione è un pericolo enorme per noi tutti, per le nostre libertà, per la nostra dignità. Occorre che ognuno costruisca la sua Resistenza!  (GLR)

 

V’invitiamo a rileggereWallet e schiavitù 

                                           La distopia che ci attende

 

                         .

 

ID Digitale: una trappola per incatenare, schiavizzare e controllare

Il Primo Ministro Inglese Starmer ha annunciato che, a breve, i cittadini inglesi dovranno avere l’ID digitale per accedere ad internet, per poter lavorare o conservare il diritto alla pensione.

Ha motivato questo nuovo obbligo distopico con la solita scusa della sicurezza, come mezzo utile per combattere l’immigrazione illegale e la minaccia che chi non l’accetta, sarà escluso dal mondo del lavoro.

Le identità digitali, in realtà, non saranno usate per catturare migranti illegali, saranno usate per continuare la persecuzione dei liberi pensatori.

È come Prevent: dicevano che avrebbe combattuto l’Islam radicale, ma lo hanno usato per prendere di mira i bambini britannici che mettevano in discussione l’agenda radicale trans o la criminalità dei migranti.

Se volessero catturare migranti illegali, inizierebbero a fare veri controlli a Londra, Birmingham e Bradford, ma non lo faranno, dicono le tante persone intervistate per le strade inglesi.

La polizia userà invece le identità digitali per costruire un database delle persone che partecipano a proteste non sponsorizzate dal sistema, per permettere ulteriori intimidazioni e bullismo verso i partecipanti, scoraggiando il pensiero dissenziente.

Quanto tempo passerà prima che servano identità digitali per acquistare generi alimentari e altri beni essenziali?

Chi spinge verso l’ID digitale

L’uomo dietro la spinta verso l’identità digitale è Larry Ellison, proprietario di Oracle, CBS, CNN e, presto, TikTok. Ellison vuole la centralizzazione dei dati e una sorveglianza totale.

“I cittadini si comporteranno al meglio perché monitoriamo e registriamo costantemente tutto ciò che accade.”

Il sistema di carta d’identità digitale attualmente in fase di implementazione nel Regno Unito dal governo di Keir Starmer è stato in realtà proposto per la prima volta 25 anni fa da Tony Blair.

Blair e David Cameron si confrontarono in Parlamento sull’argomento, con Blair che sosteneva che il suo piano avrebbe aiutato a combattere l’immigrazione illegale.

Starmer, però, non riesce a spiegare ai giornalisti come gli ID digitali aiuterebbero a contrastare l’immigrazione perché, in realtà, questi non sono progettati per “fermare l’immigrazione“. Sono progettati per mettere tutti su una griglia di tracciamento digitale collegata a internet.

L’accordo del Governo inglese con Palantir è davvero oneroso per i cittadini britannici.

Dici qualcosa online che il governo non approva? Ti dichiarano un “terrorista” e ti disattivano l’accesso a tutto ciò che è collegato all’ID digitale, compresi energia, fornitura d’acqua, voto, banca ecc. Oggi sarebbero le persone che supportano Palestine Action. Domani chissà…

Chi mette in guardia sulla trappola dell’ID digitale e perché

L’ex vicepresidente della Pfizer, Dr. Mike Yeadon, per cominciare, esorta a rifiutare l’ID digitale, le CBDC e l’Agenda ONU 2030.

Entro il 2030… non potrete più lasciare [il paese]… non possiederete trasporti privati, avrete un ID digitale per fare tutto, e avrete solo denaro elettronico con cui effettuare transazioni.”

“Direi che, a quel punto, siete schiavi.”

“E poiché potete vedere che stanno arrivando, dovreste dire no. Dite no adesso.”

L’icona del calcio inglese Matt Le Tissier su “Brit Card”, così si chiama il nuovo ID digitale obbligatorio del governo del Regno Unito:

“Questo serve a poter tracciare tutto ciò che fai. È un sistema di credito sociale come quello che hanno in Cina… e cercheranno in tutti i modi di farti credere che sia una buona idea, e che sia per la tua sicurezza.”

“Useranno gli immigrati illegali come scusa per introdurlo, sperando che tu lo accetti semplicemente.”

Le uniche persone che hanno bisogno di essere tracciate in ogni loro movimento sono quelle nei nostri governi.”

Sono loro che dovrebbero rendere conto a noi, al popolo. Non dovrebbero tracciare noi.”

“No agli ID digitali, qualunque nome vogliano provare a dargli.”

La giornalista investigativa Whitney Webb afferma che il World Economic Forum sta spingendo “perché l’accesso a internet di ogni persona sia legato a un ID digitale”.

Se il tuo ID è collegato al tuo accesso a internet, le agenzie di intelligence sanno esattamente quali media stai consumandoe anche cosa pubblichi online. E questo è stato l’obiettivo per molto, molto tempo.”

“Le persone non acconsentiranno necessariamente a questo a meno che non vengano fatte credere che l’anonimato e la privacy online siano pericolosi.”

“Quindi come puoi esattamente convincere le persone che questo deve accadere? Beh, hai qualche tipo di evento in cui hacker anonimi fanno qualcosa online che causa un grande disordine a livello globale.”

“E poi il consenso può essere creato attraverso la paura e il panico… che l’anonimato e la privacy devono essere eliminati, che dobbiamo sapere esattamente chi sta facendo cosa online per prevenire che una calamità di tale portata accada di nuovo.”

“Ed è questa la soluzione esatta che questi ragazzi stanno preparando da molto tempo.”

L’obiettivo dell’ID digitale interoperabile non è solo la sorveglianza, ma un controllo totale, aggiunge la giornalista Whitney Webb.

Questo… apre la porta a qualsiasi cosa, potenzialmente anche ai tuoi post sui social media o alla tua attività online… [o se] hai viaggiato troppo quest’anno e la tua impronta di carbonio è troppo grande.”

Webb avverte che questi sistemi vengono promossi “con la retorica e con le crisi” proprio alle persone che li hanno respinti durante il COVID, per spingere alla conformità di massa.

In effetti, i green pass, i passaporti vaccinali, sono stati la prova generale

L’ID digitale potrebbe essere le catene totalitarie di domani

Un governo non dovrebbe avere così tanto controllo da poter “spegnere un interruttore” e la vita delle persone sarebbe praticamente finita, afferma l’eurodeputata tedesca Christine Anderson.

Avevo affrontato questo tema nell’articolo Cittadinanza Digitale: Opportunità, Sfide o esclusione?

I futuri regimi totalitari, avverte, non avranno bisogno di “recinzioni elettrificate di filo spinato.”

“Tutto ciò di cui hanno bisogno è un telefono… un ID digitale, e poi possono fare con te quello che vogliono… E questo fa paura.”

“Se ti iscrivi per l’ID digitale… non potrai mai più dire no al governo.

L’ex deputato britannico Andrew Bridgen: “Possono attuare tutti gli aspetti dell’Agenda 2030… solo se hanno l’ID digitale.”

“Se riusciamo a fermare l’ID digitale, è molto, molto difficile vedere come potremmo finire con il futuro distopico che credo ci aspetti.”

“L’ID digitale sarà uno strumento enorme di controllo. Ti sarà sempre venduto come qualcosa per la tua comodità e per la tua sicurezza, e c’è un vecchio detto che se sei disposto a scambiare la tua libertà per la sicurezza, finirai senza né libertà né sicurezza.”

Saremo come prigionieri in libertà vigilata, dove saremo marchiati e sapranno esattamente dove siamo e cosa stiamo facendo tutto il tempo.

“Non può essere permesso che accada.”

La Svizzera approva l’ID digitale in un voto al fotofinish

Anche la Svizzera ha stretto un accordo con Palantir. Il piano E-ID è passato grazie ad una maggioranza risicata.

Dopo il rifiuto del 2021, ora arriva l’identità elettronica, volontaria, controllata dallo Stato e presumibilmente con i dati memorizzati solo sul cellulare. Ma la maggioranza risicata dimostra che la fiducia è bassa.

Gli oppositori avvertono del rischio di erosione della privacy e di possibile abuso per la sorveglianza.

Gli elettori svizzeri hanno approvato un piano per le carte d’identità elettroniche volontarie con appena il 50,4% contro il 49,6%. Nonostante il sostegno del governo e i sondaggi pre-voto che suggerivano un forte consenso, il risultato ravvicinato rivela un profondo disagio nazionale sulla digitalizzazione dell’identità in un paese noto per la difesa della libertà personale e della privacy.

Il nuovo sistema afferma di memorizzare i dati solo sugli smartphone degli utenti e limita l’accesso a dettagli specifici come età o nazionalità. Ma i critici avvertono che queste salvaguardie non sono a prova di errore e temono un’espansione futura del campo d’azione, o un’integrazione con sistemi di tracciamento più ampi spinti dalle norme internazionali.

La tradizione svizzera della democrazia diretta ha nuovamente messo in luce i limiti del consenso delle élite. Anche con entrambe le Camere del Parlamento e il governo a favore, quasi metà del paese ha votato no, resistendo a quella che molti vedono come una normalizzazione insidiosa della sorveglianza digitale nella vita quotidiana.

Oggi è un ID “volontario”. Domani sarà l’accesso obbligatorio al lavoro, ai servizi e alla mobilitàcome previsto per la Gran Bretagna.

La Svizzera ha compiuto un primo passo pericoloso verso un regime di identità digitale gestita da organismi sovranazionali.

I cittadini devono rimanere vigili, rifiutare ulteriori centralizzazioni e insistere sulla vera sovranità online e offline.

ID e euro digitale

Christine Lagarde, presidente della BCE, sta spingendo per una adozione anticipata dell’euro digitale, con il supporto del ministro delle finanze olandese, Eelco Heinen.

Secondo la BCE, l’euro digitale non sostituirà il contante, ma sarà un’alternativa complementare.

Il progetto prevede una app ufficiale da parte delle banche centrali, che sarà affiancata dalle app dei fornitori di servizi di pagamento privati che decideranno di integrarlo. L’app funzionerà anche offline.

Proprio in questi giorni, guarda il caso, la BCE ha suggerito di tenere dei contanti in casa, sia per fronteggiare un’emergenza bellica sia per previsti blackout informatici: questo suggerimento porta le persone ad accettare il denaro digitale visto che “funziona” anche offline.

Capite quanto sono sottili e infidi?

Le rassicurazioni sulla non obbligatorietà, non ci convincono, soprattutto considerata la pressione che si sta esercitando per un’entrata in vigore anticipata rispetto all’agenda.

L’euro digitale, al pari dell’identità digitale, solleva serie preoccupazioni riguardo alla sorveglianza statale, al denaro programmabile e al controllo finanziario centralizzato.

Questa è la chiave di lettura dei due strumenti digitali, identità e denaro: la tecnocrazia non eletta della UE mira al controllo centralizzato, per imporre la conformità politica, condizionare l’accesso finanziario alla conformità ideologica e installare una società basata sui crediti sociali.

D’altra parte, proprio Christine Lagarde ha apertamente elogiato il sistema cinese… Dunque, la Cina è stata il test beta, l’Unione Europea è la prossima.

Lo yuan digitale ha permesso di completare lo schema di sorveglianza di massa e il punteggio sociale, iniziati con l’identità digitale e i dati biometrici, e questo sta per essere adottato in Europa, tutto mascherato dal solito slogan dell’utilità e del servizio pubblico.

Manuela Fratianni, https://radio28tv.it/   2/10/2025

Economista, giornalista freelance, mindfulness coach, appassionata di geopolitica, psicologia e sociologia. Redattrice di Radio28TV – GNS Presse member.

 

 

ID DIGITALE: il tuo GUINZAGLIO avrà la tua firma

Manuela Fratianni 

Ascolta e vedi qui: Il guinzaglio digitale

 

 

 

L’Europa accelera sulla trappola dell’euro digitale 

L’Unione Europea accelera sul progetto dell’euro digitale, con l’obiettivo di lanciarlo entro il 2028. Una moneta elettronica centralizzata emessa dalla BCE, pensata per affiancare il contante e rafforzare la sovranità monetaria europea. Ma insieme alle opportunità emergono timori su privacy, controllo e rischi per la libertà individuale, come spiega Enrica Perucchietti, giornalista e scrittrice.

Ascolta e vedi qui: La trappola dell’euro digitale

 

 

ID DIGITALE OBBLIGATORIA PER LAVORARE

I cittadini europei, in particolare gli Italiani, sono talmente assuefatti al controllo dello Stato sulle loro vite da ritenere normale l’obbligo di possedere una carta d’identità da portare sempre con sé.

E proprio in virtù di questa assuefazione l’implementazione di sistemi di controllo e identificazione digitali via via sempre più stringenti per accedere ai servizi pubblici e persino turistici non ha incontrato alcuna resistenza.

Molto diversa la situazione nel Regno Unito, paese con una consolidata cultura liberale dove non è mai esistita una carta d’identità ufficiale e non sono previsti documenti o certificati analoghi e dove ogni tentativo di controllo sociale viene percepito come un’ intrusione dello Stato.

Non è che i vari governi non ci abbiano provato, eccome se ci hanno provato, ora con la scusa dell’emergenza bellica durante la seconda guerra mondiale, ora con il pretesto dell’allarme terrorismo islamico, i tentativi ci sono stati ma hanno sempre cozzato contro una strenua opposizione….

Continua la lettura qui:  ID digitale obbligatoria per lavorare

 

DIGITAL ID TRAP: Why You Should Be Worried About Government Overreach

Bev Turner raccoglie i fatti sulla Brit Card: è uno strumento per semplificare i servizi o un passo verso uno stato di sorveglianza nel Regno Unito? Analizziamo come questo ID digitale potrebbe collegare le tue finanze, la tua salute e i tuoi movimenti quotidiani e perché i critici avvertono che minaccia la tua libertà.

Ascolta e vedi quiDigital id trap    (in lingua inglese)

 

 

 

 

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