Articoli marcati con tag ‘Risorgimento’

Il busto di Filopanti sul Gianicolo


Quirico Filopanti, pseudonimo di Giuseppe Barilli, nasce a Budrio nel 1812 e muore a Bologna nel 1894. E’ stato un matematico e astronomo di grande fama. A lui si deve la prima ideazione dei fusi orari e la determinazione del Tempo Universale. Ma soprattutto, per noi, fu uno dei principali animatori della Repubblica Romana del 1849 e partecipò alla sua nascita: infatti fu segretario dell’Assemblea Costituente e principale autore del Decreto Fondamentale del 9 febbraio del 1849 con cui fu proclamata la Repubblica e la fine del governo temporale del papa. Dopo la caduta della Repubblica visse in esilio negli Stati Uniti e in Inghilterra. E dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, fu costretto ad abbandonare la sua cattedra di meccanica all’Università di Bologna per essersi rifiutato di giurare fedeltà alla monarchia. Insomma non era un trasformista come molti del suo tempo ( e di oggi…) e rimase coerente con le sue idee repubblicane. L’Italia appena nata non seppe che farsene di questo grande scienziato e uomo politico, retto e coerente, ed anche se fu eletto deputato nel 1876 nelle file repubblicane, morirà in povertà ed isolato. L’Italia cominciava bene nei confronti dei suoi figli migliori… Leggi il resto di questo articolo »

AIla fine di gennaio Roma è senza Papa. Il gennaio del 1849, ovviamente. Eppure qualche mese prima c’era stato persino chi pensava che sarebbe diventato re d’Italia o qualcosa del genere. In fondo era l’unico monarca eletto. Magari non proprio dal popolo, ma almeno era uno che non saliva sul trono solo perché l’aveva liberato il padre. Perché il tro­no è un po’ come il gabinetto nelle no­stre case private: appena si alza papà, può sedercisi il figlio. E perché qualcuno aveva pensato a Pio IX per unificare l’Italia? Perché ave­va dato uno straccio di costituzione ai romani e perché l’Italia è cattolica e lui era il naturale amministratore delegato. Leggi il resto di questo articolo »

Per una sera abbiamo provato ad aprire una breccia nel muro del conformismo clericale, nella parete dell’indifferenza che ci circonda e parlare della Breccia di Porta Pia del 20 settembre del 1870 di cui, quest’anno, ricorre il 140° anniversario. Abbiamo provato a farlo in un incontro proposto oggi presso lo chalet della LIPU di Ostia, il Centro Habitat Mediterraneo, vicino al Porto Turistico. Ringraziamo la squisita ospitalità di questo Centro che si occupa di difendere, curare e far conoscere gli uccelli proprio accanto al Parco Letterario dedicato a Pier Paolo Pasolini, nel luogo dove venne barbaramente ucciso e dove siamo stati la sera del 5 novembre per celebrare i 35 anni della sua morte. Leggi il resto di questo articolo »

Roma, 20 settembre 1870. Il generale Cadorna ordina il bombardamento delle mura pontificie in un punto vicino a Porta Pia: pochi minuti e si forma una breccia, attraverso la quale l’esercito italiano può entrare nella città che da più di un millennio è sotto il potere assoluto della Chiesa cattolica. Un evento che corona la lotta per l’unificazione e l’indipendenza d’Italia, ma apre anche una serie di problemi e questioni che rimarranno a lungo a condizionare la vita, non solo politica, del popolo italiano. Poco rilevante dal punto di vista militare, data la decisione papale di non opporre che una resistenza simbolica all’invasione, la breccia di Porta Pia rimane uno dei momenti fondamentali della storia d’Italia e di Roma. Antonio Di Pierro, dopo il successo della sua cronaca del sacco di Roma del 1527, torna a raccontare una giornata di monumentale valore storico, in cui la città eterna si trovò ancora una volta a essere il teatro in cui andava in scena la Storia.

 di  Antonio Di Pierro,  ed.  Mondadori  2007,  €  18,50

 

vedi:

14 gennaio 2011. Una Breccia ad Ostia.

L’azione politica e le idee di Giuseppe Mazzini (1805-1872) contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato italiano anzitutto affermando l’idea (per nulla scontata all’epoca) che l’Italia dovesse essere “una” dalle Alpi alla Sicilia. Membro inizialmente della Carboneria, la sua attività cospirativa lo costrinse a rifugiarsi a Marsiglia, dove organizzò nel 1831 la Giovine Italia, allo scopo di unire gli stati italiani in un’unica repubblica. Dopo il fallimento dei moti del 1848-49, e la breve esperienza della Repubblica romana, la maggioranza dei patrioti italiani si allontanò dagli ideali repubblicani mazziniani e vide in Vittorio Emanuele II e Cavour le uniche guide possibili del movimento di unificazione. Considerato a lungo come il grande sconfitto del Risorgimento, Mazzini in realtà è l’influente vate di gran parte delle culture politiche del paese, il cui lascito ideale è tra i più pervasivi e duraturi. Dal repubblicanesimo al socialismo, dal fascismo e la resistenza all’oggi la forte carica moralistica associata alla lotta politica contraddistingue tuttora tutte quelle posizioni che “mazzinianamente” individuano “un’altra Italia” composta da minoranze virtuose che devono rigenerare moralmente gli italiani.

 

di  Giovanni Belardelli,   ed. Il Mulino  2010,   € 16,00

 


Il 2 giugno scorso redassi un manifesto che cominciava con queste parole: “L’Italia è molto oltre la crisi di nervi. L’Italia che festeggia oggi la nascita della Repubblica – uno dei pochi momenti della sua storia in cui il popolo è stato sovrano, attuando una rivoluzione istituzionale, che si legava al “vento del Nord”, la grande speranza suscitata dalla Resistenza – si trova a fronteggiare, quasi inerte, una crisi drammatica”. La crisi cui alludevo non riguardava soltanto l’economia, o le istituzioni, o l’informazione: la crisi era – ed è, tanto più oggi, a sei mesi di distanza – una crisi di sistema. Siamo nel pieno di una decadenza morale e intellettuale, politica e antropologica degli italiani. Come gli eventi del 14 dicembre – tra il Parlamento e la piazza – hanno dimostrato, noi italiani, come in altre stagioni della storia, ci troviamo in una situazione di contrapposizione radicale. Lo scontro è durissimo, e grazie alla prepotenza del tiranno – forte del suo strapotere finanziario e mediatico – si acuisce settimana dopo settimana. Leggi il resto di questo articolo »

Ci ricorda il grande scrittore cileno L. Sepulveda che un popolo senza memoria è un popolo senza futuro. Questa frase, già presente nei nostri “Pensieri Urgenti”, è un po’ la guida dell’attività della nostra Associazione che prova a percorrere alcuni sentieri della storia per ricordare uomini ed eventi e provare a capire perché l’Italia si è ridotta com’è. Noi italiani siamo sempre pronti a cancellare la memoria, forse perché pensiamo di essere protesi verso chissà quale futuro orrido che vediamo radioso, un po’da ubriachi di idiozie che ingoiamo attraverso i media e i discorsi da bar o tra amici e familiari. La memoria, invece, ci aiuterebbe a nutrirci di quei momenti alti che anche la nostra storia italiana ha avuto per trovare energie e motivazioni, per opporci al degrado interiore e sociale che è sotto  i nostri occhi e che vediamo quando siamo sobri, forse. Cancelliamo da tempo la memoria, dicevamo, anche urbanisticamente, distruggendo luoghi dove eventi straordinari hanno provato a disegnare un’altra Italia, un altro popolo. Leggi il resto di questo articolo »

La vita di Garibaldi contiene alcuni grandi sogni (molto attuali) e alcune grandi delusioni (altrettanto attuali): gli uni e le altre nascosti nelle sue avventure che forse vanno rilette sotto nuova luce. Si tratta di parlare dell’Italia, della sua identità mancata e dell’incompletezza degli italiani. Ma anche di un Paese e una classe politica (noi, oggi, nel 2010) che hanno rotto ogni legame con la propria storia e la propria memoria comune. Insomma, la vita di Garibaldi incarna l’illusione italiana. L’educazione guerrigliera e sentimentale in America Latina come un Che Guevara di inizio Ottocento; poi la guerra solitaria del 1848 e la mitica difesa di Roma nel 1849; i Cacciatori delle Alpi e la pazzia dei Mille a regalare mezza Italia ai Savoia; e ancora, l’Aspromonte, Mentana e l’ultima vittoria, a Digione, sessantacinquenne in carrozzina sotto le insegne francesi: tutta la vita dell’eroe è segnata da due parole, Italia e Libertà. Ma davvero Italia e Libertà sono accomunabili? Garibaldi ha perso, regalando il suo Paese a un re vanitoso e a un primo ministro per cui il compromesso era tutto. Ha perso arroccandosi a Caprera, quasi un auto-esilio voluto, invece di puntare su Roma. Che cosa sarebbe successo, alla fine del 1860, se decine di migliaia di bergamaschi e napoletani, milanesi e siciliani, genovesi e calabresi fossero entrati a Roma completando finalmente la rivoluzione italiana. Garibaldi non è riuscito (ci ha provato, ma glielo hanno impedito) a dare un’identità unica agli italiani. Problema che oggi sta portando conseguenze spesso drammatiche. L’autore, in questo libro pieno di amarezza, ma anche di speranza, tira le sue conclusioni. Non da politico, non da storico, ma da italiano innamorato del suo Paese. E ci espone la sua ricetta per migliorare le cose: ripartire da Garibaldi. Onestà, passione, e un pizzico di lucida follia.

 

di  Nicola Fano,  ed.  B.C. Dalai  2010,   € 17,50


Gli italiani non hanno un senso di missione… di dignità d’uomini e cittadini… sono rimasti servi nell’anima, nell’intelletto e nelle abitudini, servi a ogni potere costituito, a ogni meschino calcolo d’egoismo, a ogni indegna paura… Leggi il resto di questo articolo »

Dagli anni della Rivoluzione francese alla morte di Cavour, Denis Mack Smith brillante storico inglese e fra le voci più autorevoli sulla storia d’Italia demistifica molti luoghi comuni sul Risorgimento, attraverso la voce stessa dei protagonisti. Con l’avvertenza che “i documenti, bisogna ricordare, non sono la storia, ma gli elementi che contribuiscono a fare la storia“, in queste pagine vengono riportati gli scritti e le testimonianze di Filippo Buonarroti e Eleonora de Fonseca Pimentel, Metternich e Manzoni, Mazzini e Garibaldi, Gioberti e Pio IX, Carlo Alberto e Carlo Pisacane, Vittorio Emanuele II e Cavour, Giuseppe Massari e Carlo Cattaneo. Ogni documento è introdotto da acute riflessioni di Mack Smith e il risultato è una immagine viva e palpitante di un periodo che ha profondamente trasformato la penisola italiana. In questo volume il lettore è messo a diretto contatto con testi di quegli anni: pagine intense il cui filo conduttore dello svolgersi degli eventi nasce da passioni politiche, ambizioni personali, ideali di popoli e interessi di singoli, aspirazioni rivoluzionarie, vittorie e sconfitte da cui è nata l’Unità d’Italia.

di   Denis Mack Smith,  ed. Laterza  2010,  €  22,00

Noi credevamo“, recita il bel titolo del recente film di Mario Martone sul Risorgimento ( discreto ma, forse, non perfettamente riuscito e comunque un tentativo importante). C’era gente che credeva durante il Risorgimento, durante quella costruzione faticosa di un’Italia che quegli uomini sognavano democratica, libera, repubblicana ( o anche monarchica ma senza culto del re). E il loro credere si concretizzava in un impegno che durò dieci, venti, trent’anni: in battaglie, moti locali, discussioni, progetti. Vite spese per un ideale, in maniera totale. Questo, forse, è il lascito più grande di quel periodo: gente che credeva, uomini  che si si assomigliavano tra loro anche se distanti nel tempo e nei luoghi. Leggi il resto di questo articolo »

Dai primi anni Novanta del secolo scorso l’interesse degli italiani per la questione dell’identità nazionale non accenna a diminuire. Le preoccupazioni per la fragilità dell’assetto nazionale si accompagnano alla questione della modernità, o della scarsa modernità, del paese e della qualità della sua cultura civile. Come mai un concetto come “carattere nazionale”, che ha perso legittimità in campo teorico, è ancora tanto radicato nella cultura popolare? Che genere di popolo siamo e perché ci comportiamo così?

Nella turbolenta storia dell’Italia del XX secolo, crisi di regimi politici hanno generato ricerche di cause e responsabilità, se non esami di coscienza, e spesso il ricorso all’idea del carattere ha fornito un modo per addossare colpe e responsabilità a quel certo fattore “immutabile”, l’eterno carattere degli italiani. Questo libro mette a fuoco i vizi, le virtù, le autorappresentazioni, gli stereotipi ricorrenti del nostro paese e la loro presenza nel discorso di intellettuali e politici nel corso della storia dell’Italia contemporanea, dal periodo della lotta per l’indipendenza e per l’unificazione nazionale, quando il carattere degli italiani cominciò a essere percepito come un problema politico, attraverso le varie fasi della storia politica e culturale postunitaria, fino agli anni più recenti quanto si è riproposto come una questione di riflessione pubblica.

di   Silvana Patriarca,  ed. Feltrinelli  2010,  € 22

 

Vedi:  Nazionalismo di cartapesta


Abbiamo guardato quegli occhi grandi che ci guardavano. Gli occhi di Maria De Medeiros che interpretava la parte di Eleonora Fonseca Pimentel. E per un attimo erano gli occhi di  Eleonora, cuore vivente e mente lucidissima della Repubblica Napoletana del 1799, una repubblica giacobina prerisorgimentale, la più importante. Gli occhi di Eleonora ci guardavano nel bellissimo film di Antonietta De Lillo, Il Resto di Niente del 2004. La bravissima regista ha soprattutto mosso la macchina da presa intorno ad Eleonora, al suo volto, ai suoi occhi per farci guardare ed interrogare.  ” La gente non vuole niente, solo noi lo vogliamo. La gente vuole essere lasciata in pace. A cosa è servito quello che abbiamo fatto?” dice Eleonora verso la fine del film. Leggi il resto di questo articolo »

Il 150° anniversario della nazione non dovrebbe essere solo l’occasione per sventolare bandiere tricolori o indulgere nella retorica: richiede invece un ripensamento profondo sulla storia d’Italia e sul contributo del Paese al futuro del mondo moderno. A tal fine si rivisitano le grandi figure del Risorgimento (da Cattaneo a Cavour, da Manin a Pisacane, da Mazzini a Garibaldi) così che le loro riflessioni si mescolano in presa diretta alle nostre. Per “salvare” l’Italia, Paul Ginsborg fa affidamento su alcuni elementi fragili ma costanti presenti nel nostro passato: l’esperienza dell’autogoverno urbano, l’europeismo, le aspirazioni egualitarie e l’ideale della mitezza. Fondamenti dotati della carica utopica necessaria per creare una patria diversa.

di Paul Ginsborg,  ed. Einaudi 2010,   € 10,00

 

 

vedi :  

L'Italia da salvare.  Se nel paese vincono le virtù democratiche

Il partito della salvezza

Leggiamo  "SALVIAMO L'ITALIA"

 

“ Romani! La forza brutale ha sottomesso la vostra città…

Ma non… i vostri diritti.

Siate grandi come i vostri padri…

Avete un mondo, il Mondo italiano in custodia.”

Giuseppe Mazzini, 5 luglio 1849 Leggi il resto di questo articolo »

La nostra Fiaccolata al Gianicolo dell’11 giugno 2009 per celebrare il 160° anniversario della Repubblica Romana è stata ed è un modo per servire la MEMORIA STORICA.

La Memoria di quella straordinaria esperienza di DEMOCRAZIA, RES PUBLICA e LAICITA’ DELLE ISTITUZIONI  del 1849 è quanto mai necessaria per un Paese come il nostro che sprofonda  nel neorazzismo, nel fondamentalismo religioso, nel cinismo, nella  volgarità, e nella “mostruosità” dei singoli, non solo della classe politica e religiosa.

La nostra Associazione vuole continuare, con tutti coloro che ne avvertono l’importanza, a “FARE MEMORIA ( non semplice ricordo e senza inutili retoriche) dei momenti in cui nella nostra Storia si è cercato di creare un’Italia civile, libera e solidale. Non sono stati molti quei momenti, ma sono stati importanti e fondamentali.

L’ignoranza e la superficialità che caratterizza questi ultimi decenni ( come già denunciava Pasolini ) rischiano ogni giorno di più di annegarli nell’amnesia collettiva.  La perdita di MEMORIA STORICA rende la RAGIONE sempre più debole e vaga: e il SONNO DELLA RAGIONE  genera “mostri”.  Come quelli che stiamo vedendo… Leggi il resto di questo articolo »

12 ottobre 2010
21:00a23:00

 

 


 

 Incontri come un modo per riflettere e confrontarci
 
 
 

Il “Risorgimento” fu in realtà una vera e propria rivoluzione politica, culturale e spirituale: la Rivoluzione Italiana. Come tale la vissero i protagonisti di allora. Ma forse fu una Rivoluzione mancata nonostante le grandi utopie, la generosità di molti, gli eroismi. Le radici del nostro declino come Paese, della diffusa pavida mediocrità, esempio di cinico realismo e sete di potere, non risiedono certo negli ultimi pur disastrosi trent’anni, ma in un’Italia che è nata, forse, morta. Proponiamo una lettura del Risorgimento non supinamente conforme ai riti celebrativi, per trarne elementi di maggiore comprensione della triste realtà italiana attuale.


 

 

presso:  CENTRO SOCIOCULTURALE GARBATELLA

Via A. Caffaro 10 ROMA

 Per informazioni: 06 9300526

 


17 ottobre 2010
17:00a20:00

 

   

 

Cineforum come un modo per riflettere e confrontarci

 

 

 DOMENICA  17  OTTOBRE  ore 17.00

 

 

di Paolo e Vittorio Taviani  (Ita 1974)

 

 La fine dell’era napoleonica, con conseguente restaurazione, seguita all’esilio di Napoleone a Sant’Elena è lo sfondo di questo dramma storico. Un film sul tradimento, sia quello dell’amicizia, quindi umano, sia su quello degli ideali; ideali di giustizia, libertà uguaglianza e pace sociale, che erano stati, almeno nelle intenzioni, il cardine principale su cui si era mossa la rivoluzione francese, e che Napoleone aveva in qualche modo tradito. Riecheggiando le vicende storiche del primo Risorgimento (le società segrete premazziniane come la carboneria) il film mostra una scelta assoluta: la vita al servizio di una passione di nome utopia. La vita al servizio di un sogno di cambiamento per l’avvento di nuove età di maggiore eguaglianza sociale.

 

 presso:   CENTRO  SOCIOCULTURALE  GARBATELLA

Via A. Caffaro 10     ROMA

Per informazioni:   06 9300526



14 novembre 2010
17:00a20:00





Cineforum come un modo per riflettere e confrontarci


DOMENICA 14 NOVEMBRE   ore 17,00



 

di  Luigi Magni  (Ita 1987)

 

presso:  CENTRO SOCIOCULTURALE GARBATELLA

Via A. Caffaro 10 ROMA

Per informazioni: 06 9300526

 

Vedi:

GIUSEPPE GARIBALDI. MEMORIE SULLA SUA VITA

Pensiero Urgente n. 102)

 

 

FRATELLI D'ITALIA. PAGINE POLITICHEGoffredo Mameli (Genova 1827-Roma 1849), poeta, patriota e scrittore, è stato tra le figure più importanti del Risorgimento italiano. Scrisse a vent’anni le parole del Canto degli Italiani, poi adottato come inno nazionale nel 1946, e morì due anni dopo per una ferita riportata durante la difesa della Repubblica Romana. Per amor di patria e dell’autonomia nazionale, partecipò attivamente alla lotta per l’indipendenza: sventola il tricolore nonostante il divieto, organizza una spedizione che affianca Nino Bixio nel 1848 per l’insurrezione di Milano, diviene il fiduciario di Mazzini, viene arruolato nell’esercito di Garibaldi, poi è a Roma per la proclamazione della Repubblica Romana e organizza la Costituente, va a Genova con Bixio contro il generale Lamarmora e di nuovo in difesa di Roma dove morì. Mazziniano e sostenitore della libertà di stampa, scrive articoli, manifesti e proclami per incitare i governi e la popolazione alla guerra di liberazione e per difendere i nuovi principi democratici e popolari. In questa antologia sono raccolti alcuni dei suoi testi politici più significativi, del biennio 1848-49, dai quali emerge tutta la passione del militante rivoluzionario e insieme la profondità del suo sentimento civile. Celebrato quale eroe e retore del patriottismo, Mameli offre un’occasione per ripensare oggi il mito del Risorgimento, oltre che per indagare la condizione esistenziale di chi fa sacrificio di sé per la patria in giovanissima età. Un libro estremamente educativo per il nostro tempo…

di Goffredo Mameli,  a cura di D. Bidussa,  ed. Feltrinelli  2010,  € 6,50

IL ROMANZO DEI MILLEPer le cancellerie europee erano “una banda di filibustieri”. Per Cavour la loro era un’impresa “folle”. Quando, nel maggio del 1860, sbarcarono a Marsala 1089 garibaldini – senza divise, con vecchi fucili quasi inservibili, poche munizioni, pochissimi soldi – la loro vittoria sull’esercito borbonico delle Due Sicilie pareva una missione impossibile. Con gli occhi stupefatti dei volontari venuti dal Nord, e attraverso i loro racconti, il libro ripercorre quelle ore e quei giorni: il finto sequestro delle navi a Genova, la tumultuosa traversata, la fredda accoglienza iniziale e il crescente entusiasmo di una popolazione sconosciuta, la fame e le pene degli accampamenti, le paure e il sangue delle lotte corpo a corpo, le barricate di Palermo. Sullo sfondo, gli intrighi della diplomazia, lo sgretolamento del regime dei Borboni, il febbrile interesse dell’opinione pubblica europea. Un’originale ricostruzione dell’impresa che fece l’Italia unita, documentata come un resoconto di viaggio.

di Claudio Fracassi,  ed. Mursia 2010,  € 19,00

 

vedi: 

IL ROMANZO DEI MILLE

1 marzo 2011. Una serata con i Mille

BELLA E PERDUTA. L'ITALIA DEL RISORGIMENTODal 1796 al 1870 vi è stato un tempo della nostra storia nel quale molti italiani non hanno avuto pania della libertà, l’hanno cercata e hanno dato la vita per realizzare il sogno della nazione divenuta patria. È stato il tempo del Risorgimento quando la libertà significava verità. Anzitutto sentirsi partecipi di una Italia comune, non dell’Italia dei sette Stati, ostili tra loro e strettamente sorvegliati da potenze straniere. La conquista della libertà “italiana” è stata la rivendicazione dell’unità culturale, storica, ideale di un popolo per secoli interdetto e separato, l’affermazione della sua indipendenza politica, la linea delle molte subalternità alla Chiesa del potere temporale, l’ingresso nell’Europa moderna delle Costituzioni, dei diritti dell’uomo e del cittadino, del senso della giustizia e del valore dell’eguaglianza ereditati dalla rivoluzione francese.

di Lucio Villari,  ed. Laterza  2009,  € 18,00

LA RIBELLE E IL PAPA RE. UNA STORIA VERAProtagonista della vicenda una giovane donna di Trastevere, Giuditta Tavani, eroina pressoché sconosciuta del Risorgimento. Con il ritmo di un romanzo storico, il libro racconta la sua straordinaria e drammatica avventura personale e politica, al centro dell’organizzazione clandestina dell’insurrezione del 1867 contro il potere di Pio IX.  La storia di come continuò il pensiero democratico nella Roma papalina dopo la drammatica caduta della Repubblica Romana nel 1849

di Claudio Fracassi,  ed. Mursia  2009,  € 18,00

28 novembre 2010
17:00a20:00

 

 

 

 

Cineforum come un modo per riflettere e confrontarci

 

DOMENICA  28  NOVEMBRE   ore 17.00
 
 
 
 
 
 
di Antonietta De Lillo  (Ita 2004)
 
 

Nell’ambito della nostra ricerca sul Risorgimento proponiamo questo film che racconta la generosità e le speranze di coloro che vissero l’esperienza della Repubblica Napoletana del 1799; repubblica giacobina  e prerisorgimentale che fu un modello di riferimento per la Repubblica  Romana e quella di Venezia del 1849. In particolare nel film l’attenzione è centrata su Eleonora Pimentel che fu la grande animatrice degli ideali napoletani.  

 
 
 
 
 presso:   CENTRO  SOCIOCULTURALE  GARBATELLA

 Via A. Caffaro 10     ROMA

  Per informazioni:   06 9300526

 





DEI DOVERI DELL'UOMO.  FEDE E AVVENIRE“Dei doveri dell’uomo” è considerata l’opera fondamentale di Giuseppe Mazzini, padre del Risorgimento italiano. Dedicata agli operai italiani, elemento centrale e vitale nella riforma politica ideata da Mazzini, l’opera afferma l’illusorietà delle troppo facili dottrine basate “esclusivamente” sui diritti e ribadisce la necessità di indirizzarsi sulla via dei “doveri”, l’unica dalla quale possono scaturire i diritti. Nello stesso volume, il testo “Fede e avvenire”, pubblicato clandestinamente in francese nel 1835 e tradotto in italiano dallo stesso autore, è considerato la più importante esposizione del pensiero politico e religioso mazziniano.  Testi straordinari e preziosi.

di Giuseppe Mazzini ( a cura di Paolo Rossi),  ed. Mursia  2008,  € 9,50

12 dicembre 2010
17:00a20:00

 

 

Incontri come un modo per riflettere e confrontarci

 DOMENICA 12 DICEMBRE    ore 17,00

     

 Il “Risorgimento” fu in realtà una vera e propria rivoluzione politica, culturale e spirituale: la Rivoluzione Italiana. Come tale la vissero i protagonisti di allora. Ma forse fu una Rivoluzione mancata nonostante le grandi utopie, la generosità di molti, gli eroismi. Le radici del nostro declino come Paese, della diffusa pavida mediocrità, esempio di cinico realismo e sete di potere, non risiedono certo negli ultimi pur disastrosi trent’anni, ma in un’Italia che è nata, forse, morta. Proponiamo una lettura del Risorgimento non supinamente conforme ai riti celebrativi, per trarne elementi di maggiore comprensione della triste realtà italiana attuale.

 

 presso:  CENTRO SOCIOCULTURALE GARBATELLA

 Via A. Caffaro 10 ROMA

  Per informazioni: 06 9300526

 

 


28 dicembre 2010
21:00a23:00




Cineforum come un modo per riflettere e confrontarci

DOMENICA 28 DICEMBRE   ore 21,00

 

 

di Luigi Magni  (Ita 1987)

 

  presso:  CENTRO SOCIOCULTURALE GARBATELLA

Via A. Caffaro 10 ROMA

Per informazioni: 06 9300526

 

14 gennaio 2011
20:30a23:00

 

 

 

Incontri come un modo per riflettere e confrontarci

 VENERDI   14  GENNAIO  2011    ore 20,30

      Il “Risorgimento” fu in realtà una vera e propria rivoluzione politica, culturale e spirituale: la Rivoluzione Italiana. Come tale la vissero i protagonisti di allora. Ma forse fu una Rivoluzione mancata nonostante le grandi utopie, la generosità di molti, gli eroismi. Le radici del nostro declino come Paese, della diffusa pavida mediocrità, esempio di cinico realismo e sete di potere, non risiedono certo negli ultimi pur disastrosi trent’anni, ma in un’Italia che è nata, forse, morta. Proponiamo una lettura del Risorgimento non supinamente conforme ai riti celebrativi, per trarne elementi di maggiore comprensione della triste realtà italiana attuale.

 

20 settembre 1870:  STORIA DI UNA BRECCIA

 

 

Speranze, delusioni e ambiguità di un evento che pose fine al potere temporale dei Papi e consegnò Roma al neonato stato italiano. Una ricorrenza che è bene ricordare per salvare lo stato laico.

 

 

presso: CENTRO HABITAT MEDITERRANEO LIPU,   OSTIA LIDO

Parcheggio Porto Turistico di Roma – ingresso da via dell’Idroscalo

tel: 06 56188264;  06 5053403

 

 

 

 

 

16 gennaio 2011
17:00a20:00



 

Cineforum come un modo per riflettere e confrontarci

DOMENICA 16  GENNAIO   2011    ore 17,00

 

 

di  Luigi Magni   (Ita 1987)

 

 

  presso:  CENTRO SOCIOCULTURALE GARBATELLA

Via A. Caffaro 10 ROMA

Per informazioni: 06 9300526

 

 

6 febbraio 2011
15:00a18:00




INCONTRI PER STRADA

 

Il Palazzo della Cancelleria dove nella notte tra l'8 e il 9 febbraio 1849 nacque la Repubblica Romana



   DOMENICA   6   FEBBRAIO

   Appuntamento:   ore 15,00  in piazza della Cancelleria  angolo Corso Vittorio



Ingrandisci Mappa

 

 

vedi:  12 gennaio 2011. La Repubblica in un teatro

6-13 febbraio 2011. Una settimana repubblicana.